Scritti, pensieri, descrizioni

E' questa una tela per molti aspetti importante e focale per l'artista tanto che pur avendone avuta l'occasione non se ne è mai liberato.
E' un'opera dalla quale si sente rappresentato; quasi il suo marchio di fabbrica.
Molti i simboli ed i richiami presenti in esso rappresentando punto di arrivo del passato e molti punti di partenza.
Già in opere del passato ci ha presentato il simbolo della coscienza.
Viene cioè posto in scena un qualcosa che simboleggia la coscienza alla quale, ognuno, nel buio e solo con se stesso deve fare i conti. Non ci sono sconti, non possibili bugie, non palcoscenici nei quali mostrarsi altro da quello che si è.
In questa tela il tutto è simboleggiato dal lenzuolo. Un involucro esterno tirato da più parti che ha però al suo interno il buio, appunto. Il luogo in cui in sentinella porre domande, cercare, o meglio attendere risposte.
Seguendo l'opera dell'artista ci si accorge che un altro elemento è presente nel lavoro presente come continuità e come vaticino per il futuro. Come già in altre opere il soggetto si allontana sempre più dal pianeta, il punto di vista si allontana sempre più dalla quotidianetà, dalla normalità, dal terreno per affrontare problematiche di ordine superiore, di domande ed eventuali risposte che attendono alla filosofia, religione, esistenza umana.
E', anche, un omaggio, questo lavoro, al cantautore Guccini da parte dell'artista per il peso che esso ha avuto con le sue canzoni nella sua crescita artistica (l'artista racconta).

OPERA DI RIFERIMENTO:

SHOMER MA MI-LLAILAH

Scrive l'artista:

Il soggetto di "Natale '75" mi è stato suggerito dal clima che viene a formarsi nel periodo immediatamente antecedente al 25 dicembre 1975.
Il muovermi in quel periodo fra la gente catapultata nei negozi, il sentirne i discorsi, studiarne i comportamenti, mi hanno permesso di mettere a punto quelle idee poi tradotte nel quadro.
"Natale '75" ha in se la critica esternata nei confronti di un mondo sempre più diviso tra sentiomenti veri e tradizione dettata dall'abitudine. La tela, molto piccola, almeno per quanto suggerito dal sogetto, riesce a trovare proprio dal suo essere raccolta il collegamento per un colloquio quasi inrimo, non indisponente e non irritante nei confronti del pubblico. Quanto denunciato dal quadro è espresso tanto dai soggetti quanto dalle tonalità cromatiche.La scelta è caduta su elementi caratteristici e tradizionali in contrapposizione ad elementi che, benchè riconducibili alla realtà, appaiono irreali e proiettati in tempi e mondi diversi. Il Natale viene percepito come un'occasione per mercanteggiare, festeggiare e tanta ipocrisia religiosa.
Nella tela il Natale è rappresentato con figure tradizionali quali la candela e la sfera d'albero di Natale, tutto lavorato a tonalità calde; nell'amore sincero espresso dal rosso della sfera, simbolo di giustizia e di carità; nella sincerità e fede della candela accesa. Queste figure sono chiuse in un 'uovo' il cui compito e di dare il senso del raccoglimento e dell'intimità necessari per accarezzare i sentimenti che il Natale porta o meglio dobrebbe portare con se. L'uovo è lavorato in ocra e gialli, coloro scelti per dire che il Natale in fondo può essere ancora prezioso.Il Natale è un'idea è un'astrazione e per questo l''uovo' l'ho posto in aria, sospeso in un mare di bleu, colore da me visto, freddo e misterioso. Natale in transizione e per questo conteso tra passato e futuro diverse caotiche ideologie. Ed ecco il perchè della mano e degli artigli. Gli artigli rappresentano la tradizione che appartiene ormai al passato e che perde sempre più terreno (vedi le ferite inferte)nei confronti di un Uomo sempre più pragmatico e consumistico (vedi le dita).

OPERA DI RIFERIMENTO:

Natale 1975

IL VIAGGIO

C'è stato un periodo in cui le opere venivano firmate New Life.
L'artista scriveva:

Venerdì 9 gennaio 1976

Con il "New Life" è iniziato un periodo chiaramente nuovo e caratterizzato dall'acquisizione di una coscienza di sè ferma e consapevole.
Si è imposta, con sicurezza, una scelta che veniva ripetutamente rinviata nel tempo.
Come sempre, decisivi i fatti della vita.
Vita dai molteplici mutamenti forzati dal mosaico dei fatti univoci a cui ognuno e soggetto. Mosaico di amori, gioie, dolori, speranze e illusioni che spinge verso la ricerca di se stessi.
Nascono spontanee e sempre più ossessive le domande e con le domande "New Life". Una nuova via, una nuova vita. Non un arrivo ma una partenza per un viaggio senza fine. La stazione avica dalla quale intraprendere l'infinito viaggio al solo scopo di raccogliere lungo esso quei frammenti che renderanno la vita veramente vissuta.
"New Life" è uno slancio deciso nel futuro. E' entrare in una stanza nella quale troverò altre porte che mi porteranno in altre stanze con altre porte, e così all'infinito. "New Life" sarà costante ricerca. Sarà essere mutanti e nuovi momento per momento, età per età.
"New Life" è una non meta, sarà rincorrere un cangiante miraggio.
E "New Life" diventa forma, colore, energia,emozione. Diventa la ricerca di un espressione senza parole. Il tentativo di comunicare un me stesso profondo al mondo.

