Panorama con Castello di Carini Palermo

Panorama con Castello di Carini

Il Castello di Carini fu eretto su una precedente costruzione araba dal primo feudatario Rodolfo Bonello guerriero al seguito del conte Ruggero primo.
Re Martino primo nuovo Re di Sicilia nel 1397 affida la terra di Carini al palermitano Umberto La Grua.

OPERA DI RIFERIMENTO:

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Castello di Carini
La leggenda narra dell’assassinio di Donna Laura Lanza, figlia del barone di Carini, uccisa il 4 dicembre 1563 in una delle stanze del castello. Si trattò di un delitto d’onore: la baronessa fu scoperta dal marito, il barone Vincenzo La Grua, e dal padre, insieme all’amante Ludovico Vernagallo.

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I due furono sorpresi nella camera da letto della donna e lì stesso assassinati.
Si narra, inoltre, che su una delle pareti della stanza vi fosse impressa l’impronta della mano insanguinata della baronessa.
Tutt’ora tra gli abitanti si racconta che il fantasma della baronessa si aggiri per le stanze del castello e che il 4 dicembre compaiano sulle mura le sue impronte insanguinate.
Questo è il motivo per cui non è di buon auspicio recarsi al castello in tale data.

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Al castello si accede attraverso due maestose porte con archi a sesto acuto; queste aprono sull’atrio interno dal quale è possibile accedere ai vari locali del castello. Al piano terra c’è il Salone delle Derrate trasformato in seguito in biblioteca, mentre al piano superiore è possibile accedervi attraverso una scalinata posizionata sul lato sinistro della facciata
E’ proprio il piano superiore a ospitare il bellissimo Salone delle Feste, sormontato da un soffitto ligneo realizzato a cassettoni, tipico dell’arte gotica catalana; da un portale ornato dallo stemma della famiglia La Grua si accede alle stanze del castello arricchite con numerosi affreschi ma, al momento, inibite al pubblico.

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Una scala interna che dà accesso alla torre, il cosiddetto maschio del castello; da qui è possibile ammirare, attraverso una piccola apertura a bifora, il panorama del lato sud del paese. Da una porticina con arco a sesto acuto, invece, si ha la possibilità di uscire su un piccolo terrazzo, creato di recente, dal quale si vede l’intera costa e la stessa torre dall’esterno.
Alzando gli occhi verso la sommità della torre si nota, inoltre, una scultura raffigurante una mano. Questa è stata realizzata, sempre secondo la leggenda, per ricordare la morte della Baronessa di Carini, ma fonti più attendibili ed esperte hanno dichiarato che tale scultura è precedente all’accaduto, realizzata da qualche maestranza araba. La “Mano di Fatima”, infatti, rappresenta per la cultura islamica un simbolo di fortuna.

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La visita alla torre rappresenta, forse, il momento più suggestivo per i turisti, in attesa che venga restaurata l’ala sud-ovest della struttura, sede delle stanze della Baronessa.
Resto un po’ delusa dal fatto di non poter vedere l’ambiente leggendario con l’impronta insanguinata ma poi, pensando alla leggenda e alle coincidenze della giornata, decido di non sfidare il fato e tornarmene a Palermo.

Questa storia mi ha affascinato tantissimo ed ho voluto visitare il Maniero, ma la stanza in questione non era consentito l'ingresso. Rimasi colpito dall'innumerevole stanza e i vari sotterrani dove viveva la servitù e dove venivano puniti e rinchiusi a chi si opponeva agli ordini impartiti.
Fu mia intenzione voler riprodurre su tela questo magnifico Castello che posto su una rupe a 170 m dal livello del mare è visibile dalla pianura sottostante. Portai con me l'attrzzatura adatta per eseguire uno schizzo su un foglio d'album.Trovato un posto a distanza debita diedi le giuste e necessarie segni dei particolari che avevo di fronte a me. Scattai qualche foto per imprimere meglio tutto l'insieme. Al momento che avevo disegnato a giuste proporzioni tutto il panorama decisi di fare il tutto a bassorilievo il materiale che usai è stato: pasta di polvere di marmo mista con resine, al completamento dipinsi ad Olio le misure sono cm 50 x 40 x 5

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