Simbologia nell'opera

LA MATERNITA' DIVINA DI MARIA
Acrilico su tela, 80 x 100 cm



Figura centrale nella Nuova Creazione di Dio è la giovane Madre Maria.
Il suo consenso di accogliere dentro di se il Figlio di Dio non significa soltanto di piegarsi alla Sua volontà, ma di volere ricevere Dio nella Sua essenza, l’amore assoluto che genera soltanto del puro e del meraviglioso. La capacità particolare della Vergine presuppone delle caratteristiche che nella storia del cristianesimo sono state discusse ed affermate [Dogma dell’Immacolata Concezione].
Simbolo di Maria e della Nuova Alleanza di Dio per il cielo e la terra è l’arcobaleno che in questa immagine circonda la Madre e il suo Bambino come le braccia protettive ed amorevoli di Dio.
La forma del cerchio è segno di perfezione, eternità ed onnipresenza del Divino. Il numero dei colori, il sette, è allegorico per il Sacro, lo si trova spesso nominato nella Bibbia, sopratutto nel Apocalisse: le sette chiese, le sette stelle, i sette angeli, i sette sigilli, i sette spiriti di Dio ecc., ma anche i sette Sacramenti della chiesa.L’arcobaleno sembra fondersi con le due colonne di pietra sulla destra e la sinistra di Maria, cioè mostra la venuta di Dio in terra, la Sua Incarnazione attraverso Maria in Gesù. Il corso del cerchio si perfeziona tuttavia quasi invisibilmente. Il suo punto centrale forma il grembo di Maria, con la nascita di Gesù diventato fonte della Santità cristiana.
L’amore di Dio, meraviglioso in tutto il Creato, si esprime verso di noi con umiltà, sacrificandosi, e cosi il Figlio di Dio, piccolo ed in apparenza indifesa, si fa tenere nelle braccia di sua madre nutrendosi da lei. Colui che nutrirà noi e anche Maria attraverso il Suo Sacrificio Eucaristico, si sfama del suo latte per crescere e rinvigorirsi. Il latte diventa un cibo dell’eternità, é nutrimento della giovane chiesa e dei convertiti [Paolo, 1Cor 3,2: “ Vi ho dato da bere latte…”]. Segno anche della nostra adozione da parte di Maria.
Da una brocca il latte trabocca e scorre verso di noi come l’inesauribile nutrimento spirituale che ci offre Dio attraverso la Madre Maria.

Eva Maria Friese


OPERA DI RIFERIMENTO:

Maternità Divina

DIE GÖTTLICHE MUTTERSCHAFT MARIAS
Acryl auf Leinwand, 80 x 100 cm



Zentralfigur der Neuschöpfung Gottes ist die junge Mutter Maria.
Ihre Bejahung, den Gottessohn in sich aufzunehmen, bedeutet nicht nur sich dem Willen Gottes zu fügen, sondern Gott in seiner Essenz, d.h. die absolute Liebe, die nur Pures und Wunderbares erschafft, in sich aufzunehmen. Diese besondere Fähigkeit Marias setzt von ihr Eigenschaften voraus, die in der Geschichte des Christentums diskutiert und festgelegt wurden [Dogma der Unbefleckten Empfängnis].
Sinnbild Marias und des Neuen Bundes Gottes für den neuen Himmel und die neue Erde ist der Regenbogen, der in diesem Bild wie die schützenden Arme Gottes Maria und ihr Kind ganz und gar umgibt. Seine perfekte Kreisform ist Zeichen von Vollkommenheit, Unendlichkeit und der Allgegenwart Gottes.
Die Anzahl der Farben, die Sieben, allegorisiert das Heilige und wird in der Bibel, besonders oft in der Apokalypse erwähnt: die sieben Kirchen, die sieben Sterne, die sieben Engel, die sieben Siegel, die sieben Geister Gottes usw., aber auch die sieben Sakramente der Kirche. Der Regenbogen scheint in zwei steinerne Säulen rechts und links von Maria überzugehen und sich mit ihnen zu verbinden, was uns die Niederkunft Gottes zur Erde verbildlicht, Seine Menschwerdung durch Maria in Jesus. Den Kreisverlauf vervollkommnet er jedoch fast unsichtbar. Seinen zentralen Mittelpunkt bildet der Mutterleib Marias, nunmehr Quell aller christlichen Heiligkeit geworden.
Die Liebe Gottes zu uns, wunderbar in der gesamten Schöpfung, zeigt sich uns Menschen wiederum in aller Demut, aufopfernd, und so läßt sich der Gottessohn, klein und scheinbar wehrlos, in den Armen seiner Mutter halten und sich von ihr ernähren.
Derjenige, der uns und auch Maria durch sein Eucharistisches Opfer ernähren wird, zeigt sich uns in der Mutterschaft Marias schwach, bedürftig und stillt seinen Hunger mit der Milch seiner Mutter, um so zu erstarken und heranzuwachsen. Die Milch wird hier zum Nahrungsmittel des ewigen Lebens, weil sie die junge Kirche und alle bekehrten Gläubigen ernährt [Paulus,1.Kor.3,2: „Ich habe euch Milch zu trinken gegeben…“]. Es ist auch Zeichen unserer Adoption durch Maria.
Aus einem Krug läuft die Milch über und fließt uns als unerschöpfliche geistige Nahrung entgegen, die uns Gott durch die Mutter Maria anbietet.

