“RECITANDO IL MISERERE”

Perdute commiserazioni

si dissolvono nella nebbia

di fosche mete. Si destano

e si ritrovano e giammai

vivono di false certezze.

Non sarà giorno a illuminare

la loro pietosa esistenza di

anime senza respiro, che

della miseria ne fanno il

loro orgoglio di vita.

Di loro è la dimora di un

angolo di strada e generosi

ponti di un’immensa città

li avvolgono col loro manto

di manifesta pietà. Ogni città

ha il suo ricetto per queste

povere anime dimenticate

e senza tempo. Sbolinati,

deietti e coperti da grossi

lacerati e vecchi cenci

vivono di questua,

e recitano il “Miserere”.

Cercano compassione e sommessamente

cantano, cantano…

Cantano il biblico salmo pietà

invocando. Afflitti, chiedono

la redenzione dei loro peccati e

supplicano Dio. Chiedono solo

un angolo di Paradiso queste

anime penitenti.

“Anime buone, anime nobili

siete voi dunque. Avete

recepito il mio insegnamento.

Avete vissuto di purezza.

Avete sofferto. Avete amato.

Dio, mio Padre mi ha parlato.

Come non potrei accogliervi

nel Cielo della Luce Eterna…?!

Tante colombe viaggiano verso

di voi. Sono messaggere

dell’Amore del mio Padre.

Questo è il suo annuncio divino”.

Roberto Zaoner

(05/02/2024)

(poesia scritta di getto, in un

mattino invernale)