POESIE CONCORSO

CLAUDIO RAVA

NOME SOPRA OGNI ALTRO NOME

None sopra ogni altro nome
luce,
che ogni altro lume adombri,
tepore del giorno,
ristoro della notte.
Fuoco,
Tu ardi, e non consumi,
divori, e non ferisci.
Dalla tua cenere sgorgano e sbocciano
candide rose e gigli,
alteri crisantemi e mimose profumate,
e sempre, assiduamente,
freschi torrenti d'acqua.
Il suono d'argento
lenisce i tuoni,
e attutisce l'asprezza delle voci.
Nell'acqua di cristallo lucente,
si purifica il sangue,
in lei, specchio per l'anima,
si sciolgono le ombre,
tramonta la tenebre notturna.
il tuo soffio risana
le piaghe della carne,
e l'anima rinfranca,
più di ogni nutrimento,
una parola della tua voce.
Dal tuo sorriso vidi tramutate
tempeste in cieli tersi,
valanghe in terra fertile,
e guerre in abbracci di pace.
Rinasce, rinasce la rosa
dopo il rigore dell'inverno,
alla vita rivolge lo sguardo
come allo sposo la sposa:
tu sei primavera,
Sole per la Terra e per le stelle,
meno materna per le anime bambine.
Nel mio giardino
ho piantato un seme
raccolto dal dolcissimo tuo frutto,
dall'intimo suo cuore:
concedimi il germglio,
concedimi che sbocci,
tu Padre, Madre, Amore.

DANILO DAI CAMPI

SVUOTATA DELL'ESSERE

La ragione d'essere svolazza nell'attesa di sostegno,
svuotata del suo contenuto s'incammina dove l'anima
raccoglie pezzi nel profondo buio.

un vortice indolore dove il tempo non conta più le ore,
una fitta nebbia che lascia la mente in cerca di chiarore,
ma trova un banco di lanterne spente.

La disperazione aumenta nella solitudine
di chi rimane,
e nell'empatia infetta dallo sconforto
risuona un tacito grido d'aiuto.

Un tuffo per riprendere ciò che è rimasto,
e colgo avvetibili segni di presenza,
allora incorro le labili percezioni
che si dipanano nella sporadica coscienza,
abbraccio la tua timida tenerezza
e accarezzandoti la mano,
ti chiamo per nome e per sempre ti amo.

AUGUSTO FUNARI

PENSIERO DEL CANE ARGO A ULISSE

Tu sai bene...
Fin da piccolo facevo precisi sogni,
grovigli affastellati d'illusori pensieri.
Giorno dopo giorno
dilatavo la mia solitudine in spazi infiniti
e ritrovavo la tua mano al mattino
offrirmi nuove utopie
per una vita che non sarebbe mai stata.
Tu te ne andasti...
Ed io vissi la mia vita in un alito.
nulla riservava per me la notte
se non le grevi ombre della paura.
La mia fu unìesistenza sospesa
all'ombra degli ulivi e del disincanto...
E quell'orizzonte da cui attendevo
di riavere il mio futuro
fu il mio tenero martirio.
Ti attesi per una vita
e non mi bastò per riavere la tua compagnia.
Ti amai per una vita
e mi bastò per vedere le tue lacrime
chine sulle mie disillusioni.
Dunque oggi che i miei sogni sono perduti
banale e difficile mi appare il resistere.
Ma tu...
Tu che poggi il tuo rimpianto
sulle mie paure corrose dal tempo,
tu non lasciarmi più adesso,
stringimi nel tuo pianto e tienimi con te.
Ed io...
Io consegno il mio Anore al tempo
perchè la sua memnoria
dia valore al mio Destino.

MARIA GRAZIA PATANE'

Angeli dentro i vassoi



Era un tempo di angeli dentro i vassoi
acquasantiere asciutte e nastri tra i capelli

i motori degli aerei rombavano commiati
e si tendevano in ellittici traguardi
su luoghi consumati nella fretta.

