La Divina Commedia

Mista, Tela, 2024

L’opera "La Divina Commedia" si compone di tre pannelli disposti fianco a fianco, in un equilibrio visivo che unisce luce, colore e tensione simbolica. Ogni quadro è diviso: nei due laterali, la linea di separazione corre orizzontalmente alla base, mentre in quello centrale si alza in verticale, tracciando un confine netto tra due realtà opposte — l’alto e il basso, il Paradiso e l’Inferno, la salvezza e la dannazione.

Proprio su questa linea orizzontale, che attraversa i tre pannelli, si posano rondini: piccole presenze sospese tra i mondi. Alcune stanno immobili, in ascolto; altre si librano in volo, come se cercassero di oltrepassare quel limite, attirate da qualcosa che sta oltre la divisione.

Il fondo, in foglia d’oro, non è puro ornamento: rappresenta la volontà divina, invisibile ma presente, che sostiene e guida il senso dell’opera. A destra, le rondini volano verso un cielo rosso, carico di tensione e calore: è l’Inferno, mondo inquieto e acceso. A sinistra, il cielo si fa blu profondo, calmo e luminoso: è il Paradiso, immagine della quiete eterna.

Nel pannello centrale, si svolge la scena più intensa: una rondine intrappolata nell’Inferno alza il capo, affamata, e chiama verso l’alto. La sua voce attraversa la verticale dorata che taglia il centro del quadro: una sottile striscia d’oro, simbolo della separazione divina. Dall’altra parte, nel cielo azzurro del Paradiso, la madre rondine ascolta e risponde. Sono divise, ma legate da un richiamo che supera lo spazio, la pena, il tempo.

"La Divina Commedia" non è solo la rappresentazione di due luoghi ultraterreni, ma il racconto di un desiderio eterno: quello di incontrarsi, anche quando le regole divine sembrano impedirlo. Le rondini diventano così simboli dell’anima, della nostalgia, dell’amore che cerca una via, anche nell’impossibile.

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