Fotografi e Fotografie

Gli occhi di una donna sono diversi da quelli di un uomo quando fotografa l’universo che la circonda ed in cui vive? Osservando gli scatti di Cristina Masoni si ha la disarmante e rassicurante certezza che tutto ciò non sia importante.
L’obiettivo fotografico e la scrittura di luce del vissuto quotidiano reso straordinario dalla sua ordinarietà composta di giochi di ombre cui Cristina dà anima e corpo qui entra in tale simbiosi con quello che è la materia di cui è costituita la nostra esistenza che si prova un sottile timore a svelarne i connotati.
Dal buio in cui sono concentrate tutte le sfumature della luce si giunge ad una luminosità che scopre solo alcuni tratti del volto, di un movimento, di un gesto.
Si passa dal buio più profondo ad una luminosità eterea che quasi acceca, ogni opposto ha la sua architettura luminosa, talvolta inquietante altre liberatoria.
Di sicuro queste immagini stimoleranno il vostro sguardo e vi faranno comprendere come la fotografia sia pur tra le più giovani forme d’arte un linguaggio capace di dar voce ad ognuno di noi.

TITOS PATRIKIOS
La bellezza delle donne che ci hanno cambiato la vita
più profondamente di cento rivoluzioni
non si perde, non dilegua con gli anni
per quanto svaniscano i tratti
per quanto si deformino i corpi.
Resta nei desideri suscitati un tempo
nelle parole giunte anche in ritardo
nell’esplorazione incerta della carne
nei drammi mai venuti alla luce
nel riflettersi delle separazioni,
nelle identificazioni totali.
La bellezza delle donne che cambiano la vita
resta nelle poesie scritte per loro ………….

Inizio con questi versi a raccontarvi lo sguardo di una fotografa completamente immersa nei suoi giorni, nella sua modernità eppure con tratti ed accenti che richiamano la cultura del sacro femminino che dalle culture pagane e più ancestrali ha raggiunto il tempo presente.

Troverete nei corpi, nei gesti, negli occhi che tratteggia con felina grazia e carnale tenacia, l’energia che ogni cellula di una donna e di un uomo manifestano muovendosi, danzando, suonando, piegandosi, chiudendo il palmo di una mano, impugnando l’aria che respirano, sollevandosi da terra per ondeggiare nell’aria sublimando il desiderio di volare, volteggiando con i pensieri in quella terra di nessuno dove i volti si trasformano nello specchio dell’anima.

Corpi provati dall’esistenza come se avessero bisogno di trovare il loro nutrimento altrove, in quel non luogo dove ogni paradosso è realizzabile, anche quello di cambiare pelle in ogni nuovo giorno come dei camaleonti, per proteggere, custodire, accudire quel che di più sacro abbiamo dentro di noi. Pelle che si tende e si rilassa, che si lacera e si adagia, ossa su cui rimarrà attaccata la carne pronta a divorare se stessa pur di anestetizzare il dolore che la fa a brandelli.

Corpi che possiedono la leggerezza, lievi come solo la felicità può essere, corpi che non costituiscono esclusivamente il contenitore di un’anima ma sono sia l’architrave che la cupola, lo spazio ed il vuoto che si crea quando le due entità non si fondono, non entrano in simbiosi fra loro.

Un’architettura complessa cui basta poco per entrare in conflitto e veder rovesciare ogni mattone di quelle cellule così abilmente poste l’una accanto all’altra.

La bellezza non è fine a se stessa, è luce, un sorriso, un gesto aggraziato, è una stoffa che viene tagliata e cucita come se dovesse costituire la seconda pelle di una sposa, di una donna straordinaria nella sua ordinaria quotidianità.

La bellezza è uno specchio che si moltiplica e rimanda a tutte le nostre facce, una dopo l’altra, senza alcun timore di scoprirle, di viverle. All’interno di ogni scatto Cristina Masoni non risparmia mai se stessa ne di scoprire l’odore delle anime altrui, come gli animali che usano l’odorato per capire se davanti a loro c’è un pericolo imminente od una scoperta piacevole da svelare,

lei con un obiettivo fotografico annusa gli umori della pelle, delle emozioni, delle personalità altrui, ce li invia sotto forma di immagini, di gesti colmi di pathos, di perle di sudore che ricoprono una schiena, di una feroce e struggente volontà di vivere e di essere non lasciata vivere ma libera di scegliere come vivere.

Fiori appassiti come appassiscono le vite di chi si lascia navigare nel giorni e nel tempo che attraversa, una natura inquietante e dolcissima allo stesso tempo che imprigiona i nostri sogni e le nostre paure senza dar spazio alle une od alle altre, semplicemente custodendole.

Una forza espressiva che Cristina emette e forgia ogni suo scatto, osservando le sue immagini ho percepito il bisogno di dar forma alla pelle come un tempo si fondevano i metalli per creare armi, suppellettili, corone per re e regine, punte di frecce o lame di spade e di coltelli.

Non c’è immagine che non sia un’esplosione di energia primordiale, anche le più delicate ed apparentemente di genere, vi basterà osservare lo sguardo od il sorriso di una sposa, la sua sensualità e la sua delicata ingenuità che non è innocenza ma curiosità, vitalità, carnale desiderio e tenerezza disarmante.

Cristina Masoni con il suo stile e la sua scrittura di luce da senso alle ombre che infittiscono d’intorno, rende le finestre dell’anima dei viaggi mai scontati in cui avventurarsi, tra sentieri percorribili e spine che si conficcano nella pelle al nostro passaggio si trova quell’universo dove dolore e gioia non sono altro che la stessa sostanza di cui sono fatti i nostri respiri e non i nostri sogni.
Grazie Cristina Masoni per ogni tuo sguardo sia al buio più profondo che alla luce più accecante!

La pelle come una casa aperta, pronta a ricevere tutti gli umori e le emozioni della terra e degli esseri viventi, gli occhi come abissi in cui gettarsi senza alcun timore per scoprire e catturare l’anima e tutte le sue infinite sfumature. Corpi che cercano equilibri ai confini della gravità, corpi tesi e pronti a scattare con ogni loro muscolo verso la vita, volti che emergono dal buio e dalle ombre per lacerare la luce e farla propria.

La bellezza è feroce come la luce accecante del sole oppure è metallica come il mare in inverno, è calda come i colori del fuoco che la terra fa suoi rivestendo le colline in autunno, la bellezza è una spina che può conficcarsi nelle parole e nelle labbra, nei baci e nelle carezze.