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CAPPELLA BRANCACCI - Difficile discernere il contributo di ognuno dei tre grandi artisti che hanno lavorato per il conseguimento dell’opera nel tempo, così come è quasi impossibile dividere in parti disomogenee la vista prospettica di insieme della Cappella Brancacci per un’analisi descrittiva più approfondita. Ciò che di impulso emotivo traspare è lo stile raffinato ed addolcito di Masolino, mediante la rappresentazione delle immagini in maniera più gentile rispetto a quella di Masaccio, dove l’impeto e la passione del giovane uomo viene espressa in maniera più rigorosa nelle forme, pur inseguendo a tratti il suo collega artista. Ultimo ma non per importanza, è il contributo dato dal grande Filippino Lippi, il quale per continuità seguirà le orme dei suoi predecessori, limitandosi a lasciare il segno tangibile del suo modo di fare arte.

CAPPELLA BRANCACCI su ponteggio - E’ come scoprire ciò che si cela dietro un velo o scartare un regalo. Sembra quasi di toccare il cielo con un dito, accarezzando l’arte di Masolino, Masaccio e Lippi. Gli affreschi della Cappella Brancacci così a distanza ravvicinata non li avevo mai visti! Un’emozione immensa, rimanere lì in contemplazione, dall’impalcato, acuta osservatrice della mia passione viscerale, che oltrepassa anche la gran calura che in questi giorni attanaglia Firenze. Quello stesso ponteggio, che quotidianamente e per diverso tempo ancora, verrà calpestato dalle menti di tecnici, scienziati e professionisti vari, riunetisi per il restauro, è lo stesso che mi accoglie oggi, per una visita su due livelli delle meravigliose opere. Dopo un’attenta e dettagliata introduzione di Mercedes di M.U.S.E. con video annesso nella Sala del Cenacolo, ci sono 30 minuti, 15 a piano, per godere di cotanta bellezza. Mi soffermo a rammentare l’antecedente spiegazione della “tecnica dei panni lavati” e l’occhio cade sull’acqua che scende dalla testa lungo il corpo e scorre sulle vesti. Apprezzo la diversità di Lippi nel dipingere con colori chiari, vivi e lucenti, il tocco finale che fa la differenza dagli altri suoi colleghi o le figure che inizialmente venivano rappresentate sospese, quasi a levitare nell’aria. Come in un sogno mi risveglio e scendo le scale che mi portano all’uscita. L’esperienza immersiva reale e non virtuale, finisce qui, lasciandomi però arricchita di un’ulteriore pagina da aggiungere al mio libro di vita culturale.

CAPPELLE MEDICEE - Domenica al Museo delle Cappelle Medicee, ad ossequiare i Lorena e i Medici, discendenti inclusi (tra cui l’Elettrice Palatina, Anna Maria Luisa), nelle cripte che vedono le loro spoglie ambientate, arricchite ancor più dalle reliquie che costituiscono il Tesoro della Basilica di San Lorenzo. Incantata dalla Cappella dei Principi realizzata con intarsi di marmi abbelliti da pietre dure e dalla Sacrestia Nuova dove riposano in pace, tra gli altri, Lorenzo il Magnifico e suo fratello Giuliano dominati dalla candida Madonna col Bambino di Michelangelo.

CHIESA DI SS. SALVATORE in Ognissanti - La Chiesa di SS. Salvatore in Ognissanti è una fonte inesauribile di opere preziose, di cui molte trasferite agli Uffizi ed in altri luoghi abbastanza rinomati. Artisti e personaggi vi sostarono e lasciarono non solo il segno del loro passaggio, ma soprattutto le loro spoglie. E’ il caso del Ghirlandaio che affrescò nel refettorio l’Ultima Cena di cui si vede anche la sinopia, della Crocifissione di Gaddi e perfino di Giotto, di cui si può ammirare uno splendido crocifisso. Nella cappella di Carolina Bonaparte Murat, riposa la regina moglie di Gioacchino Murat e sorella minore di Napoleone Bonaparte, mentre in quella di San Pietro di Alcantara, la tomba di Botticelli, passa quasi inosservata rispetto alla sua grande fama. Inoltre le cappelle delle famiglie Gucci, Lenzi e Vespucci. Persino Mozart vi suonò l’antico organo positivo, detto a canne, durante la sua permanenza in città. Una chiesa aperta a tutti e che a mio avviso andrebbe maggiormente valorizzata. Pregevole gioiello del panorama artistico fiorentino.

PALAZZO VECCHIO - 223 gradini per vedere il paradiso dalla Torre di Palazzo Vecchio da 95 m. di altezza e scrutare la città da ogni prospettiva lungo il Camminamento di Ronda. Il Museo invece lascia col naso in su ad ammirare, in ogni sala, i tetti a cassettoni in legno intagliati e dipinti, dove il nome di Vasari è onnipresente, ma è il salone del Cinquecento che risplende di luce propria ed arricchisce il firmamento delle magnificenze di Palazzo, incluso lo studiolo di Francesco I. Questo ultimo, originale nella sua concezione di associare ad ogni elemento un lato, formato da armadi con ante dipinte da membri dell’Accademia del Disegno fiorentina, conteneva oggetti preziosi associati all’elemento stesso. Prima di uscire dallo splendido cortile di Michelozzo, dopo l’esposizione permanente Tracce di Firenze, tappa obbligata è la mostra appena allestita nella sala dei Gigli, di Leonardo e Firenze. 12 fogli del Codice Atlantico contenente scritti e disegni a mano di Leonardo, provenienti dalla Biblioteca Ambrosiana con la Pinacoteca ed un quadro del suo miglior discepolo, riempiono la stanza di preziosi contenuti di diverso genere, arricchendo il visitatore di dettagli relativi a vari studi di una delle più grandi menti di tutti i tempi.

IL RITORNO DI GIUSEPPE PRINCIPE DEI SOGNI - (1/2/3/4 di 20) - Su disegno di Bronzino e Pontormo ed in collaborazione con i due arazzieri fiamminghi Jan Rost e Nicolas Karcher, i meravigliosi e prepotenti 20 arazzi tornano dopo un lungo periodo di restauro nella loro sede di origine, la Sala del Duecento di Palazzo Vecchio, dove rimarranno esposti a gruppi di 4 per 6 mesi ciascuno. Lana, seta, filati di argento ed oro costituiscono i tessuti preziosi atti a riprodurre le immagini, tratte dalla Genesi, di vita vissuta di Giuseppe e della sua stirpe, arricchendola ancor più di significato. La verosimiglianza con l’opera riprodotta su cartone è impressionante, così come l’abilità nell’utilizzo dei tessuti e l’accuratezza della lavorazione a telaio. Visita fortemente raccomandata quella de “Il ritorno di Giuseppe principe dei sogni”, con appuntamento da segnare in calendario a scadenza semestrale per i nuovi arrivati.

IL RITORNO DI GIUSEPPE PRINCIPE DEI SOGNI - (13/14/15/16 di 20) - Tornare nel Salone del Duecento di Palazzo Vecchio dove l’idea è stata concepita è d’obbligo per apprezzare ancora di più la maestosità e bellezza degli arazzi esposti in “Il ritorno di Giuseppe, il principe dei sogni”. Grazie all’accordo tra la Presidenza della Repubblica e le Gallerie degli Uffizi, fili di seta e lana, materiali d’oro e d’argento, possono oggi scintillare in tutta la loro bellezza, deliziando gli occhi di noi visitatori. Il quarto ciclo della mostra, vede le enormi opere dedicate alle storie di Giuseppe, dominare le pareti della grande sala consiliare. Come la nostra bravissima guida di MUSE, Caterina, ci rammenta, sono stati insistentemente voluti dal duca Cosimo I de’ Medici. Tessuti tra il 1545 e il 1553 su cartone di Bronzino, Pontormo e Salviati, vedono la luce in seguito alla tessitura di Nicolas Karcher e Jan Rost. Un’ora non è sufficiente per apprezzarne l’importanza. Spero vivamente che terminata la rotazione, possano ancora essere ammirati a Firenze in maniera ripetuta. Intanto, attendo gli ultimi quattro, in esposizione eccezionale durante l’autunno.

IL RITORNO DI GIUSEPPE PRINCIPE DEI SOGNI - (17/18/19/20 di 20) - Una pausa durante la manifestazione di L’eredità delle Donne per non perdere l’occasione di andare a visitare l’ultimo ciclo di arazzi esposti nel Salone del Duecento di Palazzo Vecchio. “Il ritorno di Giuseppe, il principe dei sogni” volge al termine e nell’ultimo giorno di apertura della mostra, delizio il mio sguardo e do pace all’anima in completa solitudine, stimolando pensieri, ingegno e creatività, mentre appago il mio desiderio infinito di arte. Disegni e cartone di Agnolo Bronzino del 1500 con tessitura di Nicolas Karcher e Jan Rost, dominano le grandi pareti prima di tornare tra le mura delle Gallerie degli Uffizi e a Roma, alla Presidenza della Repubblica. Un momento di estasi e contemplazione!

FONDAZIONE SALVATORE ROMANO - Grazie all’Elettrice Palatina sono venuta a conoscenza di un altro pezzo della Firenze nascosta, la Fondazione Salvatore Romano, ubicata all’interno del cenacolo di Santo Spirito. A quanto pare, la principessa non fu l’unica ad arricchire questa splendida città con i suoi lasciti. Il Comune può vantare infatti, anche di una cospicua collezione proveniente dall’ingegnere e antiquario napoletano. Frammenti, capitelli e lastre, mobilio e dipinti, nonché il suo sarcofago, tutti ordinatamente catalogati ed esposti secondo un ordine cronologico, in un ambiente pieno di luce naturale che ben evidenzia i materiali con cui sono stati realizzati a partire dal III° secolo d.C..

GIARDINO, VILLA BARDINI e MUSEO PIETRO ANNIGONI - Domenica a Villa Bardini, tipico “Casino di Delizia” datato 1600 e al Museo Pietro Annigoni, passando stupita tra le innumerevoli viste panoramiche di Firenze e meravigliata dalla bellezza del “Giardino” circostante, restaurato ed aperto al pubblico da pochi anni. Estasi dei sensi ammirare la scalinata barocca nel giardino all’italiana, perdersi nel parco all’inglese ed in quello agricolo, attraverso pergolati di rose e glicini, ammirando il canale del drago di tipica fattura anglo-cinese e godendo dei profumi di azalee, ortensie e vari alberi da frutto.

PASSEGGIATE BARDINI: UNA STAGIONE SULLE TRACCE DEL "PRINCIPE DEGLI ANTIQUARI" - Mattinata ad approfondire la storia ed i lasciti dell’antiquario Stefano Bardini con Laura di M.U.S.E.. Partendo dal bellissimo Giardino, posto a me molto caro, fonte di stimolo del pensiero creativo, riattraversiamo la parte all’inglese e quella all’italiana, arrivando in un’area ancora in fase di ristrutturazione, aperta solo per l’occasione, il Palazzo Mozzi Bardini. La casa-torre che contemplava anche il vasto giardino collinare in pendenza, inizialmente era sede di importanti incontri di natura politica, ma in mano a Stefano, divenne officina per il restauro e deposito dei beni antiquari comprati dallo stesso, che poi destinava alla vendita, nell’attuale Museo Bardini, dove venivano mostrati ai clienti più rinomati del tempo. Inoltre, considerando che la prima loggia massonica d’Italia fu fondata a Firenze, rappresentò la sede della “Loggia Concordia”, ruolo chiave nella fondazione del Grande Oriente d'Italia (GOI). Dopo un notevole giro all’interno della struttura, il pesante portone si chiude alle spalle. L’interessante camminata culturale termina nel familiare Museo Bardini, dove a far da padrone sono pastiches e blù Bardini.

