Patsol

Raccolgo... la mia gonna. frusciante e lattine schiacciate, Orfeo gravido d'amore, con tutti i suoi chiodi di barca nella sua carne di legno e la ninfa Eco che sogna, sulla sua zattera colorata e stinta alla deriva, il balbuziente lamento di Nome-Narciso che si specchia e muore, muore, muore all’infinito. Raccolgo...ruote di triciclo, ali di vetro per un Pegaso che non vola, redini rotte, dischi di freniRaccolgo. Molle di trattore e catene di cane per sostenere vele di navi-Mantide che si perdono tra i flutti e incapaci di ritornare Raccolgo... divinità assenti con copricapi di cani, per corpi misteriosi dentro cui Anubi farà il suo altare e un badile per un’ aureola e una lapide. Raccolgo... lattine consunte dal mare per i capelli di Venere, che passò violenta e magnifica, tessendo fango e amore tra le mia dita Raccolgo... Fossili di conchiglie, cornici sbiadite, punte di aratri, il sonno devasto di Pentesilea, la tristezza di Pasifae, la pietà del Minotauro, la primavera di Persefone Raccolgo... coperchi di latta, riccioli di balconi, cerchi di botti e di Deademidia che dall'alto del suo cucchiaio per sementi nella sua invenzione di se stessa, guarda e medita, tra le branchie e il mistero che sa che si potrà forse un giorno togliere tutto questo caldo. E riuscirà a far tacere, almeno per un attimo, tutte queste maledette rane per ascoltare ancora una volta le biciclette stridenti tra le vie strette, che si perdono lente tra la nebbie tra delle masserie.

Scrivimi.

Hai bisogno di maggiori informazioni o farmi una domanda?