150° Anniversario dell'Unità d'Italia Garibaldi a Palermo

42°) - 01/05/2010 - 150° Anniversario - Unità d'Italia -

1°) - La partenza da Quarto

La Spedizione dei Mille, che aprì la strada alla proclamazione del Regno unificato, prese l’avvio nella notte tra il 5 ed il 6 maggio 1860 dagli scogli di Quarto, vicino a Genova. La Piemonte e la Lombardo. Forse un totale di 1150 uomini.

42°) - 08/05/2010 - 150° Anniversario - Unità d'Italia -

2°) – Lo sbarco a Marsala

Le navi garibaldine sbarcavano tranquillamente a Marsala la mattina dell'11 maggio.
Il 14 maggio a Salemi Giuseppe Garibaldi dichiarò di assumere la dittatura della Sicilia in nome di Vittorio Emanuele. I Mille, affiancati da 500 "picciotti", ebbero un primo scontro nella battaglia di Calatafimi il 15 maggio, contro circa 4.000 soldati borbonici. In un primo momento sembrava che le forze garibaldine fossero destinate alla sconfitta, tanto che Nino Bixio suggerì a Garibaldi la ritirata. Il generale gli rispose con la celebre frase:
“Bixio, qui si fa l’Italia o si muore”

42°) - 15/05/2010 - 150° Anniversario Unità d'Italia -

3°) – La conquista di Palermo

In seguito, aiutato dall’insurrezione di Palermo, tra il 27 e il 30 maggio, Garibaldi conquistò la città, difesa dal generale Ferdinando Lanza che lo credeva a Corleone. L’ingresso avvenne attraverso il Ponte dell’Ammiraglio, difeso da un intero battaglione borbonico, che credeva di essere in vigilanza di tregua.
Il preciso tiro di copertura garantito dai fucili di precisione dei carabinieri di Genova, unito alla spinta entusiasta dei Mille, valsero
A superare le difese. Nei successivi scontri tra Porta Sant’Antonio e Porta Termini cadeva l’ungherese Luigi Tùkory. Mentre furono feriti, fra gli altri, Benedetto Cairoli, Stefano Canzio e lo stesso Bixio.

42°) - 18/05/2010 - 150° Anniversario - Unità d'Italia -

4°) – ( 1 ) - Ponte dell’Ammiraglio

Il Ponte dell’Ammiraglio venne costruito sul fiume Oreto nel 1113 da Giuseppe di Antiochia, grande ammiraglio del re Ruggiero II. L’opera testimonia la grande professionalità posseduta dai tecnici arabi e normanni, coniugata con l'antica esperienza bizantina nella costruzione dei ponti: è uno dei pochi monumenti dell'architettura normanna ed è anche il più antico ponte di pietra che sia stato costruito dopo la caduta dell'impero romano. Il Ponte ha undici archi, estremamente acuti, staticamente idonei a sopportare grandi sollecitazioni. Si nota anche l'accorgimento adottato per alleggerire - con l'apertura di un arco minore - la spalla tra due archi maggiori, ciò consente, oltre ad un risparmio di materiali, un alleggerimento della pressione del fiume sulle strutture. Sotto il ponte non passano più le acque dell'Oreto, il cui corso è stato deviato.

42°) - 22/05/2010 - 150° Anniversario- Unità d'Italia -

5°) – ( 2 ) – Ponte dell’Ammiraglio

L'antico letto del fiume palermitano ha anch'esso la sua pagina di storia; sulle sue acque, il console romano Metello sconfisse i cartaginesi. e - molti anni dopo - nel 1038, Giorgio Maniace debellò le orde devastatrici dei Saraceni. Nella campagna vicina al ponte, il 27 maggio 1860 Giuseppe Garibaldi, prima di entrare in Palermo, sostenne un fierissimo attacco delle truppe borboniche, dove i garibaldini hanno mostrato alto livello elevato d’eroismo combattendo ad arma bianca, si aprirono l’accesso alla città che li accoglieva sostenendoli ed affiancandoli. Il comandante delle truppe borboniche Lanza abbandonò i quartieri cittadini, premuto dai garibaldini e dagli insorti nel tentativo di capovolgere le sorti dello scontro.