MEMORIALE (in onore degli italiani assassinati nei campi nazisti) - Stamattina visita all’esposizione permanente del “Memoriale” in onore degli italiani nei campi di sterminio nazisti. Progetto ed allestimento basato sulla riproduzione del piano terreno del Blocco 21, due camerate dove dormivano i deportati del campo di Auschwitz, il tutto attraversato da una spirale costituita da colorate fasce elicoidali rappresentanti figure sfocate, simboli e qualche parola, ad illustrare la storia del Paese dal 1919 al 1945. Nero per fascisti e nazisti, rosso per il movimento operaio, bianco per il mondo cattolico, giallo per gli ebrei. I colori si intersecano a seconda del periodo storico che si dipana sulla tela. Attraverso le finestre laterali, si scorgono gli altri Blocchi del campo. In un atmosfera assordante da suoni cupi e forti, il treno percorre quei binari che porteranno migliaia di persone verso la fine certa mentre le parole di Primo Levi invocano ad una riflessione, odio bandito per sempre affinché la morte non sia stata inutile e che questo viaggio serva a non dimenticare.

MUSEO CASA RODOLFO SIVIERO - La Casa Museo Rodolfo Siviero rappresenta un gioiello fino a poco tempo fa nascosto nel vasto firmamento dei palazzi fiorentini. Di stile neo rinascimentale con affaccio sul lungarno Serristori, viene lasciato in eredità alla Regione Toscana nel 1983, da Rodolfo Siviero, affinchè diventasse un museo ad ingresso libero. Ricco di arredi ed oggetti di stili e periodi differenti, tra cui spiccano le opere di Pietro Annigoni e Giorgio De Chirico, questo ultimo, amico fedele ed ospite di colui che è stato definito lo "007 dell'arte", non solo per essere un collezionista ma soprattutto per la miriade di opere recuperate in seguito a trafugazione dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. Intanto che una ristrutturazione delle cucine all'interrrato ed il secondo piano venga effettuata al più presto, consiglio vivamente una visita ad uno dei posti che più rappresenta la vita borghese fiorentina del tempo.

MUSEO DEGLI INNOCENTI - Anche se in ritardo, la riapertura del Museo degli Innocenti, merita una nota. Look rinnovato a parte, a tratti troppo moderno, il primo brefotrofio d'Europa, il famoso "Spedale", si snoda in un percorso storico monumentale ed artistico di rilievo. E' facile perdersi tra i documenti e gli oggetti dei bambini accolti nello storico edificio, o tra le opere del Botticelli e del Ghirlandaio. Di Andrea della Robbia invece, da non perdere la possibilità di ammirare a distanza ravvicinata, i 10 diversi putti staccati dal loggiato per il restauro, a cura dell'Opificio delle Pietre Dure.

MUSEO DELL'OPERA DEL DUOMO - Ha meritato un'accurata visita il Museo dell'Opera del Duomo, che grazie alla sua nuova apertura, vede triplicate le aree espositive, includenti anche quelle dell'ex teatro degli Intrepidi, nella cui sala. si può ammirare il modello a grandezza naturale, dell'antica facciata del Duomo. Molto ricco anche di dipinti, modelli lignei, codici miniati, reliquiari ed arredi, tutti provenienti dal Battistero, dalla Cattedrale, dalla Cupola e dal Campanile. Il progetto museologico ed architettonico, ben regge il peso di conservare la maggiore collezione di sculture del Medioevo e Rinascimento fiorentino.

MUSEO DI FISICA E SCIENZE NATURALI detto MUSEO “LA SPECOLA” - Attesa ben ripagata dalla presenza di molteplici animali, insetti, pesci, volatili, anfibi e altre varietà di esseri viventi visibili all’interno delle stanze del Museo “La Specola”. Tra questi, un rinoceronte bianco e l’ippopotamo (specie rara all’epoca), che visse nel giardino di Boboli prima di essere imbalsamato. Nonostante la temperatura venga mantenuta costante, più o meno intorno ai 18°C, il pregio della visita, in parte guidata, è risieduto nell’opportunità di vedere la collezione delle cere anatomiche corredate di disegni a tempera e fogli di spiegazione, utilizzate in passato dagli illuminati per studiare l’anatomia senza l’osservazione diretta del cadavere. “Lo spellato”, con i vasi linfatici superficiali, rappresenta il modello, forse più verosimile e di forte impatto emotivo tra le statue in cera presenti. Il tempo rimanente prima della chiusura viene dedicato ad ammirare la Tribuna di Galileo, monumento scientifico di stile tardo neoclassico, l’interessante mostra dedicata a meteoriti, piante ed animali provenienti dalla spedizione eseguita nel deserto di Lut, in Iran ed alla scintillante e preziosa mostra Mineraliter, dedicata a minerali provenienti da tutto il mondo, nonché allo studio del loro processo estrattivo.

MUSEO e CHIESA DI ORSANMICHELE - In visita alla Chiesa ed al Museo di Orsanmichele, riaperti dopo il restauro solo da qualche settimana. Costruzione del 1300, antico granaio comunale, poi sede dell’archivio notarile, distribuito su tre livelli, la Chiesa al piano terreno merita una sosta non solo per l’aria che si respira al suo interno, ma soprattutto per il prezioso tabernacolo in marmo dell’Orcagna contenente la Madonna delle Grazie dipinta da Daddi e visibile da ogni angolazione. Salendo, si trova il Museo, che contiene sculture in marmo e bronzo, di stile gotico e rinascimentale, realizzate dai migliori artigiani ed artisti del tempo quali Verrocchio, Giambologna, Donatello, Ghiberti. Al piano superiore, al quale si accede attraverso una caratteristica scala a chiocciola, un panorama mozzafiato della città di Firenze ed ancora quel che resta di alcune sculture in pietra arenaria, grigia o forte. All’esterno delle copie, sostituite per evitare il deteriorarsi delle originali, che nell’insieme lasciano comunque a bocca aperta, attirando l’attenzione durante il passaggio sulla possente struttura che domina la via.

MUSEO GALILEO - L’imponente Palazzo Castellani, al secolo Castello d’Altafronte ed oggi Museo Galileo, rappresenta una tappa obbligata per la conoscenza della città di Firenze. E quale è il momento migliore, se non in occasione del 454° compleanno dello scienziato di origini pisane, dove grandi e piccini, oltre a tantissimi turisti, si riuniscono per condividere l’evento. Due visite guidate, una tematica, sul dibattito tra scienza e fede, che il nostro Andrea Gori, ha sapientemente tenuto, conducendoci tramite l’accompagnamento della sua scienza, ad attraversare il primo piano relativo alla collezione medicea e mostrandoci inoltre, l’unicità e la complessità della più grande sfera armillare presente al mondo. In legno di faggio, dipinta e ricoperta di foglie di oro zecchino, domina, su una base di quattro sirene. Di Antonio Santucci, datata 1588, è un pezzo unico nel suo genere, dove arte, scienza e fede si fondono nell’universo. Continuando le scoperte con la gentile “dama del Settecento”, alla volta del secondo piano verso la collezione lorenese, con gli occhi dei bambini, anche la conoscenza si vede e si apprezza in maniera diversa, risultandone a fine giornata, arricchita, di nuovi particolari ed approfondimenti.

MUSEO IL CENACOLO di ANDREA DEL SARTO - Interessante scoperta quella del Museo del Cenacolo di Andrea d’Agnolo detto del Sarto, nell’antico convento dei monaci benedettini vallombrosani e dedicato a San Salvi. Attraversando la Galleria dei Manieristi ed ammirando la Sala della Scultura, si osserva lo stile degli artisti dell’epoca poco discostante dal rispetto della regola nell’espressione dei dipinti a buona maniera del Vasari, pur essendo più vicino ai 3 grandi maestri Leonardo da Vinci, Michelangelo e Raffaello, in quanto a rappresentazioni similari ad altre ma con un tocco di autenticità non sempre raggiungibile dagli artisti del tempo. Passando nella Sala del Lavabo, quest’ultimo di pietra serena, che veniva utilizzato dai monaci vallombrosani prima di pranzare, a scopo non solo igienico ma anche purificativo e osservando le nicchie dove gli stessi riponevano le stoviglie per i loro pasti, si immaginano le conversazioni del tempo e si ammirano tra gli altri, i dipinti di Michele di Ridolfo del Ghirlandaio, Filippino Lippi, e Pontormo, apprendista presso la bottega di Andrea del Sarto. La Sala della Cucina invece, adiacente a quella del Lavabo, detta anche dell’ex camino, contiene opere dell’autodidatta Suor Plautilla Nelli, la prima donna pittrice del ‘500 fiorentino. Dulcis in fundo, il Refettorio, contenente oltre a diverse opere di Andrea del Sarto - definito da Vasari come il pittore “senza errori” per la maniera garbata con la quale, tramite perfezione formale, rapidità e sicurezza d'esecuzione realizzava le sue opere - il suo più grande capolavoro, l’Ultima Cena, di ispirazione Leonardiana. Il sottarco, che inquadra l’insieme, offre a colui che guarda, diversi spunti secondo una nuova prospettiva. La tavola è rettangolare e non ad U come in passato, Giuda non è più seduto da solo, di spalle, dall’altra parte della tavola, ma accanto a Gesù e con la mano sul petto, mentre riceve dallo stesso un pezzo di pane inzuppato. I personaggi gesticolano e il chiaroscuro delle loro vesti imprime movimento alle figure secondo colori non troppo brillanti. In alto, una scena teatrale con rappresentati due personaggi (di cui uno pare sia lo stesso Andrea del Sarto), sullo sfondo di un cielo al tramonto, che assistono alla scena. Interessanti gli studi sulle pose dei personaggi e gli schizzi, preparatori dell’opera, miranti al raggiungimento di una più elevata intensità devozionale dei soggetti e allo sviluppo di importanti ricerche sul colore. Ne sono un esempio, parti del corpo come mani, braccia, gambe e piedi, figure e loro profili in piedi e seduti, inclinazioni per rappresentazioni di teste e volti.

MUSEO IL CENACOLO di FULIGNO (REFETTORIO DELL'EX CONVENTO DI S. ONOFRIO) - Interessante visita di oltre due ore al Cenacolo di Fuligno, Refettorio dell'ex-convento di Sant'Onofrio, detto anche delle monache di Foligno, dove si conservano, oltre ad affreschi staccati di Bicci di Lorenzo, l'Ultima Cena, grande affresco del quattrocento di Pietro Perugino e bottega. Grazie alla pazienza, preparazione e passione di una guida volontaria facente parte di diverse Associazioni tra cui quella degli Amici dei Musei di Palazzo Davanzati e Casa Martelli Onlus, ho potuto imparare la differenza tra affresco a caldo e a freddo, la storia dell’evolversi della rappresentazione dell’Ultima Cena, a seconda non solo del tempo ma anche degli artisti e dei committenti. Dulcis in fundo, carpire dettagli dell’opera del Perugino, come i punteruoli, utili per tagliare la carne, i nomi degli Apostoli scritti in basso alla pedana, la disposizione della figura di Giuda rispetto al Cristo, o ancora, la presenza di un paesaggio e non di un Crocefisso alle spalle della mensa, con un albero giallo a rappresentare la morte e due verdi con angelo musicante, a simboleggiare la Resurrezione. Peccato solo che fosse l’ultimo giorno di visita e che per motivi a me sconosciuti, il Museo così sapientemente allestito rimarrà chiuso al pubblico fino a data da destinarsi.

