Cronistoria

La mia vita artistica

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2018

DUOMO DI MONREALE SULLA TELA 2018
Santa Maria Nuova
Il Duomo di Monreale ( Palermo )
Da una visita fatta nel duomo tra tante foto ne scelsi una che riportai sulla tela di Juta con misure cm 150 x 100 dipinta ad olio.
Palermo vanta una bellissima Cattedrale nel suo grande centro storico e un meraviglioso Duomo in un suo paesino di provincia, Monreale.
Due cattedrali, due capolavori di differente bellezza ma edificati nello stesso periodo, seppur con stili e modi diversi. Una leggenda però li accomuna: leggenda che, tramandata nel corso dei secoli, ormai è considerata una storia vera.
Siamo nel XII secolo, l’arte Siciliana è pervasa da influenze arabo - normanne
In provincia di Palermo, a Monreale alle pendici del monte Caputo dominando la conca d’Oro si erge uno dei duomi più belli dell’isola siciliana il Duomo di Monreale. L’opera monumentaria, che comprendeva insieme alla Basilica, il palazzo reale ed una abbazia benedettina, fu voluta da Guglielmo II, d’Altavilla, quel re della dinastia Normanna di Sicilia che fu detto “il Buono”. Iniziato nel 1172 ultimato intorno al 1176 tuttavia i lavori si protrassero fino al XIII secolo.
In una leggenda si dice che quando aveva appena vent’anni secondo una leggenda, la stessa Vergine Maria gli apparve in sogno rivelandogli il nascondiglio dove il padre di lui, Guglielmo I, detto “il Malo”, aveva nascosto un tesoro sotto l’albero dove aveva dormito. Con quelle ricchezze, proprio in quel punto, egli avrebbe dovuto innalzare un tempio da dedicare a Lei, infatti il duomo lo dedicò a Maria Assunta e che chiamò Santa Maria Nuova. Allo stesso modo sembra leggendaria l’ipotesi secondo la quale l’architetto che ne fu l’artefice principale, sia stato fratello dell’altro architetto che nello stesso periodo progettava la costruzione della cattedrale di Palermo. a chi avesse fatto erigere l’opera più bella, sarebbe finita in tragedia con la morte di infarto di entrambi nel vedere le due magnificenze: il primo schiacciato dalla bellezza degli esterni della cattedrale di Palermo ed il secondo riconoscendo il primato dell’architetto ormai morto, davanti alla magnificenza dell’interno del Duomo di Monreale tutto l’interno è decorato con splendidi mosaici dorati realizzati dagli artisti della stessa scuola della Cappella Palatina.Una competizione effettivamente ci fu per davvero tra i due architetti, ma nei confronti dello strapotere arcivescovile di Palermo, nella figura di Gualtiero Offamilio di origini inglesi e già precettore del piccolo Guglielmo divenuto re ad appena 13 anni, dopo l’uccisione del padre Guglielmo I ad opera di Matteo Bonello.
Così la chiesa, nata inizialmente come basilica venne affidata ai monaci benedettini e nel 1183 elevata al rango di sede arcivescovile sottraendo prestigio e potere alla sede palermitana. Tutto
il complesso fu costruito in pochi decenni con maestranze di varia provenienza guidate da esperti architetti e probabilmente teologi bizantini e latini che hanno prodotto una solenne armonia rimasta intatta nel duomo nonostante i ripetuti rifacimenti e le aggiunte posteriori: il portico settentrionale, realizzato dai Gagini nel 1547 (su progetto di Biagio Timpanella).
Nel 1595 l’Arcivescovo Ludovico II de Torres promosse la cappella di San Castrense
La cappella barocca del Crocifisso costruita alla fine del ‘600; il portico della porta maggiore, ricostruito nel 1770 (ad opera dell’architetto Antonio Romano). Della costruzione originaria rimane solo il corpo della Chiesa ed il Chiostro quadrato dei benedettini. Dell’abbazia e del palazzo Reale è rimasto ormai pochissimo, inglobato nei locali del Duomo o nei palazzi circostanti.

