Rassegna stampa

Gazzetta di Parma

Polis Quotidiano

La Cronaca, 10/05/2011
Mostra alla Loggia dei Militi, Piazza Duomo, Cremona, 7-8 Maggio 2011

Gazzetta di Parma

Articolo "Vite a mare" su Zerosette
10/05/2011

La Provincia, Maggio 2011
Articolo collettiva di pittura a Cremona, Piazza Duomo, Loggia dei Militi, 7-8 Maggio 2011

La Sicilia

BRESCIAOGGI

Zerosette
Ottobre 2010

Gazzetta di Parma
Gennaio 2010

Gazzetta di Parma
Premiazione BoulevArt Day - 31/01/2010

Parmadaily, 30/01/2010

I PREMI BOULEVART

L’evento di oggi è l’occasione per la consegna dei tre Premi del primo BoulevArt Day: un premio per l’artista più votato dal pubblico durante il giorno dell’evento del 26 settembre 2009; uno all’artista più votato on line sul sito www.boulevartparma.it; un premio assoluto all’artista ritenuto migliore per il Premio BoulevArt Marella, main sponsor del progetto. Inoltre, riceveranno un riconoscimento anche gli artisti più rappresentativi di ciascuna categoria.

I vincitori
Premio BoulevArt Marella 2009
Il main sponsor del progetto Boulevart, la società di costruzioni Marella srl ha scelto di dedicare all’artista più meritevole un premio speciale. L’allestimento di una mostra personale capace di valorizzare la creatività e la sensibilità artistica di un giovane talento parmigiano. Il premio Boulevart Marella è stato attribuito al fotografi Irene Dresda e Luca Falsi.
I due fotografi esporranno le loro opere nel foyer del Teatro al Parco dal 26 febbraio al 26 marzo.
«Solares Fondazione delle Arti aderisce con entusiasmo a BoulevArt – ha detto Andrea Gambetta consigliere della Fondazione - Condividiamo lo spirito di questo progetto che promuove la circolazione della creatività giovanile locale, per questo siamo lieti di accogliere l'invito a collaborare che ci è venuto da Edicta. Come primo atto di amicizia, offriamo al vincitore del Premio Marella l'ampio spazio del foyer del Teatro al Parco per esporre le sue opere e farsi conoscere dal vasto pubblico che assiste anche agli spettacoli».

Premio BoulevArt Day 2009

Il 26 settembre 2009 dal primo pomeriggio fino a tarda notte migliaia di persone hanno affollato le vie del centro storico e hanno scelto il loro artista preferito. Con 1542 voti la vincitrice del primo Boulevart Day è la scrittrice Silvia Cusumano.

Premio Web
Il premio per l’artista più votato dall’apertura della gallery del sito www.boulevartparma.it fino al primo Boulevart Day del 26 settembre va alla pittrice Valentina Repola.

Inoltre riconoscimenti anche a:
Alessandro Tosini: menzione speciale per la categoria scrittura ad autore de “La fantastoria dell’umanità”, una favola tragicomica sulle vicende degli esseri umani al limite del grottesco.
Mé, Pék e Barba: menzione speciale per la categoria musica. Il gruppo folk è composto da: Sandro Pezzarossa – che invitiamo a ritirare la menzione - (voce e chitarra acustica), Nicola Bolsi (batteria, percussioni, voce), Federico Romano (fisarmonica), Rocco Rosignoli (violino, chitarra, mandolino), Federico Buffagni (flauti), Davide Tonna (banjo e bouzouki), Fabio Bianchi (basso), Roberto Guerreschi (fonico ufficiale).
Compagnia Weltanschaung: menzione speciale per la danza, una delle voci più d'avanguardia e sovversive sulla scena teatrale contemporanea.
Vittorio Barasso: categoria fotografia, menzione speciale per le sue immagini dal mondo
Compagnia Notturno 12: menzione speciale per la sezione teatro, compagnia nata nell’ambito del Laboratorio Teatrale Permanente del Teatro No di Parma
Guglielmo Sirigu: menzione speciale per la categoria scultura, allievo dello scultore Nicola Romualdi.
Luca Compiani: menzione speciale per la categoria pittura, per la sensibilità figurativa ad un’espressività informale
Andrea Ferraguti: menzione speciale per la sezione videomaker, autore creativo, innovativo e appassionato di multimedialità.

