PhArt - Percorso tra arti figurative e fotografia - a cura del critico d'arte Iris Missaggia

Fotografia di NICOLA FERRARA

Dissolvenze , trasparenze e sovrapposizioni danno un’aura magica alla foto che si propone con superba eleganza . l’occhio vaga da vicino e lontano, e dall’azzurro al marrone cercando di ricomporre sovrapposizioni e creando così nuove composizioni.

OPERA DI RIFERIMENTO:

Ph NICOLA FERRARA

Fotografia di GENNARO PARRICELLI

La luce è perfetta , quasi caravaggesca, per raccontare questo pranzo che ha il sapore della tradizione, dove i personaggi campeggiano vicino a portate succulente, assolutamente intenti a preparare e servire con estrema concentrazione…. Un momento “sospeso” che ci rende partecipi dell’evento.

OPERA DI RIFERIMENTO:

Ph GENNARO PARRICELLI

Fotografia di MATTEO CARRETTA

Interessante caleidoscopio di immagini che propone una serialità del soggetto, il cui aspetto si modella in forme diverse a seconda del fluttuare degli oggetti. La realtà muta, non è mai uguale a se stessa, siamo noi che vogliamo unificarne la forma in un'unica visione.

OPERA DI RIFERIMENTO:

GA110414 - Senza titolo

fotografia di LOREDANA LOCCI

Quasi effimera, tanto è vera questa immagine, solare e colorata. Il formato “disteso” ci porta a riconsiderare la naturalità del soggetto, eppure è proprio questo che la rende particolare ed interessante. Per abitudine vediamo il tulipano diritto, svettante, l’angolazione rovesciata, favorita dalla luce, ci crea questa sensazione di voler “raddrizzare” il soggetto, e quindi di intervenire psicologicamente. I.I.

OPERA DI RIFERIMENTO:

GA110415 - Senza titolo

Fotografia di LUCIAN OLTEANU

Delicata e soffusa questa visione naturale, quasi surreale nella sua proposizione. Richiama alla mente una natura onirica eppure ricca di verità, quella della nebbia, della bruma mattutina. I colori soffusi generano un senso di magica immersione in questa accogliente atmosfera. I.I

OPERA DI RIFERIMENTO:

GA110416 - Senza titolo

Fotografia di TINO VENEZIANO
Auschwitz-Birkenau
Il sovravissuto, lentamente inizia a parlare... io sono uno dei sei milioni morti qui...
Non aggiungerei nulla alle parole già scritte sopra, il “rumore” del silenzio si percepisce dalla affollatissima scena all’interno dello stanzone, appare silenziosa, in ascolto, La luce fredda ne esalta il senso del dramma. Una foto testimonianza perché il ricordo non svanisca. I.I

OPERA DI RIFERIMENTO:

GA110417 - Senza titolo

fotografia di PATRIZIA MORETTI

Foto interessante dai risvolti quasi psicanalitici, i pezzi di vetro aguzzi contrastano con la morbida dolcezza della ragazza quasi ad esprimere avversità e dolori contenuti in un volto giovane ma attraversato da una nube . la luce che piove dall’alto, sembra colpire la pensosa fanciulla.

OPERA DI RIFERIMENTO:

GA110418 - Senza titolo

fotografia di MASSIMO CAPPONI

Il bianco e nero valorizza questa figura che di per sé non ha bisogno di commenti, tanto è bella, sensuale nella sua posa racchiusa eppure esposta.. la luce lascia in ombra il volto per risplendere sulle curve e sui capelli. Bianco e nero, dolcezza e passione, vita e morte.

OPERA DI RIFERIMENTO:

GA110419 - Senza titolo

Fotografia di ANTONIO SEMIGLIA
Una visione quasi metafisica, più pittorica che fotografica, mi ricorda certe immagini di Bocklin. Campeggia sulla sinistra la croce piegata, a destra una figura che si sta allontanando; le forme del paesaggio sono quasi evanescenti, dolci, e contrastano con la luce abbagliante che proviene dal fondo e che dà questo effetto di controluce che quasi annulla la visione della casa, per creare una visione appunto metafisica.

OPERA DI RIFERIMENTO:

GA110421 - Senza titolo

Fotografia di ANTONIO SEMIGLIA

Interessante composizione dove campeggia questo giglio in una visione nitida, proiettato in uno sfondo che è esso stesso composizione, indefinito, dove si intravvedono grafismi di non-colore. Contrasti quindi che fanno spostare lo sguardo dall’oggetto allo sfondo creando una situazione dinamica.

OPERA DI RIFERIMENTO:

GA110422 - Senza titolo

Fotografia di GENNARO PARRICELLI

Cristo deriso?
Di forte impatto emotivo questa foto, sia per il soggetto che per l’uso della luce di derivazione caravaggesca. Caravaggio aveva bucato il tetto della sua casa per far entrare la luce della luna, anche qui la luce fa da padrona e fa emergere dal buio le figure si proiettano in avanti con prepotenza.

Fotografia di FRANCESCO GELATI

Dalla cancellata, anzi, da una porzione di questa, si apre la prospettiva del viale che porta verso il tempio, le forme aguzze e ricurve del ferro battuto contrastano con l’edificio svettante, altro contrasto è dato dalla netta visione del primo piano con la sfocata visione del fondo che genera un’atmosfera quasi fiabesca.

Fotografia di PAOLO CIRMIA

È come trovarsi all’interno del fiore, così vero e così allo stesso tempo inafferrabile. La magia dei colori brillanti nei pistilli, delicati nella corolla ci fanno viaggiare dolcemente con lo sguardo. Bello il taglio di lato che permette una composizione più dinamica.Il tutto mi riconduce direi a Henri Fantin-Latour
artista francese di fine 800

Fotografia DI SABRINA CATTAPAN
Mi ricorda le ultime opere di Tintoretto che utilizzava la luce non per sedurre e abbagliare, ma . per presentare anche l'altra faccia di Venezia, una città dove , al suo tempo, la luce non arrivava dappertutto, ma dietro le facciate dei palazzi sul Canal Grande, stagnava un umore torbido e doloroso.Le forme sinuose del corpo sono rivelate da una luce la cuoi prepotenza è mitigata dalla sfocatura. Le forme diventano quasi puri piani inclinati che si muovono come zigzag sulla superficie buia. La scelta del punto di vista accentua l’annullamento dello spazio per rivelare “forme di luce”.

fotografia di LUCIAN OLTENAU

Interessante contrasto tra sfocato e nitido, tra luce ed ombra, tra vicino e lontano, tra statico e mosso, tra artefatto e naturale. Un contrasto che riporta alla realtà del vissuto , l’atmosfera mi ricorda certe pitture simboliste dell’Ottocento.

Fotografia di GUIDO DE RENZI

Quasi surreale questa immagine che lascia allo sfondo, sul muro sbrecciato, gli effetti pittorici . In primo piano, a diretto contatto con l’osservatore, le corolle delle ortensie .La “ nella foto” mi fa venire in mente le opere di Magritte che ci fanno continuamente riflettere sulla “verità” delle immagini.. Qualè la realtà e quale l’illusione?


Fotografia di GILL FRECHET

Magrittiana questa composizione impostata sulla diagonale dove le figure sono ripetute a dimensioni diverse a simboleggiare distanze diverse. La spinta verso l’alto crea una dinamicità piuttosto forte, più che figure sembrano dei proiettili lanciati verso il cielo.

Fotografia di PAOLO LANDRISCINA


Minimalista, essenziale, astratto, come un quadro dell’ultimo Mondrian. Linee, semplici linee, che creano un vera composizione. Un vero esempio di: “Il meno è di più”

FOTOGRAFIA DI MARINA DE ANGELIS

Inusuale questa posa e questo scatto; essenziale la composizione, vellutata e sobria la luce; mi ricorda gli ovali perfetti dei ritratti di Raffaello, e come in Raffaello nella fotografia aleggia la classicità…

Fotografia di MARINA DE ANGELIS

Mi ha colpito questa immagine perché la fotografa ha fatto dei cosiddetti “difetti”, una virtù: il volto e il braccio “mossi” danno l’idea del corpo misterioso, il taglio compositivo, spostato a destra e i alto, rivela un dinamismo che spinge a “completare” l’immagine oltre il riquadro … La luce che “spara” sul bianco dell’abito e si riflette sul volto della donna evoca qualcosa che somiglia a un’apparizione

Fotografia di MAURIZIO TROMBETTI
Discreta, soffusa, questa immagine che coglie un’atmosfera sospesa che mi ricorda i quadri di Friedrich; colori e linee si diramano dolci in questa visione rarefatta che muove le corde dell’anima….

