Giuseppe Zumbolo

pittore

Inizio a dipingere all'età di 17 anni quando un'amica mi regala un libro sui " Fauves" dal quale emerge la figura di Matisse.
Da allora non ho mai smesso, dalle prime copie dei "Fauves", impressionisti, I grattacieli di New York, fino alle "tele piegate" e la scultura, un una ricerca continua e costante, per l'acquisizione di un lunguaggio autonomo. Sempre in divenire.

Formazione

Biografia essenziale

Giuseppe Zumbolo è nato a Casal di Principe (Caserta) il 30 ottobre 1955. Trasferitosi giovanissimo nel Nord Italia, ha vissuto per alcuni anni a Torino e in seguito nella provincia di Cremona. Fin da piccolo mostra la sua passione per l’arte e, benché non abbia frequentato studi classici, si dedica da autodidatta all’analisi della storia dell’arte e della letteratura Le sue prime mostre di pittura risalgono alla metà degli anni settanta quando, non ancora ventenne, le sue opere venivano notate e recensite dalla critica. Cruciale è il dono di un amica di un volume sui Fauves, nel quale emerge la figura di Matisse. Questo “incontro” modifica la sua visione dell’arte. Si dedica infatti, da quel momento in poi, allo studio sistematico di Matisse, che giudica il maggior artista del novecento, esegue copie dei suoi dipinti, legge molte volte la sua biografia ed è affascinato dal suo metodo ordinato di “organizzare il caos”. Studia con impegno anche Vincent Van Gogh, scopre Jackson Pollock ed in seguito Mario Schifano. «Ho imparato molto», scrive Zumbolo, «studiando le vita e gli scritti di alcuni singoli artisti. In questo modo mi sono reso conto, non solo dell’alchimia segreta che permetteva a questi artisti di operare, ma anche le difficoltà di ogni genere che hanno affrontato per portare vanti la loro arte. È stato come aprire lo scrigno segreto che ogni artista possiede, un esperienza sul campo di ordine pratico che penso superi lo studio accademico, a volte così sterile. Se dovessi tracciare una linea immaginaria che colleghi alcuni artisti che hanno lasciato un segno indelebile nella mia formazione e a mio giudizio, anche nella moderna storia dell’arte, collegherei Matisse per la sua razionalità, Pollock per la sua emotività, per l’azione pittorica e per aver ideato quel gesto così liberatorio denominato dripping e Mario Schifano per la sua forza e gestualità». Approfondendo con umiltà la lezione di questi maestri, nel corso di molti anni di serio studio, Zumbolo ha creato un proprio stile dal tratto deciso, unico e personale. Sue opere sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private sia in Italia che all’estero e sono pubblicate in alcune autorevoli edizioni, quali: “Catalogo Fiera del Levante 2002”, “Annuario d’Arte Moderna Artisti Contemporanei 2002”, “La natura morta in Italia dal 500 a oggi” (a cura di Simone Fappanni, Immaginaria editrice), “Scrissi d’arte” (di Simone Fappanni, Immaginaria editrice). Due sue importanti installazioni sono collocate presso il comune di Monte Isola e nei cataloghi: Percorsi sperimentali. Monte Isola 2007 e Percorsi sperimentali. Monte Isola 2008 (a cura di Simone Fappanni). Nel 2009 è risultato 2°assoluto al Premio Internazionale d’ Arte Contemporanea Giotto di Padova.

Tematiche

DIVAGAZIONI SUL CAMPO (di Giuseppe Zumbolo )

Tela piegata (2004)
Piegare direttamente la superficie pittorica per ottenere un segno indelebile che superi il colore, questo è lo scopo che mi prefiggo quando piego la tela. Ho scoperto questo gesto quando il segno prodotto per scindere la superficie pittorica, pur marcato che fosse, non era sufficiente, a mio avviso, ad inciderla abbastanza, a frammentarla, a selezionarla. Così, quasi per caso, mi sono trovato a piegare direttamente la tela prima di tirarla sul telaio. E’ stata una scoperta sensazionale, perché ho capito che potevo agire direttamente sulla superficie pittorica, che a mio avviso diventa un riflesso dell’anima. Naturalmente anche altri hanno agito in tal senso, basti pensare ai famosi tagli di Lucio Fontana, anche se potrebbero sembrare scontati o addirittura speculativi ad alcuni ma avevano lo scopo di proiettare l’osservatore oltre la tela, nello spazio. Un gesto semplice, ma senz’altro efficace e geniale nella sua rappresentazione, il famoso uovo di Colombo. Nel mio caso, piegare la tela significa incidere, sezionare, ma anche nascondere, sottintendere i misteri della vita. Un piccolo tassello alla visione espressionistica della pittura. Così ritengo, e la cosa mi entusiasma, di essere entrato in un cosmo sconosciuto e variabile, in continua mutazione.
Non cercate razionalità nella mia arte, bensì istinto e libertà.


