ecniche miste su tela, su tela a brandelli, su tavola, Stoffe e Tessuti, Fotografie e Polaroid graffiate, Plastiche e Poliesteri, Legni, Maschere, Sculture... tutto rigorosamente eseguito in Analphabetic Art.
“Filippo Biagioli è uno degli artisti più immediati, spontanei e sinceri che sia dato incontrare e la sua Analphabetic Art è lo specchio fedele del suo limpido e schietto approccio al fare arte: già, nel panorama odierno, appare anomalo e interessante che un artista si autodefinisca, crei in qualche misura una sua corrente, senza interventi “dall’alto” che spesso coincidono con pure operazioni commerciali, ma l’analphabetismo artistico è qualcosa di più di un rigurgito individuale verso lo strapotere del mercato, è soprattutto una ricerca di un punto zero, di una tabula rasa da cui ricominciare a creare senza condizionamenti.”…” Nonostante gli
echi evidenti di Graffitismo (Basquiat è non a caso il suo mito), Street Art e, per scavare nella storia, Art Brut, le sue opere sono sempre riconoscibilissime e fortemente identitarie e il suo segno è assolutamente soggettivo nel tratteggiare i momenti di un percorso che si annoda inevitabilmente, come tutta la vera arte, con il suo personale e il suo vissuto più profondo, quasi una sorta di autoanalisi, testimoniata anche dai numerosi autoritratti.”…Tratto da Analphabetic Art di Elisabetta Rota