Fotografia di FRANCESCO PETRIX

Interessante il taglio dell’immagine, dal sotto-in su e piegato in diagonale, ci fa entrare in un mondo certamente reale, ma piegato alla nostra volontà, un mondo sfuggevole, costruito dall’uomo e che la natura abita… bello il soggetto, certamente, ma anche la composizione e la luce.

fotografia di FERNANDO LUCIANETTI

Questa foto di Fernando Lucianetti, mi ricorda alcuni quadri di William Congdon che ritraevano i campi solcati dall’aratro, dove la natura non veniva maltrattata dall’uomo, ma curata… resa fertile. Con la stessa poesia questo scatto rivela quanti colori, quanta geometria si ritrovi nella pianura…

Fotografia di PAOLO CIRMIA

Delicata e inquietante assieme questa immagine; ci prende lo sguardo su questo spazio immenso che si dilata oltre i confini della foto, e l’occhio viene magicamente attratto dalla macchietta rossa della fanciulla, che ci rivolge le spalle, essa stessa a considerare lo spazio infinito che ha davanti. E noi che guardiamo qualcuno che guarda.. ci ritroviamo a valutarne i contrasti.. Una metafora della vita che ci induce a riflettere sulla nostra finitezza…
mi ricorda un'opera di un pittore romantico Friedrich: il viandante in un mare di nebbia.

Fotografia di MASSIMO DELLA LATTA

Un paesaggio diafano, misterioso, la cui luce passa dal caldo al freddo verso la lontananza. Le dolci curve disegnano una composizione quasi magica che viene rafforzata dal grafismo degli alberi e dalle ombre che percorrono il paesaggio che si snoda dolcemente ed evoca dolci arie melodiose.

Fotografia di FRANCESCO CAMPANILE

Questa foto scattata a Napoli, Palazzo Venezia- Casina Pompeiana, è interessante soprattutto per la luce, o controluce che proviene dal fondo, ma che non annulla la visione dell’interno che rimane nitida; una vasta gamma di grigi, tra i bianchi e i neri creano effetti degni di un pittore. Mi ha colpito la luce che entra dalla porta del giardino e che disegna sul pavimento e sui tavoli queste linee che diventano quasi delle “opposte ombre”.

Fotografia di RAFFAELE BALLIRANO

Interessante questa immagine di questo paesaggio nuvoloso. Le nuvole infatti potrebbero essere l’elemento predominante della composizione se non ci fosse in basso il terreno verdeggiante e luminosissimo, di un verde chiaro che diventa più intenso sotto le nuvole più spesse. Anche il taglio dell’immagine compensa questo equilibrio che dona al colore solo un piccolo spazio (rispetto alle nuvole), compensato però dalla luminostità cromatica.

Fotografia di FRANK FANELLI

Geometria, regolarità, perfezione sono gli aspetti di questo scatto, dove la centralità dell’immagine diviene il principio della regola. È come trovarsi davanti a una pittura di Francesco di Giorgio Martini inno alla prospettiva e alla armonia della geometria

fotografia di DELLA LATTA MASSIMO

I ritratti, si sa, sono la specialità della fotografia, il mezzo permette “verità” che la pittura fatica ad eguagliare, ma c’è sempre qualcosa, uno scarto, una luce, uno scatto più o meno ponderato che fanno di una foto una bella foto, come in questo caso, dove la “verità” è dura, concreta, quasi palpabile, la luce rende tridimensionale il volto, le rughe scavano solchi reali nel volto, e l’espressione ben si intona con la tonalità scura dell’insieme.

Fotografia di FRANCESCA FERRARI

Francesca Ferrari Interessante questo scatto che punta sul cielo con questo volo di uccelli. L’insieme mi ricorda alcune delle ultime composizioni di Mondrian, dove il grafismo genera la composizione stessa. Interessante il collegamento visivo con la terra dato dalla statua sulla sinistra…

Fotografia di ALEXANDRA FIRA

Si gioca tutta sui grigi questo scatto, dove la delicatezza dei lineamenti della donna si raccorda con la delicatezza del tulle che forma quasi una corolla attorno al corpo. Anche lo sfondo rivela sfumature su grigi chiarissimi in armonia con tutto il resto, anche con l’espressione tra il malinconico e lo stupito della ragazza.

Fotografia di DIEGO BACCANI

" Ma che emozione questa immagine che rivela come la natura sappia creare strutture bellissime, come delle moderne architetture sottili ed elastiche. La composizione sembra creata d un artista invece che dall’operosità di un ragno. Sapiente la luce che ne svela i segreti."

Fotografia di PAOLO LANDRISCINA

"Villa Borghese - Roma Certamente adatta ad un manifesto questa foto con vista dal cancello metallico. Il soggetto è bellissimo, e questo certo facilita le cose, ma il taglio perfetto, il contrasto di luce/ombra, il rigore dello scatto, la rendono degna di un capolavoro."

Fotografia di RUCSANDRA CALIN

"Quando ho visto questa foto, ho pensato al “sentimento della natura” dei pittori francesi della scuola di Barbizon, un sentimento che emerge dalla frequentazione del luogo, dall’immersione vera in questa natura dai colori caldi e dalle linee morbide. Natura vegetale, animale, cielo, terra sono in perfetto equilibrio e “parlano” all’osservatore con il linguaggio dell’armonia ….

Fotografia di FRANCESCO CAMPANILE

"Un contrasto tra antico e moderno, tra immobile e veloce, tra la tendenza a salire e quella a rimanere a terra… Un contrasto che è nella vita di tutti noi, eppure è così interessante su un reticolo regolare, la diagonale del treno crea quel senso dinamico che quasi ci accompagna nel viaggio…"

Fotografia di TIZIANA RUGGIERO

Molto coinvolgente questo scatto di Tiziana Ruggiero che propone una visione di moltissimi piani, il primissimo, quello della barca che la luce violenta spezza a metà, quello di mezzo in controluce, quello della riva, quello dell’acqua, e lontanissima la lingua di terra con le abitazioni… Il tutto sotto un cielo ridotto ad una lingua rosata che genera la profondità.

FOTOGRAFIA DI EMANUELE DAVI

"Poche immagini di particolari dell’urbanizzazione sono così suggestive; questa è una di quelle, dove il disegno preciso, curato dall’artigiano che aveva realizzato la porta contrasta con gli scarabocchi, di vari tempi e di vari colori realizzati dai passanti, che hanno così lasciato traccia di sé…La proporzione tra le due parti è perfettamente armonica, come sembrano intonati i colori delle scritte che il caso ha voluto si ritrovassero assieme. Come dice Pollok: il caso è una importante componente della vita."

Fotografia di TIZIANA RUGGIERO

"Certo è la luce del sud che splende in questo scatto, dove l’acqua calma e appena vibrante rispecchia la luce e la irradia su tutta la scena . Il colore diviene una rivelazione: lo stesso blu che si trova nei quadri di Vermeeer, a riprova che il mondo del sud e quello del sud non sono poi così lontani …"

FOTOGRAFIA DI EMANUELE DAVI

"Perfetto il taglio. La linea d’orizzonte non riesce a dividere la terra dal cielo, certo questo è uno spettacolo della natura, ma la scelta dell’inquadratura è degna di un artista che pennella con colori tenui lo spettacolo naturale. I colori freddi contribuiscono a dare un senso quasi misterioso a tutto la scena che ricorda i dipinti dei pittori romantici tedeschi."

FOTOGRAFIA DI RENATO SANTICCHIA

"Ombre proprie e ombre portate, in una geometria perfetta e coinvolgente, dove la misura dell’architettura è data dalla figurina sullo sfondo. Bianco e nero, la luce tagliente, una infinita varietà di grigi…."

Fotografia di MARCA BARONE

Il vaso di violette... Che c'è di più primaverile... Eppure in questa foto tutto sembra autunnale, smorzato, quasi notturno. La luce sapiente che colpisce il soggetto scivola con malinconia in tutta la superficie creando un'atmosfera quasi irreale.

FOTOGRAFIA DI VANESSA RICCOBALDI

"Lo scatto di Riccobaldi ci propone un’immagine cittadina tra una fila di abitazioni, una fila di alberi e una fila di auto. Una scena soffusa , resa tale dalla scarsa definizione che crea un mondo naturale e non immerso come in fluido che fa vagare il pensiero alla ricerca di una umanità che non c’è. È la non presenza dell’uomo che genera questa sensazione quasi metafisica…"

FOTOGRAFIA DI PIERO BOSCO

"Le linee orizzontali sulla sabbia creano un magnifico grafismo che lo scatto di Piero Bosco coglie con grande magia. In una gradazione che si avvia verso la luce il piccolo abitante della spiaggia sembra contemplare l’infinito; e le sue impronte stanno a testimoniare il suo concreto.. passaggio. La natura disegna il suo paesaggio e lo scatto del bravo fotografo sa catturarlo…"

FOTOGRAFIA DI CLAUDIA BATISTA

"Potrei definirla minimalista questa immagine. I colori accesi della barca, ritagliata su un cielo quasi surreale, contrastano con l’atmosfera intorno e i riflessi della stessa sull’acqua. Il taglio è sapiente, sia in orizzontale che in verticale e l’immagine essenziale producono una grande armonia da sezione aurea…"

FOTOGRAFIA DI JENNIFER GERST

"Dall’aria surreale, questa immagine che evoca fantasiosi viaggi nell’inconscio. Le porte che galleggiano (in piedi) sull’acqua fanno pensare a passaggi misteriosi come le scelte della vita, tra le montagne e la costa irta si vedono i gabbiani che aleggiano in alto , sembra voler addolcire questo evento, ma sembrano più minacciosi che sereni

FOTOGRAFIA DI RUCSANDRA CALIN

"Mi ricorda i dipinti di Constable questa immagine, dove la natura evoca un mondo di serenità e di dolcezza.
Se non fosse per il cavallo in primo piano sembrerebbe un paesaggio quasi fantastico, dove il tempo si è fermato…"

fotografia di UCCIO CONTE

"Molto interessante questo scatto, interessante il punto di vista rialzato e centralissimo, dove le geometrie dell'architettura contrastano con la dinamicità delle persone . Un pezzo di vita di città dove le persone si incontrano senza mai guardarsi.."

