Piccolo Matõ

Olio, Tavola telata, 2018

"Piccolo Matõ" è il titolo del dipinto, ma Matõ è anche il nomignolo che gli è stato affibiato a Luigi fin dai tempi dell'istituto d'arte. Matõ che contrariamente a quando si può intuire non significa matto, ma in una deformazione di pronuncia dallo soagnolo, al dialetto napoletano, significa morto. Questo nomignolo nasce appunto durante i tempi della scuola, e non perchè morto sta ad indicare un carattere spento, anzi il temperamento e la pericolosità del suo modo di vivere, portavano le persone che gli stavano a contatto con lui, a ripetere sempre le stesse parole: "se fai così ti ucciderai..." oppure: "Sfidi continuamente la fortuna..." e altre frasi che indicavano un modo di vivere sempre al limite, un comporamento che sfidava senza timore anche la possibilità di farsi male. Finchè Luigi stanco di sentirsi sempre giudicato, o peggio, stanco di percepire una sorta di compassione addosso da parte di tutti, una volta disse: "Sono morto centinaia di volte secondo le vostre logiche, invece eccomi..." da allora diventa "Matò" cioè morto. Questo dipinto racconta il percorso del piccolo morto appunto, una biografia infantile dai significati profondi, le catene della normalità, il piatto del conformismo servito come un brodo vomitevole, gli ideali appesi come reliquie, i fiori della bellezza della vita ma che in raltà sono un miraggio dentro un vaso e quella bellezza fresca della vita appassirà, e fuori tutto un mondo di luce affascinante ma chiuso per chi vive nelle rigioni mentali della socieà.

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