Buio

2009

Sul dizionario alla parola “buio” trovate: “senza luce”, “oscuro” oppure: “incerto”, “minaccioso”, o ancora: “triste”, “cupo” ma nessuna definizione descrive esaurientemente la mia condizione attuale. Mi sono svegliato senza memoria, ho aperto gli occhi e non ho notato differenza rispetto a quando erano chiusi. Buio totale!. Dopo il panico iniziale ho cercato, inutilmente, di ricordare e ho analizzato la situazione: mi trovo in una stanza completamente buia, su un letto, sono debole e si sentono strani ronzii e ticchettii, come di macchinari in funzione. Ho escluso di essere in un locale abbandonato, quando ho sentito il rumore di una porta che si apriva e lo spostamento di aria che indicava che stava entrando qualcuno.. o qualcosa! Ho cercato di urlare ma non ci sono riuscito e ora non faccio che chiedermi: “Dove sono?” “Chi sono questi esseri?”, “Che vogliono da me?”. Sono tornati altre volte, mi fanno qualcosa che non capisco e poi vanno via. Dopo averli sentiti parlare in una lingua sconosciuta non ho più cercato di comunicare e ora fingo di non essere cosciente. Ho deciso di aspettare che mi tornino le forze per tentare la fuga da questo posto inquietante. E’ passato del tempo, ho riacquistato le forze e ora sento qualcosa addosso, cinte e aghi forse (devono avermi nutrito con le flebo). Che mi stiano usando come cavia per degli esperimenti? O forse sono stato rapito dagli alieni?. L’eventualità degli alieni mi ronza in testa fastidiosamente, e comincio a sperare di non trovarmi su di un’astronave! Ho calcolato mentalmente, in base al numero di ticchettii di qualche macchinario in stanza, l’intervallo di tempo fra le loro visite: 1800 ticchettii circa! Sono tanti da contare, ma non ho altro da fare in questo periodo! Non so bene a quanto tempo corrispondano, poiché non ho riferimenti visivi o uditivi, però loro tornano sempre dopo quei 1800 ticchettii.
E’ il momento! Appena usciti attendo 5 ticchettii, mi stacco i loro aggeggi di dosso, e vado a tentoni per la stanza. Le pareti sono lisce e ci sono pochi ostacoli, così trovo la porta abbastanza in fretta nonostante il buio. Quando raggiungo la maniglia indugio un po’ per paura che la porta sia chiusa a chiave e per il timore di trovarmi gli esseri di guardia oltre la porta! Dopo 2 ticchettii giro la maniglia e lentamente la porta si apre, ma ho la prima delusione: il buio continua oltre la stanza! Ignoro la spiacevole sensazione di ansia e faccio un passo avanti. Nessuno mi ostacola, così proseguo scegliendo di andare a sinistra strisciando lungo il muro. Appena arrivo ad una svolta sento di nuovo la loro strana lingua e mi blocco terrorizzato, poi mi volto e ripercorro tutto il muro in direzione opposta e, a velocità più sostenuta, supero la porta da dove ero uscito e raggiungo una svolta dal lato opposto. Continuo a strisciare lungo il muro fino a raggiungere un altro muro a 90 gradi e un'altra porta. Afferro la maniglia ed improvvisamente mi rendo conto di come sia remota la possibilità di trovare un’ uscita aprendo porte a caso nel buio completo. Quando l’angoscia sta per sopraffarmi sento le voci alle mie spalle, così apro la porta di scatto e mi lancio nel buio della nuova camera. Dal cambiamento di tono delle voci, ora concitato, capisco che la mia azione non è passata inosservata, perciò abbandono ogni precauzione e mi metto a correre, ma correre nel buio assoluto evitando gli ostacoli è piuttosto complicato infatti, quasi subito, travolgo un tavolo o qualcosa di simile, e finisco a terra dove, immediatamente, vengo afferrato, bloccato e sedato con iniezione che mi fa perdere i sensi. Ora sono di nuovo su un letto, sento la loro presenza e, dopo aver finto per un po’ di essere incosciente, decido di farla finita, per cui apro gli occhi: Buio! Ancora buio.. penso che forse questi esseri non hanno occhi come noi, per cui non hanno bisogno di luce. Faccio un sospiro di rassegnazione quando, con mia enorme sorpresa, sento una voce che si rivolge a me in uno stentato inglese: “Salve! Come si sente?”. I battiti del mio cuore accelerano di colpo; il fatto di poter comunicare con loro mi ridà speranza. Rispondo con la voce roca a causa della lunga immobilità della laringe: “Chi siete? Dove sono?”. La voce mi risponde: “Sono il Dottor Koufar, lei si trova nell’ospedale Malalai a Quetta in Pakistan”. “Ospedale?” Ribatto sorpreso “Pakistan? Ma cosa mi è successo? Non ricordo nulla”. Con calma mi risponde: “Lei era in vacanza qui. Ha avuto un incidente mentre faceva una escursione con dei suoi compatrioti, in un territorio sconsigliato dalle guide, il vostro mezzo è finito su una mina.. Lei è l’unico superstite, è stato 18 giorni in coma ma, a parte la perdita momentanea di memoria non ha riportato gravi danni”. “Capisco.. ma, Dottore, avrei ancora una cosa da chiedergli”, “Perché questo buio?” Domando ansioso “Non potete accendere una luce?”. “Buio?...” risponde sorpreso il medico “Oh, capisco.. ha dimenticato anche questo… mi dispiace…”. “Cosa?” urlo in preda alla rabbia, “Cosa avrei dimenticato?” e dopo una pausa interminabile arriva la terribile risposta: “Lei è cieco dalla nascita!”

Informazioni generali

  • Categoria: Poesia
  • Eseguita il: 23 luglio 2009

Informazioni tecniche

  • Stile: Prima persona

Informazioni sulla vendita

  • Collezione: Roma
  • Prezzo: € 1,00
  • Disponibile: si

Informazioni Gigarte.com

  • Codice GA: GA43949
  • Archiviata il: 11/11/2010

Dettagli generali

Tutti i dipinti sono corredati di certificato di autenticità cartaceo e digitale (anti contraffazione) Sono disponibili stampe in vario formato e supporto

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