Fotografia di PAOLO LANDRISCINA

"Se è vero che la fotografia è osservazione, qui ne abbiamo la prova. L’osservazione degli oggetti, anche i più semplici e umili, diventano l’occasione per raccontare tutto un mondo che è molto di più del particolare stesso; un mondo che parla dell’uso dell’oggetto in questione, ma anche un’immagine di forme e colori che si sono venuti a creare al di là della volontà umana."

Fotografia di ANDREA ROSSATO

"Interessanti questi manichini che evocano nei miei ricordi quelli di un grande artista: De Chirico, e come nelle pitture di De Chirico, qui si assiste alla stessa sensazione di spaesamento, come se si trattasse di abitanti alieni di un paese altro… ma nello stesso tempo richiamano le forme umane e quindi la nostra condizione di umani che percorrono un cammino in gruppo, ma dove ognuno rimane avvolto nel suo isolamento. Un perfetto esempio del mondo dell’incomunicabilità in cui viviamo…"

Fotografia di GRAZIA SCIALPI

"Come non pensare a Monet guardando questo scatto, è facile capire perché Monet fosse affascinato dai campi di papaveri, c’è un mondo di colore e di “movimento” che non trova uguali. Gradevole il taglio che offre largo spazio alla terra e al disegno che della terra ha realizzato l’uomo. Un mondo sereno dove le fatiche del contadino non si notano, ma si notano i risultati che danno un senso di accoglienza."

Fotografia di ALAIN LICARI

"Un bellissimo contrasto tra immagine tridimensionale, quella della figura seduta, e l’immagine bidimensionale (dell’ombra); il tutto inserito in una tessitura formata dalla pavimentazione irregolare che fa da legante tra le due immagini. Uno scatto che rivela acuta attenzione e senso della proporzione."

fotografia di CLAUDIA BATISTA

"interessante questa vera e propria opera d’arte, un esempio di pop- art, certamente casuale, ma non priva di una sua valenza estetica, la luce perfetta valorizza i colori e le scabrature della superficie che si graffia, si interrompe, si solleva creando effetti da vera pittura."

Fotografia DI IVANO MERCANZIN

"Molto interessante questo scatto che propone il contrasto tra le linee pulitissime dell’architettura e le forme disordinate delle macerie, un insieme di contrasti, luce-ombra, liscio-ruvido, caldo-freddo, vuoto pieno, quasi una metafora della vita."

fotografia di LUCIAN OLTENU

"Come un bombardamento di luce, così lo scatto di Lucian propone tutte le gamme dalla luce abbagliante al buoi profondo. Interessante come questi raggi di luce disegnino, in un sottile grafismo, altre superfici sull’edificio stesso, per creare così nuove forme e nuove immagini. La fotografia non è solo testimonianza, ma anche creazione."

FOTOGRAFIA DI TIZIANA RUGGIERO

Magrittiana questa immagine che evoca la riflessione sulle molteplici personalità che tutti viviamo. Interessante la luce che colpisce violentemente e che genera ombre altrettanto forti. Anche la composizione è interessante con la doppia diagonale che crea un equilibrio non statico

Fotografia di GIOVANNI CASSARA'

"Perfetto il taglio di questa visione che propone una prospettiva centrale , tra colori caldi nella parte bassa e quelli freddi della parte alta, dove le nubi alleggeriscono questa parvenza d'infinito."

Fotografia di PIERO IMPERIALE

Quando il buio rivela la luce… è il caso di questa foto che appare interessante proprio per il forte contrasto chiaro-scuro, dove lo scuro è più ampio del chiaro, ma ecco che basta poca luce per illuminare il tutto… Il segreto della fotografia…

FOTOGRAFIA DI TIZIANA RUGGIERO

Bello il taglio orizzontale che concede alla parte dell'acqua di primeggiare nella composizione, la visione dell'acqua liscia contrasta appena con il tumulto delle nubi, eppure l'uno è il riflesso dell'altro. La natura regala visioni e questa foto regala magie...

FOTOGRAFIA DI ANTONIO DE LA ORDEN

Interessante questo scatto dove l’ombra proiettata sul pavimento stradale diventa più imponente della figura stessa , tanto che il taglio sembrerebbe sproporzionato, ma acquista invece una dinamicità straordinaria.

FOTOGRAFIA DI PAOLA MISCHIATTI

"Delicata, quasi evanescente questa immagine basata su tonalità chiarissime ed ombre poco profonde, la composizione spostata a destra genera una forte dinamica che “spinge” il soggetto quasi fuori dal campo visivo... quasi tende poeticamente a dileguarsi."

FOTOGRAFIA DI FRANCESCO GELATI

"Una sensibilità romantica emerge da questo scatto che mi ricorda alcuni quadri di Friedrich, dove emerge questo sentimento della natura . Penetrante luminosità e atmosfere che evocano particolari ore del giorno caratterizzano questo scatto."

FOTOGRAFIA DI MILAD SAFABAKHSH

Interessante il gioco di riflessi generato dall'acqua, dove la luce crea effetti moirè vivaci e decorativi. Il bianco e nero valorizza questa immagine appena colorata dalla nota sull'occhiale.

FOTOGRAFIA DI ENRICO FACCHETTI

Uno scatto di contrasti: contrasti di bianco e nero, contrasto di buio e luce, contrasto di grande e piccolo, contrasto di superfici, contrasto di spazi verticali ed orizzontali. Tutto un equilibrio che deriva dai contrasti.

FOTOGRAFIA DI TIZIANA RUGGIERO

"Il particolare per il tutto, si tratta della sineddoche, un procedimento linguistico espressivo che in questo scatto assume particolare efficacia. Essenziale anche lo sfondo nerissimo che fa rimbalzare l'immagine."

Fotografia di RUSLAN BOLGOV

L' immagine, nella sua risoluzione senza ombre data dalla fortissima luce, propone una visione quasi asettica, dove le dolci curve chiarissime contrastano con lo sfondo scurissimo generando una sensazione di forte impatto emotivo che richiama alla mente le visioni delle rielaborazioni dadaiste.

Fotografia di ARNAUD BATHIARD

La natura è sicuramente un grande spettacolo, l'occhio del fotografo, come quello dell'artista, sceglie un angolo di questa ed in questa scelta ci sta la composizione, il taglio, la luce. In questo scatto la natura che sembra inanimata appare animata da una aura brumosa e quasi spettrale, viva eppure dormiente. Predomina una tonalità fredda in sostituzione del colore, perciò più riservata e meno violenta; ci appare un mondo "altro" che è nascosto dentro di noi.

fotografia di RUDOLF BARANOVIC

L'uomo, con quello che egli stesso ha costruito, inventato, l'uomo soggetto attivo e passivo in questo scatto che racchiude in sé tutto un mondo. Uno scompartimento, una figura che guarda al di là del vetro, riflessi di interni e di esterni in una composizione impeccabile che esalta l'unicità del quotidiano.

Fotografia di MICHELE CUCINIELLO

Come disse Caspar David Friedrich: "è necessario chiudere l'occhio fisso perchè tu possa vedere l'immagine con l'occhio dello spirito". Lo scatto di Cuciniello estrae la forza poetica dal paesaggio, nella contemplazione del silenzio e della solitudine, pregno di un sottile senso di mistero e di romanticismo; l'occhio non sa trovare un oggetto qualunque dove soffermarsi; la piccola figura accresce il senso di vuoto che rende più forte il contrasto tra la finitezza umana e l'infinità della natura.

Interessante la foto di Salvo de Rosa che propone una facciata che sembra un inno alla serialità dove il succedersi in fila e per più piani delle finestre crea un gioco di forme che sarebbe piaciuto ad Andy Warhol. Interessante non solo il gioco dei chiaro-scuri, ma anche del colore che dona all'immagine un'atmosfera soffusa e quasi, pur nell'estrema sua razionalità, misteriosa; atmosfera accentuata dalle sagome al primo piano che richiamano alla mente spazi e forme artistiche lontane.