2017

Volendo realizzare un’altra delle mie opere storiche mi recai ai quattro Canti di città, feci una foto, che trasferii su tela di cm 80 x 56 da me costruita e dopo averla disegnata la dipinsi ad olio definita il 12 /07/ 2017
I quattro Canti di città, o piazza Villena ( o Vigliena ) è il nome di una piazza ottagonale all’incrocio dei due principali assi viari di Palermo: la via Maqueda e il Cassaro, oggi via Vittorio Emanuele (antica via di origine fenicia, collegante l’acropoli e il palazzo dei Normanni al mare ), a metà circa della loro lunghezza. Realizzati tra il 1609 Voluta dal vicerè spagnolo marchese di Villena, su disegno dell’architetto Giulio Lasso. Nel 1612 sotto il viceré d’Ossuna, e quello di nord nel 1620 durante il viceregno del conte di Castro. Su questo slargo ai cui quattro angoli si elevano le facciate convesse di bei palazzi secenteschi dalla classica suddivisione a tre ordini sovrapposti ( dorico, ionico e corinzio ) con : al piano inferiore , fontane che rappresentano i fiumi della città antica ( Oreto, Kemonia, Pannaria, Papireto ) ; quindi, un ordine di stile dorico, contenente le allegorie dalle quattro stagioni ( rappresentate da Eolo, Venere, Cerere e Bacco ) ; l’ordine successivo, in stile ionico, ospita le statue di re spagnoli: Carlo V , Filippo II, Filippo III e Filippo IV sormontati dagli stemmi ( in marmo bianco ) reale senatorio e viceregio, infine nell’ordine superiore, le quattro sante palermitane. Agata, Ninfa, Oliva e Ccrtistina, patrone della città già prima dell’avvento di Santa Rosalia ( 1624 ) e di San Benedetto da San Fratello ( 1652 )
Questa opera è una riproduzione eseguita dall’artista in data 15 / 07 / 2017

2016

Il ritorno del tram a Palermo visto da piazza Eintein
30 dicembre 2015
Un ricordo lontano che l’Artista ha del vecchio tram che partiva da piazza Bologni e passando dal Corso Calatafimi raggiungeva la borgata ai piedi del famoso centro di Monreale. Successivamente alla costruzione della tranvia di Monreale venne allacciata la linea proveniente da piazza Bologni, egli affacciato sul davanzale a piano terra in casa della nonna paterna, correva al suono dei tram e li guardava meravigliato come scorrevano sui binari rumorosamente perchè costruiti tutti in metallo ascoltando il suono caratteristico del campanellino.
I ricordi che da ragazzino gli sono rimasti, gli ha fatto venire l’ispirazione di creare una pittura dove mostrare le nuove tranvie inaugurate a Palermo il 30 dicembre 2015 dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando, riportandole su tela insieme al contesto cittadino in tre momenti del loro percorso. Questa piccola frazione territoriale del percorso tranviario che l’Artista mostra un tram proveniente dalla stazione Notabartolo, visto da sinistra. Un’altro tram visto di fronte proveniente dal viale Regione Siciliana lato Corso Calatafimi. Un’altra visione di un tram che girando dal piazzale Eistein si avvia verso il Corso Calatafimi. Questi tram formano le 4 linee il capolinea è la stazione Notabartolo dove fanno i percorsi: Notabartolo – Borgo Nuovo il ritorno alla stazione Notabartolo . Ripartendo dalla stazione Notabartolo passando da Borgo Nuovo ritornando passa dalla via Regione Siciliana arrivando al Corso Calatafimi ritornando alla Stazione Notabartolo .L’altro percorso è quello che partendo dalla stazione Notabartolo arrivando a piazza Einstein svolta per il viale Regione Siciliana ed arrivando al Corso Calatafimi torna alla stazione Notabartolo.
Atri vari cantieri sono stati aperti per collegare l’anello ferroviario
L’Artista per realizzare questa sua opera ha fatto varie fotografie a 180° da piazza Einstein e avendo fatte le fotocopie inserendoli approssimativamente l’una accanto ad altre ha formato un piccolo insieme, dopo ha ricopiato proporzionalmente il disegno su un foglio grande quanto la tela da lui costruita. Ricalcandola sulla tela di lino ha voluto eseguirla a basso rilievo composto da polvere di marmo misto con resine. Dipinta ad olio con misure 161 x 57 x 4.