IL SIGNIFICATIVO SILENZIO DELLA MATERIA (Giuseppe Zumbolo(2005))
L’opera non è una rappresentazione della realtà, bensì un campione, un frammento di essa.
In questo senso la forma è subordinata alla materia che insieme al segno e alla gestualità dell’artista compongono un graffito da consegnare alla storia, possibilmente.
La materia ha un suo fascino insito, tacitamente comunica, pone domande in merito al mistero della vita, del trascorrere del tempo, propone enigmi esistenziali.
Gli artisti ”Informali” l’hanno spogliata da ogni forma ed esposta nuda al pubblico giudizio, questo a vantaggio di una rappresentazione incisiva, persino perforante nella sua essenzialità.
Davanti alle loro opere, in un primo momento l’osservatore rimane perplesso, come a disagio davanti alla nudità di un corpo. Superata questa fase, anche chi non fosse esperto d’arte, entra in sintonia con esse e rimane rapito dalla loro forza espressiva, dalla purezza, semplicità per quella affascinante mistero che la materia emana.
Vorrei condurre l’osservatore in una sorte di soffitta della memoria in cui come artista annullo ogni virtuosismo personale per esaltare la materia nella sua solennità e solidità perché penso che la materia abbia in se una sorta di grandezza epica che invita al silenzio e alla meditazione, cose di cui si avverte un gran bisogno in questo mondo di rumori .


“Monocromi” (Giuseppe Zumbolo)



Non è per sminuire il senso del colore, anzi…
Ogni colore ha una sua vita che deposto sulla superficie diventa il vissuto.
Vorrei che ogni stato d’animo corrispondesse ad un colore.
Il colore della guerra, della pace, della vita, della morte, dell’amore, dell’odio, della gioia, della sofferenza, della solitudine, della speranza. È ancora possibile trovare quel filo dorato che conduca oltre questa realtà, che non sia solo un sogno, un’illusione? Dobbiamo sempre sperare. Anche nei momenti più difficili, l’arte dovrebbe elevare il pensiero dell’uomo. Anche quando sprofonda nei bassifondi oscuri deve indicare un barlume di luce, una traccia che faccia sperare. La denuncia non dovrebbe mai essere fine a se stessa, bensì proporre una riflessione su dove stiamo andando e se ci sarà un futuro per ciò che abbiamo costruito. Penso che la vera bellezza dell’arte non sia solo nell’estetica ma nell’essenza di questo messaggio motivante e nella capacità di far emergere la parte buona dall’animo umano.




Tecniche

La tecnica che ormai già da qualche anno mi caratterizza è la " piegatura della tela". In questo modo il supporto stesso diventa parte integrante della rappresentazione, un concetto ormai ampiamente consolidato nella storia dell'arte contemporanea. La piegatura della tela sostituisce il segno sulla superfice pittorica e supera il colore stesso permettondomi di proporre,in molti casi, opere monocromatiche per l'esaltazione di ogni singolo colore. Non ho abbandonato del tutto il metodo tradizionale del dipingere,sempre improntato alla modernità e contemporaneità. Penso che l'artista debba usare un linguaggio contemporaneo per facilitare la comunicazione. Non disdegno la scultura, alla quale mi stò avvicinando con molto rispetto.

