POESIA: "... E VEDO BIANCHI GABBIANI VOLARE NEL CIELO"
2020
“… E VEDO BIANCHI GABBIANI VOLARE NEL CIELO” (poesia dedicata a mia zia Mariuccia, ex autorevole e stimata professoressa di Lettere al “Garibaldi”, il più prestigioso liceo classico di Palermo. Poesia scritta in un batter di ciglia quest’oggi 05/10/2020) Il nipote: Roberto Zaoner La poesia "... E vedo bianchi gabbiani volare nel cielo", del poeta Roberto Zaoner, è un'ode alla zia Mariuccia, ex professoressa di Lettere al liceo classico "Garibaldi" di Palermo. L’autore descrive la bellezza dei gabbiani che planano nel cielo e volteggiano sul mare agitato di ottobre. L'immagine dei gabbiani che catturano le prede e si librano in volo ispira il desiderio di libertà e di volare alto. Zaoner menziona la zia con affetto, riconoscendo il coraggio e la sicurezza che gli trasmette, incoraggiandolo a esplorare il mondo con uno spirito indomito. La poesia si conclude con l'immagine dei gabbiani come messaggeri angelici che scendono dall'Olimpo degli dèi; un tributo alla zia e alla sua passione per gli studi classici. L'immagine dei gabbiani che catturano la preda e poi ritornano alla riva trasmette un ciclo di vita, sopravvivenza e l'ordine naturale delle cose. Inoltre, i gabbiani fungono da messaggeri, collegando il regno terreno a un piano spirituale più elevato, evocando un senso di trascendenza e bellezza nel poema. TESTO: Battiti d’ali e spicchi il volo. Oh tu aliante gabbiano, m’insegni a volare alto in quest’azzurro e nitido cielo? Planano altri aleggianti gabbiani e si lasciano andare al soffio del vento leggero. Volteggiando si lasciano poi cadere sulle onde spumose di questo mare agitato ottobrino. Predano e fanno razzia. Ghermiscono le loro prede. Com’è bello vederlo allontanare sempre più in alto e poi avvicinarsi a me planando sulla battigia di questa spiaggia dorata… Garriscono e il suono mi rapisce. Li seguo con attenti miei occhi che ne scrutano il volo da questa spiaggia a me cara e vorrei volare anch’io insieme alla mia sposa. E tu, mia cara zia, a tessermi sempre lodi, ti penso per l’affetto che nell’etere mi porgi col cuor tuo da questa vicina città antica e moderna nell’aurea e un tempo fiorente conca, e lì poco più alto d’un clivo e adorno di frastagli è il monte. M’infondi coraggio e sicurezza e doni nuovo impulso al mio immaginifico animo che mai è sazio e indomito. Ridiventa ancor più ricco di sensazioni e stupori, e regalo a te queste mie emozioni. Questo è anche il mio desiderio. Vado via da questa spiaggia illuminata dal sole purpureo e calante dietro la groppa tornita della collina, lontana dal mio sguardo, e leggo te che mi lanci elogi, cara zia, e gabbiani come bianchi e candidi messaggeri angelicati stridono e sembrano scendere dall’Olimpo degli dei che tu nei tuoi studi hai tanto amato. diritti riservati Roberto Zaoner (05/10/2020)
Informazioni generali
- Categoria: Poesia
- Eseguita il: 05 ottobre 2020
Informazioni sulla vendita
- Disponibile: no
Informazioni Gigarte.com
- Codice GA: GA231327
- Archiviata il: 06/09/2025
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