Questo periodo nasce all’insegna della consapevolezza di aver raggiunto quel livello minimo indispensabile per continuare il mio percorso.
Il passo successivo da fare era quello di scegliere un concetto da esprimere, idearne il soggetto, la composizione e solo alla fine dipingerlo. Cosa che fino a quel momento non mi era mai riuscita pienamente, e che invece sarà successivamente alla base del mio lavoro.
Il primo quadro di quel periodo, in cui finalmente cominciavo a sentirmi pittore, doveva essere un quadro importante, trattare un tema significativo ed essere fatto su una tela grande, la più grande mai utilizzata fino a quel momento.
Mi misi subito al lavoro e riuscii a focalizzare il concetto in poco tempo. Pensando a quello che avevo da dire, mi resi conto che l’unico modo che mi veniva in mente per descrivere quel concetto, era quello di utilizzare una metafora, o meglio creare una situazione che simbolicamente si riconducesse al concetto originale.
Senza scendere nei dettagli, elaborai un soggetto (una scacchiera) e ne studiai la composizione. Mai mi sarei aspettato, in quel momento, che quel soggetto avrebbe condizionato per un lungo periodo le mie opere. Il risultato di tutti quegli sforzi fu “Il Pedone”, quadro che ancora conservo.
Sentivo allora un grande bisogno di spazio, mi serviva spazio per dipingere, volevo delle tele grandi e della misura che avevo mente. Non sapevo dove andarne a comprare. Decisi di costruirne una. Mi piaceva molto l’idea di riuscire a realizzare, con della stoffa e del legno, un’opera d’arte.
La prima tela che montai era molto grande, tre metri per un metro e settanta. Senza alcuna esperienza comprai la tela ed il legno col quale misi insieme in qualche modo un telaio. Senza entrare nei dettagli arrivai alla fine del quadro. Il quadro si intitola "voglia di libertà".
Le tele che seguirono, anche se non erano grandi come la prima, avevano comunque dimensioni importanti.
I temi dominanti di questo periodo sono la scacchiera, che con l’andare del tempo si trasforma e si inserisce in contesti reali, e i delfini.
E’ di questo periodo l’ultima mia scultura in legno che rappresenta appunto due delfini.
Questo è il periodo delle scoperte sulle tecniche di base della pittura ad olio, ma è anche il periodo degli esperimenti. Devo ammettere che in questo periodo, dipingere per me rappresentava quasi un gioco, provai persino ad incollare carta e polvere di caffé su di una tela per vedere quale sarebbe stato il risultato, ma, non soddisfatto, abbandonai l'esecuzione.
Le mie attività personali, mi avevano dato fino a quel momento la possibilità di coltivare la mia passione, sia per la pittura che per la scultura. Alla fine del 1994, quando, ancora studente, i miei impegni lavorativi diventarono seri e i risultati artistici, tutto sommato, non mi soddisfacevano più, cessai la mia attività di pittore per iniziare una carriera lavorativa.
La cosa avvenne lentamente e totalmente in maniera inconsapevole, tanto che dentro di me, per tutto il periodo di inattività, non mi resi conto di quanto tempo fosse passato e che in tutto quel periodo io non avessi mai toccato un pennello.
La sensazione era quella di dover iniziare un quadro da un momento all’altro, ma di fatto per circa otto anni non feci più nulla.