Margaret Bourke-White

Margaret Bourke-White

Trovare qualcosa di nuovo, qualcosa che nessuno avrebbe potuto immaginare prima, qualcosa che solo tu puoi trovare perchè, oltre ad essere fotografo, sei un essere umano un po' speciale, capace di guardare in profondità dove altri tirerebbero dritto.

Fotografa statunitense che può annoverare diversi traguardi tra cui: essere stato il primo straniero fotografo ammesso a scattare foto in Urss, la prima corrispondente donna e la prima donna fotografa del settimanale Life.

La fotografia della Bourke-White fu emblematica sia per i contenuti che per lo stile. Fin dagli inizi, la sua carriera abbracciò la visione moderna tipica di quegli anni, di un mondo dominato dalla fede nel potere della macchina e della tecnologia.

Nasce nel Bronx il 14 giugno 1904, avviata agli studi di biologia che fu la sua prima grande passione. Non era una ragazza popolare a scuola, una di quella che non invitavi alle feste.

La fotografia arrivò inaspettata, con una vecchia macchina fotografica regalatale dalla madre, dal valore di 20$ con una lente incrinata. Non riuscendo a trovare un lavoro come cameriera o bibliotecaria, decide di vendere le fotografie del campus e quelle naturali scattate vicino al lago Cayuga (New York).

Margaret ha un dono per la fotografia di architettura, riuscendone a mostrare anche ai profani, la bellezza delle linee, dei giochi di ombre, dei pieni e dei vuoti.
Nel 1928 affermò su un giornale che "l'industria è il vero luogo dell'arte" e due anni più tardi che "i ponti, le navi, le officine hanno una bellezza inconscia e riflettono lo spirito del momento".

La fotografia le stava dando molte più soddisfazioni di quante gliene avrebbe date la biologia. Ed era solo l’inizio.
Si reca a New York, con il suo portfolio fotografico, decisa a mostrarlo a tutti gli studi di architettura della città. Le venne suggerito il nome di York & Sawyer e quello di Benjamin Moskowitz. L’uomo inizialmente la ignorò, ma scorse con la coda dell’occhio, la prima fotografia che Margaret teneva in mano, la torre della biblioteca del campus. Le diede un lavoro.

Nell’estate del 1929, un telegramma, la invita a recarsi a New York, il mittente è Henry R.Luce del Time.
Insieme ad altri collaboratori vogliono realizzare un nuovo magazine legato al mondo dell’economia e dell’industria, il Fortune.

Margaret Bourke-White è presente per documentare anche il secondo conflitto mondiale, nonché l'invasione della Russia da parte dei nazisti,nel 1941: la Bourke-White fu non solo l'unico fotografo americano testimone dell'evento, ma anche il solo fotografo straniero a Mosca scattando alcune delle immagini più iconiche di Stalin che si hanno a disposizione. Particolarmente devastanti sono le fotografie che scatta dopo la liberazione del campo di concentramento di Buchenwald.

Nella sua autobiografia pubblicata nel 1963, Margaret racconta anche quello che è il suo scatto preferito. Nel 1952, durante la guerra in Corea, fotografa il ritorno a casa di un dissidente sud coreano al quale la madre corre incontro per abbracciarlo. Descrive questa foto come un connubio perfetto di umanità e di tempismo del fotografo, in grado di trovarsi nel luogo giusto al momento giusto.

Fotografa Gandhi nella sua ultima immagine ufficiale prima che venga assassinato da lì a poche ore

Della sua professione di donna fotografa disse più volte: "la fotografia non dovrebbe essere un campo di contesa fra uomini e donne" e più tardi rivelò ad un editore: "in quanto donna è forse più difficile ottenere la confidenza della gente e forse talvolta gioca un ruolo negativo una certa forma di gelosia; ma quando raggiungi un certo livello di professionalità non è più una questione di essere uomo o donna".

Margaret Bourke-White muore nel 1971, dopo 18 anni di Parkinson che le hanno tolto la capacità di reggere una macchina fotografica in mano.

A cura di Emanuele Davi