Giuliano Monechi

pittore

Formazione

GIULIANO MONECHI


Ho sempre dipinto e manipolato materiali di tutti i generi fin da quando ne ho ricordo.
La mia attività artistica vera e propria inizia intorno al 1970, quando sono entrato in contatto con il mondo dell’artigianato a Firenze.
Li è avvenuta la mia vera formazione, quello che ho appreso in quegli anni presso le botteghe di ceramisti, scultori, decoratori, allora ancora molto numerose in città, guida e alimenta tutt’oggi la mia ricerca.
Sempre in quel periodo inizia anche la mia produzione, incentrata quasi esclusivamente sulla scultura, il legno e la terracotta, erano i miei materiali d’elezione.
In seguito attraverso un lungo periodo di riflessioni, sperimentazioni e anche di stasi, sono approdato al modo di lavorare attuale, agli stilemi e ai materiali che oggi mi permettono di esprimermi in modo più consono alle mie attitudini e si avvicinano con più efficacia al mio modo di sentire.
Oramai ho quasi abbandonato la scultura, e ho perso del tutto l’interesse per i materiali che usavo agli inizi, forse una reminiscenza dei primi anni rimane nel fatto che ancora cerco di uscire dal piano bidimensionale attraverso il rilievo. Anche se questo costringe spesso il mio lavoro ad una rigidità innaturale, mi permette altresì di fargli acquistare espressività e forza, e consente, in alcuni lavori, di avvicinarmi a quelle atmosfere surreali che tanto mi hanno affascinato nella pittura trecentesca Senese e Fiorentina.
Il resto è qui, non credo sia difficile interpretare il mio lavoro o che questo richieda spiegazioni particolari. Lo sforzo che compio quando realizzo un’opera è che possa essere leggibile proprio in senso retinico, che attiri l’attenzione, che muova qualcosa in chi la guarda.

Tematiche

Passaggi.



Parlando con Giuliano Monechi, ho cercato di farmi spiegare come sono nati molti dei lavori da lui eseguiti di recente.
Cercherò di sintetizzare in poche righe il dialogo avuto con lui. Queste opere, mi ha detto, sono quello che nel suo ricordo resta d’immagini viste, sfogliando libri, riviste o trovate sul web, più spesso solo intraviste dai finestrini di un treno oppure di un’automobile.
Immagini accumulate nella mente, che riaffiorano, si trasformano assemblandosi in una costante osmosi.
Immagini che mutano in un presente dove il dettaglio e la luce sono fissati nella ricerca di realtà oggettive sfuggenti alla quotidianità.
Questo rafforza in me la convinzione che la pittura è un campo mentale dove si cerca di rappresentare la realtà attraverso la commistione di forme, immagini, concetti, che non dipendono unicamente da informazioni sensoriali, ma, includono istanze psichiche, stratificazioni mnemoniche e intuizioni.
Dove non si aprono nuove strade, non si esplorano territori sconosciuti, ma si elabora tutto ciò che già esiste, proponendolo in composizioni sempre nuove e diverse in un flusso costante.

Randazzo Monaldi

Tecniche

Ricercare costantemente il modo di colmare il divario visivo che si determina tra la concezione di un idea di un progetto, e la sua realizzazione.?Anche se qualche volta è proprio questo divario a determinare inaspettatamente un risultato insperato.

R.M.

Bibliografia

Vivo e lavoro a San Giovanni Valdarno vicino ad Arezzo