Dimoravamo al centro delle cose
ed era invece citoplasma asfittico.

Convertiti ad altre rotte partimmo senza valigie
frantumando sugli scogli della memoria
l’audacia della nostra nuova scommessa.

La tappezzeria delle stanze adesso è fiorita di rosa pallido
ed un boccolo di vento fa da balaustra a questa ostinata attesa

LORETTA STEFONI

UNA LACRIMA SILENTE SI PERDE NELLA PIEGA DI UNA RUGA


Fuori una pioggia battente,
dentro un ticchettio d'orologio,
guardo una goccia scivolare
sui vetri di una finestra chiusa,
mentre una lacrima silente,
si perde nella piega di una ruga.
Penso a quello che è stata la mia vita,
quando contavo gli anni che passavano,
sgranando tra le dita le perle di un rosario,
sperando di potere un giorno camminare
tra le nuvole di un domani,
privo di un oggi e di un ieri ...
Penso a quel giorno maledetto, quando
su un letto d'ospedale, vidi il volto di mia madre
scolorire, il rumore roco del suo respiro
che s'affannava a mordere aria, cessare.
Vedo la mia mano, aggrappata alla sua,
rimasta orfana di stretta sincera, urlare dolore.
Vedo un'altra mano, quella venuta dopo …
sento ancora la sensazione che ho provato
quando il tocco delicato, pelle a pelle ha legato ...
L'alba si tinse di rosa, il tramonto
del rosso fuoco della speranza, vinti
virginali pudori, tra tintinnii di ninnoli,
ballai la mia prima danza del ventre,
ignara che quel sensuale ondeggiar di fianchi,
avrebbe imprigionato il mio cuore
in un passato senza più presente né futuro.
Non mi era dato sapere, che l'uomo
dell'inganno del serpente replicante,
gustato il frutto proibito,
dispiegate le ali controvento,
come gabbiano, avrebbe spiccato il volo,
nel cielo grigio di un freddo inverno.
Perché avvezzo ormai da tempo,
a raccogliere fiori di campo,
i più fragili e delicati,
per vederli poi seccare
tra le pagine di un diario
dove non avrebbe mai scritto
storia d'amore

CARADONNA CRESCENZA

SENSAZIONI

Sensazioni di trasognate
tenerezze infantili
lontane nei ricordi

un focolare
tenero pulsante amore
come l'immenso
seno carne di donna.

Non penserò
non parlerò
zingara
racchiudo turgida linfa
d'embrioni vitali.

Lascivo tempo che fu
rimpianto di antica giovinezza.


PAVESI M. CRISTINA

FRAMMENTI DI UN AMORE

Hai mandato in frantumi
la mia anima fragile
lasciando solo il silenzio, dietro a te
e un incolmabile vuoto. dentro me.

Ti porterò con me, per sempre,
conficcato nel cuore
come un piccolo frammento della mia vita,
breve interludio nella sconfinata eternità,
scheggia tagliente di uno specchio
che cattura e riflette
la tua immagine,
perennemente presente,
nei miei occhi.

MARIA PIA SILVESTRINI

IL LIUTAIO MAGICO

Nel percorrere vicoli sotri cittadini
nitidi appaiono i ricordi:
mano nella mano
conduco mio figlio, pieno di emozione,
nella bottega del liutaio.

Varcando la soglia,
si apre un luogo magico,
immerso in un aura di sacralità.

Fra inebrianti aromi di legno resinoso
appesi in bella vista,
violini e viole
attendono di vibrare
al tocco lieve del musicista.

Esulta l'anima del maestro
quando inserisce l'ultima corda
nella cassa armonica.

Nell'accordare lo strumento
come da una fonte battesimale,
so sprigiona un gemito, una voce,
unica al mondo.

Nello scrigno vellutato
è custodita l'immagine sonora,
la romatica creatura
in attesa della sua prodigiosa avventura.

SANDRO GAMBADORI

RIMARRO' IN SILENZIO

La luce entrava dalle finestre,
un morbido spiccoi alla seta
tappezzava le pareti.