42°) - 23/05/2010 - 150° Anniversario - Unità d'Italia -

6°) – Alcuni avvenimenti -

Morte di Rosolino Pilo
Il 16 maggio il principe di Castelcicala, luogotenente di Francesco II per la Sicilia, venne sostituito dal generale Lanza, siciliano, di anni 73.
Nella città di Palermo erano presenti circa 21.000 soldati napoletani.
Nel porto erano presenti nove navi da guerra borboniche.
Arrivarono anche due navi da guerra piemontesi, tre inglesi, tre francesi, due austriache, una statunitense e una spagnola
Il 20 maggio a Palermo arrivò il vascello inglese Hannibal con a bordo l'ammiraglio Mundy.
Il 21 maggio Rosolino Pilo nei pressi di Palermo venne intercettato dal colonnello svizzero Luca Von Mechel con 3.000 soldati.
Pilo morì in battaglia e i siciliani vennero dispersi.
Alle sei del mattino del 27 maggio i garibaldini arrivarono a piazza della Fieravecchia. Avevano raggiunto il centro della città.
Il quartier generale del Comitato rivoluzionario venne stabilito a Palazzo pretorio.
A Palazzo reale si trovava invece il comando delle forze napoletane, dirette dal generale Lanza.
La battaglia si trasformò in guerriglia urbana. La popolazione scese nelle strade e improvvisò barricate ovunque lottando contro gli odiati napoletani.

42°) - 22/05/2010
150° Anniversario - Unità d'Italia -

5°) - ( 3 ) Fotografia del Ponte dell'Ammiraglio a Palermo

Il ponte dell’ammiraglio venne costruito sul fiume Oreto nel 1113 da Giuseppe di Antiochia l’ammiraglio del re Ruggero II . L’opera testimonia la grande professionalità posseduta dai tecnici arabi e normanni, in collaborazione con l’antica esperienza bizantina nella costruzione dei ponti. E’ uno dei pochi monumenti dell’architettura normanna ed è anche il più antico ponte di pietra che sia stato costruito dopo la caduta dell’impero romano. Il ponte ha undici archi, estremamente acuti, statisticamente idonei a sopportare grandi sollecitazioni. Sotto il ponte non passano più le acque del fiume Oreto, il cui corso è stato deviato.
Il 27 maggio 1860 Giuseppe Garibaldi, prima di entrare in Palermo, sostenne un fierissimo attacco delle truppe borboniche, dove i garibaldini hanno mostrato un livello elevato d’eroismo combattendo ad arma bianca, si aprirono l’accesso alla città che li accoglieva sostenendoli ed affiancandoli. Il comandante Lanza venne sconfitto ed abbandonò la città con le truppe borboniche. Fu un intervento del comandante Mundy che proponendo un armistizio fu redatto un concordato su una nave britannica era il 31 Maggio, dove Garibaldi e Crispi prendevano il mantenimento delle rispettive posizioni militari.

42°) - 25/05/2010 - 150° Anniversario - Unità d'Italia -

7°) - L’Armistizio richiesto dal generale Lanza.

Il 28 maggio la pirofregata Ercole, comandata dal capitano Carlo Flores, bombardò per tutto il giorno Palermo, provocando inutili stragi.
La mattina del 30 maggio il generale Lanza chiese a Garibaldi un incontro sulla nave inglese Hannibal, comandata dall'ammiraglio George Mundy
Garibaldi, ormai privo di munizioni, concordò una tregua di 24 ore con inizio alle ore 12. L'avvio delle trattative venne previsto per il pomeriggio.
Inglesi e statunitensi cercarono di aiutare con armi e munizioni i garibaldini. I marinai piemontesi avrebbero voluto unirsi ai volontari, ma le autorità piemontesi rifiutarono di stabilire qualsiasi rapporto con i Mille perché erano ancora in attesa di ordini da Torino.

42°) - 27/05/2010 - 150° Anniversario - Unità d'Italia -

8°) - L’inutile strage dei Picciotti

A mezzogiorno del 30 maggio arrivò Von Mechel, che aveva inutilmente inseguito la colonna di pochi garibaldini in ritirata verso Corleone.
Ignaro dell'armistizio e infuriato per essere stato ingannato dalla manovra di Garibaldi, Von Mechel attaccò con cinquemila uomini le ormai sfinite truppe dei volontari.
In poco tempo travolse la resistenza dei picciotti e raggiunse piazza della Fieravecchia, giungendo a poca distanza dal quartier generale dei garibaldini.
Avrebbe potuto essere la fine per i Mille, impossibilitati a rispondere al fuoco per mancanza di munizioni.
Ma Von Mechel venne fermato da due ufficiali di stato maggiore, Michele Bellucci e Domenico Nicoletti, che gli comunicarono l'avvenuto armistizio.