2016
Dopo l’azzeramento qualcuno riparte. (2016)

Quali sono le avanguardie dell’arte? In questo cosmo complicato non si riesce a comprendere quale sia il filo conduttore che lega l’arte al suo iter. E si! E’ un momento di smarrimento, eppure c’è.
Lo si scoprirà più avanti, lo faranno le future generazioni, dopo la necessaria sedimentazione. Ad ogni modo cerco con costanza e impegno di non perdere il mio filo conduttore. Dopo l’azzeramento della fine anni 50 inizio anni sessanta del secolo scorso, qualcuno cerca di ricostruire. Punto fermo le intuizioni i dei vari Burri, Fontana, Manzoni … e altri rappresentano ancora dal punto di vista strutturale le avanguardie da cui partire, soprattutto per quel che riguarda la vitalità del supporto, che diventa parte della rappresentazione stessa. Intuizione fondamentale, dai buchi e tagli di Fontana, alle piegature della tela di Manzoni, Castellani e Bonalumi, alle cuciture dei sacchi e le combustioni di Burri, il supporto non è un ricettore passivo, ma diventa parte integrante e fondamentale dell’opera. Questa è stata la significativa innovazione del secondo novecento.
Penso sia possibile tener conto delle loro intuizioni per proseguire verso un discorso meno radicale, che tenga conto del loro concettualismo estremo per una semplificazione fruibile. Dato che ci esprimiamo usando la materia, non attraverso la parola come in filosofia. Va bè che Manzoni aveva studiato filosofia a Roma, dopo due anni di Accademia di Brera a Milano, dove non s’era proprio inserito, questo la dice lunga sul suo modo d’intendere l’arte. D’altro conto c’era il rischio di racchiudere la pittura in una sorta di autoreferenzialità. Nel senso che con loro ricerca, in ultima analisi, affronta i problemi tipici della pittura: spazio, forma, segno, colore, aspetti riguardanti esclusivamente il linguaggio artistico, senza porsi il problema del racconto che la pittura può fare con quel linguaggio, cioè il raccontare in qualche modo il mondo in cui l’artista è immerso, senza lasciare questo compito ad altri, come se la pittura non avesse niente a che vedere col mondo, racchiusa in una sorta di autoreferenzialità. Ma nell’arte, come nella vita tutto cambia, in questo senso penso sia possibile tener conto delle loro intuizioni per affrontare anche altre problematiche, dato che lo scopo dell’arte è anche quello di comunicare, emozionare, di sensibilizzare. In questi ultimi anni però, sono molti a cimentarsi in estroflessioni e piegature di ogni tipo, su supporti d’ogni genere, tecnicamente perfette, eseguite con stampi industriali. A questo riguardo è giusto segnalare che io lo faccio dalla fine degli anni 90. Ad ogni modo non si può improvvisare una ricerca complessa come quella del linguaggio artistico, a meno che non scopiazziamo altri. Per quel che mi riguarda ho sempre ambito a una mia coerenza, con fatica, ho cercato soprattutto di personalizzare, non copiare. Tenendo anche presente che dalla fine degli anni cinquanta, per un ventennio circa, sono state molte le innovazioni e cambiamenti, mutamenti e fermenti interessanti, a volte appena accennati, poi tralasciati in una sorta di frenesia mutevole quasi ossessiva. Come se tutto il passato andasse bruciato, come i futuristi. Penso che agli americani vada il merito di aver semplificato il linguaggio artistico. Dato che loro non sentono il bisogno di partire sempre da Giotto, quando si parla d’arte moderna. Così da Hopper in avanti, artista che considero uno dei capostipiti dell’arte indipendente americana libera dall’europeismo, all’espressionismo astratto, alla Pop-Art, divenuta una tendenza che, con alcune diversità è stata coniugata universalmente. Quindi penso che il linguaggio attuale debba includere tutto ciò che è congeniale alla sensibilità dell’artista, ma deve anche essere un compendio di ciò che è accaduto durante la sua vita. La sfida è quella di riuscire a condensarlo in un’opera d’arte. C’è il rischio di peccare di mancanza di modestia, del resto una buona dose di autostima è indispensabile, poi magari gli estroflessisti dell’ultima ora riescono a vendere i propri lavori più di altri ed entrare nel fantomatico mercato dell’arte, perché possono pagarsi il critico famoso, e rispondere, presente, a tutte quelle triennali che sgorgano da ogni parte, sempre patrocinate dagli stessi critici, usati come vessilli innalzati sulle barricate. Quelli che vendono le parole a caro prezzo e rilasciano attestati di idoneità a tutti i partecipanti che pagano. Basterebbe pensare che, a suo tempo, i critici noti non hanno mai approvato artisti come gli Impressionisti, Van Gogh, Cezanne, Gauguin e altri… Oggi consacrati a ruolo di capostipiti dell’arte moderna. Già il mercato dell’arte, non lo si può certo ignorare, ma la storia dell’arte è altra cosa, quella segue il suo corso, misterioso e autonomo. Così può darsi che in futuro tante opere che vengono proposte ai collezionisti col consolidato metodo dell’investimento, rimangano nei depositi a prendere polvere, mentre altre verranno rispolverate per essere consacrate, chi lo sa.
Intanto proseguo nel difficile cammino, spesso solitario, verso un equilibrio che dia solidità e avanzamento alle mie opere. Non cerco facili consensi, purtroppo è ciò che mi è sempre toccato, il percorso ostico. Non è che lo cerchi ad ogni costo, ma è come se facesse parte del mio DNA, la cosa mi reca a volte disturbo e conflitti, sono momenti, poi proseguo. Appena mi trovo nel mio studio, che ringrazio di avere, di questi tempi… M’immergo nelle cose che mi appartengono e dimentico tutto il resto, rendendomi conto che è l’unica cosa che posso fare.






