un amore incondizionato

2014


UN AMORE INCONDIZIONATO

Ovunque fossi andata, qualsiasi cosa avessi fatto, lui era sempre lì pronto ad accogliermi, innamorato pazzo di me. Non un essere umano, ma un minuscolo cane.
Un reietto , rifiutato per ben due volte per il suo carattere difficile.
Undici anni fa cercavo uno yorkshire da regalare al vecchio liutaio del paese al quale era morta la sua cagnetta della stessa razza, investita da una macchina perchè sfuggita al controllo del suo proprietario. Avevo sparso la voce nel mio ambiente di lavoro e dopo un po' mi segnalarono una signora che voleva dar via il suo cane di ben cinque anni. Arrivata a casa sua mi accolse con abbai e salti un meraviglioso yorkshire dal pelo lungo e curatissimo, occhi vivaci e intelligenti. Chiesi alla proprietaria perchè mai si volesse sbarazzare di un cane così bello . Mi rispose che la figlia stava per avere un bambino e non poteva tenere un cane in una casa piccola di periferia. Pensai tra me e me:” Ma un cane è come un figlio, mica ci liberiamo di un figlio maggiore se arriva un fratellino!” La signora che orgogliosamente mi mostrava come il cane fosse ghiotto di caffè (!) mi fece promettere di averne molta cura e di non abbandonarlo mai. Spero in questi undici anni di aver mantenuto la promessa fatta.
Il viaggio in macchina di ritorno fu allucinante. Il piccolo saltava dappertutto, ansimando e abbaiando a più non posso, non riusciva a credere che lo stessi portando via dalla sua mamma!
Arrivata in paese lo portai al vecchio liutaio, nei giorni precedenti disperato per la morte della sua adorata cagnetta.Appena vide quella meraviglia di cane si commosse prendendolo tra le braccia mentre continuava a ringraziarmi per quel regalo inaspettato.
Ma il rapporto tra i due , prima idilliaco, si sfasciò quasi subito. Il cane dimostrò di avere una fortissima personalità che male si adattava alle esigenze del vecchio, che incominciò a maltrattarlo ogni giorno sempre di più.
Per fortuna in paese si sa tutto di tutti in breve tempo, per cui mi giunse presto la notizia che il piccolo, già rifiutato una volta da chi considerava ormai la sua mamma, veniva maltrattato pesantemente anche dal suo nuovo proprietario che non riusciva ad addomesticarlo. Per me che lavoravo tutto il giorno sei giorni a settimana sarebbe stato un problema tenerlo, ma non ci pensai due volte a correre a casa del vecchio a riprendermi il piccolo, volendo a tutti i costi mantenere la promessa fatta.
Da quel giorno lui era diventato mio figlio a tutti gli effetti, dovevo prendermene cura e proteggerlo da tutto e da tutti. E lui ne era consapevole e mi adorava per questo, perchè lo avevo letteralmente salvato ed esistevo solo io nel suo piccolo mondo.
Era veramente un cane difficile, me ne resi conto subito. Nonostante la taglia minuscola, lui era diventato la mia guardia del corpo, non consentiva a nessuno di avvicinarsi a me, anche lui mi voleva proteggere e difendere in qualsiasi occasione, non solo dagli esseri umani, ma anche dagli altri cani.
Se mi fermavo a parlare con qualcuno faceva dei salti acrobatici per aria tra me e il mio interlocutore, si rifiutava persino di farsi portare fuori dagli altri.
E quando dovevo partire per lavoro si accoccolava sopra la mia valigia, quasi volesse impedirmi di partire o volesse che lo portassi sempre con me. Soffriva di una terribile sindrome da abbandono, l'essere stato rifiutato da due proprietari lo aveva pesantemente traumatizzato e voleva stare sempre azzeccato a me, nel timore di perdermi.
Ma io ho fatto di tutto per non darlo via, per non abbandonarlo al suo destino di cane difficile. Quando lo lasciavo in pensione pretendeva di fare la guardia alla sua borsa da viaggio che teneva rigorosamente accanto alla sua cuccia e comprendeva che stavo tornando a prenderlo se la borsa veniva avvicinata alla porta d'ingresso . E mi aspettava ansioso fino al mio arrivo. Allora saltava si rotolava per terra e faceva di tutto per dimostrarmi che non ce l'aveva affatto con me perchè mi ero allontanata e che mi amava follemente.
Quanti ricordi belli, buffi e brutti! Quando il lago era mosso, si tuffava in acqua abbaiando e mordendo le onde, quando invece era calmo faceva delle lunghe nuotate fino al largo . Andava contro gli altri cani anche quelli molto più grandi di lui, fiero di farmi la guardia del corpo!
Un giorno indispettito da un enorme bulldog che non si era degnato neanche di annusarlo, tanto lo trovava piccolo e insignificante, dopo avergli fatto un giro intorno con un salto gli aveva morso il naso!
Ma poi con il passare degli anni la sua esuberanza era sparita e quindi è stato lui a subire la aggressività degli altri cani che per ben tre volte lo hanno letteralmente massacrato. E lui si faceva curare solo da me, che con pazienza gli medicavo ogni giorno le devastanti ferite, persino la gola squarciata da morsi impietosi e noncuranti delle sue piccole dimensioni.
Poi l'inesorabile declino, il sonno continuo, le crisi epilettiche, la difficoltà a deglutire tanto che potevo idratarlo solo con una siringa e nutrirlo intingendo un dito negli omogeneizzati da fargli leccare.
Alla fine abbiamo detto entrambi basta a questa inutile sofferenza, dopo una notte d'inferno ed una emorragia profusa. Non capiva più nulla, barcollava per casa con una unica mèta, stare accoccolato tra le mie braccia, gracile ed indifeso dopo una lunga vita da vero combattente, da copobranco irriducibile.
E accoccolato tra le mie braccia se n'è andato , mentre la veterinaria, dopo aver appurato che per lui non c'era più nulla da fare che porre termine alle sue sofferenze di una vita intera di ben sedici anni, gli iniettava il Pentothal fatale, riempito di carezze e di lacrime che irrefrenabili mi sgorgavano finalmente dagli occhi dopo giorni e giorni di tensione per la sua malattia e la consapevolezza della fine ormai vicina.
Era finalmente cessata la sua sofferenza tra le braccia di chi non lo ha mai rifiutato per il suo carattere difficile e lo aveva amato davvero come anche lui aveva fatto mille volte di più, incondizionatamente!
E ora che non c'è più, la casa dove vivo mi appare tragicamente vuota. Ogni angolo dove si rifugiava prima per dormire, poi malato per nascondersi, parla di lui.
Non capirò mai le persone che, pur non essendo obbligati ad adottare un animale domestico, finiscano per maltrattarlo, abbandonarlo o ucciderlo in maniera crudele. Chi adotta un animale adotta un figlio in tutto e per tutto.
Un bambino cresce e poi da adulto diventa del tutto indipendente, anche affettivamente. Un animale no, dipenderà in tutto e per tutto da te, che diventi un genitore perenne; dovrai dargli cibo, cure ma specialmente amore, un amore incondizionato, che non eguaglierà mai quello che in tutta una vita di vicinanza assoluta ti regalerà lui, per il quale sarai veramente importante anche se per la società in cui vivi non conti nulla o ti disprezza o persino ti rifiuta. Per lui tu non sarai mai un reietto!

Informazioni generali

  • Categoria: Poesia
  • Eseguita il: 2014

Informazioni sulla vendita

  • Collezione: archivio personale
  • Disponibile: no

Informazioni Gigarte.com

  • Codice GA: GA88070
  • Archiviata il: 26/06/2014

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