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"Tormenti esemplari" "Tormenti esemplari"

"Tormenti esemplari"

Mostra personale di Giorgio Camedda

L'associazione culturale Spazio 61 ospita la prima mostra personale di un giovane interessantissimo artista oristanese, Giorgio Camedda, che espone una serie di opere dal titolo "Tormenti esemplari".
La mostra, a cura di Norma Trogu, può essere visitata dal 21 al 30 giugno 2014 tutti i giorni dalle 18:00 alle 21:00.

Corsica, correva l’anno 1995. Un bimbo di 5 anni camminava mano nella mano con la madre. Divorava tutto con occhi persi nell’incanto. Nella piazza del paese, un pittore munito di cavalletto e di un universo di colori, aveva appena finito di dipingere la rocca che domina la piazza.
Il piccolo guardava affascinato, il silenzio e la magia regnavano dappertutto. Dopo qualche minuto, sottovoce confida alla madre: ""Mamma, io credevo di voler fare il medico, da grande, invece sto diventando un artista."
Oggi quel bimbo di 5 anni tutt’occhi e stupore è un giovane di 25 anni, ma nel suo sguardo ritroviamo ancora la stessa meraviglia di quel decisivo incontro della sua infanzia.
Giorgio inizia un percorso di lavoro tre anni fa nel mio laboratorio di pittura, in un momento forse non tanto semplice della sua vita. Decisioni da prendere, un’infanzia che a volte non vuole abbandonarci, una società che spesso emargina quelli che hanno uno sguardo diverso, lo portano ad avvicinarsi al laboratorio in primo luogo come momento di scambio liberatorio, di dialogo chiarificatore, poi ad impugnare pennelli e colori per misurare i confini del suo sentirsi incompreso, ignorato.
Passa un lungo periodo nella mia scuola studiando e apprendendo alla vecchia maniera: copia grandi maestri della Storia dell’Arte, accetta, guarda, analizza, annusa tutto quello che gli viene proposto. Il dialogo tra lui ed il pennello è silenzioso e sereno. Giorgio non ha fretta, ha desiderio. Non cerca risultati, e questo gli ha consentito una crescita che, quasi in maniera insospettata, lo ha condotto ad acquisire una sua propria forma, autentica e personale.
Il suo tratto distintivo si esprime attraverso una miscela tra la solitudine dell’uomo che sta dimenticando l’uomo ed un luogo dove si mescolano richiami al mondo ludico dell'infanzia, in una sorta di carnevale noir che reinventa una realtà spesso spettrale, che riflette la complessità contemporanea con un profilo profondamente onirico. Dalle sue tele escono urla silenziose, demoni apparentemente innocui degni delle tele di un nuovo Bosch. Strani e buffi ominidi mutanti, lacerati, straziati, esprimono angosce e sofferenze che sono una conseguenza della solitudine e dell’emarginazione d’una società la cui atmosfera paradossale si muove sinuosa per oscuri cammini. Presenze che talvolta rimandano alle inquietudini visionarie daliniane, oppure alle figure metamorfe dei film di David Cronenberg, dove si esplora il terrore dell'uomo di fronte alla mutazione del corpo, alla contaminazione della carne, intrecciando l'elemento psicologico della storia con quello corporale.
Giorgio è figlio di una generazione dove la forma della denuncia, del male di vivere - per fortuna- si riappropria dell’Arte, essendosi formato anche lui nel mondo della Street Art, dei manga e di tutto quello che, nel piano della musica e dell’illustrazione, nasce da una sottocultura che urla a una società sorda.
Credo che Giorgio diventerà molto di più d’un pittore, piuttosto il rappresentante di tante voci che oggi annegano nella decadenza d’un sistema digitalizzato, tentando ancora di salvare l’uomo che sente ed esprime tutte le sue emozioni, senza abortirle dietro uno schermo.

Norma Trogu.

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