42°) - 29/05/2010 - 150° Anniversario - Unità d'Italia -

9°) - Palermo proroga di tregua

Prima della scadenza della tregua Lanza chiese ed ottenne da Garibaldi una tregua di tre giorni fra il 1° e il 5 Giugno.
Il tempo era assolutamente necessario ai Mille per fornirsi di armi e munizioni, per far tornare Orsini con i cannoni, per preparare barricate, per far arrivare i patrioti dal resto della Sicilia.
In un ulteriore incontro il generale Letizia chiese di poter concentrare le sue truppe ai Quattro venti e sul molo, ritirandole dal Palazzo pretorio e da Porta Termini.
Garibaldi non poteva che essere soddisfatto di questa ritirata dei borbonici che abbandonavano il centro della città nelle mani dei Mille.
Il 6 Giugno il generale Lanza dopo ulteriori trattative, accettò di lasciare la città.

42°) - 04/06/2010 - 150° Anniversario Unità d'Italia -

11°) - Contingenti volontari al porto di Palermo

Altri volontari un centinaio, giunsero con l’Utile un piccolo piroscafo a Palermo, verso la fine di Giugno arrivò Medici con altri duemila volontari e Cosenz con altri duemila.
Altri arrivarono da tutta Italia con il coordinamento di Agostino Bertani. Le forze nazionali presero il nome di Esercito meridionale e vennero organizzate su tre divisioni, quella guidata da Turr che si avviò verso il centro dell’isola. La divisione di Nino Bixio si diresse verso il litorale meridionale dell’isola. La divisione di Giacomo Medici segui la linea la linea del litorale settentrionale. L’ordine era di ritrovarsi tutti a Messina.
Enrico Cosenz andò a rinforzare la divisione di Medici.
Era il 5 Luglio quando il capitano Amilcare Anguissola comandante della Veloce consegnò la nave all’ammiraglio Persano. La nave con il nome Tukory divenne la prima nave da guerra di Garibaldi, dove prese parte alla battaglia di Milazzo, catturando le navi borboniche Elba e Duca di Calabria.
Intanto Medici raggiungeva Barcellona Pozzo di Gotto. Si combatteva nei pressi di Archi, le forze garibaldine erano concentrate intorno a Milazzo dove il 20 luglio Garibaldi vi fece ingresso. I borbonici trattarono una resa ed abbandonarono cannoni e munizioni.

42°) - 05/06/2010 - 150° Assiversario - Unità d'Italia -

12°) - 12°) – Garibaldi a Messina

A Messina il 27 luglio il generale Clary con i suoi 15000 uomini concluse un accordo con Medici rinunciando a combattere rispettando gli ordini ricevuti da Napoli. Medici entrò in città con i suoi 2500 volontari. Nel pomeriggio entrà anche Garibaldi.
Lo stesso giorno Garibaldi ricevette la lettera di Vittorio Emanuele II che gli chiedeva di non superare lo stretto di Messina.
Il 28 luglio le forze borboniche iniziarono l’evacuazione dalla Sicilia che era già in mano ai garibaldini.
Il 2 agosto a Messina Garibaldi incontrò Clary. Il generale borbonico scrisse al re riferendo il colloquio che Garibaldi non voleva nessuna tregua, e che era deciso a conquistare Napoli, Roma e Venezia, e che intendeva prendere Nizza alla Francia, lasciò Messina per Napoli.

42°) - 06/06/2010 - 150° Anniversario - Unità d'Italia -

13°) – Conquiste di Garibaldi

Garibaldi attaccò Reggio la notte del 19 agosto ed all’alba la città era stata conquistata. Le battaglie continuarono a Villa San Giovanni con le forze di Garibaldi e di Medici.
Il 30 agosto Garibaldi entrò senza combattere a Cosenza, la via per Napoli era aperta.
Garibaldi si imbarcò per Sapri dove venne raggiunto da Turr con l’avanguardia garibaldina.
Il 4 settembre a Napoli venne tenuto un Consiglio di Guerra dove si decise di costituire una linea di difesa fra Volturno e il Garigliano, tra Gaeta e Capua. Il 5 settembre Garibaldi arrivò a Sala, ed il giorno successivo a Salerno, il 9 settembre i garibaldini entrarono in Napoli, i borbonici avevano cessata la resistenza.
Il 17 settembre arrivò Giuseppe Mazzini che mirava alla costituzione di uno Stato Italiano unitario e repubblicano, non fu facile per Mazzini parlare con Garibaldi .Fu escluso dai circoli di potere ed ostacolato dai filopiemontesi. Fondò “ il popolo d’Italia ” per diffondere le sue idee su una repubblica del sud.