Fotografia di FRANCESCO FALCONE

Come nella più genuina pittura romantica, così questa fotografia di Francesco Falcone rappresenta un “ritorno alla natura”, un atteggiamento di umile adesione di fronte al paesaggio come avviene nella pittura di Corot, con una sincerità di ispirazione che anticipa la pittura impressionista, e come dirà lui stesso: “il bello dell'arte è la verità bagnata nell'impressione che abbiamo ricevuto di fronte alla natura” E come nella pittura di Corot, il paesaggio appare vivo dove gli alberi, il prato la casa, gli uccelli in cielo si mostrano con colori e forme quasi autunnali, in un'atmosfera ovattata dalla leggera bruma che ci dà la sensazione di camminarci dentro e di respirare quest'aria un po' umida. Uno scatto che ben si accosta alla pittura.

fotografia di PAOLO CIRMIA

la prospettiva della composizione rigorosamente centrale e la perfetta linea dell'orizzonte, ben si oppongono alla disposizione libera dei rami e degli arbusti sparsi nella scena; Le grosse sagome delle nuvole, illuminate dai raggi solari, sembrano avanzare verso l'osservatore e mettono in evidenza il dolce profilo delle montagne lontanissime sopra la linea dell'orizzonte. Anche il colore gioca al contrasto sulle tonalità fredde del paesaggio e quelle calde del molo che si protende sull'acqua. Uno scatto che crea un'immersione nella natura che appare in tutto il suo mistero soprattutto accostata alle opere dell'uomo che dialoga con essa come in una perfetta opera rinascimentale.

Fotografia di ASEF AZIMAIE

Questo scatto ci conduce in un mondo luminosissimo.
Bianco su bianco, il massimo dell'essenzialità, in uno spazio dolcissimo e freddo dove le tonalità di bianco campeggiano, un albero solitario contrasta con la sua massa scura nella composizione. Tenui grafismi si stagliano qua e là nello spazio quasi a dipingere un paesaggio di fiaba. Mi vengono in mente le pitture di Josef Albers che sosteneva che bisogna “imparare a vedere” cosa che sembra facile, sosteneva l'importanza della percezione visiva e dei problemi ad essa connessi, è l'importanza di sviluppare la sensibilità per il colore. Il suo metodo si fonda sulla percezione diretta e sull'esperienza che dimostrano gli effetti illusori dati dai colori e la loro relatività. Questa foto, secondo me, potrebbe essere il punto di partenza figurativo per arrivare alle composizioni astratte di Albers.



Fotografia di SERGIO SALAMINI

Questo scatto di Sergio Salamini è un inno alla natura e all'uomo insieme, anche se la figura umana non vi appare, ci sono le sue opere come la staccionata e i gradini che scendono verso l'acqua. La stessa staccionata forma una specie di sipario nei confronti dell'osservatore e, nel contempo di guida, allo sguardo che viene proiettato in lontananza verso una profondità del paesaggio che riusciamo ad intuire ed immaginare. L'acqua che come uno specchio rimanda l'immagine rovesciata degli alberi e del cielo diventa un elemento equilibratore nei confronti della fuga della staccionata stessa. Un bello scatto che mi ricorda le opere dei pittori romantici inglesi che vedono nella natura un mondo che avvicina l'uomo alla spiritualità. I pittori a cui mi riferisco sono Turner e Constable che furono fondalmentalmente pittori di paesaggio dove Constable assume il paesaggio come luogo spaziotemporale di cuoi osserva l'infinita irripetibilità, Turner coglie nella natura il fatto luminoso, il dato atmosferico che trascende gli elementi materiali.

Fotografia di ROBERTO CANZIANI
Questa immagine ci introduce in un mondo della natura che sembra creato da un pittore. Gli scogli in primo piano sembrano far da spalla al grafismo degli arbusti che si stagliano in primo piano e verso il fondo. La bruma che pervade l'immagine crea un senso di profondità e di mistero che rivela e nasconde al tempo stesso il paesaggio. Come nelle pitture di Friedrich, il più grande artista romantico tedesco, ci si chiede qual è questa realtà: è acqua o pianura? É alba o tramonto?
E così si esprime una coscienza più acuta della solitudine e del mistero tragico della natura.

Fotografia di MARCO MEMOLI

Lo scatto di Marco Memoli mi fa venire in mente le invenzioni di Jan Van Eyck nel dipinto dei coniugi Arnolfini, dove dietro alle spalle dei coniugi, appunto si trova uno specchio convesso che permette all'artista di inserire nella tela anche quello che sta “al di qua” inserendo così anche la presenza dell'artista nella composizione. Allo stesso modo il fotografo appare inserito nella lampadina che appoggiata sulla sabbia e colpita dalla luce solare riflette forme e colori che fanno pensare ad un paesaggio incantato.

Fotografia di RENZO BAGGIANI

Mi piace molto questa composizione a “triangolo” generata dai tre ragazzini che giocano a pallone. Mi ha colpito la scena ma soprattutto la “non scena”, mi spiego meglio: se facessimo lo sforzo di non ri-conoscere i soggetti, se provassimo a vederli come semplici macchie di colore (comprese le ombre) potremmo riconoscere alcune composizioni astratte di Kandinsky. Le superfici, i punti, le linee sono di per sè significanti al di là di quello che rappresentano. Proprio Kandinsky sosteneva che la “figuratività” nuoceva ai suoi quadri, intendendo il fatto che gli elementi della composizione non derivano più dalla “copia” della realtà.
C'è chi sostiene che l'astrattismo voglia esprimere contenuti e significati, senza prendere in prestito nulla dalle immagini già esistenti intorno a noi, io credo invece che proprio le immagini intorno a noi diventano altro da sé, cioè segni, che come nella musica o nella scrittura diventano “astrazione” capace di comunicare.
I.I.

Fotografia di ANNE POUCHELLE

In questo scatto ricco di colore, entriamo visivamente attraverso le tavole abbandonate sulla spiaggia, che con le loro linee inclinate ci guidano verso le onde costituite da linee parallele frammiste a spumeggianti gocce che diramano tutta la loro luce.
Questa immagine mi fa venire in mente un pittore olandese, Karel Appel, in cui  la pittura realizza un espressionismo spontaneo con caratteristiche astratte e rappresenta una svolta nella più formale arte europea del tempo (siamo alla metà degli anni '50). La superficie della tela, come in questa immagine, trascrive il fantastico e il favoloso che è dentro di noi e giunge ad una specie di “tachisme” dove i colori esplodono in gioiosa armonia.

Fotografia di ANNE POUCHELLE

Ognuno ha una sua idea quando pensa all'acqua del mare, chi la vede placida, chi in tempesta chi tra gli scogli... Io quando penso all'acqua penso alle onde, o meglio all' ”onda” di Hokusai in realtà una delle tante vedute del Monte Fuji", meglio conosciuta come La grande onda a largo di Kanagawa , dove una potente, energica, massa d'acqua spumeggiante congelata nella perfezione dell'istante che precede il suo tragico abbattersi su un gruppo piccole imbarcazioni. In questo scatto il senso di tragedia non c'è poiché non ci sono imbarcazioni, ma rimane un senso di energia profonda, di forza della natura che sa trasformare, nel senso di cambiare forma, la voluta della massa dell'acqua in tanti frammenti che sembrano cristalli di luce.

Fotografia di EMANUELE DAVI

Sembra un soggetto semplice, quello della natura morta, ma semplice non è. In questo scatto di Emanuele c'è il senso della composizione, della relazione tra gli oggetti, questi sì semplici, ma disposti con cura, alcuni in primo, altri in secondo piano; davanti - quasi a fare da intermediario tra l'immagine e l'osservatore- una coperta dal tessuto morbido e gonfio, in contrasto con la lucida superficie delle bottiglie che reagiscono ognuna in modo diverso alla luce. Mi ricorda, questa composizione, le opere dei pittori fiamminghi che privilegiavano questi soggetti proprio per sottolineare il valore e la funzione degli interni rispetto agli esterni, dove la luce artificiale rende vivi questi oggetti a torto chiamati “nature morte”

Fotografia di GREGORIO TOMMASEO

Interessante questo scatto che mi fa andare con la mente alle pitture di De Pisis, un pittore dove la realtà non vale in quanto tale, ma a seconda delle suggestioni che essa stessa suggerisce. Ed ecco che le immagini si fanno sfuggenti, indefinite, cariche di mistero e di velata gioia. Con il suo pennello crea forme, come in questa immagine, capaci di raccontare con immediatezza quello che accade nel momento dell'incontro-scontro tra la sensibilità dell'artista e l'emozione che gli procurano le cose, anche le più semplici e più umili. Tutto è tratteggiato con pennellate lievi vibranti, luminose, in apparenza fragili, ma in realtà colme di significati.

Fotografia di TIZIANA RUGGIERO

La luce chiara percorre la superficie del nudo modellando con tenui chiaroscuri il corpo della ragazza; due i contrasti: uno di chiaro/scuro della pelle e dei capelli, l'altro di superfici dove la rugosità del tronco contrasta con la sericità della superficie del corpo e del viso. La linea inclinata del tronco si oppone al movimento della figura per formare un chiasmo molto interessante.
Mi ricorda le opere di Botticelli il principale fautore del recupero del nudo femminile dopo il lungo periodo di moralismo medioevale che, ha ridato alla figura di Venere l'esemplarità di massimo modello di virtù ed esaltazione mistica, Veneri che simboleggiano ciò che ogni donna ha in sé: una parte terrena ed una divina.

