Critica

Roberta Valducci ALLA RICERCA DELL’INNOCENZA PERDUTA

Roberta Valducci in Arte Azzurra La Naïf , nasce a Ferrara il 4 settembre del 1967, si diploma nel 1986 all'Istituto Magistrale di Sacile (PN), inizia a dipingere negli anni novanta, vive e opera a Pordenone e va dove la porta il cuore.
All’evento culturale “ INCONTRI D'ARTE 2013” mostrando il libro "La Civetta di don Camillo" ho mostrato l’animale con cui la pittrice Valducci ama immedesimarsi. Anche lei è nella orgogliosa collezione del reggiano Luigi Braghiroli, il più importante collezionista italiano di arte naïf . Roberta per sua volontà viene sovente collocata nella categoria dei naïf ( dal francese naïf, "ingenuo" ), forse nella scelta dei colori forti, netti, senza sfumature, tanto amati dai bambini, nell'atmosfera fiabesca che aleggia in tutta la sua produzione e nel marcato infantilismo dei soggetti da lei scelti, può avere delle similitudini, ma vedo la sua figurazione a volte puntiforme, meno ingenua, più studiata, fantasiosa e pensata nella progettazione delle opere. Certi collage sono di una creatività intellettuale che i naïf non hanno, perciò come minimo dello stile naïf , propone un rinnovamento inserendo elementi Pop. Inoltre il rilievo materico del colore tipico della sua tecnica rende il dipinto percepibile anche al tatto, lo rende lievemente plastico, quindi va oltre il bidimensionale. Vedo in lei una creativa, originale e abile artista della genuina decorazione pittorica. La Valducci con la sua arte scuote dall’anima la polvere accumulata nell’insignificante “lavorare per sopravvivere”, dipinge i suoi sogni che gli consentono di trovare se stessa. Si nutre di Arte: quando ha fame e apre il suo sacco, vi trova dentro solo perle.

Marco Cagnolati

LA MAGIA DEL COLORE
COLLETTIVA DI PITTURA.Intervento del Dott. Luca Franzil
GALLERIA d'Arte ARTtime di Udine, luglio 2017.

Il colore è l'essenza stessa della visione e della rappresentazione, fenomenica e artistica. La combinazione tra più pigmenti va quasi a creare una magica armonia, come genialmente teorizzava Vasilij Kandinskij, ed è proprio questo processo creativo che, hic et nunc, si trasforma nel protagonista indiscusso di questa nuova esposizione.
Il fascino delle immagini ibride di Inge Kreuzer risiede nel sapiente mix tra l'oscurità della pellicola, lo scintillio dei cristalli e la sapiente pennellata ricca di lucidi richiami. Maestosi e sinuosi i lavori di Lorenzo Mignani, opere in cui i colori sembrano incontrarsi e scontrarsi mentre sotto la loro superficie va emergendo qualcosa di sorprendentemente inaspettato. E che dire dei lavori informali di Odette Droit? Opere che ricordano differenti processi creativi, una ventata di magia cromatica che non può non affascinare; vicini per stile sono i quadri di Ferdinando Pagani i quali racchiudono, al centro, una vivida atmosfera che pulsa tra superficie e sfumatura, mentre attorno una quinta grigia sembra voler tener la giusta distanza per poterli ammirare meglio. L'immensità del cosmo, la relazione tra lo scibile e l'impensabile, tra l'incommensurabile e il contingente, questi i temi proposti dalle opere di Herbert Wiedergut, dipinti che spingono alla riflessione e rapiscono la sensibilità dell'animo. All'apparenza semplici e delicati, i lavori di Heide Scheerschmidt racchiudono dei simbolici misteri, tutto sta nel riuscire a decodificarli... Impresa ardua ai più ma possibile e fascinosamente coinvolgente. Un codice da comprendere, un messaggio da cogliere, processi "magici" che vengon suggeriti anche da Sigurd (Siegfried Knöbl) che con i suoi dipinti inconfondibili, la Mystikart di Sigurd, elabora e trascende il Realismo Fantastico. Il titolo della rassegna si abbina alla perfezione con lo stile di Adriano Vignando, un autore che mette in scena un matrimonio perfetto tra la Magia ed il Colore, in cui figure e fiori si librano sognanti in un'atmosfera fiabesca. Fiabesche anche le atmosfere delle opere di Azzurra la Naif (Roberta Valducci), rappresentazioni in cui l'elemento fantastico e teneramente infantile va ad unirsi ad un colore vivo, forte, limpido, intimamente magico. Unire sensazioni e stimoli differenti, far convergere il normale vissuto nel magico, osservare con attenzione le affascinanti visioni della sensibilità artistica, istanze semplici ma in parte anche difficili che si può provare a mettere in pratica dopo un'attenta osservazione delle opere esposte. Tentar non nuoce, dice il celebre proverbio, infatti è una visita altamente consigliabile se si vuole provare il piacevole brivido della magia solamente ammirando la mutevole e personale interpretazione del tema coloristico.


