pittura ed azione a fondersi nel blu - gianfranco labrosciano

“PITTURA E AZIONE A FONDERSI NEL BLU“ di Gianfranco Labrosciano

La rosa intinta nell’oceano - mare della tavolozza di Mariano, intrisa, impregnata della sua sostanza totalizzante, la rosa immersa nel cuore di un desiderio profondo e ignoto ma imprescindibile come una conoscenza precisa, la rosa azzurra, la rosa sapienziale, l’esplicita rosa blu dell’eros e del divino, la rosa sacra del silenzio e del canto, la rosa che non canto, la rosa blu della risoluzione pittorica finale, l’invalicabile rosa blu profana, la rosa sostanziale, la rosa degli stati emozionali, la rosa che si spande di luogo in luogo nello specchio cieco dell’abisso del mare e nell’occhio interiore della materia emotiva, la rosa azzurra immaginaria, della smarrita architettura e della soglia, è questa rosa che Mariano, azzerando la sospesa e austera atmosfera del limite lancia in avanti, nel mare magnum di un ambiente lirico perché sia più espressivo, in un mare -natura che sia più azzurro e intenso dell’immaginario riflesso del mito.
E’ questo il senso dell’incedere lento dell’artista sulla spiaggia di mare per una prova solenne di trasformazione e di totalità. L’incombente architettura della sua alta linea verticale spinge la vista al di là della materia di un mare quasi incolore, che ha bisogno di più blu, di un processo di fusione con la rosa blu, la rosa emotiva e immarcescibile che spande la sua sostanza nel flusso inarrestabile del misterioso mare. Un progetto, forse, alchemico per il sussulto di una forza energetica - il colore - capace di trasformare e iniettare di luce l’incolore vestito della vita, come un faro può illuminare di un riflesso abbagliante una carta argentata, o un’idea, un’azione plastica per rimodellare con estrema rapidità la natura alla maniera dei greci antichi che modellarono una natura ideale più bella di quella reale, o lo scarto, alla fine, di un disagio, la flessione di un busto e il lancio nel mare dello spazio e del tempo, senza commenti, nel suo immenso spazio circolare, dell’ unicum di una ritualità magica, simbolica, ancestrale e purificatrice.