Quotazione

Pur avendo alla spalle un'attività artistica più che trentennale, le prime mostre risalgono alla metà degli anni 70, preferisco, per il momento, proporre le mie opere a prezzi contenuti. Per dare l'opportunità ad un maggior numero di collezionisti di usufruirne. Le cifre vanno da 400 a 2500 Euro per le opere di grande formato.

Premi

2009 - Secondo al Premio Internazionale d'Arte Contemporanea Giotto.( "da aggiornare...")
2019 - Premio Originalità al concorso Rivoluzione civilista- Da Criticus-Stezzano.
https://www.criticus.it/opere/009-giuseppe-zumbolo-impression-soleil-levant/

Accademia Delle Arti , Arte in Brera a cura del maestro Aniello Saravo, motivazione critica all'artista Giuseppe Zumbolo.
" Gli elementi di composizione dell'opera diventano protagonisti diretti della ricerca dell'artista, che cerca nella sua opera una visione contemporanea di spazialità". 2019

Bibliografia

Principali Mostre
2020 - Studio Cico Roma
2020- Antigony gallery Arma di Taggia
2020 - Arte fiera genova
2019- Accademia Brera - Cam Milano
2019 Chie Art Gallery - MIlano
2019 - Cremona- Associazione Eridano
2018 - Sala Agello -Museo S. Agostino - Crema
2018 – Milano - Accademia delle Arti Brera - Cam -
2018 - Quinzano d’Oglio BS – Chiesa delle dimesse
2017 - Genova - Palazzo Saluzzo
2017- Fondazione Robbiani – Soresina CR
2017 - Accademine dei partenopei . Napoli
2017 –Associazione artisti cremonesi - Cremona
2016 - Galleria Simmi Roma ( Personale )
2016 – Lo Gallery - Bergamo
2016 - Exlusive contamporanee - Fondazione Villa Rescalli (MI )
2016 – Flyer Art Galle ry ( Roma )
2016 - Arte Cremona ( Fiera d’arte contemporanea )
2015 – Sale del Podestà di Soresina CR
2015 - Associazione MOS Palazzolo sull’ Oglio - BS
2015 - Filanda Moroni Soncino CR
2015 – Arte Cremona - Fiera d ‘arte
2014 - Galleria Art-Time Udine
2014 - MART Villa Casati Centro culturale Pierpaolo Pasolini - Muggiò - MB –
2014 - MART Villa Cusani Tittoni Traversi - Desio - MB –
2014 - Arte Fiera - Cremona
2014 - Rocca S. Giorgio - Orzinuovi - BS –
2013 - Sale del Podestà - Soresina - CR –
2013 – ART Brescia Biennale Internazionale dell’arte contemporanea - Brescia
2013 - Fondazione De Nittis - Barletta - BA –
2012 - Proloco Crema - Crema - CR –
2011 - Artetivù Lab Orler - Marcon - VE –
2011 - Uber Arte Studio - Orzinuovi - BS –
2011 - Sala Congressi - Lovere - BG -2011 - Galleria Studio C - Piacenza
2011 - Sala delle Colonne Castello Reale del Valentino - Torino
2011 - Rocca S. Giorgio - Orzinuovi - BS –
2010 - Telemarket Selezionato per Accademia. - Roncadelle - BS –
2010 - Artefiera - Orzinuovi - BS -2009 - San Zeno - BS –
2009 - Interazione - Casalpusterlengo - LO –
2009 - Arte Fiera - Padova
2009 - Mostra Antologica , “ In viaggio” , Sale del Podestà - Soresina - CR –
2008 - 2a Rassegna sulla sperimentazione - Monte Isola - BS –
2007 - 1a Rassegna sulla sperimentazione - Monte Isola - BS –
2006 - Suzzara - MN –
2005 - Proloco Crema - Crema - CR –
2004 - Sala Podestà - Soresina - CR –
2004 - Sala Cremonesi - Crema - CR –
2004 - Sala civica - Manerbio - BS –
2003 - Galleria Zanetti - Bozzolo - MN –
2003 - Galleria La Telaccia - Torino
2003 - Galleria “Torre Strozzi” - Perugia
2003 - Fiera del Levante - Bari
2002 - Museo “Chiesa di S. Rocco” - Pavone Mella - BS –
2002 - Centro Culturale - Rivolta d’Adda - CR –
2002 - Galleria “Bottega Alta” - Rezzato - BS –
2001 - Galleria “Spazio Arte” – Castell’Arquato - PC –
2001 - Museo Civico - Pizzighettone - CR –
2000 - Sala Brunenghi - Castelleone - CR –
2000 - Galleria Alba - Ferrara
2000 - Galleria “Le Arti” - Catania
1999 - Biennale Nazionale d’Arte - Galleria “Le Arti” - Catania
1998 - Galleria Modigliani - Milano