Teatro Politeama Garibaldi (Palermo)

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PREPARAZIONE DELLA TELA

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Nel 1865 il Comune di Palermo delibera la costruzione del Politeama. Essendo la spesa superiore alla cifra prevista, viene contattato il banchiere Carlo Galland costruttore di mercati e teatri, egli si impegna alla costruzione secondo i disegni del capitolato Municipale dell’architetto Giuseppe Damiani Almeyda, vincitore del concorso, i primi disegni vengono presentati a metà del 1866 e già a gennaio del 1867 sono in corso i lavori di scavo.

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Nel 1869 e 1870 sorgono dei problemi tra il Municipio e l’impresa Galland, ma si decide di proseguire i lavori eliminando tutti i lavori abbellimento. Il teatro era stato progettato come teatro diurno all’aperto, ma fu in seguito deciso di realizzare una copertura.Nel giugno 1874 fu inaugurato anche se incompleto e privo di copertura. Questa fu eliminata nel novembre del 1877. Gi ultimi lavori, di abbellimento furono realizzati ne 1891 in occasione della grande Esposizione Nazionale che si teneva a Palermo

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Il Teatro Politeama Garibaldi è uno dei grandi teatri di Palermo, il primo ad essere costruito, nella seconda metà dell’800, durante il riassetto urbanistico della città voluto dal primo sindaco della città post-unitaria, Giulio Benso, duca della Verdura.

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Nel progetto urbanistico voluto da Benso era prevista l'edificazione di tre teatri all'interno del nuovo centro urbano: uno dove si trova attualmente il Massimo, un altro oltre i Quattro Canti di Campagna di piazza Regalmici, e il terzo nel giardino Villarosa (l’attuale piazza Ungheria) e che avrebbe avuto la destinazione di circo olimpico.

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Il Teatro, progettato da Giuseppe Damiani Almeyda nel 1867, fu poi ultimato nel 1891, con lo scopo di fare da contraltare popolare al Teatro Massimo, allora anch'esso in costruzione e che verrà aperto solo nel 1897, riservato invece all'aristocrazia.

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Il nome Politeama fa infatti riferimento proprio al termine che indica un teatro destinato a spettacoli di vario genere; l'edificio sarebbe stato un teatro popolare diurno, volto a ospitare esibizioni di ginnasti e acrobati dei circhi equestri, molto in voga in quel periodo, pièce comiche e drammatiche, operette, feste e veglioni, e gli spettacoli lirici nell’attesa del completamento del Massimo.

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L’iniziativa nasceva dalla necessità di reagire al clima di crisi economico-sociale successivo alle epidemie di colera del 1866-67, per rallegrare il popolo e distrarlo dalle sue disgrazie. Nel 1874, sebbene il Teatro fosse ancora incompleto e persino a cielo aperto, si tenne l'inaugurazione dell'edificio con I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini; seguirono altri spettacoli lirici, che si tenevano anche al Teatro Bellini.

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La copertura metallica del Teatro venne realizzata poco dopo dalla Fonderia Oretea; nel 1882 l'edificio fu dedicato a Giuseppe Garibaldi, dopo la sua morte. Ma si dovette attendere fino al 1891 per l’apertura ufficiale, che si svolse la serata inaugurale dell’Esposizione nazionale e a cui parteciparono anche re Umberto e la regina Margherita.

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Protagonista dell'evento fu l’Otello di Verdi, con il celebre cantante Francesco Tamagno, mentre la stagione dell'Esposizione nazionale (1891-92) ebbe un direttore d’eccezione: Arturo Toscanini. Dal punto di vista architettonico, il tocco di Damiani Almeyda emerge nello stile raffinato e di ampio respiro internazionale che caratterizza il Teatro.

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Nella progettazione del Teatro Politeama, l'artista si rifece all’archetipo classico dei teatri politeama, ossia all’anfiteatro romano ad arcate, di impianto circolare e dotato di una cavea a cielo aperto in grado di ospitare 5.000 spettatori. I tempi brevi e le difficili condizioni economiche lo costrinsero all’uso di materiali poveri, che però egli seppe far risaltare con decoro grazie alla combinazione con tinte forti e vivaci, che donavano all'opera un grande senso di vivacità.

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Il Teatro risulta così è un raro esempio nel panorama dell’architettura italiana della seconda metà dell'Ottocento, che unisce in un mix complesso, ma sempre elegante, la tecnologia avanguardistica delle strutture in ferro e l'esperienza artistica d'ispirazione greco-sicula, arricchita da una raffinata policromia.

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Damiani Almeyda progettò tanto la decorazione esterna quanto quella interna del Teatro, coinvolgendo numerosi altri artisti come Giovanni Nicolini, Nicolò Giammone, Giuseppe Enea, Francesco Padovano, Carmelo Giarrizzo, Rocco Lentini.

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La struttura del Teatro è quindi circolare, circondata all’esterno da un doppio portico adornato con colonne d’ordine ionico e corinzio, con stesure di colore azzurro e giallo, e con figure sormontate da un fregio che rappresenta i giochi del circo su un fondo rosso.

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L’ingresso ha la forma di arco di trionfo: dall'aspetto monumentale, è circondato da due grandi candelabri bronzei; mentre sulla copertura sorge la Quadriga d’Apollo di Mario Rutelli circondata da due coppie di cavalli e cavalieri, opera bronzea di Benedetto Civiletti.

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Il Teatro Politeama è oggi agibile da ben 950 spettatori, all'interno di un'ampia sala a ferro di cavallo, con due ordini di palchi e due cavee a gradoni, preceduta da un foyer che ospita la scultura Danzatrice velata di Amleto Cataldi. Impossibile, una volta all'interno del Teatro, non farsi rapire dagli affreschi della volta, realizzati da Gustavo Mancinelli e raffiguranti Le Feste Eleuterie (le celebrazioni che, nella Grecia classica, erano dedicate al culto di Demetra). Sempre Mancinelli è autore del sipario che raffigura Eschilo alla corte di Gerone a Siracusa.

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Anche i singoli locali vantano una decorazione da mozzare il fiato: mentre la galleria superiore è ritmata da colonne in ghisa, sovrastate da una serie di lunette dipinte, l'ampio loggiato, anch'esso colonnato e con al centro il busto bronzeo di Garibaldi, delimita la parete sopra il boccascena. I prospetti laterali, inoltre, sono ravvivati da una sequenza di locali decorati e adibiti a vestiboli, foyer e bar.

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Il giardino esterno al Teatro ospita alcune sculture, tra cui la Baccante di Valerio Villareale, il Silfide di Benedetto De Lisi e il David di Antonio Ugo.

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Circondato da un giardinetto di palme, si trova il famoso palchetto della musica, in stile neoclassico e realizzato da Salvatore Valenti nel 1874-75. Nel 2000 sono stati realizzati i restauri delle decorazioni pompeiane policrome dei loggiati. Dal 2001 il teatro è sede dell’Orchestra Sinfonica Siciliana 9

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L'artista Michele Montalto firma l'opera con il nuovo stile comunicato in precedenza

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Una foto del Politeama del 2011