PIERANTONIO TRATTENERO

Spazi e forme in libertà


L’astrattismo è forse il linguaggio pittorico meno comprensibile all’osservatore ma anche il più affascinante perché lo coinvolge e interagisce con le sue emozioni.
Monica Faggiana, pittrice di Creazzo, alle porte di Vicenza, si esprime abbracciando con passione questa forma espressiva. Le sue tele esprimono concetti spaziali intrisi di una simbologia esistenziale che prende forma nelle campiture cromatiche assemblate con fine gusto estetico.
Monica distribuisce segni e forme con quella gradevole intuizione che induce l’osservatore ad una riflessione “obbligata”, a chiedersi il significato di quelle de-strutturazioni formali che recano nella forza policroma intense emozioni e stati d’animo trasferiti d’impulso, senza mediazioni.
Il suo gesto nella composizione è istintivo, è un contatto diretto con “l’anima” dell’artista che racchiude un frammento della sua essenza nell’esiguo spazio di un quadro.
Si perpetua allora quel momento di ricerca che esige in ogni artista una revisione continua dell’operato, una crescita liberatoria verso una forma d’arte sempre meno condizionata da schemi e impronte, il cammino verso quella coerenza che, per ogni pittore, coincide con la propria originalità.
Monica Faggiana sta raccogliendo le sue esperienze per un sicuro approdo a un alto livello estetico.
C‘è forza nelle sue opere, una dialettica che si esprime con tonalità importanti, con quella scioltezza che è tipica del dipingere contemporaneo.
Il codice di lettura non può essere immediato, occorre soffermarsi sulle sue tele orientando il pensiero a cogliere un messaggio spesso criptato da uno stile informale che si esprime attraverso la libera intuizione del simbolo.
La trasposizione del concetto ispiratore sul supporto, ha una forte valenza gestuale, rimane caratterizzata da un’immediatezza sempre presente, a volte poeticamente leggera, a volte tonalmente più intensa.
Se, come asseriva Benedetto Croce, l’arte “è intelligenza dello spirito”, nelle opere di Monica questo concetto trova riscontro in una dialettica tra ragione e istinto che si compie nel gesto compositivo libero e incondizionato.
Così si giustifica il suo stile conchiuso in una perenne tensione tra il sé interiore e l’oggettivo, tra l’emozione e la realtà.


Critico d’arte Pier Antonio Trattenero