Fotografia di ROBERTO PAGLIANTI

Linee orizzontali di infinite gradazioni di blu , intervallate da zigzaganti spruzzi di onde, percorrono questa foto che potrebbe tranquillamente essere una composizione astratta di Kandinsky o di Klee, che utilizzano la geometria che gareggia con la natura, una natura che non conosce (se non in rari casi) la linea retta e che pure le forze dell'acqua genera e sfalda allo stesso tempo. Come è importante l'occhio del fotografo che sa cogliere questi avvenimenti e li sa inquadrare al punto da creare una composizione a sè stante dove l'energia latente si sprigiona qua e là con estrema grazia.

Fotografia di RENZO BAGGIANI

Mi ricorda un dipinto di Giovanni Segantini, "Ave Maria a trasbordo", Il trasbordo è quello di una famiglia di pastori, padre, madre e figlioletto, e del loro piccolo gregge di pecore, da una riva all'altra del lago, ma qui non ci sono animali, ma solo persone; come nell'opera di Segantini sono simili gli aspetti fondamentali: la luce e il legame tra l'uomo e la natura. Il fascino di questo scatto è reso proprio dall’intensità naturale della luce che amplifica il senso di pace della scena, la sua atmosfera sospesa.
Il sole è appena calato all'orizzonte, ma la sua luce irradia l'acqua che si increspa di mille sfumature rimandandoci le barche e i suoi personaggi in controluce.
Grande armonia della natura: la luce dorata del tramonto si rispecchia perfettamente nelle acque tranquille. Non c’è vento, l’aria è perfettamente immobile; solo il gesto dei rematori che idealmente si congiungono nel prolungamento del lungo remo

Fotografia di EMANUELE DAVI

La luce, piena e forte, in questo scatto si divide in piccolissimi frammenti filtrata dai rami, dalle gabbie, dalla vegetazione e dai vari riflessi. Colpisce questa immagine perfetta nella equilibratissima composizione che moltiplica i riflessi accentuati dal bianco e nero. La figura risalta in tutta la sua espressività e dona un senso di profondità in un contesto quasi macchiaiolo dove i piccoli tocchi di luce appaiono brillare e fondersi nell'insieme. Mi ricorda le opere di Giovanni Segantini dipinte sulle Alpi, anche se qui il contesto geografico è molto diverso e se ne percepisce l'atmosfera rarefatta e la solida struttura geometrica. Direi che il tema della foto, come in Segantini non è semplicemente agreste, ma si arricchisce con il senso della ineludibilità della sorte che i luoghi e la durezza della vita hanno imposto a queste persone.

Fotografia di LUCIO FERRI

Questo scatto racchiude in sé moltissimi degli elementi che fanno di una fotografia una “bella fotografia”: la composizione, calibrata, misurata che dà stabilità alla scena: la luce che si genera dall'orizzonte e si espande in tutte le direzioni: il colore che modulato quasi da acquerello nel cielo, si propone poi come pieno di forza, quasi violento nella energia prorompente del mare che arriva fino a noi che fruiamo dell'opera; il contrasto tra la costa a sinistra scura e massiccia contro le diverse fluidità del mare. Questa energia in potenza all'orizzonte si trasmette fino al nostro sguardo rendendoci partecipi dello spettacolo della natura.

FOTOGRAFIA DI PAOLO CIRMIA

Sembra una allegoria del tempo questa foto, il tempo raffigurato dalla clessidra la cui sabbia all’interno inesorabilmente scorre… Scorre fino alla fine del tempo, appunto, dove il teschio mi ricorda il “memento mori” che in tante opere del Cinque/Seicento viene rappresentato come monito alla condizione umana. L’inserimento del manichino dona alla composizione un aspetto interessante poiché sconvolge le proporzioni che abbiamo acquisito nel corso della nostra esperienza e che sono fissate nella mente in modo indelebile.
Non ci vedo paura della caducità della condizione dell’uomo, ma un invito a riflettere, quasi fosse un inno alla vita, sul binomio indissolubile dell’essere umano: non ci può essere vita senza morte e viceversa;vedo piuttosto un sereno accostamento all’idea di ciò che concluderà il ciclo vitale, in simbiosi col trascorrere della natura che batte il ritmo del tempo che tutto consuma.

Fotografia di EMANUELE DAVI

Questa fotografia è lo spunto che ci fa ragionare sulla bellezza. Che cos'è la bellezza? Quante sarebbero le risposte a questa domanda, tantissime; eppure di fronte a questa immagine non ci poniamo questa domanda perchè la vediamo “bella” e tanto ci basta. Gli ornamenti di questa donna sui capelli e sul collo (sono quelli che vediamo, dati dal sapiente taglio del fotografo) non aumentano il grado di bellezza, ma creano quelle condizioni di colore e di curiosità che fanno aumentare il nostro interesse per il soggetto. Il colore non manca ad accentuare questo aspetto e lo sfondo butta “in avanti” la figura prepotentemente verso il fruitore.
I.I.

FOTOGRAFIA DI ROBERTO BURCHI

La natura ci fa omaggio di infinite linee curve sia nella figura umana e animale che nella flora che in vari ambienti e latitudini si esprime in tutta la sua bellezza. Di bellezza quindi è il caso di parlare anche per questa foto dove si ritrovano nelle curve sinuose delle dune quasi delle forme antropomorfe capaci di risvegliare in noi riguardanti varie sensazioni, prima di tutto la riflessione di quanto somiglino le forme umane a quelle di certi ambienti naturali e quanto noi stessi siamo parte di quella che più semplicemente chiamiamo “natura”. Luci ed ombre si alternano in un perfetto equilibrio rendendo alle superfici morbidezza e volume

Fotografia di GLORIA MUSA

Morbide curve scolpite dalla luce in un taglio compositivo che fa risaltare le forme delle figure in modo assai gradevole. Come non pensare alle sculture di Alberto Viani che sanno evocare senza rivelare, che spingono al massimo delle possibilità le sue linee fino a rivelare creature primordiali. Le forme appaiono stilizzate ascetiche, i profili si rivelano morbidi e flessuosi, sinuosi e assolutamente sensuali nel loro moto ondoso che insegue le curve.
L'immagine può diventare il simbolo della vita, ma anche ideale estetico della bellezza corporea.

Fotografia di SALVO ESSE

come nel più studiato esempio di packaging, i pesci sono sistemati nella cassetta in modo perfetto, soltanto uno è posto di “piatto” e questo scarto crea la vera composizione. Interessante la perfetta luce che indaga ogni particolare e soprattutto la visione “da sopra” che rende il soggetto ancor più interessante estrapolato com'è dal contesto in cui si trovava. Una vera creazione da designer.

Fotografia di MICHELE CUCCINIELLO

Semplici frutti e foglie disposti su un tavolo di fortuna, colpiti dalla luce che ne rivela forme e colori, colori caldi autunnali che mi fanno pensare alle pitture fiamminghe in particolare alle opere di Jan Brueghel che dipinge le sue nature morte dimostrando il legame intrinseco tra la popolazione dei Paesi bassi e le scienze naturali, assieme all'interesse suscitato dalla botanica e dall'orticoltura a partire dall' XVI secolo.
Questo senso di indagine sulla natura si ritrova anche qui in questo scatto dove l'accuratezza degli elementi si unisce ad una dolcissima vena poetica.

Fotografia di COSIMO ANTITOMASO

Questo scatto molto equilibrato ci introduce in un brano di natura che appare quasi innaturale, i rami che si protendono in questi numerosi grovigli si espandono sia nell'acqua che nel cielo.
L'immagine della stagione dove la natura si riposa, ma esplode in tutta la sua spettralità. Il bianco e nero esalta questo senso del mistero e la luce che proviene dal fondo spara in avanti i tronchi attorcigliati. Difficile non pensare alle composizioni dei pittori romantici tedeschi; il cuore e lo sguardo si aprono allo stesso incanto e va oltre la vista, si fa largo tra i pensieri evocando quello che è più profondo in noi

Fotografia di IVANO MERCANZIN

Quanto mi affascina l'atmosfera rarefatta che in questa stagione pervade Venezia, quanto mi affascina questa foto che racconta un brano di vita semplice e vero dove le due figure si stagliano sullo sfondo del pavè, dell'acqua e del cielo. Molto elegante l'impostazione verticale sottolineata dal lampione che svetta solitario quasi in sintonia con la ragazza che porta a passeggio il cane. Anche il gabbiano segue i loro passi come ad indicare il cammino su un percorso veneziano non invaso dai turisti. Tutti questi toni di grigio sembrano accompagnare le riflessioni della ragazza che cammina volgendo lo sguardo verso il basso.

