Restaurati gli affreschi settecenteschi di Sbastiano Monaco nella chiesa di Sant'Agrippina a Mineo

L'intervento finanziato dall'imprenditore Giovanni Leonardo Damigella, eseguito da Rocco Greco, Licia Ippolitoni, Adriana Testa
Lacittà di Mineo recupera un pezzo della sua storia. Sono tornati a splendere gli affreschisettecenteschi di Sebastiano Monaco nella chiesa di Sant’Agrippina. Gliaffreschi, sono stati realizzati tra il 1786 e il 1788 dal pittore cataneseSebastiano Monaco (attivo tra il 1772 e il 1799). Monaco ha lasciato opereimportanti decorando chiese e palazzi nelle province di Ragusa, Siracusa,Catania. Il progetto, sostenuto dal mecenatismo dell’imprenditore GiovanniLeonardo Damigella, è stato affidato al restauratore Rocco Greco, conla collaborazione di Adriana Testa e Licia Ippolitoni.
Contemporaneamente, il parroco don MatteoMalgioglio ha ritrovato preziosi documenti d’archivio inediti, che gettanonuova luce sulla committenza e sull’esecuzione del ciclo decorativo.L’edificio, ricostruito dopo il terremoto del 1693, conserva l’impianto a crocegreca della precedente chiesa medievale e si distingue per la ricchezzadell’apparato decorativo in stucco, opera della bottega del palermitanoGiovanni Gianforma. Tuttavia, nonostante i recenti interventi strutturalifinanziati dalla Regione Siciliana (Assessorato alle Infrastrutture e allaMobilità) - tra cui l’adeguamento antisismico e l’abbattimento delle barrierearchitettoniche - nessun fondo era stato previsto per il recupero degliaffreschi di Monaco, fortemente degradati da infiltrazioni e alterazionicromatiche.
I capolavori custoditi nella chiesa eranoammalorati, rischiavano di staccarsi dall’intonaco e di rovinare al suolo o didissolversi. L’intervento di restauro ha restituito nuova vita ai capolavorisettecenteschi di Sebastiano Monaco.
I tre restauratori hanno lavorato per circa seimesi, intervenendo su tutte le opere pittoriche di Sebastiano Monaco, mentrealtre maestranze si sono occupate del recupero dei pregevoli stucchi diGiovanni Gianforma che arricchiscono la chiesa e, in alcuni casi, costituisconola cornice stessa degli affreschi.
Il restauro, promosso dalla Parrocchia einteramente finanziato da Giovanni Leonardo Damigella, titolare della MondialGranit spa, ha consentito il recupero integrale dell’intero ciclo pittoricodella chiesa di Sant’Agrippina. L' intervento è stato eseguito anche su tuttele superfici affrescate da Sebastiano Monaco, nonché sui rifacimentinovecenteschi della cupola, eseguiti nel 1946 dal pittore Giuseppe Barone(1887-1956).
Nel dettaglio, il restauro ha riguardato lacupola, con la Gloria di Sant’Agrippina di Monaco e gli Angeli musici diBarone; gli affreschi della volta del transetto, con Angeli con attributi dellaNatività di Gesù e Angeli con simboli della Passione di Cristo, opera diGiuseppe Barone. I tre grandi pannelli della volta centrale, opera diSebastiano Monaco – oggetto principale del restauro - raffigurano tre momentidella vita di Sant’Agrippina: “Sant’Agrippina respinge l’assalto dei Saracenipresso le mura di Mineo”, “La Traslazione del corpo di Sant’Agrippina”, “lPatrocinio di Sant’Agrippina sulla città di Mineo con la consegna dello scettrodella città”.
I tre affreschi sono intervallati da altre pitture,dentro riquadri, raffiguranti allegorie e virtù, in sembianza di figurefemminili. Altri quattro affreschi di Sebastiano Monaco, raffiguranti allegoriee virtù, si trovano nella crociera del transetto, nei quattro pennacchi deltamburo della cupola. Altre opere pittoriche più piccole, realizzate da Monaco,sono i riquadri minori con ulteriori allegorie e le formelle a forma di rombo edi ovale, che raffigurano anch’esse virtù e figure simboliche, tutti opere diSebastiano Monaco. Esse sono monocrome(i rombi con i colori del verde, gli ovali con i colori del rosso/violaceo). Anchei pregevoli stucchi coevi di Giovanni Gianforma, che incorniciano molte dellescene affrescate, sono stati oggetto di un accurato intervento di pulitura econsolidamento, condotto con il contributo di maestranze locali specializzate.Il restauro ha previsto il risanamento delle superfici pittoriche, la rimozionedelle ridipinture stratificatesi nel tempo, e una reintegrazione cromaticaeseguita con tecniche non invasive e completamente reversibili, nel rispettodei principi di leggibilità, autenticità e riconoscibilità.
“Gli affreschi sono firmati dallo stessoSebastiano Monaco con la dicitura “inventò e pinse” – spiega la storicadell’Arte Serena Fina Barbagallo - che appare nei tre riquadri principalidella volta. Questa formula, che l’artista usa solo in alcune sue opere, indicanon solo la paternità esecutiva ma anche la progettazione iconografica,confermando l’autore come figura centrale nella decorazione sacratardo-settecentesca in Sicilia”.
“Il nostro obiettivo – aggiunge Rocco Greco -era salvaguardare la materia originale e restituire le opere alla loro pienaleggibilità, consegnando alla città di Mineo un patrimonio artistico di grandevalore, restituito nella sua integrità e bellezza”.
“Grandi opere d’arte rischiano di andare perdutese non si interviene in tempo – ha aggiunto Giovanni Leonardo Damigella– ed era così per i bellissimi affreschi di Santa Agrippina a Mineo. Eranecessario un intervento di recupero e volentieri ho contribuito al restauro diqueste opere importanti della chiesa di Santa Agrippina a Mineo, mia cittànatale”.
“La chiesa di Sant’Agrippina – spiega ilparroco don Matteo Malgioglio – rappresenta uno degli edifici di culto piùantichi e interessanti della Sicilia. Con la sua storia millenaria, lestratificazioni culturali e le numerose opere d’arte, accompagna il visitatorein un affascinante viaggio verso la luce divina, attraverso la via del bello,che richiede non solo studio e riflessione, ma anche iniziative divalorizzazione. Il tempio, con la sua irrazionale esplosione di bellezza, dasecoli continua a diffondere la gioia per una rinascita che genera speranza. Ciauguriamo che ogni visitatore possa lasciarsi guidare da questa luce econsolare da questo abbraccio”.
La chiesa è stata riaperta al culto il 17 maggioscorso, con la celebrazione di dedicazione presieduta dal vescovo diCaltagirone, Calogero Peri. I restauri e i lavori di recupero sono statipresentati il 18 luglio – nel corso di una conferenza dedicata - da FinaSerena Barbagallo, docente di Storia dell’Arte all’Accademia di Belle Artidi Napoli e Rocco Greco, insieme a Carmela Cappa, già funzionario dellaSovrintendenza per la diocesi di Caltagirone. Sono intervenuti anche il vescovoPeri e Giovanni Leonardo Damigella. Moderatore dell’evento è stato il parrocodi Sant’Agrippina, don Matteo Malgioglio.
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