Cronistoria

La mia vita artistica

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2010

Stralcio dell'articolo pubblicato sul giornata Cronache del mezzogiorno il 27 ottobre 2010

“...Le sue tele sono pervase di ombre che si dileguano , tracciando un sentiero onirico su cui procedere con passo celato dal silenzio del cuore, vortice in cui le linee immaginarie del dlore si condensano in una mescolanza di effetti cangianti che passano attraverso varchi creati dalle pennellate di colore, gallerie di luce in cui il pensiero si perde. Passaggi che permettono all'anima di respirare, creando onde magiche di speranza in cui racchiudere il mondo, linee illimitate che rappresentano i binari sui quali far procedere la propria vita che l'artista delinea con maestria, dando vita a vortici di luce che fagocitano gli ansiti dell'anima. E tra le brume cromatiche si addensano maschere di passato, percezioni di senso infinito che creano una rete di significati indistinti...”

prof. ssa Ilde Rampino
poetessa e giornalista

Opera di riferimento: In separazione

2009

Testo critico del prof. Alberto Mirabella in occasione della personale di pittura "L'estasi dei colori"

Si avverte subito, soprattutto in queste ultime opere pittoriche di Lorenzo Basile, come i colori posseggano una grande forza esplosiva, dove i toni sono intrecciati suggestivamente e modulano l’uno verso l’altro, cosa che traspàre nelle quattro opere “Senza Titolo”. L’Artista, va sottolineato, non ha nel suo passato di operatore delle Arti Visive, rifuggito, come fanno tanti, da rappresentazioni figurative in cui ha saputo evidenziare tutta la sua maestrìa riuscendo a rendere le immagini sia paesaggistiche come San Matteo e La valle di mulini o la Natura morta con girasoli, o i volti della Madonna delle Grazie e quello del Volto Santo in modo da rendere l’osservatore compartecipe e non mero spettatore delle sue creazioni. Sembra proprio qui che il pittore abbia dipinto in maniera tale che le cose appaiono trasfigurate in una lirica suggestione.
Ma poi nel corso degli anni egli ha affinato sia i temi artistici che la tecnica compositiva puntando essenzialmente sul gioco sapiente dei colori che, notate, costituiscono l’estrinsecazione di un animo in continuo fermento.
E si tratta di colori vivi, che vanno dal giallo al blu al verde all’azzurro; essi sono palpitanti ed inseriti con una sapiente tecnica da rendere vivi i valori tattili.
Il Basile già attraverso la denominazione attribuita alle sue opere esposte in questa vernissage quali Striature cromatiche, Oltre, La mia strada, Il tempo dell’incertezza, Sognando ad occhi aperti, Risveglio, Rinascita, Tremori ci offre la chiave di lettura, ovvero la loro etiologia, comunicandoci come un autentico e vero artista abbia anzitutto una sua esigenza interiore, un pàthos che lo induce ad estrinsecare (significare) sulla tela le sue sensazioni a quel mo’ che ditta dentro vo’ significando sosteneva Dante Alighieri.
E significare vale sì comunicare agli altri, ma soprattutto esprimere concretamente il proprio sentimento nelle linee, nei colori.
Basile nella sua maturazione artistica ci sa dimostrare come la bellezza dell’opera d’arte non si misuri soltanto in rapporto all’imitazione del vero, che pure sa raffigurare egregiamente. Egli sa servirsi dei colori, miscelati in maniera inusitata nella loro policromia, realizzando rappresentazioni pittoriche di grande forza espressiva. Che poi a guardar bene e sapendo vedere , come asseriva Matteo Marangoni , riusciamo a scorgere ciò che sottende il dipinto: l’animo dell’artista inquieto e macerato da una realtà esistenziale sempre più complessa.
Questa realtà complessa egli l’ha saputa trasporre nelle opere: Striature cromatiche, Oltre, La mia strada , Tremori dove sono stati bastevoli soltanto i colori e la ,loro giustapposizione per renderci edotti dell’assunto del pittore. È questa un’arte per certi aspetti direi ambivalente, che non è né figurativa né non figurativa, ma che si basa sui suoi dati elementari, nel senso di essenziali: superficie, linea, colore; come asseriva Apollinnaire: “il soggetto non conta più, o se conta è poca cosa”.
Di grande effetto cromatico è il dipinto: Risveglio, in cui la scena è sviluppata con un colore base l’azzurro marino staccato con una netta linea nera dai colori sovrastanti giallo-arancione quasi a preservare il suo valore rasserenante nella fase del risveglio mattutino.
Basile ci dimostra in questa vernissage come l’arte sia cultura, memoria, assimilazione del passato, sentimento profondo e vasto del presente nonché capacità di sintesi dei molteplici elementi che costituiscono una civiltà.
A noi non piacciono le retoriche, i gerghi fatti. Crediamo nell’artista qual è Lorenzo Basile come una personalità singola ed irripetibile; e ne misuriamo la dimensione dalla capacità sua di esprimersi e di comunicare. Che vuol dire di avere uno stile: ossia di essere un uomo. Come ha scritto in una sua lirica il poeta Carlo Betocchi: Ciò che occorre è un uomo, / non occorre la saggezza, / ciò che occorre è un uomo/ in ispirito e verità.
Oggi c’è uno smarrimento pauroso di quelli che sono i fondamenti stessi dell’uomo: crisi nei valori della ragione, e nella universalità e unità della cultura. Un vero artista non si chiude nella sua turris eburnea ma prende parte alla realtà qualunque essa sia che lo circonda, ed il Basile coglie questa realtà degradata ma non la subisce passivamente perché reagisce come indicano i dipinti: Risveglio, Sognando ad occhi aperti, Rinascita. Si assiste in queste sue opere ad una sorta di palingenesi di un mondo, capace di autorigenerarsi, come ci fanno ipotizzare quei colori sovrapposti che vanno dall’azzurro marino al giallo solare in cui trapela una fievole luce d’alba che porterà al giorno pieno e solare.
Ritornando ai colori, che sono dunque l’elemento dominante e pregnante in queste opere, Lorenzo Basile ci fa ricordare le parole di Matisse che in merito così ebbe a sottolineare. “Il lato espressivo dei colori si impone a me in un modo istintivo…La scelta dei miei colori non ha la sua ragione d’essere in una teoria scientifica; è basata sull’osservazione, sul sentimento, sulla esperienza della mia sensibilità”. Basile esprime la luce con gli accordi dei colori intensamente sentiti. I colori sono studiati nei loro rapporti, accordati in modo tale da non distruggersi l’un l’altro. L’Artista si muove nell’ambito delle sue opere con quella leggerezza, con quella grazia e quella libertà che gli sono proprie.
Al fondo di questa pittura noi sentiamo che c’è qualcosa di importante: perché l’Autore racconta, ma quel che vi dice veramente non è poi quel che v’è davanti agli occhi. La sua è una storia profonda del nostro tempo: NON CRONACA MA POESIA.
Alberto Mirabella – saggista
Salerno settembre 2009

