Luci c(i)eche

Olio, Tela, 2018

La luce e i riflessi prodotti colpiscono il vetro della finestra dove sono affacciata. Sono luci notturne della città, cieche perchè non vedono cosa colpiscono, il vetro dove mi rifletto e le case e i palazzi dello skyline praghese. Sono ceche perchè sono a Praga nella repubblica ceca dove ero in vacanza. Una città che mi ha colpito molto e dove ho provato per la prima volta un attacco di panico. Ho scattato delle foto mentre di notte guardavo fuori dalla finestra del bnb dove alloggiavo, cercavo di mantenere la calma difronte a queste sensazioni di ansia e di angoscia che provavo, le foto mostravano il mio volto riflesso e mescolato alla struttura di quello che avevo difronte, i miei occhi erano completamente cancellati a loro posto dei buchi neri. Proprio come mi sentivo in quel momento. Il quadro l’ho realizzato in una notte usando colori e tecniche che mi ricordavano l’espressionismo tedesco. L'architettura è distorta e sbilenca, il volto è svuotato, nientificato per l’appunto simile a come definiva Heidegger la sensazione dell’angoscia, diversa dalla paura perchè riferita a qualcosa di indeterminato e inoggettivo. Qualcosa che ti fa fare esperienza del Nulla, del Niente.

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