MUSEO MARINO MARINI e CAPPELLA RUCELLAI - Tra pomona, cavallo e cavaliere mi sono persa nell’arte di Marino Marini! Poi, il mio occhio attento ed affascinato si è ritrovato diretto alla meravigliosa Cappella Rucellai, sempre nella chiesa sconsacrata di San Pancrazio, dove spiccava il Tempietto del Santo Sepolcro, capolavoro trecentesco di Leon Battista Alberti. Un’altra tessera del puzzle di Firenze da collocare nel panorama artistico locale.

MUSEO NOVECENTO - L’antico Spedale di San Paolo, oggi ribattezzato Museo Novecento, è completamente dedicato all’arte del XX secolo. Le opere sperimentali di Caravaggio, un esploratore di mondi nuovi, l’originalità ed unicità quasi poetiche dei presepi di Maria Lai, il tavolo dell’architetto, dove personaggi del calibro di Leonardo Ricci, spiegano la loro arte, raccontando dei loro progetti, fanno da cavallo trainante delle mostre temporanee, mentre le ceramiche di Fontana, i bronzi di Marini, le pennellate di Levi, De Chirico, Severini e Guttuso si snodano onnipresenti ai piani superiori dell’edificio, fino ad arrivare all’altana dove le donazioni di Ottone Rosai, si articolano tra vedute e ritratti.

MUSEO DEL BARGELLO - In una delle prime calde giornate quasi estive, trovare refrigerio per corpo, mente ed animo all’interno del Museo Nazionale del Bargello si è rivelata essere una buonissima idea, ancor più in occasione dei festeggiamenti della nascita della Repubblica Italiana. Affacciarsi dalla grande loggia del Verone e rimanere ammaliata dagli stemmi e dalle statue nel cortile del palazzo, dove la vista è impeccabile, voltarsi ed ammirare a distanza ravvicinata la verosimile rappresentazione dei nudi, i putti pescatori in bronzo e i marmi del Giambologna, vibranti, nell’aria frizzantina. Cominciando il percorso interno, m’imbatto nella Sala del Trecento, adibita per un periodo anche a carcere, e tra maioliche ed avori arrivo agli oggetti medievali e rinascimentali, con un’impronta islamica per quanto concerne i tessuti, presenti nella sala intitolata all’antiquario lionese Carrand, che lasciò tutte le sue preziose opere da esporre a Firenze all’interno del Bargello, così come il barone Franchetti. Prima di salire al piano superiore del palazzo, un passaggio alla Cappella della Maddalena con sagrestia annessa e poi una lunga sosta nella sala più grande, quella del Consiglio, ora di Donatello, perdendomi tra le predelle e le imponenti ed eleganti sculture di Brunelleschi, Ghiberti e Donatello, maestro della tecnica dello “stiacciato” e Desiderio da Settignano. La mia passione per la terracotta invetriata mi fa ammirare la miriade di opere contenute nelle sale di Giovanni ed Andrea della Robbia, di cui diverse appartenenti a colui che è considerato l’iniziatore delle terracotte invetriate, Luca della Robbia. Un occhio alla sala dei Bronzetti, alla collezione numismatica ed a quella dei sigilli prima di attraversare la sala dedicata al celebre Verrocchio e scendere al pian terreno per vedere la sezione esclusiva a lui dedicata, dove spiccano i crocifissi lignei. La mia visita nel più importante museo di scultura italiana del Rinascimento termina nella sala di Michelangelo e degli scultori fiorentini del Cinquecento, dove naturali e spontanei, si ergono busti e corpi marmorei e bronzei.

MUSEO HORNE e SALA GRANDE DI CASA VASARI - Interessante visita del Salone di Casa Vasari, appendice dell’ex Palazzo Spinelli e del Museo Horne, entrambi gestiti dalla Fondazione creata dopo il lascito dell’architetto e storico dell’arte, l’inglese Herbert Percy Horne, allo Stato italiano. Tipico esempio di casa rinascimentale dei primi del ‘500, su due livelli e divisa in ale, di cui una interamente occupata dalla servitù. Oggi contiene oltre 6000 opere, di cui pochissime esposte in solo 7 stanze, visitabili in un ambiente purtroppo non facilmente accessibile da portatori di handicap e per niente riscaldato. Nella collezione permanente: pitture, sculture, disegni di Giotto, Lippi, Giambologna, Ammannati, Bernini, Gaddi, oltre ad arredi, ceramiche, cassoni nuziali dipinti a mano, posate antiche, strumenti scientifici, accessori e oggetti da lavoro femminile, tutti tenuti in buono stato di conservazione.

Riallestimento sale GALLERIA DEGLI UFFIZI e MOSTRA SPAGNA E ITALIA IN DIALOGO NELL'EUROPA DEL CINQUECENTO - “Respirare la vita attraverso l’arte”. Pensieri… da una Pasqua agli Uffizi. Ammiro la magnificenza inossidabile delle opere ivi esposte, soffermandomi, in particolare, sulla trasparenza del velo, i boccoli tra i capelli ricci, le espressioni, l’intensità degli sguardi, la finezza e l’eleganza dei lineamenti, il dettaglio colto nel particolare, in un attimo di meravigliosa purezza fisica e spirituale della Venere del Botticelli. M'incantano poi, la brillantezza e la nitidezza dei colori, le espressioni sognanti e mistiche dei personaggi di Michelangelo. L’allestimento delle nuove sale del Botticelli, Pollaiolo e Van Der Goes, la Tribuna e la Sala Delle Niobe è notevole. L’illuminazione dedicata, la manutenzione e il restauro dei dipinti, delle sculture e delle statue, sono stati possibili, grazie al supporto dell’organizzazione americana no profit “Friends of Florence”. Le sale di Michelangelo, Caravaggio e la pittura del ‘600 tutta, devono ancora un particolare ringraziamento alle donazioni di singoli individui facenti parte dell’associazione no profit “Amici degli Uffizi” e “Friends of the Uffizi Galleries”. Un’attenzione altresì accurata va infine data all’Adorazione dei Magi Restaurata di Leonardo Da Vinci, che torna dopo sei anni al suo massimo splendore in seguito ad un attento e scrupoloso restauro compiuto da parte dell’Opificio delle Pietre Dure. Nello stesso giorno non potevo perdere la mostra temporanea “Spagna e Italia in dialogo nell’Europa del Cinquecento” nell’Aula Magliabechiana, tra sculture, dipinti, esempi di oreficeria e arti applicate dell’epoca. Il mio occhio cade su El Greco e sul percorso relativo ai disegni italiani legati alla decorazione della chiesa e del monastero di San Lorenzo dell’Escorial nella fase primordiale di cantiere, che riporta mente e spirito a qualche anno fa, quando ebbi l’opportunità di visitare l’oramai definitiva struttura

MUSEO GUCCI - Tappa obbligata nel cuore di Firenze è la visita al "Museo Gucci" all'interno del Palazzo della Mercanzia, dove stile, classe ed eleganza sono senza tempo. Dagli abiti, alle scarpe, alle borse, valigie, a tutto ciò che riguarda la casa, la musica, il tempo libero e le attività ricreative, il principio è sempre lo stesso, ma con concomitanza innovativa, che ben si adatta alla filosofia di Gucci, "Forever Now", oggi come ieri!

MUSEO SANTA MARIA NOVELLA - CHIOSTRO GRANDE, DORMITORIO, CAPPELLA DEI PAPI - Ci sono occasioni da prendere al volo e questa è stata una di quelle. La visita guidata a a cura dell'Associazione MUS.E. è stata un'esperienza da ricordare e per ciò degna di nota. Accessibili gli spazi del Museo di Santa Maria Novella riportato in parte al suo splendore. In particolare, il Dormitorio, il Chiostro Grande e la Cappella dei Papi, dove i pontefici traevano ispirazione e validi spunti di riflessione durante la preghiera quotidiana, contemplando l'Incoronazione della Vergine di Ridolfo il Ghirlandaio e La Veronica con il Volto Santo e i due angeli, questo ultimo considerato tra i più grandi capolavori della pittura fiorentina del cinquecento.

MUSEO SANTA MARIA NOVELLA - COMPLESSO - Prima volta come cittadina fiorentina di domenica a spasso per i musei civici, ad assaporare questa grande iniziativa di accesso gratuito ai residenti, durante la prima domenica di ogni mese. Entrare nel complesso di Santa Maria Novella è come varcare la soglia di un mondo perduto, perduto nell’infinito splendore delle sue campate, innamorandosi del pulpito disegnato da Brunelleschi e sognando tra la prospettica cappella Strozzi e l’adiacente cappella Bardi, prima di attraversare l’altare maggiore dove spicca un magnifico crocifisso di Giambologna. Si raggiunge il culmine nel retro, varcando la soglia della cappella Maggiore dove la perfezione artistica è quasi espressa ai massimi livelli dal Ghirlandaio e bottega. Prima di passare al museo, una sosta alla cappella Gaddi con le vetrate dei vetrai fiamminghi, a quella Gondi con il particolare e semplice crocifisso ligneo di Brunelleschi e alla cappella Strozzi di Mantova. La sagrestia è sublime, come il riconoscibile lavabo di Giovanni della Robbia. Il chiostro è immenso e le opere restaurate di Paolo Uccello, assieme ad alcune sinopie, sono presenti all’interno del museo per essere ammirate a distanza ravvicinata ed in tutta tranquillità. Dipinte con la tecnica monocroma a “terra verde”, allietano lo sguardo anche in una giornata piovosa come questa. Impossibile elencare le varie e numerose cappelle adiacenti, a parte quella dell’Orcagna, denominata dell’Annunciazione, ancora in buono stato di mantenimento, così come il chiostro dei morti, da poco riaperto al pubblico. Il cappellone degli spagnoli di Andrea di Bonaiuto ispira pace e preghiera in una maestosità e grandezza non rara che è tipica del luogo. All’interno del museo, la cappella degli ubriachi ed il refettorio, piene anch’esse di preziosità, mi inoltrano verso un altro chiostro, quello Dati, piccolo e raccolto, dove mi siedo a pensare alla strada percorsa per ammirare questo capolavoro racchiuso nel cuore della città di Firenze.

MUSEO e PARCO STIBBERT - Dalla piccola Villa di Montughi di proprietà della famaglia Davanzati, nasce la più ampia Casa Stibbert, divenuta poi Museo, in seguito al suo lascito in eredità alla città di Firenze. Di stile inglese ed impronta neo gotica e rinascimentale, è ricca di porcellane, arredi, ma soprattutto armi ed armature, provenienti da Europa, Medio Oriente e Giappone. Un accento particolare va dato proprio alle sale del Palazzo contenenti la più grande collezione di armature giapponesi fuori dal Giappone stesso. Infine, apprezzabile è parimenti il Parco all'inglese, di stile romantico per la presenza del laghetto, con annesso tempio in stile neo egizio. Non va dimenticato inoltre, l'angolo di busti e sculture tipiche del giardino all'italiana.