2015

PORTA EURO AD ESPULSIONE MECCANICA DELLE MONETE SCELTE. COSTRUITO IN PLASTICA.
Questo porta euro è uguale al precedente che ho brevettato ma in versione plastificato e più leggero, in esso possono contenersi 36 € la tacca visibile sul cursore girevole verrà indicata sull’euro desiderato, esercitando una leggera pressione sul supporto girevole la monetina scelta uscirà per in quarto della sua grandezza. Per caricare il porta € si introducono le monete sul posto giusto introducendole una sull’altro fino alla propria capienza.
Le sue misure sono; Larghezza cm 10 – Altezza cm 5 profondità cm 10

2015

Era una bella giornata di sole, il mare era calmo, camminare sulla battigia era piacevole, la sabbia era diventata calda, mentre camminavo di lontano scorgevo una donna che prendeva il sole sul tronco di una palma che fuoriusciva tra la sabbia. Mi avvicinai e la ripresi con la mia macchina fotografica. In seguito questa foto mi tornava in mente, la feci stampare e la trasferii sulla tela, la volli fare a basso-rilievo cm 60 x 50 x 5, presi della sabbia a Mondello ( Palermo) e passandovi della colla ne sparsi in parti della tela in piccoli punti, su altri punti vi incollai sabbia di zucco che era rossastra dandovi l’ombra dell’albero e della donna. Tra la sabbia ho messo dei rami secchi e delle pietruzze marine. In seguito aiutandomi con del sughero formai il tronco d’albero, con dei rami d’alberi secchi modellai le braccia e le gambe, continuando con il sughero ne feci il corpo il viso e la testa. La pittura del mare fu la conclusione di questa mia opera.

2015

Ragazza Siciliana
Molte delle mie opere come paesaggi, monumenti, castelli e vedute della mia Sicilia li ho trasferite sulla tela in vari modi , acrilico ad olio affreschi e altri a basso-rilievo.
Mi trovavo a passare per la via di Palermo e vedevo che tagliavano gli alberi per preparare la via tranviaria, mi sono soffermato chiedendo all’operaio addetto alla sega se mi potesse tagliare una fetta trasversalmente che mi servisse, egli chiese al suo superiore che acconsentì. Portatola a casa la feci essiccare con l’intenzione un domani farvi qualcosa.
L’occasione mi venne essendomi stato invitato ad una Comunione, dove una ragazza ci serviva ai tavoli, fornito di macchina fotografica le chiesi se potevo scattarle una foto ma lei imbarazzata mi chiese per quale motivi le avessi chiesto questo e spiegandole che ero un pittore mi avrebbe fatto piacere ritrarla su tela e così acconsentì. Adesso l’ho copiate ad olio su questa fetta d’albero cm 120 x 180 x 3

2015

STATUA DELLA LIBERTA’ E NEW YORK

L’Artista Michele Montalto, innamoratosi da questa splendida maestosa immagine, ne volle fare una copia..
La Statua della Libertà è uno dei simboli di New York più famosi. Rappresenta la libertà politica e la democrazia. Situata al porto di New York, è considerata l’ingresso non ufficiale nella città di New York e dà il benvenuto a visitatori provenienti da tutto il mondo.
Con i suoi 93 metri d'altezza (incluso in basamento), che dominano l'intera baia di New York, essa risulta perfettamente visibile fino a 40 chilometri di distanza. Raffigura una donna che indossa una lunga toga e sorregge fieramente in una mano una fiaccola (simbolo del fuoco eterno della libertà), mentre nell'altra tiene un libro recante la data del giorno dell’indipendenza 4 luglio 1776; ai piedi vi sono delle catene spezzate (simbolo della liberazione dal potere del sovrano dispotico) e in testa vi è una corona, le cui sette punte rappresentano i sette mari o i sette continenti.
Donata agli Stati Uniti dai francesi per il centenario della rivoluzione Americana.
Alla sua realizzazione parteciparono gli Architetti;
Auguste Bartholdi; Gustave Eiffel; Eugène – le Duc; Richard Morris Hunt
Opera Olio su tela cm 60 x 50 x 2

