LA PRIMAVERA DI BOTTICELLI

0) La Primavera di Botticelli In questa prima foto mostro la mia copia nel suo complesso sulla maestosità eseguita da Alessandro Filipepi detto ( Botticelli ), la Primavera da lui eseguita fra il 1463 e il 1503 per Lorenzo di Pierfrancesco dè Medici cugino del Magnifico che lo ordinò dopo avere acquistato la Villa di Castello. A destra Zefiro ( vento dell'ovest) insegue la ninfa Flora che posseduta sparge fiori sul mondo. A sinistra le tre Grazie intrecciano una danza mentre Mercurio disperde le nubi con il suo bastone alato e intanto al centro, Venere e Cupido stanno a guardare. Ho cercato di eseguire l'imitazione nel miglior dei modi speranzoso di non aver storpiato una cosi' magnifica opera.

1) - E il ritmo lineare si sostituirà gradatamente, come valore assoluto e originale, all'energia del Pollaiolo. Del 1477 circa è l'Adorazione dei Magi (Uffizi), ove lo stile botticelliano appare pienamente formato; e del 1480 il S. Agostino in Ognissanti, figura ricca di spiritualità.

2) - E il ritmo lineare si sostituirà gradatamente, come valore assoluto e originale, all'energia del Pollaiolo. Del 1477 circa è l'Adorazione dei Magi (Uffizi), ove lo stile botticelliano appare pienamente formato; e del 1480 il S. Agostino in Ognissanti, figura ricca di spiritualità.

3) - I Medici ricorsero al B. per numerose opere: come la Primavera (1478 circa) e la Nascita di Venere (1485 circa) agli Uffizi, assai vicine alla poesia del Poliziano; in esse la nervosa determinazione dei contorni intensifica il senso del moto: il tutto espresso con gusto raffinato, tipico dell'ambiente artistico fiorentino del sec. 15°.

4) - Nel 1481 (o 1482) eseguì nella cappella Sistina in Vaticano gli affreschi con il Sacrificio del lebbroso, Episodî della vita di Mosè e il Castigo del fuoco celeste. Ivi il B. collega più rapidamente gli episodî, dà slancio alle forme, ora con ritmo melodico d'incomparabile grazia, ora con drammatico ritmo di vorticose curve.

5) - Al periodo 1480-90 appartengono altre importanti opere del B.: la Madonna del Magnificat (Uffizi), la Pallade vincitrice del Centauro (Uffizi), la Madonna di s. Barnaba (Uffizi), Venere e Marte nella Galleria nazionale di Londra.

6) - Circa il 1490 un crescente tremolio di contorni e un colore più aspro distinguono l'arte del B. (Comunione di s. Girolamo, già presso i marchesi Farinola; l'Annunciazione, agli Uffizi). Si approssima l'ultimo periodo dell'arte botticelliana, dove il ritmo si fa più nervoso e spezzato e il movimento si esaspera come nella Calunnía agli Uffizi, nella Derelitta di casa Pallavicini a Roma, nei disegni con cui il B., per incarico dei Medici, illustrò la Divina Commedia.

7) - Una religiosità drammatica, che al B. veniva dalla predicazione del Savonarola, investe le sue ultime opere: il Presepe (1500) della Galleria nazionale di Londra e la Crocifissione Aynard (dopo il 1500), oggi nel museo Fogg di Cambridge (Massachusetts).

0-0 ) - La Primavera di Alessandro Botticelli una foto dall'originale
UBICAZIONE: Galleria degli Uffizi
Tra i più celebri capolavori del Rinascimento, l’opera fu realizzata per un esponente del ramo cadetto dei Medici, Lorenzo di Pierfrancesco. La lettura procede da destra verso sinistra: il vento Borea rapisce la ninfa Cloris fecondandola e trasformandola in Flora (la nostra Primavera) che sparge fiori sul terreno. Al centro sono Venere e Cupido, divinità dell’amore, l’eterno motore del mondo; più in là danzano le tre Grazie, divinità della bellezza legate al culto della natura. Chiude la composizione Mercurio che scaccia, in un gesto simbolico, le nubi dell’inverno. Oggetto di numerose interpretazioni storico –artistiche, nessuna delle quali definitiva o esaustiva, l’opera si presta a più livelli di lettura (storico-filosofico-allegorico). Il fascino che ne emana è in parte legato all’aura di mistero che ancora la circonda.