Marzo 2010 - Mostra "Graffiti Art"

DAL GAZZETTINO ON LINE : L'informazione interattiva del Nord Est
LA CULTURA APPRODA A SAN GIULIANO, TRA ARTE E LETTERATURA
Mestre

Di nuovo Ai Pirati (Punta San Giuliano), con Elio Jodice che questa volta ha voluto dare
appuntamento, pittorico e letterario, a due giovani: l'artista veneziano Riccardo Costantini,
con all'attivo già una bella serie di mostre personali e collettive, e la scrittrice siciliana
Silvia Cusumano al suo primo romanzo con "Vite a mare" (Starrylink editore): titolo
emblematico aperto a più interpretazioni. Delle cui opere hanno dissertato rispettivamente
Francesca Brandes e Roberta A. Rosada. Vanno bene per entrambi quanto ha detto
Brandes per Costantini: "La forza e l'intensità degli anni giovani".
Quelle di Riccardo sono tele a tutto colore, proiettate verso una spazialità che guarda a un
mondo diverso. Francesca Brandes va oltre il presente. Vede in questi quadri una intensità
dettata da mano sicura, partendo da uno scatto fotografico, con lo sguardo, anche,
all'opera dei grandi americani della pittura. A Edward Hopper per esempio. Ma anche a
David Hockney e Eberhard Havekost. Dipinge, Costantini, usando la mano sinistra.
Nelle tre grandi tele che resteranno visibili Ai Pirati fino al 30 settembre, domina il bianco.
Le figure si stagliano dalla luminosità e si offrono nella loro concretezza che è anche
iperealista. "Dipingo ad olio su tela dopo una base di acrilico che serve a comprendere gli
spazi e a spezzare l'equilibrio della tela bianca", dice di sè. Anche nelle pagine della
Cusumano dominano i colori: il nero, l'azzurro, il bianco. Rosada ne spiega la
genesi, una indagine sul passato che sta all'origine del romanzo. I racconti alla
futura scrittrice allora infante, della nonna. Racconti orali che diventano
evocazione storica. Quella seguita allo sbarco degli Alleati in Sicilia durante
l'ultima grande guerra, pregna di sapori, odori, colori. Quindi segnata da
nostalgie legate alla adolescenza.
Quale il tuo rapporto col dialetto della tua Agrigento, domanda Rosada. La
risposta è singolare. "Sogno in italiano, ma quando mi arrabbio domina il
siciliano". Ritorno (incontrollato) alle origini. Vive, e insegna, oggi, a Parma.
Rileva Rosada come la sua prosa risenta di echi che rimandano a "Il vecchio e il
mare" di Hemingway. E' vero, è la risposta: ma mi sento vicina ai miei
conterranei Verga, Sciascia, Camilleri, con un legame quasi affettivo, a
Pirandello.

Piero Zanotto

“Vite a mare”
di Silvia Cusumano
Collana Border Line – Narrativa

Quando il romanzo storico riesce a tingersi dei colori di una terra e di un mare (quelli siciliani),
dei sogni e delle speranze dei suoi personaggi come del coraggio dei suoi eroi, diviene documento e
testimonianza di vita e i lettore ne assapora i riflessi ed il calore.
Un notevole ritmo narrativo, sviluppa su più piani temporali la vicenda di Concetta, emblematica
di una generazione che ha vissuto nella coralità ottusa di una società rigida e ha conosciuto gli
orrori della guerra.
Concetta vive da reclusa nella sua casa di un piccolo paese della Sicilia, la famiglia l’ha costretta
al matrimonio con un “bravo ragazzo”, Peppi, ma lei non lo ama e sogna una vita indipendente ed
emancipata, come desidera incontrare l’amore vero.
Peppi, innamorato invece di lei, parte come soldato per la Seconda Guerra Mondiale dopo un
mese solo di matrimonio, imprigionato prima e fuggiasco poi, attraversa mezza Italia per rivedere la
moglie giovane e bellissima.
Mentre Peppi è in guerra, Concetta impara a conoscere la vita, il passato della sua famiglia, se
stessa e il suo desiderio di un amore fuori da vincoli. Quando Peppi ritorna a casa, irriconoscibile,
sporco, con capelli e barba lunga, Concetta, irrimediabilmente segnata dalla vita ma non arresa, lo
accoglie. Il finale lascia l’amaro in bocca, ma non è una sconfitta: Concetta, che troviamo ancora
legata alla “famiglia”, è però autonoma e padrona delle sue scelte.
La figura di Concetta è indimenticabile: carica della sensualità della “Lupa” di verghiana
memoria, è una eroina forse più ingenua, ma combattiva e lucida, e, in una società arretrata e
contadina, davvero moderna.
Così pure, come nei “Promessi Sposi” di Manzoni Renzo attraversa l’inferno (la peste) per
giungere da Lucia, Peppi attraversa un inferno altrettanto terribile (la guerra) per ritornare a casa. In
entrambi i casi i personaggi e la società ne escono cambiati necessariamente.
Silvia Cusumano narra dall’esterno, ovvero tecnicamente “sa meno dei personaggi di cui dice”,
resta dunque ampio spazio al lettore per indagare all’interno dei protagonisti, l’unico intervento
diretto in stile emotivo sono le liriche interne alla narrazione, preziose per penetrare nell’anima di
Concetta. Grazie anche a questo utilizzo di inserti poetici intensi, come alla strutturazione coerente,
compatta e scorrevole della vicenda, e all’abilità nella “ripresa” oggettivante dei dialoghi, i
romanzo risulta ben orchestrato e calibrato nel suo intento sia documentaristico/storico sia
narrativo.

Marisa Strada
Scrittrice e critico letterario

OPERA DI RIFERIMENTO:

Vite a mare