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1980

1980

QUANDO L'ARTE SI FA VOCE DELL'ANIMA

"Amo la natura e tutto ciò che è in essa. Quando dipingo vado alla ricerca degli angoli più remoti, delle vedute più suggestive..."

Così scrive, parlando di sè, Romano Delsoldato: parole schiette e semplici che ci permettono di cogliere il nucleo della vocazione e dell'ispirazione di questo sensibilissimo interprete del paesaggio.

Romano Delsoldato non dipinge nel chiuso di uno studio, ma all'aria libera, a contatto diretto con gli alberi, i fiori, il cielo, il mare, il vento, i greti sassosi dei torenti, i sentieri pieni di sole, la pace raccolta dei borghi della sua terra. Nessun virtuosismo quindi, nessun artificio nel suo linguaggio, ma soltanto immediatezza sorretta da un vigile senso della coerenza artistica.

Ci troviamo di fronte ad un autentico "poeta" che fatica con instancabile vitalità ed ardente passione creativa per far sua la bellezza del mondo.

Il suo "verismo" che forse sarebbe meglio chiamare "realismo magico" pur nella sua concisa aderenza agli innumerevoli e mutevoli aspetti del creato, nasce da un sentito bisogno di sincerità che è, al tempo stesso, sofferta conquista interiore: di qui, nei suoi dipinti, un'efficacissima sintesi d'osservazione realistica e d'emozione pacata, un commento lirico del mistero abbagliante dell'universo.

Ecco perchè i suoi paesaggi, densi d'afflato spirituale, si fanno trepida meraviglia, diventano la voce più segreta e profonda delle cose, hanno una vibrazione cromatica intrisa di dolcezza e di stupefatto silenzio: quel silenzio in cui si riverbera, anche nella raffigurazione dei più umili aspetti della natura, lo struggente senso dell'infinito che alberga nell'anima d'ogni vero artista.

Dallo sfumato accordo delle linee, dei volumi e dei colori si sprigiona la nitida presenza di un semplicità estatica e casta, e la poesia zampilla con un flusso lento e continuo in una melodia delicata e sommessa che avvince e consola.

Forse, fra decenni, in questa nostra impietosa epoca dell'obsolescenza, moltissima pittura - che fa pompa di sè nelle troppe mostre tenute in piedi dall'industria pubblicitaria e dalla velleità del succeso ad ogni costo - sarà stinta ed estinta, ma i paesaggi di Romano Delsoldato continueranno, sempre più vivi, a testimoniare che l'essenza più pura dell'arte trova la sua genesi nella sincerità e chiarezza interiore.
Messina, 9 ottobre 1980 prof. Giuseppe Sciarrone

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