Capelli nero-corvino,
una rosa legata alla treccia,
dava splendore alla chioma.
Seduta, ascoltava il tempo
che dava il maestro.

Iniziò a volteggiare, lui entrò:
dove ti ho veduta splendida creatura?
Per i prati, lungo i torrenti,
affascinata da mille colori...ora ricordo!
Se fuggita di mano
in cercaq dell'incantevole specchio di natura.

Volavi in alto
dove il ragno ti rapì la tela.
Fui io a salvarti!
Di nuovo ti vedo volare,
accompagnata dal profumo delle ninfe,
i colibrì scandire il tempo.

Non parlerò, rimarrò in silenzio,
il mio sguardo supplichevole
parlerà per me.

ENZO GAIA

GRANELLI

Di senape un granello
potrai sentirti
-a volte-
nelle quotidiane tempeste
della vita.
Di povere in granello
tu penserai di essere
quando troppe ferite
ti lacerano il cuore.
Pur tuttavia
il granello di senape
diventerà col tempo
un albero frondoso
e il granello di polvere,
se sfiorato dal sole,
risplenderà
-d'un tratto-
d'immenso e d'infinito.

MARIA INTERLANDI

DUE ROSE BIANCHE

Due rose bianche
si abbracciano nel vaso
in un unico fiore.
L'una e l'altra si appoggiano
con immensa delicatezza,
gli incarnati petali soffusi
d'un rosa indescrivibile
e d'un fulgore
che non rimandano
a nessun'altra cosa
di questa terra;
una parvenza di cielo
una simbiosi d'amore,
quel che potremmo essere
solo che ci accorgessimo
l'uno dell'altro.

RANI ALESSANDRO

VECCHIO

Splendido punteggiato il cielo a nascondere
tra nubi bianche e vaporose
all'alba l'astro nascente.
Raggi caldi segnano ancora
da sempre... da mai
vite sensate, esistenze dovute?
Irradiano le domande la mente d'un vecchio
mai la risposta fu data
mai consolazione desiderata
solo.

BARBARA SANTONI

UNA VECCHIA CANZONE

Una vecchia canzone ,
rievoca ricordi passati.
Una vecchia canzone,
fa riaffiorare antiche lacrime;
lacrime per qualcuno
che si è perso,
per qualcuno che si è amato,
per qualcuno che ci ha fatto sorridere.
Un pensiero per un passato
che non ritornerà più.
Un sorriso infranto,
per una promessa mai mantenuta,
per un amore ormai sepolto,
in due cuori ormai aridi.
Una vecchia canzone,
ricorda antiche gioie.
Gioia di un incontro
dettato dal destino,
gioia di un amore corrisposto.
Una vecchia canzone,
ricorda un antico rimorso,
per qualcuno che
non tornerà più,
per qualcuno che
abbiamo lasciato,
pr qualcuno a cui,
abbiamo custodito l'anima.
Una vecchia canzone,
fa riaffiorare un antica nostalgia
per quegli attimi
trascrosi insieme,
uniti per un tenero progetto:
vivere insieme la vita,
ed amarci per l'eternità.

LILIANA BABAGLI

AMAREZZA

Cerco sovente una risposta
e senza mai offendere l'onda
scrivo nel fiume di questa sponda.
Ho camminato in questo prato
ho preso amore e dato calore,
ho aperto il cuore
alla luce del sole,
ma sono ancora qui nella spiaggia
a lamentarmi di questa sabbia.
Ho gli occhi rossi dalla rabbia
ma la certezza che una carezza
può sgretolare questa amarezza.

TERESA PAGANELLI

UNA SOLITUDINE INFINITA

Una solitudine infinita
che trafigge lo sterno
digrigna i denti
e vomita sui sogni.