MUSEO CASA MARTELLI e PERCORSO LAURENZIANO - In attesa di una seconda visita più accurata e dettagliata, ringrazio l’Associazione Amici dei Musei di Palazzo Davanzati e Casa Martelli Onlus, nonché la preparatissima guida, per averci accompagnato lungo il percorso Laurenziano all’interno di Palazzo Martelli. La Casa, finemente ammobiliata e contenente una quadreria di tutto rispetto, conta anche numerosi ambienti affrescati, bagni, cortili e sala da ballo. Tra le tante originalità catturano la mia attenzione la manifattura delle porte finestre e l’ingegno applicato nella realizzazione della porta d’ingresso a tre chiavi di apertura combinata, in grado di bloccare il polso del malcapitato in caso di forzatura della serratura.

MUSEO SWAROVSKI - Tutta la conoscenza del tempo... dalla Camera delle Meraviglie del Castello di Ambras alle sedici Camere delle Meraviglie dei Mondi di Cristallo Swarovski nel regno del Gigante a Wattens in Austria.

FORTEZZA DI SAN GIOVANNI detta DA BASSO - Visita guidata, curata da MUS.E di inediti percorsi sotterranei che corrono sotto la muraglia della Fortezza di San Giovanni, detta da Basso.

TEATRO DELLA PERGOLA - Proprio nel giorno in cui il Teatro della Pergola celebrava la sua resilienza mediante la visita guidata realizzata in collaborazione con Unicoop Firenze, ancora una volta si sarebbe trovato ad affrontare e superare “A Testa Alta” la crisi della chiusura per contenere la pandemia in atto. Come quel 27 dicembre 1967, giorno di inaugurazione della sua stagione di prosa dopo la grande alluvione di Firenze del ‘66, noi spettatori, ci siamo trovati ad osservare la magnificenza di cotanta bellezza. La nostra attenta e scrupolosa guida, ci accompagna per tutto il percorso partendo dall’esterno, ricordandoci mediante lo stemma dell’arte della lana, l’importanza del vicolo della Pergola. Era qui che avveniva la tiratura, luogo da cui il teatro prende tra l’altro il suo nome. Un breve sguardo all’edificio dall’esterno, sottoposto a vincolo architettonico dal 1942 in quanto "primo grande esempio di teatro all'italiana", rappresenta la prima sperimentazione con ordini di palchi sovrapposti e sala a forma ovale, pensata appositamente per una maggior resa acustica. Costruito dall’Accademia degli Immobili, un gruppo di nobili dedito all’arte del dramma in musica, era inizialmente riservato alla corte medicea e solo in seguito si aprirà al pubblico con il primo spettacolo dotato di regolare biglietto, lo Scanderbeg di Antonio Vivaldi. Indimenticabile la prima rappresentazione del Macbeth, scritto appositamente e diretto da Giuseppe Verdi, prima che il teatro divenga il grande tempio della prosa italiana. Ed è proprio qui, infatti, che nacque il genere del cosiddetto melodramma, dal quale si sviluppò la vera e propria opera lirica. Attraversando lo splendido atrio con decorazioni di stucchi e bassorilievi neoclassici adornato di due grandi tele, si sale da una scala a volta a botte con lacunari raggiungendo un sontuoso vestibolo con colonne, dove il simbolo del mulino a vento non sfugge all’occhio accorto. Poco distante il “Saloncino”. Ma è entrando a teatro e salendo sul palcoscenico che si ha la vista migliore, una visione d’insieme non solo delle sedute e del soffitto affrescato, ma soprattutto del dietro. Ci vuole arte quasi quanto quella di stare sul palco dietro le quinte! Il sipario dipinto, la buca dell'orchestra, la graticcia, l’installazione del primo "telefono" acustico (un tubo di rame) a trasmissione meccanica, non ancora elettrica, per comunicare tra i vari ambienti del teatro, creato dal macchinista Antonio Meucci nel 1834. Nel seminterrato esiste un piccolo museo con numerosi cimeli, che però non possiamo vedere, a causa delle rigide procedure anti Covid-19. Una parte del teatro inesplorata ed utilizzata per particolari spettacoli di grandi dimensioni, gli antichi camerini e le sale di prova, concludono la nostra visita. Così, apparentemente fermo, quel mulino a vento, simbolo di nascita del teatro, in realtà, è mobile e soprattutto stabile, a significare come, nella mutevolezza di tempi ed eventi avrà continuità e longevità, e lo spettacolo “The Dubliners” in preparazione lo dimostra apertamente.

GIARDINO DI BOBOLI e PALAZZO PITTI_MUSEO DELLE PORCELLANE-GALLERIA PALATINA-GALLERIA DI ARTE MODERNA-MUSEO DELLA MODA E DEL COSTUME - MOSTRE TEMPORANEE - In una giornata soleggiata e limpida sperimento una visione prospettica differente del Giardino di Boboli con annesso museo delle porcellane francesi, italiane, viennesi e tedesche, arricchito dalla visita alla Galleria di Arte Moderna e alla Galleria Palatina mentre attraverso il corridoio delle colonne tra i pittori fiamminghi ed olandesi. Non starò ad elencare la varietà delle opere esposte, tanta è la loro magnificenza ed il loro pregio. Senza un percorso ben preciso, ritrovarmi tra Caravaggio, Raffaello, Botticelli, Lippi, Pontormo… (i puntini sospensivi servono a rendere un’idea dell’immensità dell’arte contenuta negli appartamenti reali). Interessante la mostra temporanea ll Carro d’Oro di Johann Paul Schor’s: “L’effimero splendore dei carnevali barocchi”, di tipico accento trionfante ai dettagli di carri e carrozze del periodo barocco, con un acume particolare al carro d’oro, macchina maestosa, tutta scintillante di oro, realizzata in occasione del carnevale romano del 1664. A fare da cornice a questa manifestazione, le incisioni di Stefano Della Bella, uniche fonti attestanti l’ultima festa dei Medici nell’anfiteatro di Boboli in occasione del matrimonio di Cosimo De’ Medici con Marguerite Louise d’Orléans. La temporanea di Kiki Smith: “What I saw on the road”, ha come protagonista la natura espressa mediante la luna, le stelle e l’essere invincibile per antonomasia, la donna. Analogamente, nel Museo della Moda e del Costume, l’esposizione temporanea “Animalia Fashion”, avente sempre la natura come soggetto preponderante, unisce la moda al mondo animale.

PALAZZO PITTI_APPARTAMENTI DELLA DUCHESSA D'AOSTA - Attesa ben ripagata. Imperdibile la visita guidata agli Appartamenti della Duchessa D’Aosta, infinitesima parte del maestoso e magnifico Palazzo Pitti. Le stanze, in apertura straordinaria, hanno deliziato il mio animo, accendendo lo sguardo ed illuminandolo, mentre la mia bocca aperta, a ripetizione esclamava “meraviglioso”, “unico”, “prezioso”… Riallestite secondo il gusto dei Savoia, raccontano parte della storia di Palazzo, tra stili Barocco, Rococò e Neoclassico. Attraversando salotti, camere da letto e bagni, diversi sono gli oggetti, le tappezzerie ed il mobilio presente, soprattutto gli orologi, di svariate misure e caratteristiche, che scandendo il tempo, mi riportano alla realtà, fino a ricondurmi laddove tutto è iniziato solo qualche ora fa, nel rosso salotto cinese!

PALAZZO MEDICI RICCARDI - Sede attuale della Città Metropolitana e della Prefettura di Firenze, il Palazzo Medici Riccardi, è degno di nota e merita parimenti una visita accurata durante la giornata. Entrando nel Cortile di Michelozzo, chicca del Rinascimento e circondato da centinaia di pezzi di arte antica, attraverso la Limonaia, recentemente ristrutturata e visibile in tutto il suo splendore, faccio tappa prolungata all’interno della Cappella dei Magi, dove la magnificenza regna sovrana tra gli affreschi alle pareti, il pavimento ad intarsi, il soffitto e il coro ligneo. Da ogni prospettiva la si ammiri, lascia sempre a bocca aperta. In adorazione davanti alla raffinatezza, finezza ed eleganza che traspare dalla Madonna con Bambino di Filippo Lippi, rimango in estasi per diverso tempo, all’interno della Galleria, dove l’arte barocca viene esaltata da specchi dipinti ed armadi intagliati, culminando nella volta affrescata di Luca Giordano rappresentante l’Apoteosi della dinastia dei Medici.

VILLA SALVIATI_The State of the Union_Solidarity in Europe 2018 - Great day spent in Villa Salviati for the State of the Union, between cultural and artistic visits, long walks in the Italian and English gardens, music, food and drink. Amazing walk for kilometers of European history going through archives, visit with the Association “Città Nascosta” the restored Cave and the Chapel, hear the “Accademia del Maggio Musicale Fiorentino” and the “Orchestra Giovanile Regionale Toscana REMUTO”, taste local products and international drinks as Japanese “sake” and dream with the Coccoloni’s sculpture exhibition.

VILLA SALVIATI_The State of the Union_Solidarity in Europe 2019 - Open doors at Villa Salviati for "The State of the Union" organised by the European University Institute in Florence. My second year, this time with parents and aunt, to visit this wonderful and precious place, enriched with music, dance, tasting foods and shows. Particular the sculptures in marble of Franco Berretti, scultore in Firenze 's exhibition and the air that is breathed of european folklore in the court of the Villa. Giovanni Fabbri's with his historical description of the Pasta Fabbri production and Gelateria Dei Medici with his special ice cream have made of this journey a true moment of sharing.

VILLA LA QUIETE 2017 - Se l'anno passato ha sancito il primo appuntamento di restauro di "Villa La Quiete" mediante l'esposizione temporanea dei "Capolavori di Botticelli, Rodolfo del Ghirlandaio e Baccio da Montelupo", "Signore e Padrone, tra vita contemplativa e vita attiva", ha permesso di fare un altro passo in avanti nel risanamento per la valorizzazione della struttura. Infatti, grazie alla visita di diversi ambienti e giardini completamente ristrutturati, ho potuto apprezzare il valore lasciato dalle figure femminili che l'hanno abitata, dalle Montalve, il cui nome deriva dall'acquirente della Villa, "Signora" Eleonora Ramirez de Montalvo, alla "Padrona" nonché Elettrice Palatina Anna Maria Luisa de' Medici che lo scelse come luogo di ritiro. In attesa del terzo appuntamento magari con il giardino all'italiana riportato al suo splendore ed attualmente inagibile, ringrazio intanto i ragazzi dell'Università degli Studi di Firenze, ottima guida durante la visita dell'ennesimo tesoro di proprietà della Regione Toscana.