COSE ORTOGONALI

Questo lavoro rappresenta un punto fondamentale nella tendenza artistica dell'artista.
Esso infatti è il primo di quella che sarà una produzione artistica su supporto cartaceo e/o affine. Questi primi lavori su carta nascono originariamente come idee/progetti da trasferirsi successivamente su tela ma l'uso di tale supporto diventa, per il lavoro stesso dell'artista, così congeniale da non essere quasi più sostituito.
E', inoltre, proprio con questo lavoro, che inizia un pernicioso intento del pittore di polemizzare sia con troppo pubblico ancora artisticamente attratto da paesaggi e nature morte, sia con colleghi poco preparati tanto tecnicamente che culturalmente.

OPERA DI RIFERIMENTO:

COSE ORTOGONALI

Imparando da ' a '

Passare da "Cose ortogonali" a quest'opera è stato praticamente automatico e naturale.
Quest'opera parla di scuola; parla di primo giorno di scuola.
Parla di un primo giorno di scuola antico dove lo scrivere necessita di imparare partendo dalle cose più basilari; da una "a" simbolica prima lettera di un alfabeto fondamentale per poter comunicare.
L'opera nasce in un momento di rabbia dopo alcune diatribe nate con colleghi presuntuosi che poco sapevano di ciò che prima di loro "Qualcuno" aveva fatto. All'artista sembrava giusto ricordare che forse era il caso di ricominciare a confrontarsi con i fondamentali da "a" appunto.

OPERA DI RIFERIMENTO:

IMPARANDO DA " a "

CARNEVALE


Fermapunto ad un carnevale che muore.
Mistificazione di massa che rende spensierati in una città che perde la sua teatralità per affrontare la realtà di una società rosa e consumata da fondamentali problemi esistenziali.

OPERA DI RIFERIMENTO:

CARNEVALE

Natura morta in rosso 1976

...il passo avanti che questa tela mi ha permesso di compiere è stato quello di farmi toccare con mano l'importanza dell'elemento MATERIA.
L'elemento materia diventa se non indispensabile, certamente consigliabile.
La diversità dei tessuti posti sulla tela mi hanno permesso dei diversi giuochi di trasparenze e differenziazione delle tinte.
Grazie al loro differente grado di assorbimento e di tessitura superficiale hanno permesso una percezione visiva del colore di zona in zona diversa.
I colori, infatti, si sono fatti quì più vivi e forti, lì più sordi e smunti; ora più luminosi e spessi, ora atoni e piani.

IL VIAGGIO 1976

Al ricordo delle innumerevoli volte che il Sempione mi ha visto trapassarlo da parte a parte. Alle speranze e ai dolori che dietro a lui mi sono lasciato.
In memoria delle corse folli incontro alla gioia, a ciò che doveva divenire il mio destino. Come entrare ed uscire da un sogno.
Decine di treni mi hanno portato incontro al vento, mille sferzate d'aria nevosa, e poi tepori affettuosi dove affogare e rinascere.
Così viaggio dopo viaggio fino all'ultima partenza, fino all'irreversibile ritorno.

DOV'E' L'UOMO 1978

Volgendomi attorno mi sono accorto di trovarmi in un roccioso deserto dove ogni pietra, ogni ciottolo annegato nella propria polvere mi ricorda un'uomo.
Esseri che il tempo logora, disseca ed inesorabilmente dissolve.
Ogni uomo si chiude sempre più nel prorpio guscio mostrando agli altri una falsa esteriorità dalla quale col tempo rimane contaggiato.
Ne rimane contaggiato al punto da diventare un falso autentico di se stesso, un attore che finisce col confondere il ruolo teatrale con la realtà. Un uomo incapace di ritornare se stesso anche nelle più banali situazioni ed esternazioni.
Questa profonda piaga purulenta cerco di denunciare.
Le corazze, le armature, sono il simbolo della nostra debolezza. Esse costituiscono la prova tangibile del nostro tentativo di nasconderci dentro il nostro perenne senso di vulnerabiltà e paura.
L'elmo, presente nella tela, di per se stesso simbolo di remote fierezze, spicca inanimato malgrado l'inutile ieraticità del pennacchio porpureo. La crudele e tragica beffa si consuma nello spazio comensurabile della superficie