42°) - 07/06/2010 - 150° Anniversario - Unità d'Italia -

14°) – Volturno - Schieramento garibaldino a Capua

Il 18 settembre, Francesco II aveva stabilito il quartier generale a Capua con 50.000 soldati ben armati con l’artiglieria provvista da 42 cannoni.
Garibaldi schierò le sue forze tra Santa Maria Capua Vetere e Maddaloni e pose il suo quartier generale a Caserta con circa 30.000 volontari. Con le sue Divisioni comandate la XV da Tubornock Turr; la XVI da De Milbitz; la XVII da Giacomo Medici; l’XVIII da Nino Bixio.
Garibaldi consapevole della sua inferiorità si pose in attesa.
Il 19 settembre di sua iniziativa Turr voleva occupare Chiazzo al di la’ del Volturno ma fu respinto anche se Garibaldi aveva rinforzato il presidio.
Il 1° ottobre la battaglia divisa su vari fronti fra: Caserta Vecchia, S. Maria e S. Angelo, i borbonici stavano per avere la meglio, Garibaldi decise di mettere in campo tutte le riserve che aveva a Caserta. Al fine Ritucci ordinò alle sue truppe il ritiro a Capua.
Garibaldi aveva vinto la battaglia. Francesco II aveva perso il regno.

42°) 09/06/2010 150° Anniversario - Unità d'Italia -

15°) – Incontro di Garibaldi con Vittorio Emanuele II

All’alba del 16 ottobre Garibaldi giunse nei pressi di Teano sul quadrivio le truppe regie passavano e con esse arrivò Vittorio Emanuele II proveniente da Presenzano e diretto a Teano, Garibaldi lo salutò “ Viva il re d’Italia “ Vittorio Emanuele II rispose “come va generale “ Vittorio Emanuele comunicò a Garibaldi che le operazioni militari sarebbero continuate dall’esercito regolare e che i volontari sarebbero stati messi agli ordini del generale Della Rocca.
Il 26 ottobre 1860, con lo storico incontro Garibaldi consegnò a Vittorio Emanuele II tutti i territori da lui liberati.
In tempo immediatamente successivo anche le Marche e l’Umbria furono annesse al regno sabaudo per mezzo dei plebisciti.

42° 13/16/2010 - 150° Anniversario - Unità d'Italia -

16°) - L’ammissione del Veneto nel regno d’Italia

L’unificazione prendeva corpo anche se non era completata perché il Lazio rimaneva territorio papale e il veneto era in mano austriaca.
In seguito alla III Guerra d’indipendenza la guerra ebbe esito negativo per l’Italia e grazie alle vittorie prussiane e alla pace di Vienna, il Veneto fu annesso al regno d’Italia, mancava ancora lo Stato pontificio per il completamento del processo d’unificazione perché Pio IX non aveva alcuna intenzione di rinunciare al potere temporale.

42°) - 19/06/2010 - 150° Aniiversario - Unità d'Italia

17°) - Il generale Cadorna espropria lo Stato pontificio

Di fronte a questo rifiuto Garibaldi e i suoi volontari tentarono per ben due volte di occupare Roma ma Napoleone III glielo impedi. A seguito della guerra franco-prussiana e la caduta di Napoleone III, le truppe italiane guidate dal generale Cadorna entrarono a Roma dopo essersi aperti un varco presso Porta Pia (20 settembre 1870) ponendo fine al potere temporale del papa.

42°) - 20/06/2010 - 150° Anniversario - Unità d'Italia -

18°) - Caprera

Nel Luglio 1871 Roma divenne la capitale del regno d’Italia.
Intanto Garibaldi 9 Novembre 1860, disgustato dal comportamento di Vittorio Emanuele II lasciò Napoli imbarcandosi sul piroscafo americano Washington diretto a Caprera dove si è autoesiliato e dove mori il 2 giugno 1882

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LE TRE BANDIERE E LA DONNA SIMBOLO DELL'ITALIA

42°) - 30/05/2010 - 150° Anniversario - - Unità d'Italia -

10°) – L’abbandono dei borbonici da Palermo

Il 7 Giugno le truppe borboniche con le armi e i cavalli iniziarono ad imbarcarsi.
Oltre 20.000 soldati abbandonarono Palermo nei giorni seguenti.
Il 19 giugno l'evacuazione delle truppe napoletane venne completata.
Il 20 giugno Garibaldi assunse il pieno controllo della città e si trasferì a Palazzo reale. Oltre a poche centinaia di volontari, i sopravvissuti dei Mille partiti da Quarto, aveva con sé i siciliani che man mano si erano schierati contro i borbonici.
Vennero aperti gli arruolamenti in tutta l'isola. Fu avviata una fonderia e si moltiplicarono le fabbriche di cartucce. La popolazione che tanto aveva patito venne soccorsa.

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UNA SCARPA SPORTIVA TRICOLORE

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LA MIA PITTURA CON IL PONTE DELL'AMMIRAGLIO CON I GARIBALDINI

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LE TRE BANDIERE SIMBOLO SCELTO PER IL 150°

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LA BANDIERA CON AL CENTRO L'ITALIA CON LE VARIE REGIONI

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