PALAZZO OSPEDALE DI S. MARIA NUOVA e CHIESA DI S. EGIDIO+concerto - Interessante iniziativa della Regione Toscana per avvicinare i cittadini ai "luoghi insoliti" fiorentini. L'Ospedale di Santa Maria Nuova, il complesso ospedaliero più antico d'Europa, in seguito ad un lungo processo di ristrutturazione, ha valorizzato notevolmente il suo patrimonio artistico. La visita rende, attraverso il percorso museale, il forte legame che nel corso del tempo, lo stesso ha avuto con le istituzioni religiose. Ne sono un esempio le molteplici opere d'arte e l'annessa Chiesa di S. Egidio. Il "weekend in musica" termina proprio in questo antico edificio del '400 con un emozionante concerto di musica da camera del quartetto Daphnis per flauto ed archi, tenuto sapientemente dalle allieve della Scuola di Musica di Fiesole.

PALAZZO GUADAGNI STROZZI SACRATI+concerto - Amo cogliere le espressioni degli artisti mentre suonano... Mozart è accattivante, sinuoso e avvolgente, quasi trionfante direi, e le emozioni che traspaiono dai musicisti poi, fatte di piccoli gesti che si combinano tra di loro!! La musica scorre tra le dita che si muovono sui tasti del pianoforte ed in simbiosi agli archi che attraversano viola, violino e violoncello a ritmi incalzanti prima, suadenti e dolci dopo, muore, infine, di passione, lì dove tutto ha avuto inizio, nel più profondo dell'animo umano. Sono molteplici le emozioni suscitate dal concerto di musica da camera del quartetto Werther per pianoforte ed archi nella Sala Pegaso del Palazzo Guadagni Strozzi Sacrati. Un gradito finale dopo la visita alla sede della Regione Toscana che ha aperto le porte dei "luoghi insoliti" per un altro appuntamento del "weekend in musica". Notevole anche qui l'opera di ristrutturazione, che ha riportato all'antico splendore questa residenza barocca costruita sulle case medioevali della famiglia Bischeri ed unica ad essere ubicata proprio davanti a Piazza Duomo. Un elogio particolare, va inoltre alle guide del FAI per avermi fatto rivivere i tempi delle famglie che hanno abitato il palazzo attraversando le loro stanze dopo avermi fatto conoscere varie opere del '700 e dell'800 fiorentino.

PALAZZO del PEGASO+concerto - Eccomi al terzo appuntamento dei "luoghi insoliti", alla volta del Palazzo del Pegaso, sede del Consiglio Regionale e comprendente dal novembre 2016, dei Palazzi Panciatichi e Cavoni Capponi a questo ultimo adiacente, che a sua volta ne ingloba un altro, Palazzo Milanesi. Qui, l'opera di ristrutturazione, in particolare di pulitura delle pareti stuccate ed il corretto posizionamento delle luci al soffitto per impedire il veloce sbiancamento dei colori, deve ancora essere completata. Naturalmente, il "weekend in musica" non poteva che terminare con un attesissimo concerto di musica rinascimentale e barocca, che tra flauti e viole da gamba di varie taglie, suonate abilmente dal quartetto Fantasticaria, conduce l'animo, in un mondo lontano alla memoria, evocando emozioni antiche nel tempo.

PALAZZO CERRETANI - BIBLIOTECA DELLA TOSCANA PIETRO LEOPOLDO+Concerto - “Dopo tante percosse non mi sono mosso” dice la sapiente professoressa, guida FAI, rammentandoci il motto della famiglia, mentre ci accompagna all’interno delle sale di Palazzo Cerretani, raccontandoci della sua storia a partire dal XVIIesimo secolo. Tra i diversi soffitti e pareti affrescate, spicca nella sala dei convivi, il soffitto a cassettoni, nonché l’eleganza sulle pareti, espressa attraverso un’idea di prospettiva, basata su false illusioni di architetture che consentono all’occhio attento dell’osservatore un senso di spazio e di magnificenza barocca allo stesso tempo. Lo spazio primario, ritrovato nell’ambito della conoscenza all’interno della biblioteca Toscana Pietro Leopoldo, che altresì consente un vista in maniera continuata degli affreschi dell’epoca. Ma è solo attraversando questi ambienti della cultura che si giunge ad una scalinata stretta che porta fino all’interrato, dove poter ammirare gli scavi con reperti archeologici di varie epoche, a partire dal periodo dell’età romana. Tra questi, la mia attenzione è catturata dal Calcatorium, vasca di spremitura vinaria che caratterizza un impianto vinicolo di una villa suburbana romana. E siccome un vero artista si inserisce sempre nel contesto in maniera armoniosa e senza arrecare disturbo, è la volta del concerto del quartetto per archi nella sala dei convivi del palazzo. L’intesa dell’ensemble Echos è eccezionale. A comandare tra incroci di sguardi e velocità di esecuzione lo stridere incalzante della viola sul cupo violoncello senza dimenticare i violini. Meraviglioso cogliere le movenze differenti dei giovani musicisti, che tra energia e sospiri, esprimono le loro emozioni attraverso la musica, regalando una performance decisamente notevole.

PALAZZO CORSINI - Nella splendida cornice fiorentina si è appena concluso l’Eredità delle Donne 2018, festival ideato in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio. Tra talk, proiezioni di film, letture, presentazioni di libri e visite guidate, la città gremiva di donne, ciascuna con il proprio pezzetto di eredità da condividere e lasciare ai posteri. Una Serena Dandini brillante, a spiccare nel firmamento delle stelle, come solo una vera Direttora artistica sa fare e con la quale ho avuto il piacere di scambiare un paio di battute in maniera informale ed autentica, nella genuinità che ci contraddistingue. Una particolare enfasi personale mi piace dare, tra le donne che hanno lasciato e lasceranno un forte contributo alla nostra società, nel ricordare e annoverare la forza e la caparbietà della prima Ingegniera aerospaziale Amalia Ercoli Finzi; la fedeltà della principessa Anna Maria Luisa de' Medici, elettrice del Palatinato e ultima rappresentante dell’omonima casata fiorentina e Elena Avogadro di Collobiano, Donna Elena Corsini, che con il suo coraggio riuscì a proteggere dalla guerra e dall’occupazione tedesca un prezioso patrimonio costituito da capolavori di grandi artisti. Meravigliosa scoperta quella di Palazzo Corsini al Parione, aperto per l’occasione, e della sua quadreria, nonché delle sale finemente ed elegantemente arredate, attraverso le quali è possibile avvertire ancora l’essenza della famiglia, vivendola a pieno, o incontrandola, come è successo alla sottoscritta, per ringraziarla dell’ospitalità ricevuta.

CASTEL SANT'ANGELO o MAUSOLEO DI ADRIANO - Come una moneta, con due facce. Quella diurna: potente, dura, fredda, schietta e quella notturna: suggestiva ed incantatrice come solo la fortezza di Castel Sant'Angelo sa essere. Il passetto di Borgo, le prigioni, la Stufetta di Clemente VII e la Cagliostra, il tutto alleggerito dal concerto del grande jazzista Danilo Rea nel cortile di Alessandro VI, dolce invasione dell'anima avallata anche dalle sue "contaminazioni" musicali. Pure il palato e l'occhio hanno goduto rispettivamente della buona cucina de Le Terrazze e della vista panoramica di una Roma Capitale sempre in "pole position". Per non dimenticare: un sentito grazie alla guida ed ai suoi, con i quali, la visita, non è stata semplicemente "guidata"!!!

PORTA (O TORRE) SAN NICCOLO' - Impossibile non cogliere la preziosa opportunità di visitare la Porta San Niccolò guidata da MUS.E per scoprire un altro pezzetto di storia della città. Conoscere ed ammirare Firenze da un’altra prospettiva, osservando il vecchio sistema difensivo e la sua evoluzione nel tempo. Della cerchia muraria, la Torre è l’unica a non essere stata scapitozzata, perché protetta dalle colline di San Miniato. Guarda da un lato, alle Rampe del Poggi fino al Piazzale Michelangelo e dagli altri, all’Arno con i suoi magnifici monumenti. Rappresenta uno splendido esempio di maestosità e come regina, si fa ammirare, portando luce e brillantezza a tutto il quartiere circostante.

PORTA ROMANA - Altra tappa storico-culturale, guidata sempre da MUS.E, questa volta a Porta Romana. Camminando lungo una parte delle mura, ben restaurate, si arriva alla stanza di veduta, dove ho potuto osservare da un’altra prospettiva ancora la splendida Firenze. Costruita sempre dall’Orcagna tra il ‘200 ed il ‘300, con l’avvento della polvere da sparo, che modificò le abitudini difensive nel suo complesso, fu scapitozzata, come tutte le altre porte, di circa 10 metri. Anch’essa rappresenta, a tutt’oggi, un imponente esempio di accesso alla città attraverso la cinta.

PORTA S. FREDIANO - Alla Scoperta di Torri, Porte e Fortezze per godere dello spettacolo di Firenze da una prospettiva differente ricordando la storia di posti solitamente non accessibili. La visita a Porta San Frediano con l’accompagnamento di Giulio di M.U.S.E. è inedita. Uno strepitoso intervento di valorizzazione mi ha permesso oggi, di poter percorrere il camminamento di ronda della cinta muraria fino al Torrino di Verzaia che precede quello Santa Rosa, oltre che a godere della splendida vista dall’interno della Torre stessa. Un’esperienza piacevole culturalmente, che riportando agli albori della struttura, la vede poi evolvere nel tempo. Meritava una visita, a continuazione del mio percorso di conoscenza del territorio.

TORRE DELLA ZECCA - In un giorno di pioggia e vento, decido di visitare la Torre della Zecca Vecchia, per osservare l’insieme con un occhio diverso e godere così del panorama dall’alto, secondo una prospettiva sicuramente fuori dall’ordinario. Circa 100 scalini in pietra lungo stretti corridoi in salita prima di arrivare in cima, mi permettono di attraversare tre piani, che anticamente ospitavano arsenali di armi, attrezzi, ma soprattutto esplosivi, fino ad arrivare al tetto cinquecentesco con ampia terrazza, dalla quale ammiro l'intera città. Isolata in mezzo allo svincolo stradale dei viali di Circonvallazione, rappresenta una delle "torri terminali" del perimetro murario cittadino. Durante il percorso, assieme a Giulio di MUSE, discorrendo, scopro forse la parte più interessante della sua storia, riguardante, cioè, i sotterranei, purtroppo non ancora percorribili, in quanto necessitanti di grossi lavori di ristrutturazione ed eventuale bonifica. Il passaggio segreto, che collega alla Torre San Niccolò, costituisce, assieme alla pescaia, non solo un elemento di difesa ma anche uno dei sistemi fognari più importanti di Firenze. Dal piano interrato, infatti, attraverso una fittissima rete di corridoi coperti da volte, uno in particolare passerebbe sotto il fiume Arno, consentendo di raggiungere la sponda opposta. Curioso venire a conoscenza che dopo aver accolto al suo interno, l’officina della zecca fiorentina dove venivano coniati i fiorini della repubblica da macchinari presenti nell’edificio, alla metà del Novecento, alcuni ambienti furono occupati, per alcuni anni, da un circolo ricreativo, di cui rimane a ricordo un vecchio bancone in pietra. Pare il nome derivi proprio dalla storia, la stessa che, lunga chilometri di cinta muraria, è inossidabile nel tempo.

