Mario Centonovanta, racconto ottava parte

Misteri, 2007

Mario Centonovanta, racconto
Registrato in S.I.A.E
Sembra che durante il furto , la figlia del tizio era seduta sulla sedia di una lussuosa scrivania ad ascoltare musica dal computer, con la cuffia messa cantarellava: "ta,ta,ta,la,la,la,la,.....", e naturalmente non si accorgeva di nulla. Uno dei banditi suggeriva al capo di impacchettarla con scrivania e costoso computer poi chiedere il riscatto .Ma il capo , per un colpo di culo del tizio decideva di lasciarla dov'era.Ma come si dice ogni medaglia ti prende in giro con qualsiasi faccia,il tizio poteva fare arrivare sul tavolo del suo assicuratore la denuncia, ancor prima dell'arrivo della polizia.Quando la ragazza si era staccata la cuffia e si era alzata, era svenuta, non dite poi , la genetica è un gusto di gelato, con uno l'altro giorno in una discussione, stava finendo molto male.I furti portati a termine, in maniera così incredibile erano ormai alcune decine e la polizia aveva sguinzagliato i migliori insospettabili informatori e fatto promesse a delinquenti vari per raccogliere informazioni sulla banda. Banda che non lasciava nessuna traccia, per nessuna intendo anche una molecola di una decina di atomi con un qualsiasi legame chimico. Niente. Gli informatori portavano tutto quello che era utile alle indagini alla polizia e tutto concordava, si trattava di un tedesco, Albert Poltergeist dai poteri paranormali che aveva costretto 5 uomini a studi estenuanti per diventare come lui.Dicevano gli informatori che spostavano gli oggetti col pensiero e poi sparivano in un modo ancora da capire. Nella stazione di polizia ogni volta , dopo avere ascoltat un informatore, si rideva per due giorni, eppure....Molti agenti invece sorvegliavano un gruppo di ingegneri informatici che si riuniva troppo spesso per un pocherino, come risultava delle intercettazioni tecnologiche. Uno di questi si chiamava Giulio Internet, un genio.Per il fattore della medaglia sopra citato, gli innamorati, sposati o meno potevano decidere di iniettarsi un centinaio di nanorobot, potevano così, anche se studiavano o lavoravano in capitali lontane ,essere sempre a conoscenza dei propri umori, stato di salute, litigi con i genitori,
se andavano di corpo bene........Tutto sembrava portare ad un idillio amoroso perfetto. Ma , c'è sempre un ma o una medaglia di mezzo......

Informazioni generali

  • Categoria: Poesia
  • Eseguita il: luglio 2007

Informazioni tecniche

  • Stile: Racconto
  • Supporto: Misteri

Informazioni sulla vendita

  • Disponibile: si

Informazioni Gigarte.com

  • Codice GA: GA48561
  • Archiviata il: 09/02/2011

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