Opera di riferimento: gioia di vivere

2008

Stralcio dell'articolo pubblicato sul giornata Cronache del mezzogiorno il 4 novembre 2008

“ ….Originario di Sarno, artista precoce, ed eclettico pensatore, il nostro pittore ha animato con le sue tele la Sala Comunale delle Esposizioni. Passeggiando per i caratteristici portici del borgo medievale, la vista è immediatamente polarizzata dalla tele del Basile, che ipnotizzano lo spettatore, lasciando quasi in un'estasi berniniana. I quadri di Basile sono impregnati di tinte forti, quasi flou, decisamente espressioniste. Ricordano le arie di Chagall, Klimt e di un certo cubismo di Braque. I temi ricorrenti, sono quelli “classici” dell'evo contemporaneo: il mondo interiore la fa da padrone. L'inconscio surrealista, si fonde all'aggressività espressionista, la linea decisa cubista, si armonizzano con le tinte “pop”...”

dott. Davide Fusco
giornalista

Opera di riferimento: Tra sogno e realtà

2007

Stralcio dell'articolo pubblicato sul giornata Cronache del mezzogiorno il 7 settembre 2007


“........Lorenzo Basile non cerca quella visibilità ad ogni costo che, tanto spesso, ha determinato quella “tragedia” dell'arte del Novecento, di frequente enunciata, ma raramente motivata. La comunicazione immediata, stato emozionale ed empito creativo esondante, è filtrata, modulata, sorvegliata da straordinaria consapevolezza di tecnica, esercizio, scuola. Nulla è lasciato allo scomposto, al tumultuoso, alla effusione lavica. Ma nulla è vacua esibizione di tecnicismo. Ethos e Pathos non sono in antitesi. Non sono un mesto, altalenante spareggio. In simbiotica comunione sono la celebrazione del bello mai freddo, altero, distante, sono la grazia che vibra, che palpita e freme, sono trasalimenti dell'anima, respiri del mondo, sono la natura che balugina incanti , sono la voce e la luce,il sorriso e il pianto, sono frammenti di vita, sono sussurri lievi e gridati, sono la vita...”

prof. Luigi Crescibene
giornalista, scrittore e critico d'arte

Opera di riferimento: Il musicista

2007

Stralcio dell'articolo pubblicato sul giornata Cronache del mezzogiorno il 31 gennaio 2007

….......“Il suo segno secco e sinuoso, tagliente, incisivo, sorvegliato, spesso si piega alle esigenze del colore che lauto, schioccante, arioso, intenso, rugiadoso, crudo o svampante, si rapporta alla vita, agli stati d'animo, ne riverbera le sfumature, cangiante, come le insondabili, arcane incrinature della vicenda esistenziale. I colori vibranti, le dissolvenze inconcluse si agglutinano, così, come gocce di rugiada che riflettono il cielo che si accende e si spegne nei colori dell'alba che nasce e della notte che muore. Come a rappresentare i colori sussultanti della vita e a sfumarne i labili contorni.”
prof. Luigi Crescibene
giornalista, scrittore e critico d'arte

Opera di riferimento: Gli innamorati

2006

Dal catalogo della bipersonale "Compagni di viaggio" a cura del prof. Angelo Calabrese

" ... Lorenzo Basile, partito dall’arte come certezza di riferimenti, desunti dagli spazi naturali o interpretati dai grandi maestri ... ha amato la sostanza della vita nelle presenze naturali, nelle cose comuni, nel sentimento che la cultura dell’uomo deve poter cogliere per chiarirsi nel tempo che s’infutura. Della sua passione naturalistica espressiva, anche nelle soluzioni allusive alla geometria, permane il vigore cromatico. Lo ritroviamo dove emerge il momento patico e dove quello ludico ammicca in piena dolorosa ironia. Lo ritroviamo nei grovigli di una sorta di dripping, nei cui garbugli s’intriga la vita. Lo ritroviamo nei riverberi di una tentazione di cubismo analitico, che si risolve nei frantumi di uno specchio nei quali si rinnova ossessivamente il dato ineluttabile... questa condizione lo fa interprete di passioni in frammenti e spazi ludici nei quali le forme inventate- giocate, vale a dire soggette al gioco della vita che, per sua natura, si fa gioco delle creature, specie nelle stagioni dei sogni e dei desideri, si giustappongono e quasi provocano, chi è di fronte a quel precario assetto, a mutarne le sorti, a rimettere tutto in gioco... "

Angelo Calabrese