Impressioni

Di Davide Morelli


1/La vita è nei tavolini dei bar d'Estate.
È nel rivoltolare dei corpi innamorati nei prati.
È nelle scritte degli studenti sui muri.
È nell'acciottolio delle cucine.
È nei cani che annusano i vicoli.
È nelle impressioni di un viaggio in treno.


2/E' tutto qui. La lente è sempre concava o convessa.
C'è sempre una cavità o una leggera gobba,
che deforma e trasforma.

3/
Il cielo è una distesa immensa.
Non esistono spazi territoriali.
Non ha frontiere. Il cielo.
Ritrovare l'immaginario sulle scale.
Romanzi moderni sul tavolo.
Umori altalenanti. Un tempo
un'aurea magica sembrava circondare le cose.

4/
Dissonanze, sentimenti fuggevoli, equilibri instabili,
figure tipizzate, coagulo di sensazioni, autoestraniazione.
Le ossessioni di una società sclerotizzata e sterile.
Mondo maledetto !! Mondo eracliteo !!
L'occhio non trova mai riposo in certi riflessi di sole.
L'occhio trova appigli solo in un altro sguardo.
È un azzardo rompere il guscio delle cose,
dissolvere codici per intravedere l'essenza.

5/
Siamo ciò che facciamo e ciò che non facciamo.
Siamo ciò in cui crediamo e ciò in cui non crediamo.
Siamo ciò che pensiamo e ciò che non pensiamo.
Siamo ciò che sappiamo e ciò che non sappiamo.
Siamo ciò che capiamo e ciò che non capiamo.
Siamo ciò che viviamo e ciò che non viviamo.
Nessuno sa veramente cosa siamo.

6/
Ma adesso basta. Adesso è l'ora di definirmi pazzo,
perché pazza non può essere una cittadina o una nazione.
Non c'è niente della vita che si concentra in un luogo.
I simboli, gli indizi, le vie di fuga
vengono disseminati casualmente.
Ci sono carambole di doppie negazioni, vuoti, luoghi comuni
e filosofie a buon mercato.

7/
Tuttora non sappiamo cosa ci plasmò.
Forse hai ragione tu:
siamo un pulviscolo irradiato per un frangente.
Niente altro che questo.
È inutile mentire spudoratamente.


8/
Avrei voluto essere più bello
di un antico Dio
per farti innamorare così tanto
da consumare tutti i tuoi sospiri.
Ma io non ero un antico Dio
e tu dopo qualche convenevole da me fuggivi.
Fuggivi da tutti allora.
Il mondo ti inseguiva
e tu fuggivi.
Ora cammini sulle stesse orme di un tempo
e ti tocca inseguire il mondo,
perchè il mondo in gioventù è instancabile predatore
e in maturità è inafferrabile preda.

9/
Il lunapark della mente!!!
All'angolo della strada un manifesto strappato.
Il senso del discorso appeso a un filo.
Un filo reciso. Il senso si è perso per sempre.
Di strato in strato fino alla nuda interiorità.
Poi pietrifichi nella memoria una scena.
Quei passi all'imbrunire che attraversano la strada.
Quegli uccelli immobili sui fili della luce.
Sono un bambino impertinente,
che si muove a carponi sul terreno impervio
dell'immagine che si fa parola.

10/
Nella voce di un uomo
vengono custodite le voci dei suoi antenati e dei suoi posteri.
Il tempo ha orecchi.
Il tempo origlia continuamente la tua voce:
tutte le emissioni, le intonazioni, le parole.

11/
La quiete è questa parvenza di immobilità,
in cui le cose e i colori
sembrano confidarsi alla malinconia.



12/
La nebbia e la rugiada
si adagiavano sugli alberi e i prati.
Un fischio interrogò la notte.
La notte non rispose e l'avvolse.
Poi solo battiti di ali
e uno stormire di foglie.


13/
Io tra mille poetiche dell'inconscio e dell'altrove.
Io a caccia di terre di nessuno e di sinonimi del nulla
(queste mie parole sottintendono la ricerca infruttuosa
di un pensiero poetante).

14/
La città moltiplica rumori e voci.
La città è infinite laringi,
è infinite corde vocali.
Gli altri non ti ascolteranno.
Tu comunque ascolta altre voci.

15/
Volevo oscurità, silenzio, vuoto e deserto.
Ma qualcosa è pur sempre restato.
Ora ho molti ospiti dentro di me:
i microrganismi del niente giorno dopo giorno
distruggono le fondamenta di me stesso.

16/
Di quei vetri appannati restano solo schegge nei ricordi.
Viviamo poco. Conserviamo ancora meno.
Ed è così per tutti.
Mangiare, bere, camminare, lavorare, annoiarsi, scopare.
Vivere è questo e quello.
Ed e' così per tutti.

17/
Le strade sono quei non-luoghi,
che ti portano in altri luoghi.
Le strade sono come i ricordi.

18/
L'Arno mi conta da sempre gli anni
e mi ricorda i miei disinganni.



Informazioni generali

  • Categoria: Poesia

Informazioni sulla vendita

  • Disponibile: no

Informazioni Gigarte.com

  • Codice GA: GA148913
  • Archiviata il: 29/05/2019

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