I teatri ironici di Gianni Baccàro

Ogni segno è la concretizzazione di un dubbio, ogni opera è l’irrisolto di una domanda dal referente unico ed illimitato: la forma visibile lavora all’interno di una dimensione ambigua, dal movimento continuato e quasi intrappolata in una rete di significati simbolici e molteplici.

La ricerca artistica di Gianni Baccàro percorre il doppio binario della personale interpretazione formale, unita ad una ulteriore riflessione filosofica e sociale: la nutrita e puntuale preparazione pittorica -che porta l’artista a misurarsi con gran parte della pittura antica- resta evidente anche nei lavori in cui tale abilità viene messa al servizio di una visione interpretativa che ne aumenta l’efficacia senza disperderne l’equilibrio.

Viene dissolto il legame tra verosimiglianza e rappresentazione, ma non quello tra segno e cosa: Baccàro rivive e ridisegna la realtà attraverso proporzioni alterate, aumentate, quasi caricate di elementi ulteriori, procedendo per aggiunte e sottrazioni.

Fondamentale è -a questolivello- il particolare che unisce titolo e opera: dipingere non è più affermare, ma suggerire. I titoli - a volte molto lunghi, a sottolineare il carattere ironico ed allegorico – diventano in tutto e per tutto parte integrante dell’opera stessa.

È nell’indicazione del testo la spia, la suggestione che ci spinge a considerare il dipinto in una maniera piuttosto che in un’altra, andando a riempire lo iato tra visione e pensiero.

Il carattere simbolico, allegorico della pittura di Baccàro trova il proprio costante controcanto in una sorta di amara “ironia tragica”, endiadi che, dal teatro classico in poi, non ha mai smesso di accompagnare gli accadimenti umani.

Da sottolineare la presenza ripetuta di un elemento “fagocitante” che, ancora una volta, riunisce in sé una doppia simbologia ironica ed inquietante a lasciarci, ad ogni istante, un’ipotesi di dubbio.

AlbertoGross

Bologna, ottobre 2011 - Presentazione della mostra personale alla galleria Wikiarte.