Come Le Barche Stanche Della Calma

Le parole mute, emettono finalmente un suono di eternità fissando uno scorcio della mia anima, in un dialogo introspettivo, spesso doloroso, ma che mi conduce ad un punto fermo: sono, posso, devo.
Ho deciso quindi ad un certo punto della mia vita di “parlare” oltre che con la pittura e la scultura, anche con la scrittura, che tra l’altro ho sempre utilizzato contemporaneamente , restando celata fino a quando le ”barche stanche della calma ”hanno cominciato a cercare la tempesta, fino a quando” le verità nascoste “sono uscite allo scoperto.
Insomma ad un certo punto ho deciso che dovevo raccontarmi utilizzando anche la poesia.
Il mio modo di accostarmi a queste tre possibilità espressive è totalmente diverso, sono tre linguaggi che mi trasportano in mondi apparentemente differenti, perchè mi stimolano in modo differente, ma alla fine tutti mi portano in quel ” tragitto che porta al mio cuore” per poi aprirlo all’universo e capire o avvicinarmi a capire qual è il segreto della felicità, della libertà, del sogno, della passione.
Ho compreso dalla mia umile esperienza che con la scrittura ragiono ed esprimo concetti ormai da me assimilati, vissuti e compresi.
Con la pittura scavo, indago, è il subconscio che agisce, i colori istintivamente scelti descrivono i luoghi dell’anima che anch’io non conosco, fino a quando non li vedrò io stessa sulla tela.
Con la scultura emerge il desiderio del corpo all’unisono con l’anima, la ricerca del contatto, di braccia e corpi che si fondono in espressioni sensuali o di maternità.
Queste tre arti non necessitano l’una dell’altra, sono linguaggi universali che comunicano da soli:
ma, una cosa è certa, posso toccare con gli occhi, guardare con le mani, ricordare con l’olfatto…come posso dipingere con le parole, narrare con i colori, ascoltare il silenzio della materia, perché ognuna di queste arti mette in moto i miei sensi.