Dott. Luca Franzil

OPERA DI RIFERIMENTO:

Gea, Spirito dei Boschi

I NAIF DEL PO.TERZA EDIZIONE
Intervento di Marco Cagnolati(Critico d'Arte), Marcella Luzzara (Storica dell'Arte), Tiziano Soresina (Giornalista)
Gualtieri di Reggio Emilia, Ottobre 2016

..Ritenuta, al suo esordio, una pittura in tono minore attribuendo al termine Naif un significato riduttivo, vista in un'ottica storica più allargata l'arte Naive, con il suo linguaggio eccentrico e stimolante, e' stata abbondantemente rivalutata dalla critica, tuttavia il suo inserimento nel mercato dell'Arte ha instillato il dubbio sulla genuinità di certe espressioni. Per motivi di mercato i pittori che non possiedono un'autentica Anima Naive, fingono di averla, sono tanto esemplari e immacolati all'esterno, quanto pieni di supponenza e finzione al loro interno. Smarrire se stessi per la bramosia di visibilità e denaro, non è il comportamento del vero artista naif; ambizione egoistica, disordine e competizione non appartengono al loro fatato e fiabesco mondo. Il massimo rappresentante padano del genere, oggi certa critica, dopo averlo per anni etichettato naif, lo considera un pittore conosciuto impropriamente come Naif. Certi critici nel tentativo di valorizzarlo ulteriormente sul mercato, vorrebbero che fosse considerato un colto espressionista padano. La contraddizione sta nel fatto che è come dire che essere "espressionisti" vale più che essere Naif. Non hanno ancora capito che l'unica cosa che veramente vale è essere se stessi...

Marco Cagnolati (Critico D'Arte)


..L'Arte Naive sarebbe un farmaco da prescrivere, un grande tappeto patchwork con cui rivestire muri silenti e malinconiche strutture pubbliche, un alfabeto che risale all'arte infantile valorizzandone la parte migliore, fantasiosa e sognante. In tempi di globalizzazione, il primitivismo di quest'arte, fatta invece di sapienza tecnica , cromatica, compositiva, dovrebbe farsi veicolo di integrazione coi tanti abitanti del mondo, che fuggono dai paesi meno civilizzati e spesso in stato di guerra. L'arte africana o indiana usa colori potenti come quelli dell'arte Naif, soggetti legati alle tradizioni popolari e religiose, e soprattutto celebra un potente legame con la natura. In questo vorrei riconoscere al naifismo un valore universale, pacificante, didattico ,oserei dire. Rendiamo omaggio dunque al necessario ruolo che si sono ritagliati I Naifs del Po, quasi una missione artistica oltre che per loro un privilegio che riempie le loro esistenze..

