Lo troviamo in questi giorni lì, alla Pescheria Vecchia, orgoglioso di poter presentare al mondo i suoi colori, la sua Este, delineata nelle figure che tanto ama. Basta con il contorno nero del passato, le tinte blu campeggiano: si stemperano le grida dell’angoscia, s’insinua una calma riflessione. Eros parla del «giallo, del rosso e del blu» come di tre vecchi amici, con altrettante filiazioni (le tre diverse gradazioni) che nell’ultimo periodo si sono sposati nel viola, «evoluzione del rosso e del blu». Ma è Lui a insinuarsi nel pensiero, l’indimenticato Miro.
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