2015

L’evangelista Marco nel suo vangelo (1,1-8) ha ripreso le parole di Isaia, riferendole a Giovanni Battista:” Come sta scritto nel profeta Isaia: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero; egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”
Giovanni colpiva con la sua figura austera per le sue vesti, stava fisicamente nel deserto quello della Giudea, dove si era messo a proclamare a quanti si recavano da lui l’imminente arrivo del Messia preannunciato e atteso: Viene dopo di me colui è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali” Quale umiltà ! Godeva di tanta stima, che se avesse detto di essere lui il Messia gli avrebbero creduto; e invece si è messo al servizio del “più forte”, cioè più importante. Al momento giusto il “ più forte” si è presentato al suo cospetto, ed egli l’ha indicato alla folla; intanto ne preparava l’arrivo spiegando che per ricevere i benefici della sua venuta occorreva preparargli la strada, riconoscendo le proprie colpe e impegnandosi a cambiare vita. La salvezza preannunciata da Isaia consisteva nel ritiro in patria, cioè era di carattere storico-politico e collettiva; quella di cui parla Giovanni è spirituale e individuale: in ogni caso, perché sia efficace occorre la partecipazione dell’uomo. Dio non si impone, non costringe nessuno ad accettare i suoi doni; peraltro non li spreca, recapitandoli a chi non dimostri di volerli accogliere, agevolando il suo cammino.
Olio su tela cm 60 x 80

2015

19/01/2015 - BAMBINELLO GESU’

Mi trovavo in farmacia per comprare le solite medicine che prendiamo per tutto il mese, quando il collaboratore conoscendo la mia passione per la pittura mi pose una domanda, “Avrei bisogno di una tua consulenza in fatto di pittura. Adesso ti spiego il mio problema. Ho il Bambino Gesù in porcellana che al momento di riporlo nella scatola di poristerolo mi cadde dalle mai e mi si è rotto in alcune parti che fortunatamente ho incollato” Mostrandomelo mi mostrò il braccio che si era staccato, una gamba si era spezzettata, ed alcune dita si erano spezzate. L’incollazione era quasi perfetta ma molte parti erano mancanti o mancava il colore che era saltato. Come potrei riparare e ridipingere i punti di frattura? Gli risposi che gli avrei fatto avere dei colori sintetici e del petrolio in modo che componendoli fra loro avrebbero dato il colore simile all’originale. Il giorno che gli diedi il necessario gli spiegai come doveva fare per ottenere il colore.
Dopo giorni che tornai in farmacia per altre medicine, questo mio amico mi mostrò il risultato che lui aveva ottenuto, che sinceramente sia a lui che a me non piacquero, puoi rimediarlo tu?
Vedrò di farcela. Il lavoro non è stato tanto semplice, le giunture in molti punti non combaciavano
Li ho dovuti riempire con stucco, carteggiarli con carta smeriglio portandomi via del colore originale ma almeno la struttura era compatta. Il colore originale era opaco mentre quello che ho fatto io è sintetico lucido ma in approssimata si adattava. Questa mattina quando glielo consegnai è rimasto stupefatto e contento, mi chiese il disturbo ma il mio lavoro donai in cambio di una preghiera per mio genero sofferente del male del secolo.

2014

PALERMO - BELLEZZA – FOLCRORE - BASSORILIEVO
Palermo - Bellezza – Folcrore
L’artista amante dell’arte pittorica ritrae panorami e le bellezze dei posti siciliani e tra essi una parte della sua Palermo.
Situata fra una splendida chiostra di monti che delimita la famosa “ Conca” ne ha colto l’estremità nord-est e precisamente il maestoso monte Grifone( m 777 s.l.m ) collegato ai monti di Parco Vecchio e di quelli che conducono a Belmonte Mezzagno.
Una villetta immersa nella meraviglia della natura ne ha suscitato lo stimolo della creazione di questa sua nuova opera, inserendo un p’ò della sua fantasia modificandone i contorni reali e inserendo un carretto Siciliano, cultura antica di traino delle merci e folcrore tipico Siciliano.
Un’opera trasformata mentre procedeva nella sua realizzazione, doveva essere all’inizio solo una pittura ad olio su tela di juta data la sua grandezza, ma che nel susseguire gli stimoli nascevano gradualmente creando con i colori più pastosi piccoli bassi rilievi ( evidenti sulle montagne e nella bassa folta di alberi ), ma così anche il villino stesso. La sua fantasia cambiò quando ha voluto inserire nel viale dei lampioni antichi questi li fece a basso rilievo con il metodo usato in altre sue opere e precisamente con una pasta composta da polvere di marmo mista con resine, ma la stradella non gli piaceva e così la compose in tre modi: nella parte in lontananza vi incollò delle piccole pietruzze e scegliendone altre più grandicelle le incollava nella parte centrale, ma quelle più grandette nella parte bassa. Avendone tracciate in precedenza le orme del passaggio del carretto Siciliano, ne formò dei solchi. Continuò il basso rilievo con gli alberi in basso a destra e così anche il Carretto Siciliano.