Marcella Luzzara (Storica Dell'Arte)


La pittura come riscatto sociale. Di certo ora non è più così, ma l'esplosione dei naifs lungo le rive del Po ha avuto anche questa connotazione. Con un peso più o meno rilevante a seconda dell'artista. ...Autodidatta, istintivo, dotato a piene mani di fantasia, il più delle volte dalla pennellata serena, e facilmente comprensibile, per il linguaggio universale usato, dal pubblico dell'arte. E' l'identikit del naif bassaiolo, facendo però una scrematura da altre componenti che hanno negli anni accompagnato in maniera più o meno positiva il fenomeno..Nel nostro taccuino rimangono non pochi flash su quegli anni turbolenti, incalzanti, irripetibili : le calate domenicali nella bassa di galleristi milanesi e bolognesi con i soldi in contanti per rastrellare quadri, i pittori in spasmodica autopromozione, le botteghe che diventano improvvisati punti-mostra, persino un sacerdote che incoraggia ed organizza rassegne d'arte ingenua. Un mondo di cui si innamorò il guastallese Nevio Iori, a tal punto da specializzarsi e diventare una voce internazionale considerata e rispettata. Lo ricordiamo come critico dagli slanci poetici : "Il pittore Naif, scrive,è dunque un pittore ingenuo, spontaneo, come seme portato dal vento ai margini di una casa di campagna e fa nascere erbe e fiori incantevoli, senza che nessuno li coltivi".

Tiziano Soresina (Giornalista "Gazzetta di Reggio")
Foto di Carlino Bozzetti

I NAIF DEL PO.TERZA EDIZIONE
Intervento del Club delle Arti Reggiane
Gualtieri di Reggio Emilia, Ottobre 2016

Gli artisti ci sono, validissimi, con la loro tecnica, la propria personalità, il loro temperamento, la loro profonda umanità, il loro mondo espressivo ed interpretativo..

..I maestri che hanno preceduto chi oggi espone le proprie opere ha lasciato nell'animo di questi nuovi artisti la voglia di dare continuità a quella forma espressiva definita ingenua ma anche sognante. il passato e la realtà visto col cuore e gli occhi di un fanciullo a testimoniare i cambiamenti sociali e culturali avvenuti con la visione forse fantasiosa ma riportando anche la saggezza dei padri. Il compito di testimoniare alle generazioni future il nostro passato e trasmettere attraverso l'arte come eravamo, portare a conoscenza quei valori che governavano il vivere delle nostre comunità nel rispetto della natura e del territorio. Questi artisti non sono dei nostalgici sono narratori che hanno scelto i colori e non le parole per scrivere un libro di immagini che portino le future generazioni ad un raffronto tra passato, presente e futuro e riflettere sul superfluo e le cose che contano, nel rispetto della natura e di tutto ciò che circonda l'uomo. Noi crediamo che l'arte in tutte le sue forme espressive abbia una forte capacità di comunicare e parlare al cuore della gente ed arrivare con i propri messaggi dove altre forme divulgative non arrivano e per ciò ringraziamo l'Amministrazione Comunale di Gualtieri per l'iniziativa che si andrà a realizzare nel mese di ottobre 2016.

Augusto Fantini
Luigi Camellini

OPERA DI RIFERIMENTO:

Il Paradiso del giovane Adamo

LE FAVOLE DI AZZURRA
Intervento di Stefania Ferrari
Reggio Emilia, Settembre 2016

Roberta Valducci segna un momento di rinnovamento per quanto riguarda lo stile naif, inserendo elementi del fantastico negli scenari classici di questa espressione pittorica, ben lontana dall'essersi esaurita col passare del tempo.
Scegliendo il nome d'arte di Azzurra la Naif, Roberta sottolinea la volontà di seguire le orme della corrente artistica dei candidi, rendendola più moderna e dandole una impronta ampiamente personale, che rende riconoscibili alla prima occhiata le sue opere.

Gli animali coloratissimi parlano dai suoi quadri, materici, tangibili, usciti da un mondo di fiaba che riporta nella sua più profonda accezione l'ingenuità e la dolcezza tipiche del naif, traghettandole da un contesto generalmente di campagna a quello della fantasia e dell'immaginario.
Non più dunque carri trainati da buoi, scene di vita contadina, covoni di fieno, ma in questa serie particolarmente, un avvicinamento ancora più intimo con gli elementi della natura, con gli animali del bosco, dei fiumi e dell'aria. Persino un drago, scaturito dalle pieghe del tempo e delle leggende, irrompe in suo personale paradiso mai perduto, mentre fatine e lepri trasformate in costellazioni convivono felicemente in questo universo parallelo, ideale, fantasioso, per portare gioia e speranza.

