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Lindaros

“Un corpo senza difetti è come una tavolozza senza colori, non ha nessuna sfaccettatura improvvisa, impropria, inadatta, imperfetta.”... con queste parole Claudia Rossetti traccia i confini del suo essere pittrice e del suo essere pittorico: figure che riportano ad una realtà oggigiorno sempre più oltre il fragile muro dell’apparenza. Le sue donne sinuose non appaiono perchè sono la summa di tutto quello che lentamente cerchiamo di neutralizzare... le nostre imperfezioni, le nostre paure e il tutto viene reso senza una aggressione coloristica, senza l’esasperata matericità contemporanea: la sua ricerca, che va ben oltre la pennellata, è data da un approccio quasi fisico con la tela, un’immedesimazione erede del do ut des latino, lanciandosi sulla sua superficie, distaccandosi da quelle immagini che ne affollano il suo candore e che oramai fanno parte del nostro collettivo... non teme quella parete bianca, anzi, la osserva e in pochi attimi crea le sue immagini... L’assenza di volto è l’idealizzazione preclassicista della bellezza, una non identificazione che rende giustizia non più a soggetti imposti ma ad un canone interiore, personale... intimo, e le sue immagini infatti assomigliano a ciò che la nostra mente visualizza nei nostri occhi, quando una volta chiusi dopo aver osservato qualcosa, veniamo investiti da colori e forme che non sempre riusciamo definire ma che ci affascinano.

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