Borges esse,ti

Misteri, 2005

Ho visto le foglie sul marciapiede,
sapessero il nome della stagione,
meno ignare,spinte dal vento,
avrebbero coscienza
della futura rosa
che in parte le conterrà.
Ho visto l'albero
nel legno di una barca.
Morte per inconsapevoli pesci,
rapiti dal loro ondeggiante cielo.
Ci siamo nutriti,
il fruttivendolo,
l'ingegnere,
un prete.
L'inconsistente ed illusorio
giorno,
mi porge in un monile
la perfetta, geometrica spirale,
madre la conchiglia.
Si perde al centro,
sprofonda nell'infinito
tramite magica,
dorata matematica.
Si nasconde e sorride
un goliardico Dio.
Dietro l'ordine incomprensibile,
unico,
tanti io,
tanti tramonti,
desideri,
in due innumerevoli occhi.
La mia città,
grande o piccola
è parte dell'universo conosciuto,
conosciuto suona come insaziabile
abisso.
Mi consola vagamente
che siamo stati, siamo, saremo
tanti altri.
Quanti sono i banali universi
intorno a noi ?
La memoria, la memoria,
chi può
essere stato
parte di un gabbiano
e può raccontarlo?
Inutilmente smonto
vecchi orologi,
non sta lì
il segreto del tempo,
siamo noi anche tempo.
Nello scrigno del cuore
conserviamo una chiave
fatta di vento.
Solo lei può aprire
le nuvole,
il giorno,
il libro di sabbia,
la poesia sognata
dal personaggio di una leggenda,
il sogno
che farò " dopo "
su un granello
del vicino Sahara.
Franco Ingrassia. Giugno 2005.Grazie.

Informazioni generali

  • Categoria: Poesia
  • Eseguita il: giugno 2005

Informazioni tecniche

  • Stile: versi liberi
  • Supporto: Misteri

Informazioni sulla vendita

  • Disponibile: no

Informazioni Gigarte.com

  • Codice GA: GA20441
  • Archiviata il: 14/06/2009

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