2014

L'artista ha partecipato insieme ad altri 30 concorrenti al Concorso, Estemporanea di Pittura dal tema " Mezzojuso .... Tradizioni e Cultura su Tela "
L'artista nella sua opera volendo attenersi al titolo del Concorso ha diviso in due parti la sua tela, a sinistra ha dipinto la chiesa del Ss. Crocifisso,mentre a destra lo schizzo della tradizione popolare del Mastro di Campo che viene ferito con la spada dal Re cadendo dalla scala.

2014

69°) - 19/03/2014 - Una lunga storia è legata al Castello di Caccamo;
Si pensa che risalga nel periodo dei Sicani. ; un famoso storico Agostino Ingeves detto “ Lo storico di Palermo “ aveva affermato che il castello era opera di un gruppo di Cartaginesi rifuggiatisi nel monte S. Calogero dopo la sconfitta di Imera.
Del maniero si hanno notizie nel periodo normanno di Ruggero II
Nel 1094 Caccamo eletta a baronia fu ceduta ai cugini Goffredo e Adelasia Sageyo.
Nel 1150 il castello con il passaggio ai Bonello. Egli facendo osservare le nuove leggi fatte dal Gran Cancelliere Majone di Bari, provocò delle insurrezioni da pare del popolo caccamese.
Il 10 novembre 1160 Bonello, tese un agguato a Majone uccidendolo mentre i baroni imprigionavano il Re.
Il popolo spaventato andò in soccorso al Re e lo liberò riportandolo al potere. Guglielmo I giurò vendetta. Bonello fu assalito e rinchiuso al palazzo dove fu torturato sino alla morte.
Il castello tornò a essere possedimento reale finchè alla morte di Guglielmo I la vedova Margherita di Navarra cedette la baronia a un signore francese Giovanni Lavardino. . Egli si dimostrò un uomo prepotente che portò inevitabilmente a una sommossa popolare , il signore si rifugiò nel castello ma poco dopo si arrese e venne espulso e Caccamo fu allora dichiarata città demaniale con delibera del Parlamento riunito a Messina.
Nel 1203 il castello appartenne un nobile genovese Paolo Cicala. , ma questi morì senza eredi e allora Federico II concesse Caccamo all’Arcivescovo di Palermo Bennardo del Castagno.
Nel 1267 diventò signore di Caccamo Fulcone Podio Riccardi, figlio del Vicario di Carlo D’Angiò.
Con l’avvento degli Aragonesi, Caccamo fu assegnata alla famigli Chiaramonte con cui comincia un periodo di splendore. , i Chiaramonte fortificarono ancora di più il castello permettendogli di respingere nel 1302 un attacco angioino.
Ma come tutte le grandi dominazioni anche questa finì. La famiglia Chiaramonte in contrasto con i Catalani venne perseguitata e definitivamente distrutta il 1 giugno 1392 con la decapitazione dell’ultimo erede Andrea davanti il palazzo Steri.
Alla morte di Giacomo De Prades Caccamo venne portata in dote da sua figlia al conte di Modica Bernardo Cabrera che ingrandì il castello dotandolo di fortificazioni in grado di reggere ad altre insurrezioni popolari.
Nel 1480 Federico Henriquez ricevette in dote dalla figlia del Cabrera la contea e la sua famiglia restò signore di Caccamo fino al 1646.