FRONTIERE

Corten, Ferro, 2025

Un pannello in corten, inciso come una tela, lascia filtrare la luce attraverso sagome stilizzate. Figure umane, slanciate, ripetute, che sembrano danzare — o fuggire.

Dipende da dove stai.
Se ti metti da un lato, vedi una processione calma, quasi rituale.
Se ti sposti, le stesse sagome sembrano correre, scappare, agitarsi.

L’opera lavora sul tema del doppio: due letture, una stessa realtà.
Le forme sono identiche, la materia è la stessa, ma la percezione cambia.
Ed è proprio lì che nasce il significato: in quella linea sottile tra stabilità e paura, tra normalità e crisi.

Frontiere è la sintesi visiva dell’intera mostra Tracce di Pace:
ci invita a considerare che la nostra condizione potrebbe essere diversa solo per un caso, solo per un punto di vista, solo per dove siamo nati.
Un’opera che, mentre si guarda, ti guarda indietro — e ti chiede: da che lato sei?

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