POESIE

BRUNA CERRO

ACUTO IN SOLITUDINE

Corre la strada
nella città ubriaca di rumori
oltre le case avvolte nella sera,
si specchia un respiro di vento
sui vetri persi nell'ombra,
al suono di un acuto in solitudine
tra passi lunghi senz'anima.
E' un blues di nostalgia
di un fuoco acceso,
di tenere braccia strette in un sospiro
a perdersi nei sogni senza meta
ad ascoltare emozioni remote
e sempre nuove.
Suona la tromba all'angolo della strada
tra voci inquiete in deserti di anime,
l'aria feriscono le note
come lame di spada sulla pelle,
per acuietare lacrime silenti
in un sussurro di velata malinconia.
Nuota in silenzio la luna
nel cielo scuro sopra i tetti,
resta un acuto sui passi della sera,
il grido di una tromba
che non vuol morire,
la voce di un'anima
che canta smarrita in solitudine
prima di tornare nel buio della notte.

BRUNA CERRO

NEL TUO MARE

un nuovo soffio
sfiorerà domani
il nostro tempo.
Forse un cielo di sole
ci regalerà un nuovo giorno
o un manto di nuvole
si aprirà su di noi
per avvolgerci
in veli di pioggia.
Sfoglia iul vento
un libro di fragili parole,
l'emozione di un incontro
nella luce dei tuoi occhi,
l'immenso celato
in un canto di vita
di cui solo l'amore
conosce la melodia.
Se ci sei
al di là di ogni tempo,
tra attimi di attesa
e momenti di malìa,
su morbide spoinde
voglio stringerti,
per confondermi
nei vortici profondi
del tuo mare.

ANNA SANTARELLI

ALBERI SPOGLI

Alberi spogli si stagliano
nel cinereo cielo
figure scarne,
linee essenziali
nella geometria
dell'universo.
Madre terra li accoglie
nel suo ventre
e silenziosa riposa
nella pace dell'inverno
tepore di ogni cuore.
Alberi spogli
orfani di chiome dipinte
la neve riveste di bianco
la pioggia bagna di lacrime
preghiera del creato in sè raccolto.
Avvezzi all'asprezza del gelo
alla carezza tiepida del sole
complici dell'alba
e del tramonto
s'affidano al profumo del vento
figli prediletti della vita.
L'anima ripiegata nella quiete
serba ogni slancio
la speranza custodisce
come questi aloberi spogli
risorgerà nella luce di primavera.

ROBERTA BIAGGI

IL VENTO DELL'ANIMA

Sfiorava dall'alito di vita
si piega lieve
l'erba del prato
increspata in chiaroscuri risvolti
simili a orli spumosi di onde.

Beccheggiano i vermigli papaveri
nel pelago erboso,
come barche a vela
sospinte dalla brezza marina
sugli attimi fuggevoli del tempo.

Mentre la luce vespertina
del tramonto si china
ad elargire unìultima carezza,
muore l'oggi
e cede il passo al domani;

la coscienza riposa,
sfuma il bucolico brusio
e si affaccia il vento
alle porte dell'anima.

ROBERTA BIAGGI

L'ANGOLO DELLE COSE CHE DURANO

Tremolanti riflessi
di rande e fiocchi arrotolati
si mescolano in colori disciolti
nelle acque del porto.

Beccheggiano lievi
scafi ed alberi spogli
mentre il maestrale
tra le scotte tese
attende che il sole morente
spenga gli ultimi bagliori.

Cerco in questo nautico approdo
l'angolo delle cose che durano
ma il cielo d'occidente
già si è tinto d'inchiostro
lasciandomi prigioniera
delle mie ombre.

(Del vento
tacerà a breve
il triste canto,
e riecheggerà dal mare
l'ultimo accordo)

CHIARA FEOLI

PETALI

Camminavamo in silenzio,
nascondendo le emozioni
e ignorando il mondo esterno.
Camminavamo e le voci della gente
erano solo sibili di un vento lontano
Camminavamo vicini
e i nostri sguardi
parlavano di qualcosa
che non voleva essere confermato,
Camminavamo sotto l'incessante pioggia
che ci accarezzava il viso, senza correre
ascoltavamo i nostri respiri
che ci raccontavano.
Camminavamo in silenzio
con la voglia di parlarci
di ascoltarci, di sorriderci.

ANNA SANTARELLI

LA PAROLA

Ora che viviamo immersi
nel clamore del mondo
e il nostro parlare è vuoto
dialogo sradicato dall'anima...
ora che soffia il vento
del tempo sì impetuoso
da tacitare la voce del cuore
e irretire il pensiero da mille
chimere, dov'è la parola,
poesia dell'anima che più
non è mistero nè rivelazione?

A te, figlio di questo tempo,
affido un bene: è prezioso
più di un patrimonio,
conservane l'incanto e sempre
accogli la sua forza dirompente...
La parola, che nasce dal regno
dell'anima, là dove prosperano
i sogni e i silenzi, sia per te
espressione autentica del vivere
linea di confine tra la terra
eil cielo.

ROBERTA BIAGGI

ASSOLO PER PIANOFORTE

Il mio corpo si veste di note,
mentre infili la tua melodia
nella cruna dei miei pensieri,
tastando la voglia di te.

Mi raggiungi e mi travolgi
come l'onda che gorgoglia,
s'innalza, spumeggia e s'arresta
quel breve attimo
prima d'infrangersi.

Ed è in questo infinitesimo spazio
nel quale mi perdo, mi ritrovo e gemo,
che nel silenzio che ho dentro
divento alba, mare, tramonto...

divento il tuo respiro
in istante prima che si spenga nell'aria
il riecheggio dell'ultima nota
un istante prima che si raffreddi la mia pelle,
adesso che è ancora calda di te.

MONICA SCHIAFFINI

BARBAGLI

Inatteso ritrovarti
dietro soffice organza
di memorie e matttini,
risvegli intrisi di rugiada
sul candore di strade
innevate dagli anni.
Germogli di ritorni
perforano la coltre del silenzio
e lenti si dischiudono
a dipanare,
dai grovigli del cuore,
eco remota di parole lontane.
Orme di passi mi portano a te,
sulla panchina dei ritorni,
ai margini del tempo.
Sbiadite essenze si diffondono
al noto veleggiare dei pensieri,
per riaccendere sguardi confusi
ad orizzonti di sale,
tra moti d'onde increspate
e sfumati contorni di presente.
Nel volo lieve di un gabbiano
pezzi sgualciti di sorde emozioni
e l'alba già s'offusca di rimpianto
rivelando mesta le ombre della sera.
Livida è la pelle del buio,
ora che tracce d'antiche ferite
diramano l'indelebile
in argentei barbagli
di un amaro sorriso.