BALUARDO DELLA GINEVRA o BASTIONE S. GIORGIO+BALESTRIERI FIORENTINI - Oggi ultima tappa storico-culturale per la valorizzazione di “torri, porte e fortezze fiorentine” guidata sempre dall’Associazione MUSE. A pochi passi dal Forte di Belvedere, attualmente sede e campo di tiro dei Balestrieri del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina, il Baluardo a S. Giorgio o della Ginevra, dal nome della fonte presente nelle vicinanze, costituiva uno dei punti chiave per la difesa cittadina. Al suo interno, abbassando lo sguardo, nella forma quadrangolare, si scorgono i resti di alcune cannoniere, mentre rivolgendolo in profondità, a sinistra, un tratto di mura medioevali e la Torre S. Niccolò, fanno capolino assieme alla Torre della Zecca, mentre il Piazzale Michelangelo e la Chiesa di S. Salvatore e di S. Miniato al Monte danno un quadro completo di visuale strategica e panoramica.

GIPSOTECA DEL LICEO SCIENTIFICO PORTA ROMANA - Una nota sulla Gipsoteca del Liceo Artistico Porta Romana che possiede una formidabile raccolta di modelli in gesso, soprattutto quelle di carattere rinascimentale, ampiamente conosciuta a livello nazionale. Notevoli sono i calchi, riproduzioni di opere originali del Museo del Bargello, della Chiesa di Orsanmichele e della Galleria dell’Accademia. Un tripudio di bianco all’interno di una struttura monumentale circondata da un antico giardino interno.

SOCIETA' CANOTTIERI FIRENZE - Una nota sulla storica società situata all’interno degli ex magazzini e scuderie degli Uffizi, un posto esclusivo e di ampio respiro internazionale per quanto concerne il canottaggio, con palestra dedicata. La seconda sede invece, è situata poco lontano ed è il posto dal quale è arrivata la barca con le meravigliose e tenaci Florence Dragon Lady – Lilt, che durante le vogate in Arno mi hanno dato preziosi consigli su come tenere il ritmo in maniera congiunta. Un paio d’ore cariche di emozioni forti, arricchite da una vista mozzafiato a pelo d’acqua!

I PERCORSI SEGRETI di PALAZZO VECCHIO - A distanza di qualche mese dalla loro riapertura, dopo un anno e mezzo di fermo a causa della pandemia, oggi visito finalmente, grazie alla preparatissima guida di MUS.E, i Percorsi segreti di Palazzo Vecchio. Un mazzo di chiavi che aprono tante porte, alcune raggiungibili solo attraverso stretti passaggi, tra i quali la scala medievale in pietra realizzata per volere del Duca Gualtieri di Brienne all’interno della parete. Al di là, un cammino inaspettato conduce, celato dietro ad un dipinto del prezioso Studiolo di Francesco I de’ Medici, allo Scrittoio del padre Cosimo I (più conosciuto come Tesoretto). Ma le sorprese non finiscono qui! Attraversando un altro accesso nascosto si raggiunge l’imponente e vasta struttura a capriate che sorregge il pesante soffitto a cassettoni progettato da Giorgio Vasari nonché i dipinti del Salone dei Cinquecento, realizzato secondo un sistema antisismico studiato in ogni dettaglio. Sono contenta e soddisfatta di aver trascorso del tempo ad osservare, secondo una prospettiva diversa, la Reggia de’ Medici, dove niente è pensato e costruito a caso. “Esplorazione” vivamente consigliata!

VISITA ALLA BOTTEGA DEGLI SCALPELLINI dell'Opera di Santa Maria del Fiore - In occasione dell’anniversario della posa della prima pietra della Cattedrale avvenuta nel 1296, l’Opera di Santa Maria del Fiore si veste a festa, aprendo le porte dell’antica “Bottega degli Scalpellini”. In una piccola stanza gremita di gente, i Maestri restauratori rispondono ai miei perché, mostrando opere, tecniche e strumenti usati per uno dei lavori più antichi, che mira a preservare il patrimonio artistico-culturale della città, luogo in cui Donatello, Brunelleschi e Michelangelo compirono grandi meraviglie, tra cui il David. All’interno del laboratorio i restauratori tramandano l’arte dal vecchio al giovane. Interessante scoprire la subbia, la gradina e lo scalpello e vederli in movimento tra le mani sapienti di una donna, orgoglio e rarità in un ambiente prettamente maschile, oppure fra quelle di un giovane apprendista, che con tanta passione ed un pizzico di timidezza riproduce per esercizio un’immagine che ha al suo fianco. Così, ancora oggi, il classico approccio di lavorazione del materiale per il restauro conservativo, soprattutto per il marmo, quando è possibile si opta all’uopo delle nuove tecnologie, per preservare l’originalità dell’opera, garantendone unicità e splendore. Un momento di incontro importante, un dettaglio da aggiungere alla mia vasta lista di apprendimento del territorio.

MUSEO NAZIONALE DELLA LINGUA ITALIANA (MUNDI) all'ex Monastero della Santissima Concezione nel Complesso di Santa Maria Novella - “Tutto può cambiare, ma non la lingua che ci portiamo dentro, anzi che ci contiene dentro di sé (I. Calvino) Inaugurato a luglio negli spazi dell’ex Monastero della Santissima Concezione quello che sarà il più grande complesso culturale d’Europa. Il Museo Nazionale della Lingua Italiana, più comunemente MUNDI, costituirà l’unica sede, e proprio a Firenze, dove confluiranno ricerca, innovazione e studio del nostro idioma. A qualche giorno di chiusura per la continuazione dei lavori di ristrutturazione ed ampliamento che termineranno nel 2023, con attenzione e molto interesse, mi inoltro nel percorso espositivo della lingua italiana dal 200 ai giorni nostri, attraverso video-racconti e documenti storici in prestito da altre parti d’Italia. La mostra temporanea introduttiva, allestita tra due sale al piano terra, si sviluppa in sezioni. Partendo da un graffito pompeiano del X secolo d.C., in cui il latino parlato lascia il posto ad un simil volgare, ed altre iscrizioni, provenienti dal Museo Nazionale Romano e da quello delle Civiltà, mi ritrovo nella seconda sala, con il documento padre proveniente da Montecassino, Il Placito di Capua, del 960 d.C., rappresentativo della prima vera testimonianza del volgare stesso. Quasi tutto scritto in latino, ripete per quattro volte, una formula in volgare. Ritornando sui miei passi, concludo il mio itinerario personalizzato, incantandomi davanti alle teche contenenti il Fiorino D’oro, imitato in tutta Europa, e vari libri, tra cui: la copia della Divina Commedia, Il Riccardiano di Boccaccio; il vocabolario degli accademici della Crusca e la Quarantana de I Promessi Sposi di Manzoni, proveniente dalla biblioteca dell’Accademia della Crusca, attestante lo sviluppo dell’italiano contemporaneo, il fiorentino parlato. C’è perfino un libro di cucina, prima di terminare con il romanesco contemporaneo di Pasolini ed il primo cellulare mobile degli anni ‘90, preludio del linguaggio universale in social e chat.

EX GRANAIO DELL'ABBONDANZA & EX OSPEDALE DI SAN GIOVANNI DI DIO- La prima meta culturale di Corri La Vita prevedeva la visita all’Ex Granaio dell’Abbondanza, struttura in Oltrarno della fine del 1600, usata come deposito del cereale nei periodi di carestia e recentemente convertita, in seguito ad una massiccia opera di ristrutturazione, a Centro di Innovazione Tecnologica . L’Ex Ospedale di San Giovanni di Dio invece, a solo qualche tappa più avanti, oggi è diventato il Centro di Documentazione per la Storia dell’Assistenza e della Sanità Fiorentina. La visita guidata, a cura della bravissima guida volontaria di Città Nascosta, apre le porte dell’antica struttura del 1300 dall’ampio atrio fino al primo piano. Il percorso museale si estende non solo nei corridoi ma anche nelle vecchie camere. Così, dagli ornamenti dediti alla cura religiosa ai capoletti raffiguranti vasi con mazzi di fiori e stemma dei Fatebenefratelli, agli strumenti medici che hanno fatto la storia, si passa dalla fine del 600 agli inizi del 900, mentre sulla strada del ritorno mi fermo un attimo davanti alla biblioteca contenente testi che arrivano fino al XXmo secolo. Un tesoro da custodire e mostrare alla comunità.

MUSEO HZERO - Il percorso di Corri La Vita continua come un treno, proprio come quelli che si possono osservare all’interno del Museo Hzero dell’ex cinema Ariston. Il progetto, nato dalla passione per il modellismo ferroviario di Giuseppe Paternò Castello di San Giuliano, marito di Fiamma Ferragamo, è portato avanti dai figli Diego, Giulia e Maria. L’idea è stata concepita oltre quaranta anni fa, inscenando a completare l’opera, paesaggi realistici tra i quali i convogli potevano muoversi. Inizialmente allestito nella sua casa fiorentina, a causa delle dimensioni sempre più estese, la struttura venne spostata a Scandicci, dove amici, conoscenti ed esperti, nel tempo continuavano a dare il loro contributo. Il plastico, in scala 1:87, attualmente corrispondente a 280 mq, è tra i più grandi d’Europa ed abbraccia una concezione combinata di immaginazione e realtà. I profili montuosi delle Dolomiti si affiancano ad architetture tedesche e a paesaggi marittimi che evocano le coste dell’isola d’Elba. Le scene di vita quotidiana, si sviluppano tra il giorno e la notte, mentre in stazione, un mix tra quella milanese e berlinese, settanta treni di origine tedesca (Zeppelin), svizzera (Coccodrillo) ed italiana (in realizzazione l’Arlecchino) viaggiano in automazione secondo il sistema di gestione delle Ferrovie dello Stato Italiane. La scenografia è arricchita dal sistema di proiezioni realizzato dallo studio di multimedia design Karmachina e la componente sonora, ideata dal centro di ricerca, produzione e didattica museale Tempo Reale, la si può cogliere in maniera differente a seconda della propria posizione dello spazio. Al piano superiore, oltre ad una visione completa del modello, una selezione di giornali televisivi degli anni 60 di Fondazione FS, che raccontano come la vita delle persone giri intorno al treno, poi l’officina di manutenzione ed una sala cinema dove poter ascoltare la storia di Hzero direttamente dai protagonisti. Un esempio di ferromodellismo coinvolgente per lo spettatore, il quale può spostarsi su un percorso a labirinto facendo muovere la fantasia assieme alle evoluzioni dell’insieme realizzato. Consigliato a persone di tutte le età, per tecnici del settore, appassionati ed inesperti osservatori, perché è un posto dove l’immaginazione è libera di esprimersi.

VILLA MEDICEA DI CAREGGI - Il mio contributo alla Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne assieme al FAI, nell'ambito de "La Toscana delle donne", ha luogo a VILLA MEDICEA DI CAREGGI, per una visita guidata dalla preparatissima storica dell'arte volontaria Chiara. Dei quattro piani più interrato (cantine), ne visiteremo solo uno, quello terreno, con una parte di giardino all'italiana, finemente ristrutturati dalla Regione Toscana. Patrimonio Mondiale dell'UNESCO, l'apertura straordinaria, vede l'antica residenza, luogo di nascita e morte di Lorenzo De' Medici, ritornare, anche se in piccolissima parte, al suo antico splendore. L'esterno, con merlature dette beccatelli create lungo le pareti esterne, ci accoglie nel cortile asimmetrico (trapezoidale) progettato da Michelozzo, dove tra tanta storia ed ammirazione, spicca il pozzo dove il medico de Il Magnifico finì tristemente i suoi giorni. All'uscita dalla Sala del Camino e dall'adiacente Loggia, la Loggetta, di Giuliano da Sangallo, fa capolino dalla cima, mentre passeggiamo nel giardino con fontana al centro, prima del rientro. In futuro, la villa, diventerà una sede museale distaccata degli Uffizi. Un'esperienza indimenticabile, resa ancor più pregnante dal valore simbolico della giornata odierna.