I colori intensi, netti, senza sfumature, ma accostati gli uni agli altri, formano incredibili tavolozze che non mancano di suscitare allegria e serenità in chi osservi le composizioni. Grandi fiori, pesci multicolori che sembrano solcare il cielo, civette tutt'altro che notturne ci guardano e ci sorridono, ricordandoci che la speranza si nutre non di grigio e fumo, ma di pigmenti rubati all'iride, di sorrisi e luce, di fantasia, ma soprattutto di spazi che la ragione non ritiene lecito abitare, ma che l'animo umano da sempre insegue e sogna, per non soccombere alla tristezza.
“Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia”, dice Amleto, sottolineando quanto alla limitata mente umana possa sfuggire, anche appoggiandosi alla filosofia.

Ma alla fantasia nulla viene precluso e tutto questo emerge dai quadri di Azzurra la Naif, che ripropone il candore anche dell'infanzia, quando credere in altri mondi, in altre possibilità, rendeva magico ogni istante di vita.
Roberta Valducci, che comunque si è dedicata anche al naif tradizionale, ha deciso di dare una svolta e percorrere un'altra via, sempre nel solco della visione dei candidi, ma andando oltre, creando nuovi universi in cui tutto è possibile, anche incontrare uccelli dal piumaggio fiorito che convivono con alate creature dei boschi, in cui nuovamente gareggiano la lepre e la tartaruga, ma secondo altre regole e in cui l'essere umano è solo spettatore e ancora non ha contaminato con la sua presenza questo eden immaginifico.

Roberta-Azzurra sono le due anime in una: l'artista che segue l'ispirazione della sua parte fantastica e innocente, che mai si è arresa e ancora sogna di un mondo ideale, dove qualunque realtà si può dipingere.

Stefania Ferrari (Pubblicato da I GIARDINI DI AFRODISIA)

ANIME NAIF, I CANDIDI
Intervento di Stefania Ferrari
Luzzara di Reggio Emilia,Maggio 2016

In un piovoso pomeriggio dell'ultima domenica di maggio, un notevole gruppo di persone, con spirito amichevole e gioioso, si è riunito per inaugurare una collettiva che riporta Luzzara agli antichi splendori del naif.

La cittadina della Bassa reggiana è sempre stata patria d'eccellenza di questo stile pittorico così particolare e unico. Per varie ragioni, da qualche tempo il suo nome è stato un po' dimenticato sotto questo punto di vista, ma con questa mini collettiva, nel cuore del centro storico e nel locale, l'Ancicafè, che ospita una delle opere di Cerare Zavattini, Luzzara si ripropone come elemento nevralgico dell'arte nativa.Questa mostra riveste quindi una particolare importanza, non solo perché ripropone dopo un periodo di stasi delle opere naif, ma perché rappresenta un nuovo modo di dipingere, che si ricollega sì allo stile classico di questa corrente pittorica, ma che aggiunge note moderne alla visione candida dell'esperienza naif. La pittura più geometrica e dai colori netti di Gianni Pontiroli, nelle cui tele campeggiano anche scorci cittadini e automobili, segna un momento di passaggio tra il naif della tradizione contadina a quello più urbano di oggi, in cui la campagna confina con la città e in cui ai carri trainati dai cavalli si sono sostituiti moderni trattori. Gli abitanti dei villaggi non si muovono più a piedi o con le biciclette, ma con le auto. Eppure negli sguardi e in alcuni scorci panoramici, ancora si rivela la passione intensa per la natura e i suoi ritmi immutabili.Se nelle opere più classiche di Luigi Camellini si legge, in maniera nemmeno molto velata, una critica alla modernità che tutto travolge e contamina, a scapito di una purezza ormai perduta, di ricordi d'infanzia e innocenza di un tempo che non tornerà, nelle tele di Pontiroli pare esserci invece una maggiore integrazione tra presente e passato, una visione più positiva per una convivenza tra passato e contemporaneo.
Roberta Valducci, in arte Azzurra la Naif, già in questo suo nome d'arte, nel senso letterale della parola, afferma la sua volontà di immergersi in questo candido, o per lei azzurro, mondo, che assume contorni fiabeschi grazie a personaggi immaginari che trascorrono l'esistenza in universo perlaceo dai colori brillanti.