INTRODUZIONE

Il simbolo è un segno visivo che dà una informazione su una cosa e su una situazione e dà anche una sensazione, tutto con l’aiuto della sua propria immagine. Un simbolo può essere astratto o figurativo. Quando sono uniti in molti su o dentro uno spazio limitato, sia un foglio di carta, una tela, una tavola, una stanza o anche una piazza, acquistano nella loro composizione un contenuto nuovo e unico. I simboli astratti messi assieme possono dare una immagine finale astratta però con l’informazione realistica, per esempio una storia scritta o un’opera d’arte, oppure possono dare anche un risultato figurativo e realistico. I simboli figurativi invece sono già realismo e per se stessi più complessi, per esempio un fiore, una colomba, il mare, la croce. Quando sono tolti dal loro ambiente d’origine, il fiore dal prato, la colomba dalla piazza o la croce dal golgota formano, in una nuova composizione, un assieme quasi a-stratta, non naturale.
Nella galleria presento una raccolta di opere che, con l’aiuto del "Simbolismo", raccontano un evento passato o futuro e che deve dare delle informazioni e sensazioni che con parole o con un'unica scena realistica non possono essere mai spiegate. Succede che lo spettatore davanti all’opera, ricevendo l’informazione dall’immagine, avverte altre sensazioni e dà altre interpretazioni che però non devono deviare dall’idea principale ma la arricchiscono.
Relativamente all’opera “Alfa e Omega” una visitatrice mi “suggeriva” di vedere nel disco bianco centrale l’Eucarestia mentre per me rappresentava il luogo astratto, intangibile però attraversabile della fonte divina. Dato che l’ostia è un disco bianco me l’ha fatto diventare anche tangibile e realistico. La signora non era una teologa ma una piccola e semplice casalinga. Le ero veramente grata.
Un altro visitatore osservando l’opera “Amate i vostri nemici” mi faceva scoprire tra le due figure maschili un calice, che per mia sorpresa, corrispondeva alla verità, ma non toglie l’intenzione originale ma la arricchisce con un altro simbolo. Il ragazzo non era un gran cristiano, ma si ricordava dei simboli della sua infanzia, era una specie di ritorno almeno per quel momento. Non male cosa può suscitare l’arte.

Eva Maria Friese

VERSO IL PARADISO
Acquarello, 21 x 29 cm

L’albero, una metafora per la vita in eccellenza, appare in molti racconti, leggende e film. Radicato profondamente in terra diventa centro della nostra vita sociale, punto d’orientamento. Offre sicurezza, riparo, ombra, alloggio per vari animali e anche nutrimento.
Per la sua longevità e le sue trasformazioni stagionali, come la morte apparente e il risveglio per la nuova vita con l’abbondanza di fogliame e frutti, l’albero nella bibbia è un simbolo per la vita eterna e viene anche confrontato con l’uomo che cresce, la cui anima continua a vivere dopo la morte fisica.
Conosciamo dalla Genesi l’albero della vita e l’albero della conoscenza del bene e del male. L’uomo non resistette ai frutti dell’albero della conoscenza e per questo Dio l’ha lasciato al suo destino.
Dio realizzava in Davide quello che è stato annunciato attraverso i profeti. Isaia 11,1: Ma un rampollo uscirà dal tronco di Iesse (padre di Davide) e un virgulto spunterà dalle sue radici (v. anche Is 10’33-11,10, Ger 23,5). Il rampollo
nuovo, che cresce dal tronco di Davide, si radica sempre più nella nostra terra, cioè nel nostro Golgota e non ci lascia più. Così anche la croce di Cristo é diventata l’albero della vita che, come simbolo della risurrezione, incomincia a germogliare.
Nella mia opera questo albero piantato da Dio ha formato tre cerchi con i suoi rami (Trinità) e, come un portone illuminato, ci invita ad entrare in esso dopo una salita che è il Golgota della nostra vita.
L’incarnazione di Dio in Maria fa diventare Gesù un vero donatore di vita e, come nuovo Adamo, ci offre il frutto che questa volta possiamo raccogliere senza timore per continuare a vivere in eterno nella sua bellezza.
Non senza motivo collochiamo a Natale accanto al Presepe un albero, spesso con delle palline rosse, che anticamente erano delle mele rosse, segno di nuova vita che Gesù ci propone.

Eva Maria Friese




OPERA DI RIFERIMENTO:

Verso il Paradiso

ALFA E OMEGA
Olio su tela, 100 x 100 cm

Il concepimento delle creature accade dove s’intuisce Dio che fa gocciolare se stesso nella dimensione spazio e tempo. Uniti cosi l’anima con il corpo incomincia il percorso sulla terra, nascendo dal acqua come ogni singola vita (L’evoluzione, liquido amniotico, battesimo). Indipendente dalla durata della nostra vita terrena, siano 20 o 100 anni, raggiungiamo quel confine che ci permette di fondersi completamento con il Creatore.

Eva Maria Friese

OPERA DI RIFERIMENTO:

Alfa e Omega 1

Eva Maria Friese

Vedi nella galleria sotto "Simbolismo".