P.e.gironda

pittore

nato a Torino.....
www.paologironda.it

Formazione

liceo art.AABB di Firenze e bottega da maestri...

Tematiche

figurazione...plasticismo anni 70 ..concettuale franco italiano anni 80
simbolismo alchemico gestuale fine anni 80..informale sempre affrontato con installazioni primi anni 90...design,disegno industriale,grafica anni 90...scetticcotecno bodypaintyng anni 90...arte di documentazione spaziante dal design moda all arredamento,installazioni sonore e interattive fine anni 90...fotoritocco d arte e fullworkin scultopitture e pc graphwork ....attualmente...vive....sognando come un poeta della creativity plastica applicata ....’uso dei timbri per rimarcare le figure, per trasportare in chiave seriale ma non troppo le figure sulla tela, è un accorgimento che gli consente di essere Pop, ma nello stesso tempo di prenderne
le distanze dall’eccessivo marketing consumistico secondo cui “essere è comprare”. Le immagini sono oggetti concreti, semplici, molto disegnati per forza di cose e di tecnica, ma sono liberi da ogni etichettatura. Non sono i prodotti di consumo, sono le “cose” che tutti, proprio tutti, possono usare e consumare.
Allora questi oggetti sugli sfondi ipercolorati e felici che irradiano felicità dal centro alla periferia, cosa più che naturale e solare, costituiscono un modo per confermare di avere appreso la lezione, ma anche che bisogna, su questa, costruire un linguaggio proprio, anche se non condiviso a livello generazionale. Paolo Emilio Gironda: voci colorate
Avvicinandomi allo studio sarzanese di Paolo Emilio Gironda, avvertivo la sensazione che mi sarei trovato dinanzi a
qualcosa mai visto prima. In effetti l’attenzione è inevitabilmente catturata dalla vivacità cromatica che avvolge
diffusamente l’esiguo spazio in cui il pittore sviluppa, su decine e decine di dipinti e disegni, temi che hanno come
riferimenti non casuali la persona e la società. Pare insopprimibile l’esigenza di “calcare la mano”, attraverso la scrittura
rapida ed il dilagante colore, sulla tragica problematicità, che è alla radice di una ricerca pittorica che si nutre dei conflitti
che l’esistenza acuisce giorno dopo giorno con conseguenze sempre più drammatiche. Gironda dipinge abitazioni,
architetture interne, finestre, porte e quartieri. Sono immagini eloquenti della città moderna che produce tensione,
emarginazione, disagio e violenza, per cui pare un’irraggiungibile utopia la conquista per tutti della “città dell’uomo”.
La pittura è lo strumento concreto per dare visibilità all’inquietudine ed al dolore che traspare dalle numerose opere
che, affiancate l’una all’altra, compongono un grandissimo ed invadente murales che senza alcuna reticenza documenta
un atteggiamento di forte contestazione sociale. Mi approprio dello sguardo critico rivolto alla città da Achille Bonito
Oliva, il quale in un ampio saggio la definisce «deposito di energia e di violenza, di vitalità e depressione», aggiungendo
che «gli artisti delle ultime generazioni, condizionati da tutto ciò, producono un'arte di documentazione che registra la
negatività della città moderna, il suo equilibrio instabile e in continua tensione tra la velocità del flusso della comunicazione
e la realtà di un luogo in cui convivono e si affermano identità specifiche e limitate». Tra tali artisti compete la cittadinanza
anche a Gironda.
I suoi colori non sono mai tentennanti, così è la disinvolta scrittura che si integra nello spazio della tela per abbozzare e
segnalare una pluralità di messaggi non scontati. Il segno e lo spazio sono “amanti felici”, efficacemente attinenti ad un
percorso creativo che si alimenta di emozioni e non di apporti fantastici. Inoltre, per la densità del fluente cromatismo e
per la compresenza non estemporanea del già citato segno grafico, la pittura di Gironda è percepibile con immediatezza:
sono sufficienti pochi attimi per sentirci immersi nel cuore di infinite superfici che condensano l’incedere della vita e la
nitida riflessione sociale ed estetica dell’artista. La sua pittura, fatta di esuberanza cromatica, di parole e pensieri materializzati
sulla tela, irrompe nelle vicende della quotidianità, nel caos esistenziale sovraccarico di incontri e scontri, nel vissuto
di ciascuno di noi, affinché non sfuggiamo ad una personale analisi, impregnata di rilievi autocritici.
Ciascuna opera rappresenta un atteggiamento che fa leva sulla marcata espressività che essa emana, generata da una
progettualità indiscutibilmente radicata sull’azione ed in particolare sulla rapidità esecutiva. A ben vedere, siamo di fronte
ad una proposta non fugace, che ruota intorno al binomio astrazione-figurazione senza far trasparire ingerenze dell’una
sull’altra, ma realizzando una situazione visiva non contraddittoria. Non a caso, ad esempio, è forte e convincente il
richiamo inequivocabile alla pace e quando Gironda scrive ripetutamente Never! No war! esprime un’esortazione
appartenente ad innumerevoli pagine di pittura impegnata, che si trasformano in voci accorate.
È una proposta pittorica nella quale risiedono riferimenti che hanno contato molto sul piano formativo, ma non
pregiudicano assolutamente l’autonomia della proposta. Così, ad esempio non sono trascurabili i riflessi legati al libertario
graffitismo di Keith Haring o alle disordinate accumulazioni di Basquiat, la densità cromatica di Schnabel e l’aggressività
di Mario Schifano. Ma Gironda non è davvero un imitatore. Al contrario riesce a fissare la propria eccentrica virtuosità
creativa impossessandosi dello spazio con pennellate impetuose, che accendono suggestioni non distanti dall’espressionismo
duro e violento dei Nuovi Selvaggi. Il colore, tanto colore, è probabile che rimanga anche per il prossimo futuro il
principale ingrediente della ricerca dell’artista, quale tramite indispensabile per sfogare la propria irruenza e per
confermare la robusta fisicità di una tavolozza, allo stesso tempo estrosa e dotata di quella sensibilità indispensabile per
scandagliare il proprio io e confrontarsi apertamente con gli altri.

Tecniche

miste...legni,metalli,fusioni....

Quotazione

€ 2500 mt quadrato
installazioni da valutare....sempre a 4ttrocchi

Bibliografia

esposizioni private e pubbliche dal 1986 nazionali e internazionali