Eppure, anche in questo caso, in questa nuova visione di pittura dedita alla spontaneità creativa, la matrice dei padri è ben presente. Una natura madre amorevole, che accoglie ogni sua creatura secondo un disegno ben stabilito e che si ripete, uguale ma sempre sorprendente, ogni anno, ogni stagione. Animali, veri o immaginari, vivono e si avvicinano a elementi della natura, in una esplosione di colori gioiosi.

Questi tre artisti, con stili così differenti, sono l'esempio più lampante di come la pittura naif sia più che mai viva e sia stata capace di evolversi con il tempo, mantenendo intatto il suo spirito, la sua candida anima naif, che oggi risplende nuovamente a Luzzara

Stefania Ferrari (Pubblicato da I GIARDINI DI AFRODISIA)

I NAIFS DEL PO.SECONDA EDIZIONE
Intervento del professor Marco Cagnolati
Gualtieri di Reggio Emilia,Ottobre 2015

Ogni bambino è un’artista. Il problema è come rimanere un’artista crescendo. La pittura «naïf» è un fenomeno artistico sviluppatosi in queste zone rivierasche. Nel XX secolo, mettendo in evidenza i condivisi valori della comunità, dopo la scoperta dell'arte Naif dell'Est Europeo e l'aumento di interesse per questa forma d'arte, è stato possibile scoprire veri e propri talenti che scuotono l’anima esprimendo in modo particolare l'identità culturale ed estetica della bassa reggiana. La loro sapienza incontaminata viene dall’essere ingenua, pacifica, docile, priva di esitazioni e di ipocrisia. “I NAIFS DEL PO” al posto dell’avere scoprono la gioia del dare tenerezza e candore. Valori che possono essere espressi solo da coloro che sembrano arrivare da un altro mondo: I «Naïf». Questi pittori che espongono nella “Sala Falegnami” del Palazzo Bentivoglio di Gualtieri (RE) esprimono un mondo semplice, ingenuo, irreale, con vivaci colori primari e immagini in genere ricche di particolari, chiare e definite, essi trasfigurano il contesto in cui vivono in rese narrative fiabesche. La loro arte naif tende a rappresentare gli aspetti comuni della vita quotidiana e delle credenze popolari più antiche e radicate, in una visione poetica e magica della realtà. Qui gli artisti naïf privi di sofisticazioni tecniche, vivono in un loro mondo fantastico, con elementarità e vivacità di linguaggio, una soluzione grafica semplificata, una capacità comunicativa genuinamente istintiva, spiccato senso della narrazione, una infantile semplificazione lessicale ed un acceso cromatismo. Si tratta quindi di naiveté espressiva, un'arte spontanea, prodotta da artisti capaci di raffigurare la realtà con assoluta libertà interpretativa, seguendo solo la potenza del proprio istintivo bisogno di descrivere e comunicare la propria intima, spirituale vera realtà che è l’anima «Naïf.

Marco Cagnolati

PRIMO FESTIVAL DELL'ARTE DI GRADO (GO)
A cura dell'Associazione ATEV
Segnalata con nota di merito l'opera "Voglio la luna", per qualità e sperimentazione.
Agosto 2012

"La fiaba si colora di blu, in cui gufi si muovono in un cielo smaltato e sole, luna e case convivono senza linee di frattura. Lo stupore è dato dalla notte e dalla contemplazione di una temporalità assente".

LA GIURIA: Dino Facchinetti, Dario Del Pin, Giorgio Valentinuzzi ,prof.ssa Loredana Marano.