Fotografia di GORAN KALANJ

Severa, misteriosa, maestosa ed elegante questa scura chiesa che si snoda tra campate di basse arcate appoggiate su possenti pilastri che ne risaltano la forza massiccia. La luce rivela le decorazioni e le pitture delle crociere e sul fondo si riconosce una iconostasi in ombra. Il tutto si riflette sul pavimento decorato a geometrie, lucidissimo che rimanda la luce che proviene dall'alto. Un luogo per meditare, una luce per meditare, dei colori per meditare, assieme ad una maestria di sentirsi riparati e al sicuro.

fotografia di SILVANO RUFFINI

Nero su nero, delicato eppur deciso l'accostamento dei toni sul nero dove la luce definisce nettamente il profilo, la mano e il velo della donna dove si illuminano i bordi. La composizione e l'equilibrio è degna di un'opera classica, si percepisce la calma e l'armonia pur nel contrasto del nero che si esalta con i tocchi di luce che quasi annullano lo sfondo della stessa sostanza del busto della ragazza.

Fotografia di EMANUELE DAVI

Uno scatto con così tante tonalità di grigi che fanno pensare ad altrettanti colori; ma mi colpiscono soprattutto le texture che pervadono la composizione. Molto interessante la luce che disegna una curva a sottolineare la strada che si snoda in profondità; la stessa luce, più intensa nello sfondo, manda in avanti il vero soggetto della scena: la ragazza con un bambino in una culla portatile. Bellissimi i particolari e di nuovo i materiali diversi che evidenziano altrettante texture, che pur nella loro semplicità valorizzano tutto l'insieme. Un grande scatto, capace di cogliere le espressioni che racconta come il senso materno sia uguale in tutte le latitudini.

Fotografia di RAFFAELE BALLIRANO

Colori caldi in basso, colori freddi in alto, divisi da una stradina dove si incammina l'uomo, il tutto genera un'armonia di gamme cromatiche che si esaltano a vicenda. La direzione dell'uomo che cammina verso il fondo è sottolineata dal bastone che segue la sua inclinazione. Tra i rami del boschetto filtra una luce che ci obbliga a guardare in basso dove le foglie cadute creano un vibrare di tonalità tra i rossi, aranciati, ocra e gialli. Quanta sensazione di pace in questo scatto.

Fotografia di TIZIANA RUGGIERO

Calibrata la composizione di questa immagine rigorosa e armoniosa che si struttura su linee ortogonali che mi ricorda i quadri di Mondrian, quadri costruiti con una trama di linee orizzontali e verticali in sé struttura di un ordine universale . Ma qui qui c'è anche il soggetto, un soggetto che parla da solo che si rivolge direttamente all'osservatore, in uno spazio inondato dalla luce dove le moltissime gamme di grigi sostituiscono i colori. Interessante il mobile alle spalle della ragazza che con il riquadro della finestra incornicia la trama aggiungendo i pieni e i vuoti sulla parete. Come in Mondrian, si nota l'interesse per la forma pura significante al massimo ordine e chiarezza, conciliando istanze razionali e simboliche

Fotografia di ERMINIO VANZAN
Ecco uno scatto che ci lascia perplessi, per prima cosa le due figure sono ritratte di spalle e non in primissimo piano: sono avvolte dalla nebbia che lascia le sagome e i contorni indecisi, non vediamo il luogo, né l'orizzonte, né si distingue il cielo dalla terra, cosa c'è a destra e cosa a sinistra. Tutto questo ci trova spiazzati ed è proprio questo disagio che crea il profondo legame con l'immagine, una immagine che ci attrae per la sua indefinitezza per il nostro perdersi in essa come nei quadri dei pittori romantici inglesi.

Fotografia di GIORGIO ZEDDA

Quanta poesia in un ramo fiorito e quanta dolcezza nella scatto del fotografo che sceglie questa immagine protesa quasi in orizzontale dove i petali bianchi dei fiori si accostano con armonia ai boccioli rosati e contrastano con il ramo scurissimo dell'albero. Il tutto si protende da uno sfondo velato dove i colori più freddi creano profondità che valorizza l'immagine fino a farla esaltare verso l'osservatore. Mi ricorda un analogo soggetto dipinto da Vincent Van Gogh carico di altrettanta poesia.

Fotografia di MARCO MENCAGLIA

La composizione è giocata su piani orizzontali dove si staglia la distesa d'acqua, la lingua di terra, le dolci colline e infine la striscia del cielo. A far da cardine la teoria di pali conficcati disordinatamente nell'acqua che “rompono” la lucentezza della superficie liquida dove si specchia la riva frondosa dando profondità a tutto il paesaggio. Il leggero tremolio dei riflessi dona una sensazione di quasi evanescenza come se il tutto fosse senza peso, senza tempo, senza la frenesia a cui siamo purtroppo abituati.

Fotografia di Paolo Croci

La perfetta geometria dell'edificio si staglia con straordinaria comunione contro la sagoma dell'albero che mostra i suoi boccioli fioriti. Contrasto di linee rette e curve, contrasto di colori, contrasto di luce e ombra , contrasto di superfici, il tutto in perfetta armonia, impossibile per me non pensare alle composizioni di Magritte in questa nitidezza di colore e di forme.  uno sguardo molto lucido e sveglio sulla realtà, dove non trovano spazio né il sogno né le pulsioni inconsce. Si percepisce qui il desiderio di "sentire il silenzio del mondo"

fotografia di ANGELA CARRO
Un gruppo di bambini birmani, sereni, festosi , con gli occhi pieni di luce. Una scena illuminata da una luce diffusa che rivela i colori, le ombre e la dinamicità dello scatto. Il bimbo in centro sembra quasi un perno su cui turbinano tutti gli altri, quello in primissimo piano risulta in movimento e per questo è un po' sfocato, così i bimbi in ultimo piano che formano con il loro movimento un ambiente dinamico e vivacissimo.
Iris Iride

OPERA DI RIFERIMENTO:

angela carro

Fotografia di PIERO BOSCO

Tra il bianco e il nero una gamma di grigi caratterizza questo scatto che mi ricorda i primi manifesti pubblicitari del primo '900. Il profilo delineato da una linea netta fa emergere la figura dallo sfondo che appare indefinito e dà l'illusione della lontananza. Così il nero della carnagione esplode a avanza verso l'osservatore. Il contrasto chiaroscurale è netto e annulla quasi il rilievo del volto che prende corpo dalla luce che arriva da destra. Interessante l'effetto dinamico dell'immagine ottenuta dalla posizione inclinata.
Iris Iride

Fotografia di CHIARA LANA

Quasi una Venere di fronte ad un davanzale che si apre su un paesaggio indefinito in modo da far concentrare l'attenzione sul soggetto stesso. Un soggetto dove la luce, accentuata dal bianco e nero, scivola con grazia per rivelarne la pelle diafana e le forme non scevre di una forte sensualità . Anche le tende, scostate ai lati focalizzano lo sguardo sulla donna che si rivela dinnanzi ad un parapetto delimitato da una ringhiera in ferro battuto che ripropone le linee sinuose della figura.
Iris Iride

Fotografia di SONIA ESSE CIAFFARDINI

Quanta magia in questo scatto dove la natura disegna linee forme, segni, di una varietà straordinaria. I segni grafici sembrano astrazioni ottenendo il massimo rendimento con i contrasti di chiaro-scuro distribuiti in varie aree dall'andamento, ora rigido, ora modulato, a creare spazi e profondità infinite, ora piatti, ora profondi, rivelando tonalità luminose e forme quasi irreali. Il segno diviene qui rappresentazione estrema dello spirito.
Iris Iride

Arianna Crivelli
La composizione, magistralmente composta, si rivela per linee: la linea dell'orizzonte edificato , dove le finestre fanno scorgere le abitazioni illuminate, la linea curva degli scogli, la linea che delimita la sagoma scura della barca, la cui vigorosa ombra raddoppia la stessa forma, la linea appena percettibile che separa le due tonalità calda e fredda del cielo. La luce del tramonto rischiara una piatta , dolce marina, appena pervasa dal fremito dell'acqua che rivela un trampoliere che sembra guardare verso l'infinito.
Iris Iride



Fotografia di EMANUELE DAVI

La spontaneità è la cifra che fa risaltare questa immagine dove la ragazza, assorta nel suo cellulare, sembra allontanarsi dal mondo che la circonda. Infatti lo sfondo è popolato da figure, elementi di paesaggio che appaiono sfocati ed appena percettibili, forse come i suoni che la ragazza sente attorno a sé senza comprenderli appieno, tutta compresa com'è dal suo rapporto col cellulare. La composizione è magistrale, impostata sulla verticale dal basso a destra verso alto sinistra, che divide anche la luce dall'ombra e il colore deciso pregnante vicino, da quello sbiadito e lontano.

