Senza ossigeno

foto su tela, garze, sangue, acrilico, tela, 2018

Il trait d’union tra la produzione precedente al 2020 e Claustrophobia è rappresentato da un’opera, “Senza ossigeno”, la quale riprende gli elementi presenti anche in Maternità, dove si teatralizzava la fecondità come capacità di procreare e la fertilità come capacità di generare. La nota autobiografica era data dalla presenza del sangue mestruale, legame viscerale tra l’artista e l’opera, affinché la commistione tra esse fosse completa. In “Senza ossigeno” troviamo ancora la centralità del corpo, che non è sformato dalla fatica della creazione ma deformato dalla paura e dal senso di claustrofobia, col distintivo segno nero nervoso a incorniciare e coprire parte dei soggetti ritratti, l’uso della foto ingiallita, del nero e infine del rosso come unica nota di colore. “Senza Ossigeno” anticipa lo sguardo perso e i volti deformi di Claustrophobia, ma lo fa conservando ancora la garza intrisa di sangue che rendeva visceralmente il corpo presenza. L’elemento autobiografico è ancora forte, tant’é che troviamo ritratta anche una bambina, Lucina. Mia figlia. Ciò che malforma le donne ritratte è l’impatto significativo sulla loro vita del delicato equilibrio psichico della società intorno a loro. L’autrice si colloca ai due estremi del trittico, rappresentando il passato e il futuro, ma il presente, simbolizzato dalla bambina, vede solo una vittima innocente, abbandonata emotivamente in un universo poco amico, obbligata ad una condizione di solitudine ed esclusione per l’indifferenza del mondo, escluse e rinchiuse insieme, non estranee a sé stesse ma all'ambiente che le circonda. E’ qui la chiave per il passaggio da uno studio all’altro: in Claustrophobia il corpo non ha più presenza, sparisce il sangue, il soggetto è estraneo non solo all'ambiente che lo circonda ma anche a se stesso, Non è più il tema dell’identità personale ad essere centrale ma quello dell’universalità, è un io che diventa noi; il corpo è il pretesto per parlare dell’anima, non propria, ma quella di tutti, persa nelle paure, con occhi stranianti e sguardi vuoti, visi senza volti, come maschere terrorizzate dalla depersonalizzazione della reclusione forzata.

Informazioni generali

  • Categoria: Mista

  • Eseguita il: 2018

Informazioni tecniche

  • Misure: 60 cm x 50 cm x 2 cm
  • Tecnica: foto su tela, garze, sangue, acrilico
  • Supporto: tela

Informazioni sulla vendita

  • Disponibile: no

Informazioni Gigarte.com

  • Codice GA: GA197971
  • Archiviata il: 22/11/2022

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