Capossela, frammenti di città

Salvatore Capossela espone in questi giorni a Trento in Via Galilei 4. Visitare la mostra è occasione per notare i cambiamenti attuati dall’artista in questi ultimi anni. Ovvero il passaggio da una figurazione evidente con forti accenti realistici ad una diluita nella materia, ispessita dalla cromia. Il risultato sono lavori che assumono connotati quasi trasognanti, metafisici, pur partendo da un corrispettivo reale. In questa mostra l’artista opera sulla città di Trento. La città quindi intesa come campo di suggestioni e di sensazioni da cui partire per fare un discorso sulla visione. Una visione particolare legata strettamente ai sentimenti e allo scorrere del tempo. Il Duomo di Trento, casa Rella, Via Belenzani, i Portici: frammenti di una città vissuta con uno sguardo strizzando l’occhio alle tecniche tardoimpressioniste e fauve, quando il colore è inteso come mezzo significativo per se stesso oltre che per la capacità di descrivere il mondo esterno. Capossela Salvatore è artista atipico. Organizza da solo i propri eventi centrati sulla e nella città, interpellando lo spazio urbano per le sollecitazioni che può offrire. E Trento, di stimoli, ne può offrire in quantità per chi sa vivere questa città a metà strada tra memoria e attualità, paese e salotto. Forse proprio perché la città dopo anni di restauri e risanamenti è diventata una città- vetrina turistica, l’artista non trova difficoltà ad utilizzarla come fosse una grande opera pittorica. D’altra parte cosa si appende nel salotto se non i quadri migliori?

Critico d’arte Fiorenzo Degasperi