critica

I fiori ad acquarello di Floriana ci portano con la mente ad un giardino, al giardino dei piaceri, offrendo all’osservatore una ricostituzione terrestre del paradiso, dove sono riuniti i fiori più profumati, più sorprendenti, più deliziosi. L’uomo, in questo caso la donna, riesce a far durare ciò che è effimero, ciò che la natura con il tempo fa svanire ed appassire, riuscendo a far sopravvivere e a far trasformare il suo ricordo fiorito in opera d’arte.
I suoi acquarelli danno ai fiori la perennità; la sua collezione forma un giardino di fiori bellissimi che non appassiscono, un giardino senza inverno come gli splendidi iris, i dolci papaveri, le delicate rose. La pianta appare nella sua perfezione, offrendoci un momento di gioia. Non è solo un oggetto di studio, ma diventa un vero e proprio strumento di conoscenza. L’arte in questo caso sa cogliere e fissare lo splendore e le sfumature variegate che ammiriamo nei fiori.
L’artista delinea una verosimiglianza naturalistica, esaltata da stesure ritmiche ampie e significative con un gioco armonioso dei volumi. Con i suoi fiori Floriana riesce a comporre sapienti coreografie che giocano su cromatismi intensi e caldi.
Un fiore, per l’artista, non è solo l’idea del fiore in sé, ma anche la poesia del fiore stesso: non c’è distinzione tra i due, ma la loro è pura essenza filosofica, una giusta corrispondenza tra l’apparenza e la sostanza, che ci trasmette la loro natura lirica più autentica. L’artista semplifica e toglie tutto ciò che per lei è superfluo e le immagini acquisiscono un’essenzialità, come se si fosse davvero giunti a cogliere la logica iniziale delle cose.
Nella pittura di Floriana abbiamo la convinzione che la semplicità sia il segreto dei suoi giardini, l’unico
elemento in grado di conciliare la verità e la serenità interiore: proprio l’arte è la ricerca della semplicità originaria, della purezza primordiale.
Posizionarsi di fronte al soggetto, guardarlo con occhi attenti seguendo attentamente le curve e l’armonioso movimento dei suoi fiori, ci fa scorgere l’abilità dell’artista nel creare gli effetti di luce e ombra, le sfumature che rendono queste opere uniche nel loro genere. E’ chiaro che gli studi preliminari sono sempre fatti dal vero su una pianta fresca e piena di vita, un ramo da poco reciso, un mazzo di fiori in un vaso o il fiore di una pianta intera in un vaso o di un’aiuola: lo studio di una pianta “non viva” non avrebbe mai permesso di rendere con tale fedeltà il portamento degli organi, la consistenza dei tessuti, le prospettive ed i riflessi.
I soggetti, i fiori, sono resi con una morbidezza nei petali dove Floriana dimostra di saper dosare con mano sapiente la giusta quantità di colore e acqua, donandoci effetti chiaro scurali di assoluta capacità tecnica.
La sua tavolozza è sicuramente fine nella scelta dei colori, che devono essere il più possibile verosimili alla realtà, come ad esempio nell’opera Iris (fiori ornamentali, coltivati nel Medio Evo, spesso rappresentati nelle miniature del XIV e XV sec. I loro grandi fiori profumati hanno il fascino della precarietà) che riesce ad equilibrare nel modo debito i toni e le tinte del viola e del blu.
Le pennellate sono distese con arditezza senza esitazioni, ma con vigile attenzione, le tinte sono maneggiate a carattere molto acquoso in modo da evitare gli effetti pesanti ed aridi, crea un assoluta delicatezza, lasciandoci in una perfetta contemplazione del reale.
L’originalità, la rarità e il carattere unico delle opere di Floriana nascono dall’unione di bellezza e rigore nella riproduzione di ogni soggetto copiato. In lei è chiara la tradizione di carattere scientifico ed artistico ineccepibile, donando la perennità ai suoi fiori.

Mara Campaner

Presso l'OSTERIA LA SORTE DI CONEGLIANO CONTINUA FINO AL 6 MAGGIO 2010 LA MOSTRA DEGLI ACQUERELLI DI FLORIANA PACE DEDICATA ALLA PRIMAVERA.
IL TEMA DEGLI ACQUERELLI SONO I FIORI.
Il gusto per la cucina
nella raffinatezza dell'arte