Fotografia di DANIELE DERIU

La figura slanciatissima si piega all'indietro accompagnando le due diagonali del fondo disseminato di pulviscolo di gradazioni inconsuete del colore. la forma illuminata da destra assume una posa innaturale ed elastica, che trova il suo bilanciamento nell'ombra scura in basso. Quasi una moderna polena che si appoggia alla prua della nave, rinforzata dal fatto che le braccia e i capelli formano quasi delle ali. Non posso non pensare alla Nike di Samotracia, dove il fascino sta soprattutto in quella posa inarcata che, assieme a tutto il resto, fa della Nike il capolavoro che ha attraversato i secoli

Fotografia di Douglas Ross

Un interno con una modella nuda che si propone, attraverso una finestra, verso il mare. Figura e paesaggio sono in questo scatto riuniti nella loro essenzialità, nessun elemento di arredo, solo un libro, posato sul pavimento che la donna abbandona rivolgendo lo sguardo all'esterno. La bellezza in tutte le sue forme viene qui esemplificata con una luce limpida e naturale che fa della ragazza una scultura vivente. Non posso non pensare alle opere di Hopper che mette in scena, non si sa quanto inconsciamente, la solitudine dell'uomo nelle nostre città.

fotografia di Paolo Cirmia

La pazienza di aspettare che la luce dell'astro passi attraverso il trilite è ripagata dal risultato quasi surreale della composizione che sembra risplendere donando tonalità dorate al paesaggio quasi piatto, delimitato da solchi e fenditure del terreno. Il cielo che occupa una gran parte della composizione è solcato da possenti nuvole che sembrano dissolversi quasi per magia. Mi fa pensare a certi paesaggi dei pittori inglesi dell'Ottocento , dove queste magie dorate appaiono protagoniste dei dipinti.

Fotografia di MARINA GIANNOTTI

La città, la sua piazza, che si presenta allo scatto come un salotto dove le sedie sembrano aspettare spettatori. Spettatori che sappiano ricordare un tempo lontano quando gli edifici furono costruiti ed ora che una parte di questi devono essere restaurati c'è un nuovo spettacolo da ammirare. Mi colpiscono le sedie vuote che sembrano attendere invano chi si siederà. La luce, pur fredda, si sparge in maniera uniforme rivelando i colori tenui delle città del nord Europa che assieme al cielo chiarissimo, sembra rivelare una fredda accoglienza.

Fotografia di JERKO KOCEIC

I ritratti hanno sempre un certo fascino , dato che raccontano un pezzo di vita, e la raccontano, come in questo scatto, in un modo che fa partecipare il soggetto a questo racconto. La donna sorride, più compiaciuta che sorpresa, forse ha cognizione che il suo volto, la sua espressione di una vita vissuta da tanti anni, il suo "racconto" di vita rimarrà nella memoria non solo fugace di quella umana. Bella la luce frontale che la fa risplendere.

Fotografia di JUHA FORSBERG

L'architettura fatta di linee essenziali, di sicure superfici levigate, di scansioni decisamente ortogonali mosse solo dalla scala esterna, ben si accorda con l'albero dall'impianto inclinato e dai rami spogli che sembrano adattarsi al grafismo dello sfondo. La figura in primo piano sembra concepita per dare una misura proporzionale all'insieme, ne definisce la scala e nello stesso tempo ne dà la misura del contrasto tra il suo movimento e la staticità dell'edificio. Luci, ombre proprie e portate, profondi scuri creano una composizione dall'armonia indiscutibile.

Fotografia di LOREDANA LOCCI


Tante distese: prima la sabbia dorata che ancora l'immagine alla base della composizione; poi il mare che si sprofonda in lontananza con il fremito delle onde; e ancora il cielo che occupa la parte più ampia, mosso da ampie nuvole i cui colori si riflettono sull'acqua. Si percepisce la forza del vento che muove le palme dell'ombrellone rivelando un mondo abitato solo dalla natura con i suoi colori, con le sue vitalità; una natura quasi severa, capace di raccontare grandi contrasti che lo scatto ci promette.

Fotografia di GIANNI IOVACCHINI

Uno scatto di una nitidezza straordinaria, che ci presenta una figura di donna in una stanza piena di cose che sono probabilmente simbolo della sua vita stessa. Tra le sedie ammassate sopra un tavolo a sinistra e una porta semiaperta a destra la figura posta in posizione centrale sembra gareggiare con la bambola dietro di lei quasi a divenire memento della inesorabile scansione del tempo. Tempo che dona consapevolezza e grande dignità in una visione che dal passato sa ancora proiettarsi verso il futuro.

Fotografia di MARINA TOMASI

La figura seduta è posta sulla diagonale sinistra che crea un dinamismo interno alla composizione si propone con forza all'osservatore. Si attua un contrappunto cromatico dato dall'abito rosso e dalla piuma viola. La maschera riflette la luce creando un'atmosfera quasi surreale accentuata dalle slavature in post produzione. La linea del corpo e dell'abito è morbida, fluida e continua che contrasta con quella diritta della parete che delimita lo spazio delimitato in basso dal tappeto che rinsalda la figura al terreno.

Fotografia di MARCO MENCAGLIA

Un paesaggio "parlante"; parla la terra rossastra che si snoda in morbide colline, parla il sentiero delimitato dai cipressi, parla la nube vaporosa che interrompe il calore del colore del terreno, parlano le colline lontane che degradano in un cielo anche lui parlante attraverso le nuvole che si muovono a creare quasi un vortice chiaro sullo sfondo azzurro. le stesse nuvole parlano schermando la luce che genera ombre bellissime sul terreno. Difficile non pensare a John Constable e ai suoi cieli così puntuali, veri e dinamici.

Fotografia di IVANO MERCANZIN

Pochi gli elementi in questo scatto, eppure diventano anche troppi in questa composizione dove il muro sbrecciato sembra una composizione informale di Alberto Burri . Come una pelle che riveste il corpo, il muro rivela nella parte inferiore la struttura in mattoni che sembra fare pendant con gli elementi neri attaccati al muro e con la sedia a sinistra incombente e importante sia a livello compositivo che cromatico che riequilibra il peso dell'insieme. A sua volta il muro è scavato, lacerato, quasi una metafora dell'umana esistenza.

Fotografia di GLORIA MUSA

Lo scatto ci introduce in uno sfondo di deserto sassoso e sabbioso In questa immagine si è attratti subito dal paesaggio arido e dalle gambe femminili che pendono in alto a destra, in realtà più che pendere sembrano essere tirate verso l'alto, tanto che facciamo coincidere le curve sabbiose come tracce lasciate dal corpo stesso che rimane così in bilico tra la caduta e la salita. Il bianco e nero accentua questo effetto drammatico ben accompagnato dall'arido sfondo che sembra strappare forza alla vita.
Iris Iride

Fotografia di ELIO OLIVI

Misuratissima ed equilibratissima la composizione in cui il terreno si divide in due fasce, una che delimita un sentiero e un'altra che evidenzia i segni del campo coltivato dal colore dorato. In primissimo piano un albero spoglio dispiega i suoi rami quasi ad impossessarsi dello spazio intorno a sé. I contrasti sia cromatici che compositivi sono grandiosi, il più importante di questi è quello tra le linee rette e quelle increspate che corrispondono anche al contrasto di chiaro e scuro.

fotografia di STEPHANE PELLENEC

Uno scatto molto originale dove un corpo a pelo d'acqua emerge parzialmente dalla stessa; ma la parte che colpisce maggiormente ad uno sguardo più attento è l'acqua stessa da cui si intravvedono grossi sassi e una scala che scende su essa e a cui si aggrappa la figura. La stessa figura genera un vortice che si amplifica dal soggetto che funziona come perno della composizione, corpo che è esso stesso colpito dalla luce che piove dall'alto.

fotografia di CESARE RICCHIUTI

Un primo piano e un ritratto che si propone con vigore all'osservatore. la posizione del volto e delle braccia è quasi simmetrica rispetto ad un asse centrale e le luci che provengono da davanti e dall'alto creano una spazialità molto singolare accentuata dalle profonde ombre portate e dalle tenui ombre proprie del viso e della braccia. L'aspetto più interessante è dato dai chiari e scuri che come dicevano i pittori rinascimentali evidenziano i "massimi lumi" e i "massimi scuri" .

fotografia di TIZIANA RUGGIERO

Possente il ritratto nella posa bellissima dove il braccio nasconde parte del volto e i muscoli delle braccia e del collo sono evidenziati dalla luce che proviene da destra e che genera una composizione compatta, e di forte impatto emotivo. Bellissima la curva del braccio vigorosa a sinistra e rilassata a destra creando una potente ombra che con la mano forma una cavità profonda quanto il destino umano. Sembra l'emblema della vita in tutta la sua complessità: luci e ombre, vitalità e spossatezza, rivelarsi e nascondersi.

Fotografia si GIANNI SCEVOLA

Quanti contrasti in questo scatto: il primo è quello spaziale dato dall'ampiezza della parte bassa nei confronti di quella alta. Poi quello cromatico: colori caldi e freddi della sabbia e del mare, delle architetture e del cielo; poi ancora un contrasto di luce che ora è a rivelare la realtà nitidamente, ora la rende quasi offuscata. Piacevole il riflesso sull'acqua inaspettatamente fermissima che rivela quasi un quadro nel quadro degno dei grandi pittori spagnoli del '600.

Fotografia di SILVANO RUFFINI

Come una Madonna con bambino l'immagine si propone in tutta la sua bellezza nell'abbraccio che rivela la grande felicità dei due personaggi formata da aspetti autentici. I volti e i corpi dipinti non caricano, ma alleggeriscono la composizione che appare quasi un dipinto rinascimentale dove, come in un moderno Botticelli, una nuova Primavera appare in tutto il suo splendore.


