Bustine di carta e tshirt artistiche

Una bustina piena di viti, chiodi e rondelle? Da oggi fare la spesa in ferramenta è anche una esperienza artistica.A Nardò, centro più popoloso della provincia di Lecce, comprare qualche attrezzo per il bricolage può diventare un investimento per il futuro grazie a Simone Mele, impiegato da molti anni nel negozio Briko Color di Salvatore Fracella. Il suo regno è il bancone della minuteria che è disseminato di opere artistiche realizzate con il fil di ferro ricoperto rimasto dopo aver disimballato i pacchi delle forniture: piccole statue di uomini che pensano, riflettono, ragionano. Un po’ come lo stesso Mele che, nelle ultime settimane, si è inventato le bustine satiriche che lui definisce “sacchetti geopolitici”: vignette sagaci ed intelligenti, che non sfigurerebbero sulla prima pagina dei quotidiani nazionali, incentrate sulla cronaca politica italiana ed internazionale ma disegnate rigorosamente sulle classiche bustine di carta bianca che si consegnano ai clienti con il contenuto di dadi e bulloni.“Nei rari momenti di calma – spiega il giovane Mele, non nuovo a sortite artistiche – ho iniziato a disegnare queste illustrazioni. Come satira insegna le vignette sono… amarognole. Strappano un sorriso ma fanno anche riflettere perché racconto, in una immagine, episodi di cronaca internazionale, guerre comprese. Molti di questi viaggiano nel motore stanco del PIL nazionale, altri invece li tengo appesi, a mo’ di propaganda, per sensibilizzare su una situazione politica oggettivamente preoccupante”.Risalta un Trump con l’aureola dorata che invita alla preghiera: “dazi oggi il nostro pane quotidiano”, dice il testo. Oppure il generale Vannacci che invita a “prendere quello bianco”. Riferito, ovviamente, al nastro isolante per elettricisti. Ma non c’è opera che non abbia arguzia da diffondere.“Tutto è nato per divertimento e quasi per caso – spiega Mele – ma non pensavamo a questo successo”. Un po’ come certa arte contemporanea, effimera e deperibile e si pensi alla banana di Cattelan, anche la “bustina” di Mele (sempre di frutta si parla!) doveva durare il tempo del tragitto dal negozio fino a casa finché qualcuno non ha deciso di incorniciarne una. E altri hanno iniziato a collezionarle.Al collega Laurence Guagnano, così, è venuta un’idea: “serializziamo l’arte della ferramenta”. E col sostegno di Gregory e Domenico, altri collaboratori del negozio, le opere di Simone Mele sono diventate moda da passeggio.“Sì – spiega Guagnano – il successo è stato tale da indurci a realizzare le magliette con i disegni più interessanti e così il messaggio di Simone sta camminando sulle spalle o sul petto dei nostri clienti. Ovviamente non ci interessa assolutamente guadagnare su questo e perciò abbiamo deciso di destinare in beneficenza i proventi della vendita delle magliette che, per la cronaca, sono di alta qualità così come la stampa”.Tutto andrà a Save The Children per sostenere gli interventi a Gaza “dove c’è bisogno di cure, dignità ed umanità” scrivono gli autori. Un disegno non potrà guarire il mondo ma i piccoli gesti come questo possono essere contagiosi.
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