Martini e il suo Movimento innaturalista, ritiene che l'arte contemporanea, nella sua forma dominante, si sia trasformata in un'istituzione accademica fondata sul denaro e sulla ricerca del successo, senza più rapporto alcuno con l'attività creativa.
Anche se non ci sfugge il nesso fra questo degrado e il modello culturale ed economico che sta conducendo il pianeta alla distruzione, crediamo che l'attuale crisi dell'arte provenga da lontano, almeno dalla fine delle cosiddette avanguardie storiche. A nostro parere la rottura è avvenuta poco più di mezzo secolo fa, quando la comunità degli artisti si è dissolta e il comando delle operazioni è stato assunto dal mercato, anche per rispondere alla nuova società del benessere e al desiderio di acculturazione di un pubblico più vasto.
Naturalmente si è fatto il possibile per mascherare questo cambio di guardia, consolidato nei decenni successivi. Nonostante la manieristica reiterazione del linguaggio delle avanguardie, esso ha modificato radicalmente la natura dell'arte moderna, alterando la percezione del suo significato e del suo sviluppo, stravolgendo i criteri di selezione dei valori e modificando il ruolo dell'artista e il suo rapporto con la società.