MONTACCHIESI MAURO

…Derèto l’urtim’orizzonte

Er sole stà sfumanno
adàcio adàcio
derèto l’urtimo orizzonte sur mare.
Tu e io stamo qui, a pied’ignudi,
su ‘a ‘rena incòra tiepida.
‘a mano tua in de la mia,
‘a mano tua me dice ch’er corpo tuo vibbra,
er corpo tuo me dice ch’er còre tuo friccica.
Me perdo in de li smerardi
de l’occhi languidi tui,
che rifrètteno l’urtime tremule sperelle de sole.
Me perdo in de li bionni ciurli tui,
smossi da le carezze der ponentino.
Me perdo in dér viso màggico tuo
e in de li baci dorci tui.
Me fa tritticà ‘na forte emozzione.
Spero che tu nun sia domani
‘no strappacòre ricordo,
vojo che gnisèmpre sia tu
‘a matterìa de l’anima mia,
er delirio der pòro mio còr.
Spero…vòjo…
*
Dietro l’ultimo orizzonte

Il sole sta lentamente scomparendo
dietro l’ultimo orizzonte sul mare.
Tu ed io siamo qui, a piedi nudi,
sulla sabbia ancora tiepida.
La tua mano nella mia,
la tua mano mi dice che il tuo corpo vibra,
il tuo corpo mi dice che il tuo cuore freme.
Mi perdo negli smeraldi
degli occhi languidi tuoi,
che riflettono gli ultimi tremuli raggi di sole.
Mi perdo nei tuoi biondi capelli,
mossi dalla brezza marina.
Mi perdo nel tuo magico viso
e nei tuoi dolci baci.
Mi fa vacillare una forte emozione.
Spero che tu non sia mai
uno struggente ricordo,
voglio che tu sia sempre
la pazzia dell’anima mia,
il delirio del mio povero cuor.
Spero…voglio…
*



MAURO MONTACCHIESI

È ‘n antro giorno che va

‘a luce rosa de l’aurora
er chiccherichì de ‘na lòdola
er tricchetracche de le fronne
er frufrù de la funtana pe’ ‘a rua
‘odore der caffio che lei sta preparanno
e’ ricordo
de mammà
de tata
de ‘n amico che ‘r tempo s’è tirato via
‘e vèrgne de li primi còcchi che vanno a scòla
è ‘n antro giorno che va!
-
E’ un nuovo giorno che va…

La luce rosa dell’aurora
il trillo di un’allodola
il crepitio delle foglie
il cicaleccio della fontana per strada
l’odore del caffè che lei sta preparando
il ricordo
di mio padre
di mia madre
di un amico che il tempo s’è portato via
gli schiamazzi dei primi bambini che vanno a scuola
è un nuovo giorno che va…






GIUSEPPE INGARDIA

UN CAMMEO ROSSO CORALLO
Vorrei un tuo cammèo rosso corallo
-pescato nei nostri banchi egadini-
sul petto mio dove fissai quel dì
la tua immagine bella, distesa…
serena finalmente al trapasso
di vita tua ad altra che migliore
il buon Dio lontano troppo tempo,
non potè fare a meno di donarti
-nessun dubbio su questa certezza-
meritata dopo tanto soffrire
su questa terra, madre mia dolcissima!
Di cercare il tuo ultimo respiro
non smetterò madre mia amatissima,
per poterlo raccogliere chissà quando
e ritrovare quell’ultima immagine
l’ultimo battito, quell’ultimo pensiero
che portasti con tè all’eternità.
Dimmi, restai nei tuoi occhi benedetto
Madre, tu che dai miei primi passi
raccomandasti :”Attento figlio mio,
scegli sempre per te la strada giust

SANDRA TRAMBAIOLI

GRAZIE

Questo grazie è per te
che hai saputo incontrare il mio cuore
e con dolcezza riempirlo d’amore.

Questo grazie è per te
che ti brillano gli occhi perché sai donare,
che ti avvicini con affetto a chi ha voglia di amare.

Questo grazie è tutto per te
perché l’emozione che nell’aria fai vibrare
mi avvolge di gioia e mi aiuta a sognare.