Le forme Cromatiche

Vi è una esigenza “umana” ancora prima che “artistica” di sfuggire alla quotidianità, divorante ed usurante. Divorante perché la ripetizione, spesso anancastica, dei gesti e dei movimenti crea un solco ansiogeno dal quale chiunque vorrebbe fuggire.
Usurante perché la grigia quotidianità logora e sminuisce le nostre energie psichiche intellettive ed intellettuali. Allora, che fare?
Solo gli artisti sublimano l’amore, naturalmente eterodiretto al prossimo, in una passione ancora più grande e verticale, rivolta potenzialmente a qualsiasi spettatore. Presente e futuro.
Il loro dono è di poter manipolare una certa quantità di immagini, captate dal mondo reale ed intelligibile e di trasformarle in qualcosa d’altro, di diverso.
Qualcosa di più intimo e sublime allo stesso tempo.
Pertanto, nelle opere di Anna Badagliacca tale percorso è tangibile nella soffusa atmosfera di immagini sempre più invisibili ed interiorizzate.
Interiorizzazione, che non è solo mediata da sperimentalismo “tout court”, ma è anche volontà timidamente, ma efficacemente espressa, di mettere a nudo la propria interiorità e farla divenire oggetto di riflessione, e magari emulazione, per lo spettatore, di certo non distratto innanzi a tanto

Arrigo Musti