MUSEO DEI MARMI a Palazzo Medici Riccardi - Una scoperta improvvisa quella del Museo dei Marmi al piano interrato di Palazzo Medici Riccardi. Tra le sculture primeggiano l’atleta Riccardi ed il busto di un bambino vissuto nel III sec. d.C., mentre frammenti di piatti, cocci di vasi e pipette varie, rappresentano anni di duro lavoro di scavo. Dietro al vetro, abbassandosi un poco, perfino un condotto fognario, tecnicamente il sistema di drenaggio a sedici scoli ancora funzionante e necessario alla raccolta dell’acqua. Consiglio la tappa durante la visita alla tipica residenza Medici, prima di soffermarsi a godere delle bellezze del giardino, il secondo cortile di palazzo.

FONDAZIONE FRANCO ZEFFIRELLI ONLUS al Complesso S. Firenze - Omaggio a Zeffirelli Franco per festeggiare i 100 anni dalla nascita. La visita alla Fondazione è veloce ma intensa ed include anche la mostra fotografica. Opere liriche, spettacoli teatrali, abiti, disegni a pastello e schizzi a matita, rappresentano un'infinitesima parte del materiale esposto in una ventina di sale del Palazzo (ex Tribunale) sito in Piazza S. Firenze. Luchino Visconti plasma il giovane #talento, che lavorando come attore prima, impara, poi a saper gestire da #direttore astri del firmamento della scena, come Maria Callas, con la quale instaura anche un rapporto di profonda amicizia. Rimango incantata, piena di fascino, tentando di capire gli studi degli atti di scena delle miriadi di opere, vedendo gli innumerevoli premi vinti, ma soprattutto le oltre 55 tavole di studi preparatori per l'ambientazione delle varie scene del film "Inferno" di Dante, progetto poi, mai realizzato. Prima di andar via, mi fermo davanti al suo studio, ricostruito, luogo di lettura e scrittura, che parla della sua vita non solo professionale ma anche privata. Un pomeriggio, in cui il tempo è praticamente volato, passando a rassegna i trascorsi di uno degli uomini più geniali del mondo dello spettacolo!

PALAZZO DI PIERO BARGELLINI - Stamattina, in occasione delle Giornate Nazionali delle Case (-Museo) dei personaggi illustri, ho avuto il piacere di ascoltare la storia di Piero Bargellini, raccontata dal nipote Gregorio Nardi e dalla sua gentile compagna Annegret Hoehler. Percorrendo alcune parti del Palazzo assieme a loro e conoscendoli un poco, il passato rivive attraverso le parole. Amante della letteratura e della pittura, scrittore di cose fiorentine e sindaco della città, ha rappresentato, in Italia, la figura del divulgatore per antonomasia. Estasiata dinanzi a tanta bellezza manifestata in cultura. Pianoforti, libri, affreschi dell’Orcagna, mobilio… tutto brilla di luce propria, nonostante il trascorrere del tempo, lo stesso che mantiene intatto il ricordo, nei suoi cari e poi, in chi come me, ha avuto l’onore di visitare un luogo così pregnante di storia e fucina di idee del passato. Un tipico esempio, questo, di celebrazione e valorizzazione dell’enorme patrimonio italiano promosso dall’Associazione Nazionale Case della Memoria. Un ringraziamento personale, anche scritto, va a ricordo di chi, come questa generosa famiglia, ha voluto condividere un pezzetto degli eventi accaduti assieme a me.

CASA GUIDI. CASA DELLA MEMORIA DI ELIZABETH BARRETT E ROBERT BROWNING - Grazie alle Giornate Nazionali delle Case (-Museo) dei personaggi illustri ed all’Associazione Nazionale CASA DELLA MEOMORIA di cui fa parte, ho scoperto un altro tesoro nel cuore di Firenze, Casa Guidi. La storica dimora, è così chiamata dall’inglese Elizabeth Barrett Browning, che vi visse assieme a suo marito Robert Browning e il figlio Pen tra il 1847 ed il 1861. Le circa dieci stanze, nelle quali i due famosi poeti composero alcune delle loro migliori poesie, si trovano al primo piano del Palazzo e sono in parte ricostruite in seguito all'acquisto da parte del Browning Institute di New York, che le restaurò in base a fotografie, lettere (https://www.browningscorrespondence.com/) e descrizioni dell'epoca (di cui ne esiste anche un catalogo datato 1913), consentendone così l’apertura al pubblico. Ricollocazioni sempre più dettagliate, che, a seguito del nuovo proprietario, il College di Eton, danno la possibilità, oggi, di ammirare numerosi pezzi originali, contenuti nelle quattro eleganti sale accessibili: la sala da pranzo, quella da letto, il salone con i libri e lo studio di Robert, questo ultimo decorato da affreschi su tutte le pareti. La targa sull’ingresso del portone celebra il legame tra l’Italia e l’Inghilterra, sancito ancor più da The Landmark Trust (https://www.landmarktrust.org.uk/landmark-italia/), ente britannico non-profit dedito alla conservazione e recupero di edifici storici che poi propone come suggestivo soggiorno per coprire le spese di mantenimento degli stessi. Ringraziando per l’accoglienza, mi ripropongo di tornarci in visita, per poter carpire ulteriori dettagli del passato di questa coppia di nobili artisti.

VILLA SPADOLINI, detta anche Casa dei libri o ancheTondo dei cipressi a Pian dei Giullari Firenze - Sabato pomeriggio di recupero. Visita alla Casa dei libri detta ancheTondo dei cipressi, una seconda occasione post datata delle Giornate Nazionali delle Case (-Museo) dei personaggi illustri. Villa Spadolini si trova a Firenze, a pochi passi dalla Chiesa di Santa Margherita a Montici, in via Pian dei Giullari 131. È stata la storica dimora estiva della famiglia borghese sin dall''800 ed include l'ampio giardino e il podere, immersa tra ulivi e cipressi. Veniamo accolti dall'amico Prof. Cosimo Ceccuti, che ci delizia, con i suoi dettagliati racconti storici, svelandoci attraverso le stanze, i segreti più reconditi di una delle più grandi e straordinarie personalità del panorama politico del secondo dopoguerra italiano. Per me è emozionante conoscere in maniera più approfondita la figura di Giovanni, non solo politico ma anche studioso e collezionista. Oltre 40000 libri catalogati per soggetto, come criterio e non a numero, in cui spiccano i primi classici, i pocket tascabili, nonché il nucleo di pubblicazioni inerenti Illuminismo, Rivoluzione francese ed epoca napoleonica, opere di letteratura, critica letteraria, riviste e periodici del XIX secolo, oltre ad una sezione dedicata a Firenze e alla Toscana. Ma l'imponente biblioteca non è la sola preziosità che incontriamo lungo il cammino... Collezionista di cimeli storici, soprattutto legati al Risorgimento italiano, alcune stanze della sua abitazione costituiscono un vero e proprio museo. Interessante è il più antico tricolore italiano, risalente alla Repubblica Cisalpina del 1799, i regali ufficiali di quando era Presidente del Consiglio, dipinti di Morandi, De Pisis, Rosai e le tavole di Giorgio Forattini, che lo disegnava rubicondo e senza vestiti. Nella villa ha sede, inoltre, la Fondazione, che pubblica la rivista Nuova Antologia seguendo l'ideale della storica Antologia di Capponi e Viesseux. Così, lettere, scienze ed arti fanno da sfondo ai contenuti. Porto via con me alcuni estratti, per poterli leggere con calma e trarne notevoli spunti di crescita. Un'esperienza culturalmente notevole. Un luogo ricco di significato che condivido pienamente con chi mi segue affezionato.

GIORNATA DELLE DIMORE STORICHE ITALIANE. PALAZZO CAPPONI ALLE ROVINATE E PALAZZO DEI PITTORI - A visitare il primo cortile rinascimentale appartenente ai Conti Capponi in occasione della Giornata di apertura delle dimore storiche italiane. A testa in su per quasi tutto il tempo, tra graffiti, stemmi di casata ed ingresso progettato da Giuseppe Poggi. Si intravede anche lo scalone monumentale che sale al piano nobile. Peccato non esser riuscita ad accedere agli interni, che mi riservo per la prossima visita. Alla volta quindi, di Palazzo Swertschkoff, o più propriamente Palazzo dei Pittori, dove a ridosso della chiusura, il gentilissimo fotografo Toti Lo Verde, ci accompagna tra gli spazi comuni interni ed alcuni studi di artisti residenti per un giro al di là delle possenti vetrate che danno sulla strada principale, sempre ad un passo dal centro storico. Dai colori cupi, rosso pompeiano e blu notte, già sorpassando l’androne con il suo portale decorato a marmi antichi e salendo la scalinata, si respira aria di arte. Luogo di incontro e residenza nel tempo di pittori, incisori, ceramisti, scultori, poeti e scrittori, oggi accoglie anche fotografi, grafici, designer ed architetti. Un luogo non comune e poco conosciuto, che spero venga meglio valorizzato per attività ed incontri.

GIORNATA DELLE DIMORE STORICHE ITALIANE. PALAZZO CAPPONI ALLE ROVINATE E PALAZZO DEI PITTORI - A visitare il primo cortile rinascimentale appartenente ai Conti Capponi in occasione della Giornata di apertura delle dimore storiche italiane. A testa in su per quasi tutto il tempo, tra graffiti, stemmi di casata ed ingresso progettato da Giuseppe Poggi. Si intravede anche lo scalone monumentale che sale al piano nobile. Peccato non esser riuscita ad accedere agli interni, che mi riservo per la prossima visita. Alla volta quindi, di Palazzo Swertschkoff, o più propriamente Palazzo dei Pittori, dove a ridosso della chiusura, il gentilissimo fotografo Toti Lo Verde, ci accompagna tra gli spazi comuni interni ed alcuni studi di artisti residenti per un giro al di là delle possenti vetrate che danno sulla strada principale, sempre ad un passo dal centro storico. Dai colori cupi, rosso pompeiano e blu notte, già sorpassando l’androne con il suo portale decorato a marmi antichi e salendo la scalinata, si respira aria di arte. Luogo di incontro e residenza nel tempo di pittori, incisori, ceramisti, scultori, poeti e scrittori, oggi accoglie anche fotografi, grafici, designer ed architetti. Un luogo non comune e poco conosciuto, che spero venga meglio valorizzato per attività ed incontri.