Fotografia di Massimo Tolardo

Davanti ad mare che si protende lontano schiacciato dal cielo incombente di nuvole possenti , posato sulla spiaggia deserta, il centauro gareggia con la natura. In questo scatto non c'è presenza umana, ma forze poderose della natura; è forte il cielo con le nuvole in movimento ; è forte il mare con la sua lunga distesa di lingue azzurre e blù; è forte la spiaggia arenosa e mossa da pietre ed arbusti che nella parte bagnata riflette la luce come uno specchio; è forte la statua sul suo piedistallo, con il centauro che sembra scrutare lontano per rinnovare la sua battaglia con il mondo.

Fotografia di Laura Tuveri
In questo scatto tutto è potente e dinamico. Prevale la forza del cielo che attraverso le compatte nuvole quasi ci fa vedere il vento che piega l'albero e ne distrugge un altro. Persino il terreno sembra muoversi e modificarsi a questa azione. Soltanto la figura umana, piccola, lontana in controluce si erge quasi separata dal contesto . Una luce impressionante pervade tutto il paesaggio, una luce quasi surreale che proietta l'inconscio verso una realtà altra, una realtà fatta di forze che contrastano tra di loro e che mette l'osservatore sotto scacco.


Fotografia di Erminio Vanzan

Uno scatto dove il bianco e nero genera grafismi interessantissimi creati dal tragitto della luce che penetra dal soffitto e che si articola con forme geometriche, curve e miste sia sulla struttura architettonica formata da elegantissime curve e linee rette, sia sul pavimento dove le persone e un bambino in bicicletta si muovono. Si ha la sensazione di uno spazio protetto dove la luce può percorrerlo, dove non può inserirsi ciò che nuoce; un anticipo delle città del futuro...

Fotografia di Marina Visvi
Una immagine evanescente dove luce e leggiadria si sposano in un connubio felice che accorda le linee decise e geometriche del pavimento e dell'architettura con le linee morbide e sinuose della ballerina in una posa che raccoglie tutta la luce che proviene da destra che sembra poi rifrangersi dalla figura in tutte le direzioni, quasi divenisse essa stessa fonte di luce. E' troppo facile pensare alle ballerine di Degas, con il pittore lo scatto ha in comune il momento che viene eternato, quello del riposo, di un attimo di pausa.

fotografia di GIORGIO ZEDDA

Quando pensiamo che il colore condiziona la nostra vita certo non pensiamo a questo spettacolo naturale. un cielo rischiarato da una luce gialla particolare che diviene più rosa sulla destra, in un cielo che percorre tante tonalità di azzurro per fermasi sull'orizzonte e continuare sull'acqua dove i riflessi diventano freddi e rimbalzano sul movimento delle onde. La figura dell'uomo in controluce che fotografa e a sua volta è fotografato funziona come elemento di catalizzatore del peso compositivo che si allarga sul piano della spiaggia
Iris Iride

Fotografia di TONI FIDANZA

Che cos'è la sensualità? Quante risposte si possono dare a questa domanda, risposte di ogni tipo, e tutte valide, ma in questo scatto la sensualità è un'arte, l'arte di inquadrare il soggetto con un taglio così ardito, l'arte di illuminarlo creando forti contrasti e dolcissime ombre, l'arte di mettere a fuoco il primissimo piano e sfocare il resto, l'arte di mostrare ciò che si vede e di immaginare ciò che non si vede e infine l'arte di saper catturare l'attenzione dell'osservatore con questa posa del soggetto costruita su diagonali e linee spezzate che rendono l'immagine dinamica ed accattivante.

Fotografia di MARCO MENCAGLIA

Una foto potente, potente quanto la natura che si esprime con la forza del vento che "arruffa" l'erba, potente la massa delle nuvole che incombe sul paesaggio che sembra soccombere a tale forza; potente la forza dell'unico albero che sembra sfidare con la sua elasticità e leggerezza la natura stessa. Si percepisce l'immensità dello spazio e della natura come si percepisce nelle opere di William Turner.

Fotografia di ALESSANDRA STORCHI

Che magnifico gioco di geometrie ci propone questo scatto, la scala, rilucente e metallica si snoda nel suo percorso attorcigliato dove la luce si riflette. Emergono forma ombre e chiaroscuri che sembrano dare vita alla materia inerte, vita che rimbalza sulle figure in controluce che scendono e sembrano assecondare questo serpentinato ma zigzagante “organismo” e come tale ci sembra che invece di inghiottire le figure questo organismo le restituisca visto che, in fondo, oltre il buio si apre la luce dell'uscita che attira prepotentemente lo sguardo dell'osservatore; Il tutto generato dai corrimano scuri che guidano attirando, il nostro sguardo.
I.I.

Fotografia di MARINA TOMASI

Il ritratto è il soggetto principe nella fotografia, questo, in particolare colpisce perchè è nascosto in parte dall'ampio velo che copre anche i capelli della ragazza; ma quello che si vede è abbastanza , anzi è esaltato dal nucleo scuro centrale dove spiccano gli occhi che ci guardano intensamente.
Le textures in post produzione danno alla composizione uno slancio verticale e contribuiscono ad amplificare un certo senso di mistero, di chiusura, forse di un tentativo di chiudersi allo sguardo altrui.
I.I.

Fotografia di CESARE RICCHIUTI

Una fotografia che più che una posa esalta uno scatto che coglie la modella in un leggiadro movimento a spirale dove l'abito, con il suo colore spicca con grazia nell'ambiente chiaro e luminosissimo dei muri e delle aperture che introducono ampi spazi, così la modella si trova tra tra l'ingresso e il susseguirsi delle stanze che sembrano infinite e da cui, nel fondo, proviene un'altra luce che dà profondità all'insieme. Glamour, ma non solo...
I.I.

Fotografia di GIOVANNI VILLANI

Una bella composizione geometrica in cui le scale proiettate verso l'alto, si congiungono con un soffitto aperto che si divarica in senso opposto,la figura femminile contribuisce a dare misura all'insieme; un contrasto interessante che si unisce ad altri due contrasti: quello dei colori (caldi e freddi) e quello delle linee ( rette e curve). Il tutto rende assolutamente armonioso l'insieme.
I.I.

Fotografia di NUNZIA DE FEO

Magnifiche gradazioni di blu accompagnano il dipinto rinascimentale e la donna che si sistema gli occhiali per osservare più attentamente il quadro. Sembra quasi che il dipinto emani luce verso la donna il cui volto appare in penombra, così l'arte "parla" ed ha bisogno dell'osservatore per poter parlare, così il colloquio fra il dipinto e chi osserva diviene un vero dialogo e mi sembra questo il punto di vista della fotografa in questo scatto.
I.I.

Fotografia di TIZIANA RUGGIERO

Bianca la porta e i riflessi di luce sulla finestra; grigio il muro come la luce nelle gambe della donna; grigio scuro tra gli interstizi di cemento come il grigio delle ombre sul viso e sulle gambe; tratti di nero allo stesso modo sparsi in tutta la foto, ma soprattutto sulla parte destra che contrasta con quella sinistra da cui proviene la luce, Inoltre la massa scura dei capelli sembra isolare tutta la luce che si proietta nel volto che diviene il perno compositivo di tutta la scena.
I.i.

Fotografia di PATRIZIA CARAVAGGIO

Questo scatto mi ricorda le opere dei Futuristi, dove il dinamismo diviene la componente principale della comunicazione, il moltiplicarsi degli elementi che si muovono (braccia, mani, volti, busti ecc) rendono quest'effetto di spostamento nello spazio e nel tempo. Anche i colori risentono di questa "mescolanza" per aumentare l'effetto dinamico, corroborato anche dalla luce. La modernità per i futuristi è la velocità, la città, la "macchina" anche umana.
I.I.

Fotografia di JUHA FORSBERG

Morbida luce percorre lo spazio morbidamente curvo, tutto in questo scatto è armonia, armonia dell'architettura pensata per l'uomo e armonia del fotografo che ricerca un punto vi vista dove la figura umana asseconda le dolci curve della spazio, uno spazio abitato,uno spazio espositivo creato per l'uomo.
Le tonalità di grigio accentuano e danno corpo a queste definizioni creando una ulteriore armonia che fa pensare alla musica.
I.I.

Fotografia di LUCIAN OLTENAU

Questo scatto è stato eseguito in una mostra; nelle mostre le immagini non sono solo quelle appese alle pareti, ci sono le immagini delle persone che si muovono, che conversano, che osservano, immagini che si mescolano e si sovrappongono. Tutto questo viene colto in questo scatto dove l'equilibrio classico e lo spazio tradizionale viene rotto per dare vita a sfumature cromatiche, macchie luminose di colore piene di dinamismo ed energia, cancellando così ogni definizione precisa delle figure che paiono diventare campi di forza centrifuga e centripeta, noi osservatori ne siamo colpiti non solo esternamente, ma esplorando lo spazio tridimensionale ci troviamo in una "situazione interna" che mette così a nudo a profondità dell'animo umano.
I.I.