POESIA: "IL MUGHETTO"
2021
POESIA: “IL MUGHETTO” La poesia "Il mughetto", di Roberto Zaoner, esprime un intenso dialogo interiore sul concetto di candore e purezza, evocando immagini della natura e dei sentimenti umani. Il poeta riflette sul candore associato alla neve, al mughetto e alla purezza dell'anima. Attraverso descrizioni poetiche delle stagioni, degli elementi naturali e dei ricordi condivisi, il testo trasmette un senso di rinascita, speranza e amore. Il poeta descrive la neve come simbolo di candore e riflette sul desiderio di confonderlo con il candore dell'amata, rappresentato anche dal mughetto. Questo fiore diventa metafora della purezza e della rinascita. L'immagine della natura circostante, con gabbiani, alberi maestosi e fiori, contribuisce a creare un'atmosfera di bellezza e serenità. Nel testo emergono anche riferimenti ai ricordi condivisi, al passato che si mescola al presente e all'aspirazione a una purificazione dell'anima attraverso l'amore e la speranza. La poesia si conclude con un invito alla purezza e al candore come fonte di conforto, salvezza e speranza nell'incontro e nell'amore reciproco. Inoltre, il profumo intenso del mughetto contribuisce a creare un'atmosfera poetica e suggestiva, rendendo questo fiore un elemento ricorrente nelle descrizioni poetiche contemporanee. PREMESSA: Nel Sud Italia raro e, quindi, prezioso e ricercato è il mughetto. È pianta erbacea perenne e vive quindi per più di due anni. Da questa pianta nascono questi bianchi odorosi fiorellini. È diffusa in Europa, nel Nord America e in Asia, ma cresce spontanea anche nelle zone prealpine dell'Italia. La pianta assume il nome di “Convallaria Majalis”. È piccola ed è somigliante al giglio anch’essa pianta bulbosa perenne, appartenente al genere Lilium. Ma a differenza del giglio, che è un fiore grande, la Convallaria ha dei fiori piccoli a forma di campanellini. Nel mese di maggio, offre un tocco di delicatezza e auliscono l’aria dei sottoboschi e delle zone più aspre dei versanti alpini. Per la sua preziosità qui nel Sud Italia, ho dedicato una poesia nel tema a mia moglie: una donna anch’essa preziosa, bella e odorosa come questa pianta. TESTO: Dimmi tu, cos’è il candore? Non guardarmi con quei tuoi grandi occhi stupiti! La neve cade a fiocchi e ghiaccio in ogni parte fuori dalla finestra. Tremiti e brividi lungo il nostro corpo e un caminetto che ci conforta e riscalda pure l’anima. Fuori è il sogno e il tempo mi ricondurrà alla più vicina stagione, ma bianco è il tuo candore: il bianco della neve. Stagioni che mi parlano di te: d’estate i gabbiani, in autunno foglie di frasche al vento caduche, d’inverno la neve nel palmo della tua mano e con l’altra mi accarezzi, e in primavera il mughetto. Mi piacerebbe raccogliere un pugno di neve e confonderlo col tuo candore, ma è freddo e mi gela la pelle. I gabbiani non posso afferrarli; solo ammirarli nel loro aleggiar leggero nell’aria che in alto mi appare cerulea. Sono liberi come vorrebbero i nostri aneliti sempre vivi. Il mughetto è nei miei pensieri e quando arriverà la vicina stagione andremo in un campo di fiori e fronde, verdi come berilli gemme di smeraldo, preziose come questa tua presenza che mi fa pensare all’eternità. E alberi giganteschi e fronzuti, simili a ciclopiche sequoie, audaci contro il vento dirompente nella foresta tetra. Si piegano ma si rialzano. E tutt’intorno casette frondose di querce che sorridono timorose ai loro maestosi alberi. Un rudere che pare scrutare i nostri gesti e rampicanti che salgono e discendono allegramente lungo le sue pareti bianche baciate dall’aria tiepida. Mi pare di scorgere cavalieri di un tempo lontano che correvano lungo l’area prativa e coi loro frustini incitavano alla corsa i loro destrieri che tracciavano sentieri nelle radure calpestando alti steli di spighe di grano frignanti. Balle di fieno rotolanti che appaiono scivolare lungo il terreno in pendio ci guardano rispettose da lontano. Ci adagiamo sull’erba fresca e aulente di rugiada del giorno ormai andato, e tu mi porgi la tua mano e accarezzo il tuo radioso viso. Ti guardo e il tuo candore lo vesto di mughetto. I tuoi occhi mi parlano di purezza. Ne afferro steli coi loro bianchi fiori ed è un effluvio della natura. Te li porgo ed è un sussulto al cuore. Ti sorrido. E da questa rara erbacea pianta ne accarezzerò gli odori che olezzano di rinascita. I nostri ricordi di giovani guerrieri s’incontravano dopo lunghi viaggi per venirci incontro. Ricordi? È il nostro passato. Il profumo del tempo andato ma non perduto; impulso al nostro futuro. Quando il tempo ci sfugge e ne rimane la memoria irrinunciabile, il sublime ritorna al presente. La catarsi è vicina e la purificazione allieta ed eleva l’anima. La vedi? È nell’aria e ci aspetta gioiosa. Dammi un po’ di purezza! Dammi un po’ di candore! Glieli porgerò col cuore di chi spera e ne sarò confortato. Il conforto: la mia salvezza. Incontrarci: la mia speranza. Amarci: siamo insieme. Diritti riservati Roberto Zaoner (12 e 19/01/2021)
Informazioni generali
- Categoria: Poesia
- Eseguita il: 19 gennaio 2021
Informazioni sulla vendita
- Disponibile: no
Informazioni Gigarte.com
- Codice GA: GA230619
- Archiviata il: 24/08/2025
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