BASILICA DI S. LORENZO, SACRESTIA e CHIOSTRO DEI CANONICI - La Giornata Nazionale contro Leucemie, Linfomi e Mieloma si conclude nel migliore dei modi a Firenze. Grazie alla faticosa ma accurata ed attenta organizzazione di AIL sezione di Firenze, oltre settanta persone hanno avuto la possibilità, oggi, di visitare la pregiatissima Basilica di S. Lorenzo, assieme alla Sacrestia ed al Chiostro dei Canonici, nonché, di assistere all’ultimo appuntamento della rassegna “In Caelestes Thesauros”, arrivata alla sua VIa edizione. L’attività di sensibilizzazione ed il coinvolgimento della comunità locale è uno degli elementi fondamentali della Mission dell’Associazione. Il momento conviviale è triplice. Muovendoci tra pietra serena, porfido rosso ed opere d’arte si oltrepassa l’altare per entrare in Sacrestia a guardare il cielo del 4 luglio del 1442 col naso all’insù, prima di uscire nel Chiostro, il tutto, mentre ascoltiamo la dolcissima voce della nostra guida Emanuela Bulli, che si congeda subito dopo per indossare le vesti di Cantore di S. Giovanni. Un ricco aperitivo e via al Concerto, dove donne da un lato ed uomini dall’altro, in stile severo, circondano i musicisti, ensemble, guidato dal bravissimo Direttore Umberto Cerini, che ci delizia con la mia amata musica sacra, di epoca barocca, presentandoci Vivaldi, Casini, Lotti e compagni. Il congedo a fine serata è d’obbligo e segue la mia ammirazione attraverso i sentiti complimenti per la riuscita dell’evento.

EX CONVENTO DI SANT'ORSOLA&Mostra oltre le Mura - Ultimi giorni per visitare la struttura che da anni, completamente abbandonata rifiorirà grazie ad Artea. Il primo passo del progetto, che ospita anche la mostra Oltre le Mura è particolare. La giornata è calda ma all’interno dell’ex Convento di Sant’Orsola le mura respirano di fresco e di vita, quella che scorreva lenta nelle aree che oggi sono temporaneamente visitabili. Il Museo del futuro è previsto tra un paio di anni e parlerà di arte contemporanea coi filtri del passato, per non intaccare il patrimonio storico culturale. Intanto godo degli ambienti grezzi artisticamente rivestiti dalle mani di un paio di maestranze, Alberto Ruce e Sophia Kisielewska-Dunbar. Nell’antica chiesa trecentesca, dove gli scavi riportano alla luce anche la tomba di Monna Lisa (Gherardini) di Leonardo da Vinci, il lino ondeggia nel vento facendo fluttuare il sentimento, dipinto a spray sulla tela, che accomuna mamma e figlia, gente comune, gente del posto. Una tecnica nuova che osservo con attenzione da diverse angolazioni per carpire ogni minimo dettaglio ed emozione suscitata. ‘Al di là di tutto’ continua tra il chiostro e l’antica spezieria, la farmacia naturale dove si riescono ancora a sentire i profumi e le parole delle donne, le cui mani sono visibili sul cemento armato. Una prima replica della lunetta di terracotta invetriata e dei due medaglioni raffiguranti San Francesco e Sant’Orsola fanno capolino lungo il perimetro dell’antico orto prima di entrare nella seconda antica chiesa cinquecentesca del convento. Qui, ‘Noli me tangere’ evoca il passaggio da uomo a donna, sia dal punto di vista fisico che intellettuale, mediante una trasposizione della figura femminile con quella maschile, che, seppur in chiave moderna, non dimentica la loro immagine tradizionale. Concludo il lungo giro dando un occhio ai vari lavori di alcuni giovani studenti fiorentini, che con estro è creatività disegnano il domani!

CASA CAPPONI in San Frediano - Una nota su Casa Capponi In San Frediano, prima tappa del percorso di circa 5 km. delle mete culturali in programma di Corri La Vita. Dal 1995 sede del Comando della “Zona X” e di quello interregionale dell’Italia Centro-Settentrionale della Guardia di Finanza, oggi ci accoglie prima nel suo museo e poi nelle stanze al primo piano stuccate ed affrescate, all’interno del salottino settecentesco, detto anche delle delizie, per la gioia dell’occhio di chi lo guarda. Un’unica opportunità con cui cominciare il percorso di solidarietà.

CHIESA DI SANTA MONACA - La Ex Chiesa di Santa Monaca, altra tappa del percorso di circa 5 km. delle mete culturali in programma di Corri La Vita, risale al 1442 ed era la residenza delle monache agostiniane di Santa Monica. Oggi sconsacrata, come la chiesa di Santo Stefano al Ponte, è utilizzata per mostre e concerti, anche se in passato i suoi usi sono stati svariati, tra cui quello di accoglienza per gli ‘Angeli del Fango’ nel periodo post alluvione fiorentino del 4 novembre del 1966. La definirei come una perla del territorio, protetta nel suo guscio!

GIARDINO DEL MARCHESE MALENCHINI - Procedendo sul percorso scelto, in occasione di Corri La Vita, mi fermo a riposare e nel contempo ad ammirare il Giardino del Marchese Malenchini. Il palazzo, sottoposto a vincolo architettonico dal 1913, costituì, fin dal 1345, un agglomerato di case e botteghe, unite tra loro da passaggi interni. Possedeva un giardino sul retro, inizialmente all’italiana, il quale divenne, in seguito, all’inglese ed oggi costituito da una grande aiuola centrale con alberi e piante attorno. Un momento soleggiato e fresco, ideale per scattare anche una foto ricordo accanto alla statua di Venere, nascosta tra le folte palme.

PALAZZO VIVIANI DELLA ROBBIA sede della BANCA PASSADORE - Prima della pausa pranzo mi metto in fila, in via Tornabuoni, per la visita di Palazzo Viviani della Robbia, sede della Banca indipendente Passadore, aperto solo per Corri la Vita. Cornici in pietra serena, stucchi, busti e affreschi, attraggono la mia particolare attenzione durante la salita fino al piano nobile. Ammiro la vista interna e la mia immaginazione si perde tra la storia raccontata da una delle bravissime guide di Città Nascosta, che ci aspetta a ciascun ingresso per condividere con noi il passato di questi incantevoli luoghi. Una giornata indimenticabile!

PALAZZO DELLE POSTE E TELEGRAFI - Arrivo dal portico, per l’ultima visita guidata della mattinata di Corri la Vita allo storico Palazzo delle Poste e Telegrafi. All’ingresso, la cupola di maiolica con lo stemma fiorentino mi accoglie con amore e mi accompagna tra elementi in pietra artificiale su un pavimento rivestito in marmo fino al grande salone centrale a copertura di acciaio e vetro, luogo di accoglienza al pubblico. Ancora una volta mi ritrovo a testa in su ad osannare lo splendore di un altro edificio, anche se, questa volta aguzzo la vista anche più in basso per osservare i banconi originali di scrittura. Mi ripropongo di ripassare con più calma ed intanto procedo lungo il mio cammino.

FONDAZIONE SCIENZA E TECNICA - Nel pomeriggio, durante il viaggio giornaliero con Corri La Vita, scelgo la Fondazione Scienza e Tecnica. L’enorme collezione di strumentazioni scientifiche e non solo, raccolta e conservata nel tempo dall’Istituto Tecnico Galileo Galilei, oggi Salvemini -Duca d’Aosta, rappresenta per Firenze ed in generale per la Toscana un grande fiore all’occhiello. Utensili della scienza e del suo insegnamento si susseguono nelle sale, assieme a modelli ed apparecchi necessari per le lezioni. Il Gabinetto di Fisica, un’Officina Meccanica, nonché un Laboratorio di Chimica contemplano oltre 3000 elementi, che dopo una massiccia opera di restauro, sono oggi visibili secondo le caratteristiche espositive dell’Ottocento e sono documentate in dettaglio dalla biblioteca presente all’interno dell’edificio. Una luce sfolgorante mi accompagna durante questa visita. Perdermi per oltre un’ora tra ferro e materiali vari mi ricorda il perché, anni or sono, scelsi di diventare ingegnere.

ISTITUTO DI SCIENZE MILITARI AERONAUTICHE - In occasione dell’Autunno Fiorentino con Musica Diffusa nel Quartiere 1, ho avuto la possibilità, prima del concerto, di visitare in notturna, la Scuola progettata dall’architetto fiorentino Raffaello Fagnoni, oggi sede dell’Istituto di Scienze Militari Aeronautiche. Un monumento immerso nel verde parco delle Cascine che si districa su diversi ettari di terreno tra simmetrie ed asimmetrie ben pensate, portando con sé più epoche storiche, a partire dal lontano Rinascimento. Le Palazzine sono essenzialmente due, circondate da un arboreto sperimentale con numerose specie esotiche, palestra e piscina. Si comincia dall’atrio di quella Comando, dove tra un acero giapponese e la fontana in travertino con il Pegaso, simbolo per antonomasia del viaggio aereo, osservo a testa in su, gli emblematici loggiati su travi Vierendel, prima di accingermi a salire dalla Scala D’Onore, altro simbolo dagli inserti in serpentina verdi di Prato, che non poggiando sulle pareti, sembra quasi spicchi il volo. Cominciando ad ammirare la vista di Firenze rappresentata in ceramica da Chini e di fronte l’orologio con due emisferi, boreale ed australe, attraversando varie stanze, da quella degli Stemmi con il suo grande mappamondo, alla Colacicchi, si arriva alla Sala Lettura, dove l’affresco di Annigoni “Il Pegaso nel cielo di Firenze” rappresenta la continuità dell’apprendimento scolastico nel tempo; di fronte "Luce, Aria e Cielo” di Elisabetta Rogai. Uscendo mi dirigo assieme al gruppo alla Palazzina Italia o degli Studi, con il suo maestoso porticato dalle volte a botte unghiate e risplendente di luce artificiale tramite i magnifici lampadari a fiori in vetro di Murano che illuminano le tessere del mosaico in ceramica. Salgo infine in Aula Magna, dove assieme ad altre 400 persone, poco più tardi, assisteremo, all’entusiasmante concerto dell’Orchestra della Toscana (ORT), ma non prima di aver ringraziato la nostra bravissima guida ed aver incoraggiato le giovani allieve, a non arrendersi durante il loro difficile percorso di studi, tra le prime da solo un decennio ad essere ammesse nella Scuola, che prevede di recente anche un metodo per formare i formatori, oltre ad essere un centro di formazione didattica e manageriale di recente concezione.

DEPOSITI DEI MUSEI CIVICI FIORENTINI - Interessante la visita ai Depositi dei Musei Civici Fiorentini all’interno del Complesso di Santa Maria Novella. Non ero mai stata in un posto in cui si raccoglievano le opere d’arte e devo dire, che, grazie alla nostra guida di MUS.E, ho scoperto una parte, anche se ancora in sviluppo d’allestimento, veramente particolare. Attraversando la “Galleria delle Sculture” al piano terreno, arrivo al primo piano, dove rimango letteralmente travolta dalle grandi strutture metalliche, costituite da enormi pannelli grigliati scorrevoli, sui quali sono appesi da ambo i lati, tra gli altri, i dipinti di Guttuso, Morandi e buona parte della raccolta di Alberto Della Ragione. In tutto circa 300 opere destinate ad aumentare in numero nei prossimi anni. Una bella idea portata in realtà con molto impegno da parte della Città di Firenze, che consentirà di arricchire ancor di più la vasta area destinata a riqualificazione.