Gianlucio

scultore

Scrivere una mia biografia dove,quando e soprattutto perché sono nato in quel 31 agosto 1957 di buon mattino, intorno alle 6,00, in una modesta casa di Ogliara, una minuscola frazione di Salerno,
dopo aver fatto passare una notte insonne a mia madre Anna e mio padre Nicola, “promette bene il giovanotto in quanto a rompi....” cosa che certamente pensò allora la mia sorellina Fernanda di quattro anni, credo che non interessi a nessuno.
Né tantomeno può interessare a qualcuno che scuole ho frequentato, se per caso ero un chitarrista e cantante e né tantomeno che lavoro svolgo nel campo tecnico.
Credo che non interessi nemmeno se sono sposato o meno con Maria Grazia, conosciuta nei banchi del 1° liceo scientifico, e che lei ed io dopo aver studiato insieme anche alla facoltà di ingegneria, abbiamo deciso pure di lavorare insieme,” mi sono sempre chiesto come fa a sopportarmi.....”.
Come pure reputo non interessante dire che dopo il matrimonio, con rito religioso, dopo cinque anni ha bussato al pancione di Grazia, un bel maschietto Nicola Francesco, oggi maggiorenne e chitarrista, e che dopo ancora quattro anni alla stessa porta ha bussato una stupenda polpettina Anna Chiara. Sorvolando sul resto, perché non interessa a nessuno, sapere le mie cose personali, riporto un dialogo tramite posta elettronica con il maestro Bartolomeo Gatto che racchiude in sintesi forse perché sono nato:

Maestro buona sera,mi perdoni per la mia arroganza a presentarmi a lei, e a rubarle un poco del suo prezioso tempo,ma credo che la migliore cosa da fare per un pazzo cinquantenne da due anni maggiorenne ,da quando cerco di fare sculture e con poco tempo a disposizione per uscire dall'anonimato,la cosa migliore dicevo,da fare è puntare in alto e lei maestro per il nostro povero sud è un vero nord.
Mi hanno definito artista, sono, dicono l'unico artista al mondo ad usare l'argilla sintetica chiamata DAS e prodotta dalla Fila s.p.a.Milano,ho il loro marchio come ha visto sulla locandina della mia mostra allestita ad Amalfi.
Durante la mia esperienza ad Amalfi ho realizzato una sorta di mostra parlante,una mostra spettacolo dove ho recitato racconti e poesie scritte dalla mia donna protagonista della mia vita.
I miei ospiti sono diventati all'interno del percorso protagonisti ed interpreti delle opere e la cosa innovativa,dicevano, che le mie sculture rigorosamente toccate, potevano essere viste anche attraverso il tatto . Capire il segno scultoreo. ; Attraverso il toccare capire le vibrazioni che la materia mi dava quando mi suggeriva di far uscire fuori quella figura che teneva intrappolata dentro. Sicuramente lei, comprende in quanto uomo sensibile, cosa intendo dire della vibrazione incontrollabile che la materia trasmette ad uno scultore quando egli accarezza con le mani la sua forma primordiale. Alla domanda "ma non si rischia che la scultura si modifica nel tempo?" io ho risposto: bene così anche i miei ospiti diventano scultori . Non ho frequentato l'accademia delle arti ma quella della vita, della vita dura piene di angosce e paure dei ricordi e delle amarezze, ma anche quella vita bella delle mani tese pronte ad aiutare ,a darsi, dell'amore e della pienezza data dalla compagnia della donna,compagna insostituibile dell'uomo. Queste ed altre cose le ho rappresentate nella mia mostra dedicata all'uomo: dalle sue bassezze alle sue meravigliose idee.
L'ospedale Santobono di Napoli mi ha chiesto di collaborare con la struttura ospedaliera per intrattenere i piccoli ammalati con le mie sculture e le mie storie ed io con orgoglio mi sono reso disponibile senza scopo di lucro.
Una ragazza che per verificare se effettivamente l'ospite che entrava nello spazio occupato dalle mie opere era libera di fare e toccare ,si è tolta le scarpe e si è seduta a terra ed io per dovere di ospitalità mi sono anch'io tolto le scarpe e mi sono accomodato a terra con lei a parlare e toccare ad occhi chiusi le sculture. Così ho fatto con gli altri ospiti che in quel momento sono entrati li ho invitati a sedersi nel salotto immaginario :è stato un successo.
Ma il fatto che quella studentessa universitaria romana toccando le sculture ad occhi chiusi ha detto che così anche i ciechi potevano vedere le mie opere con le mani mi ha subito aperto la mente e ho pensato che la cosa effettivamente poteva essere presa in considerazione. Infatti adesso sono in contatto con L'Unione Ciechi Di Salerno per organizzare una mostra per non vedenti e la cosa devo confessare mi rende, in questo mondo assurdo e pieno di niente solo proiettato a vendere fumo e all'arricchimento facile, una persona veramente ricca e piena.
Maestro ma questa è arte? Lo chiedo a lei che di arte veramente ne mastica a grandi bocconi. Io nel mio piccolo mi sento sperduto e preso dagli eventi che si stanno susseguendo, mi sento un bambino alle prese con cose più grandi. Registi teatrali e coreografi che mi hanno chiesto le mie sculture come coreografie dei loro spettacoli e un noto fotografo americano mi ha invitato in America ad esporre, un maestro di orchestra milanese sapendo che le mie opere non erano in vendita mi ha lasciato tutti i suoi recapiti se nel caso io cambiassi idea...insomma non riesco a gestire gli eventi ,cosa sta succedendo non lo so. Maestro la prego mi dia un consiglio, mi dia una direttiva se può se vuole mi guidi io non ne sono all'altezza.
Con profonda stima Gianlucio

“proiettato a vendere fumo e all'arricchimento facile, una persona
veramente ricca e piena."

Maestro Lucio,
(maestro d'arte e di vita), i visitatori sentono quando si vende il fumo
e quando c'è una partecipazione spontanea.
Sono felice perché ci conosciamo e perché sta vivendo questo momento
magico frutto di un silenzioso, paziente lavoro.
Cosa deve fare?
Lasciarsi trasportare dagli eventi, seguire il Suo istinto, la Sua
generosa sensibilità, reciti racconti e poesie, urli, dia sfoga alla sua fantasia e creatività.
Complimenti ancora Bartolomeo



........e da allora urlo.

Gianlucio